Organizzazione Tattica |  Maurizio SARRI | Fonte: Tesi Master Settore Tecnico
 

La preparazione settimanale della partita

Maurizio SARRI

 

Premessa

La prima premessa che voglio fare su questa mia tesi finale del corso Master per allenatori professionisti 2006-2007 è sulle motivazioni che mi hanno indotto a scegliere l’argomento in oggetto vale a dire ‘ la preparazione della partita’.

 

Quasi tutti gli allenatori prima o poi hanno parlato del loro modulo preferito o delle loro idee dal punto di vista tattico, ma molto raramente mi è capitato di leggere come vanno a preparare la partita: sia materialmente sul campo sia fuori dal campo.

Io ritengo che in un calcio sempre più preparato dal punto di vista tattico e fisico sia di fondamentale importanza andare a predisporre tutte le singole partite nei minimi dettagli.

 

Nei capitoli successivi che rappresentano le mie giornate lavorative, vado ad esporre la mia settimana di lavoro, iniziando dal come cerco di fare ‘ l’analisi della partita’ appena giocata, passando poi al come studio i prossimi avversari e finendo sul come vado a preparare la prossima partita materialmente sul campo.

Visto che la mia curiosità sul conoscere come le partite sono preparate dai vari allenatori non è quasi mai stata soddisfatta, ho scelto di mettere la mia piccola esperienza a disposizione di coloro che sono mossi dal mio stesso interesse su questo argomento.

 

Per una corretta comprensione dei prossimi capitoli ritengo doveroso fare anche altre due premesse:

- La settimana che sono andato a riepilogare è scelta casualmente tra quelle che avevo a disposizione e, pur non essendo uguale alle altre, la ritengo sicuramente indicativa sul mio modo di andare a preparare le partite. - Nella fase di stagione presa in considerazione la mia squadra stava giocando stabilmente con il 4-2-3-1 senza mai andare a snaturarsi contro nessun avversario, ma cercando solo di adottare degli accorgimenti in base a quello che avremmo trovato sul campo.

 


 

CAPITOLO 1 - IL LUNEDI’

Giornata di riposo per la squadra, ma dedicata solamente in piccola parte al riposo da parte dell’allenatore, che invece deve cominciare a dedicarsi all’analisi della partita giocata nel giorno precedente.

Che cosa è l’analisi della partita?

È l’analisi che viene fatta dall’allenatore stesso a posteriori, con il filmato della gara disputata e tende a verificare le differenze tra la partita preparata e quella effettivamente giocata; l’analisi della partita ha solitamente scopi correttivi di medio periodo, ed è importante anche per la programmazione degli allenamenti in relazione agli errori commessi ed alle problematiche che la partita ha proposto.

 

Da non confondere con l’analisi è la lettura della partita, che è invece rappresentata dal metodo che usiamo durante la gara per avere un’ idea chiara e precisa dell’evoluzione della partita stessa, in modo da prendere quelle decisioni tattiche che sono chiamate tattica applicata, mentre in fase di preparazione della partita abbiamo usato accorgimenti tattici che sono chiamati tattica di principio.

 

La lettura, a differenza dell’analisi, ha obbiettivi immediati in quanto tende ad ottenere il massimo risultato possibile dalla partita stessa.

La mia analisi della partita prevede che nella giornata del Lunedì sia l’allenatore sia l’allenatore in seconda, che io preferisco chiamare collaboratore, rivedano separatamente la partita del giorno precedente; preferisco separatamente per non influenzare il collaboratore nel formarsi le proprie opinioni.

 

Solo se il collaboratore non è parte dello staff dell’allenatore ma è parte dello staff societario, nelle prime settimane di campionato, preferisco che la visione sia fatta insieme, in maniera che lui si renda conto di quali sono gli aspetti della partita che seguo maggiormente, per arrivare ad una analisi che segua un filo logico comune, cosa che sicuramente andrà a facilitarci e snellirci il lavoro futuro. A questo punto abbiamo introdotto un argomento importante sul quale forse vale la pena soffermarsi per un piccola riflessione: il collaboratore. Quali sono le sue funzioni?

