Attento! Fai attenzione! Sei sempre disattento!
Tante volte ci siamo sentiti dire questa parola. Sicuramente conosciamo il significato della parola “attenzione”. Ma sappiamo che cos’è veramente l’attenzione?
L’aspetto mentale della performance sportiva del portiere è un argomento che mi ha sempre interessato sia durante la carriera universitaria che durante le mie esperienze da giocatore e da istruttore.
Per anni ho potuto osservare da vicino i portieri delle prime squadre dei settori giovanili, notandone le differenze rispetto agli altri giocatori sia per quanto riguarda gli aspetti motori che per quanto riguarda gli aspetti psicologici.
Da giocatore invece mi sono reso conto quanto un mio errore da portiere potesse influire sulla squadra e quindi la necessità che il mio stato di preparazione fisica, tecnica e psicologica fosse ottimale; e quanto, in alcuni istanti della gara, lo sport da me praticato diventasse individuale.
Mi permetto di citare alcune affermazioni di grandi portieri per mettere in evidenza quanto questo ruolo sia delicato dal punto di vista mentale:
• “E’ un ruolo ingrato. Basta esserne consapevoli, saper reagire alle difficoltà, stare sempre lucidi”. (José Manuel Reina)
• “Il portiere è un ruolo a rischio: ti martellano, e tu sei solo. Ti devi prendere la responsabilità, anche se agisci d’istinto”. (Emiliano Viviano)
• “La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più”. (Fabien Bartez)