 

Qual’è il collaboratore ideale?
Per quanto riguarda le funzioni del collaboratore la mia opinione personale è che deve avere delle funzioni materiali e delle funzioni gestionali: materiali in quanto deve aiutare l’allenatore sia nei lavori sul campo che nei lavori di ‘scrivania’, fermo restando che
secondo me i lavori tattici collettivi importanti, per avere ‘presa’ sulla squadra, devono essere condotti in prima persona dall’allenatore stesso; gestionali in quanto il suo ruolo lo mette in una condizione privilegiata rispetto alla figura dell’allenatore nei rapporti con i giocatori, per cui nella gestione di casi delicati può diventare di fondamentale importanza.


Per quanto riguarda invece la figura del collaboratore ideale sarebbe troppo facile rispondere che è colui che, nello stesso tempo, è competente e senza le ambizioni per diventare a sua volta un allenatore.

In realtà invece non la penso esattamente così, in quanto tale figura sarebbe sotto certi aspetti rassicurante ma non ottimale. Penso che il collaborate ideale sia quello con il quale abbiamo unità di pensiero ed unità di intenti.

 

Per unità di pensiero intendo il vedere calcio allo stesso modo; questo non significa che il collaboratore si deve annullare nell’allenatore in quanto deve rimanere sempre propositivo, ma significa solo condividere le idee di base. Per unità di intenti intendo invece la condivisione degli obbiettivi.

Da queste riflessioni capite che secondo me il collaboratore, così come la figura del preparatore atletico, devono essere parte integrante dello staff personale dell’allenatore e non possono essere imposti dalla società, ma questo purtroppo non è sempre possibile.
 



CAPITOLO 2 - IL MARTEDI’
Martedì mattina: non c’è allenamento ma una riunione dello staff tecnico con allenatore, collaboratore, preparatore atletico e preparatore dei portieri e si procede alla programmazione degli allenamenti settimanali; nella seconda parte della riunione allenatore e collaboratore si scambiano le impressioni sulla gara disputata e si arriva a delle conclusioni da riportare alla squadra, conclusioni utili anche per la programmazione degli allenamenti con obbiettivi tattici.


Da questa riunione escono una analisi filmata della partita, fatta su dvd, ed una relazione scritta.
1- L’analisi filmata si occupa esclusivamente di problematiche tattiche e per avere una sequenza logica prende in considerazione in ordine cronologico i seguenti aspetti:
- tattica collettiva: si inizia il filmato, considerando se la lunghezza, la compattezza della squadra, cioè le distanze tra i reparti e tra i singoli all’interno dei reparti stessi ed il baricentro siano stati in linea con quanto deciso in sede di preparazione della partita.
- fase difensiva in zone alte di campo: si prendono in considerazione le pressioni individuali sulle palle vaganti, se il pressing è stato portato nella zona di campo pretederminata con i movimenti preparati e se gli avversari sono stati effettivamente indirizzati come deciso in fase di preparazione della gara; in linea di massima viene analizzata la fase difensiva dei nostri quattro giocatori offensivi.
- fase difensiva in zone medie di campo: si prendono in considerazione le palle gestite dagli avversari oltre la linea dei nostri attaccanti per cui vengono analizzati tempi di rientro dei nostri esterni, movimenti di chiusura e copertura del nostro reparto di centrocampo; anche in questo caso viene posta molta attenzione a come viene indirizzata l’azione avversaria dal giocatore uscito a mettere pressione al possessore di palla.
- fase difensiva in zone basse di campo: si analizzano i movimenti della linea difensiva sulle uscite lunghe del portiere avversario ed in secondo tempo le azioni avversarie con palla ormai oltre la linea dei nostri centrocampisti, analizzando chiusure e coperture della nostra linea difensiva; si pone grande attenzione anche agli scivolamenti della linea sia in orizzontale che in verticale e la capacità di lettura della palla coperta e scoperta e le relative reazioni.
- palle inattive contro: si analizza se sono state rispettate le posizioni previste in sede di preparazione della partita in tutte le varie situazioni di palla inattiva a favore degli avversari nelle varie zone del campo e che le reazioni ai loro eventuali schemi siano state quelle concordate, infine si pone attenzione sull’efficacia delle varie marcature ad uomo, dove previste.
- fase di possesso in zone basse di campo: si inizia la fase offensiva analizzando se il portiere ha privilegiato le uscite lunghe o quelle corte, come deciso in sede di preparazione della gara.
Per le uscite lunghe si pone attenzione sulla zona di caduta della palla, attacco alla palla ed aggressione degli spazi. Per le uscite corte si analizza se sono state seguite dalla circolazione di palla concordata e se la palla è uscita da dietro dalla zona concordata e con le giocate predisposte.

- fase di possesso in zone medie di campo: sotto questo aspetto si pone attenzione ai movimenti ed alle giocate dei nostri centrocampisti centrali.
- fase di possesso in zone alte di campo: l’attenzione si sposta sui movimenti e sulle giocate dei nostri due esterni e dei due attaccanti; particolare attenzione ai movimenti di attacco dell’area di rigore in occasione dei cross dal fondo.
- palle inattive a favore: analisi dell’effettuazione degli schemi su palla inattiva concordati in sede di preparazione della gara.
Le posizioni di partenza erano quelle concordate? I movimenti sono stati fatti nella maniera giusta? La zona di caduta della palla era quella prevista? Sono stati rispettati i tempi di esecuzione? Per ognuno di questi aspetti vengono scelte un paio di situazioni particolarmente significative su quello che è successo in campo e viene preparato un filmato, materialmente dal collaboratore, da presentare alla squadra.
Ho deciso di seguire questa sequenza nel montaggio in maniera da evitare una esposizione confusionaria della nostra partita alla squadra - principio della semplicità e chiarezza

- Nella scelta delle situazioni da montare nel filmato da presentare ai giocatori occorre tenere presenti varie implicazioni:
- prima di tutto per ottenere il massimo dell’attenzione possibile da parte di tutta la squadra è importante che il filmato sia estremamente chiaro e di durata limitata, personalmente cerco sempre che la durata non superi i 10-12 minuti.
- In ottemperanza di un altro principio di gestione - principio della partecipazione attiva - cerco di proporre il filmato in maniera che il giocatore non lo subisca passivamente, cercando costantemente di far passare il messaggio che non si tratta di un processo agli errori, ma di un momento di crescita collettiva ed individuale.
- Implicazioni di carattere psicologico collettivo in quanto si deve tenere sempre presente il momento psicologico della squadra.
- Il montaggio della stessa partita può essere diverso se la squadra attraversa un momento negativo o positivo a livello di risultati: in caso di momento negativo, per evitare ulteriore sfiducia, nel montaggio vengono privilegiate le situazioni in cui la squadra ha espresso qualcosa di positivo rispetto a quelle negative in modo da rafforzare la convinzione che, nonostante i risultati, stiamo facendo anche qualcosa di buono; in caso di momento estremamente positivo vengono privilegiate le situazioni che mettono in mostra errori in modo da far passare il messaggio che c’è ancora molto da lavorare e migliorare.
- Implicazioni di carattere psicologico individuale in quanto all’interno del gruppo ci sono sicuramente dei singoli particolarmente sensibili agli errori e quindi vulnerabili, per cui nel chiamare in causa con le immagini questi giocatori occorre cautela, pertanto si cerca di alternare situazioni di errore a situazioni in cui lo stesso singolo si è mosso nella maniera giusta.

2 La relazione scritta viene materialmente fatta dallo stesso allenatore ed oltre agli aspetti tattici già evidenziati nel filmato prende in considerazione altri aspetti ritenuti fondamentali nell’economia della gara; nel mio caso gli aspetti analizzati sono:
- aspetto mentale: si cerca di analizzare se la squadra è arrivata alla partita con il giusto livello di motivazione e se in campo è riuscita ad esprimere un buon livello di determinazione; si pone attenzione alle reazioni che la squadra ha avuto di fronte agli eventi significativi, esempio come abbiamo reagito ad uno svantaggio o come abbiamo gestito un eventuale vantaggio.
- aspetto comportamentale: chiamo così l’analisi del comportamento della squadra nei confronti dell’arbitro e degli avversari, in quanto le sanzioni disciplinari devono essere attinenti alle necessità e mai andare oltre e poi anche perché non voglio che la squadra sprechi energie mentali e nervose in aspetti della partita sui quali non può influire. Ultima valutazione su eventuali atteggiamenti che non sono stati in linea con le regole di comportamento che il gruppo stesso si è dato, in modo da non tollerare atteggiamenti che alla lunga possono portare problemi nella gestione del gruppo e da far passare costantemente il messaggio che gli obbiettivi individuali esistono giustamente, ma devono sempre essere in secondo ordine rispetto agli obbiettivi collettivi.
- aspetto fisico: si valuta insieme al preparatore atletico la prestazione della squadra dal punto di vista fisico, in seguito sono io che decido su quello che deve essere detto alla squadra e quello che invece voglio che rimanga una valutazione utile solo allo staff; questo per evitare che in certi momenti la condizione fisica diventi un facile alibi per i giocatori.


Martedì pomeriggio:
ore 14,15 breve riunione dello staff tecnico per l’organizzazione pratica dell’allenamento.
Ore 14,30 riunione con la squadra per l’analisi della gara disputata alla domenica precedente.
Intervento dell’allenatore con questo ordine:
- Aspetto mentale
- Aspetto comportamentale
- Aspetto fisico
- Aspetto tattico coadiuvato dalle immagini


Ore 15,00 allenamento con obbiettivo esclusivamente fisico.
Nella settimana presa in considerazione questo allenamento aveva come unico obbiettivo la potenza aerobica ed il mezzo utilizzato era l’intermittente “Gaçon” 15’’-30’’ con 3 serie di 6’ al 95% dalla V.A.M. per chi ha giocato ed al 105% della V.A.M. per chi non ha giocato, con pause attive di 4’ tra le serie. Dopo questo lavoro: chi ha giocato passa al programma individualizzato, mentre chi non ha giocato la partita precedente ha un lavoro suppletivo con 3 serie di 4’ di possesso palla a tocchi variabili da una serie all’altra; prima serie a tre tocchi, seconda a due tocchi e terza ad un tocco, escluso i palloni riconquistati che possono essere giocati a due tocchi; recupero di 2’ tra le serie e 2 serie di partita 5:5+ portieri di 6’ con 3’ recupero tra le serie; prima serie a tre tocchi con goal valido al primo tocco e seconda serie a due tocchi con goal buono sempre. Per il possesso palla ed il 5:5, nella determinazione degli spazi di lavoro, deve essere tenuto presente l’obbiettivo aerobico dell’allenamento. Quindi gli spazi devono essere piuttosto ampi in relazione al numero di giocatori in modo che il lavoro organico prevalga su quello muscolare; in questo caso abbiamo utilizzato un campo di 40x25 mt.

 

Dopo questo ulteriore lavoro anche il secondo gruppo passa al programma individualizzato.

 

Programma individualizzato: ad ogni giocatore vengono consegnate due schede.
La prima scheda è relativa a lavori di carattere fisico che sono stati preparati dal preparatore atletico in relazione alle eventuali carenze del giocatore ed anche in relazione ad eventuali gravi infortuni che puo’ aver avuto nel corso della carriera.
I lavori previsti in questa scheda devono essere effettuati due volte alla settimana: solitamente al martedì pomeriggio ed al giovedì mattina. La seconda scheda è preparata dal collaboratore ed è relativa a lavori tecnici scelti in base alle carenze mostrate o in base ad eventuali specializzazioni (esempio punizioni e rigori).

I lavori previsti in questa seconda scheda sono svolti due volte la settimana, solitamente nella seduta del Giovedì mattina ed al sabato.
Questi lavori sono preparati sulla base di una valutazione che, per quanto riguarda l’aspetto fisico, viene effettuata ad inizio anno sulla base di una visita congiunta del Medico sociale, Fisioterapista ed Osteopatia e tramite l’effettuazione di test fisici periodici; per quanto riguarda l’aspetto tecnico le impressioni dello staff sono supportate da riprese televisive sia delle partite che degli allenamenti. – vedi allegato n. 1


Tali esercizi sono effettuati solitamente in proprio dai giocatori, quando possibile, chiaramente dopo la prima fase in cui assimilano le modalità di esecuzione dal Preparatore e dal Collaboratore.

 

Ore 17,30 si inizia il lavoro per la partita successiva: breve incontro allenatore-collaboratore in cui si raccolgono tutti i dati statistici a disposizione dei prossimi avversari e si dividono i filmati delle ultime quattro partite dei prossimi avversari: due devono essere viste nelle prossime ventiquattro ore dall’allenatore e due dal collaboratore, sempre separatamente. Chiaramente il resto della serata è dedicato alla visione di questi filmati.

 


 

CAPITOLO 3 - IL MERCOLEDI’

Mercoledì mattina:
ore 9,30 solita breve riunione dello staff tecnico per l’organizzazione delle due sedute di allenamento previste durante la giornata.
Ore 10,00 allenamento
Obbiettivo: anche questo allenamento ha un obbiettivo esclusivamente fisico, nella settimana presa in considerazione questo era rappresentato dalla forza da campo.

Svolgimento allenamento: dopo un riscaldamento specifico pre-forza si passa ad un circuit-training di forza da campo e si conclude l’allenamento con una esercitazione in linea con l’obbiettivo dell’allenamento – 5+5:5+5, partita tre tocchi con goal di prima 5:5 con 5 giocatori di sponda per squadra, ogni minuto al segnale dell’allenatore la palla in gioco ma si scambiano le posizioni chi gioca e chi è in sponda, 2 serie di 10’, recupero tra le serie 3’. Anche in questo caso nella determinazione degli spazi si tiene conto dell’obbiettivo fisico dell’allenamento, per cui si privilegiano spazi stretti – 30x20 mt. – in modo che il lavoro muscolare sia prevalente su quello organico.


Mercoledì pomeriggio:
ore 15,00 allenamento
Obbiettivo: questo allenamento è dedicato alla ricerca delle correzioni delle problematiche sorte nell’ultima partita effettuata; con il preparatore è stato concordato che l’allenamento sia effettuato su alta intensità e per la verifica di questo secondo obbiettivo ogni giocatore indossa un frequenzimetro che dopo l’allenamento sarà scaricato su computer per la verifica.


Problematiche riscontrate nell’ultima partita: la squadra in fase di impostazione ha manovrato troppo per vie orizzontali, andando raramente alla verticalizzazione; anche in fase di ripartenza non è stata molto efficace, pur mostrando propensione al pressing in zone alte di campo ed avendo recuperato diversi palloni nella metà campo avversaria.

Nella seconda parte della partita ha mostrato qualche difficoltà nel seguire la palla da dietro, finendo per allungarsi e sfilacciarsi tra i reparti.
Svolgimento: dopo una fase di riscaldamento in tecnica individuale a velocità crescente, fase conclusa con un possesso palla a 2 tocchi in spazi stretti, l’allenamento si basa su tre partite a tema che sono in stretta relazione con le problematiche incontrate.

 

- Partita a tema nr.1: "Partita con sponde in verticale"

- Partita a tema nr 2: "Partita pressing"

- Partita a tema nr 3: "Partite a squadre corte"

 

Al termine della seduta di allenamento il preparatore atletico riversa i cardio nel computer e singolarmente analizza che l’obbiettivo fisico dell’allenamento sia stato raggiunto; nel nostro allenamento odierno il grafico cardiaco – vedi fig 4 – dimostra che i dieci momenti di alta intensità previsti sono stati effettuati correttamente. Allenatore e collaboratore proseguono con la visione dei prossimi avversari.


 

CAPITOLO 4 - IL GIOVEDI'

Giovedì mattina:

ore 9,00 riunione allenatore – collaboratore che hanno visto due partite a testa dei prossimi avversari e si scambiano le impressioni, decidendo i temi che devono essere immessi nei filmati di presentazione degli avversari, temi sui quali lavorare anche sul campo.

 

Segue solita riunione di staff per l’organizzazione delle due sedute previste durante la giornata. Ore 10,00 allenamento

Ore 10,00 allenamento

 

Obbiettivo: questo allenamento ha come obbiettivo la correzione delle problematiche riscontrate a livello di singoli reparti nell’ultima partita effettuata; non ci sono obbiettivi da perseguire dal punto di vista fisico per cui l’allenamento può essere anche didattico e quindi di bassa intensità.

 

Problematiche riscontrate all’interno dei reparti nell’ultima partita: abbiamo sofferto qualche cambio di campo, soprattutto in profondità ed abbiamo avuto una brutta reazione, non conforme alle nostre regole di gioco, su una palla scoperta con cui gli avversari puntavano la nostra linea difensiva.

Per questi motivi la decisione è di far lavorare la linea difensiva con l’allenatore, mentre gli altri rimangono a svolgere i lavori individuali a carattere fisico con il preparatore ed a carattere tecnico con il collaboratore. Svolgimento allenamento:

 

Esercitazione numero 1: scivolamenti in orizzontale della linea difensiva sulla circolazione di palla dei centrocampisti avversari.

 

Giovedì pomeriggio:

ore 14,45 riunione con la squadra per l’analisi della fase offensiva dei prossimi avversari.

Si procede con intervento dell’allenatore che alla lavagna spiega modulo e movimenti offensivi degli avversari e si conclude con il collaboratore che analizza le immagini montate degli avversari.

Il filmato della fase offensiva degli avversari viene montato nel seguente ordine:

1 - qualche immagine a campo aperto in cui si vede il modulo della squadra e le posizioni di partenza della fase offensiva.

2 - la scelta che viene effettuata dal portiere nella loro prima trasmissione di palla; in caso di uscita lunga viene analizzata la zona di caduta, il giocatore che va ad aggredire la palla e come e da chi vengono attaccati gli spazi alle sue spalle; in caso di uscita corta si analizza se privilegiano la prima trasmissione in una certa zona o su un certo giocatore.

3 - fase di possesso in zone basse di campo che corrisponde all’analisi della circolazione di palla della loro linea difensiva, inoltre si cerca di vedere che tipo di uscita usano da dietro e verso quali giocatori; si cerca anche di capire se hanno giocatori particolarmente vulnerabili in pressione o meno dotati tecnicamente in impostazione sulla linea difensiva.

4 - fase di possesso in zone medie: si cerca di analizzare come e chi dei loro centrocampisti si propone ai difensori in possesso di palla e come poi viene sviluppata l’azione.

5 - fase di possesso in zone alte: si prendono in considerazione i movimenti dei giocatori offensivi ed anche come viene attaccata l’area di rigore sui cross.

 

Chiaramente anche nel montaggio di questo filmato si tengono conto di tutte le indicazioni che abbiamo già elencato in occasione della relazione filmata della partita, sia per quanto riguarda la durata che in questo caso è molto breve e solitamente non supera i 6-7 minuti, sia per quanto riguarda le implicazioni psicologiche relative al momento attraversato dalla squadra; oggi abbiamo deciso di far vedere l’effettiva pericolosità di questi avversari nella fase offensiva.

 

Ore 15,00 allenamento

 

Obbiettivo: con questo allenamento ha inizio la preparazione della partita sul campo e l’obbiettivo unico di questa sessione è la fase difensiva.

Svolgimento: l’allenamento si svolge in 3 blocchi di lavoro

1 - fase didattica contro il modulo avversario fatta a bassa intensità come riscaldamento.

2 - fase difensiva nelle varie zone di campo sul sistema di gioco degli avversari.

3 - fase situazionale con temporanee inferiorità numeriche.

 

Fase didattica contro il modulo avversario: dobbiamo affrontare un 3-4-3 con il portiere che non esce mai lungo, ma sempre corto su uno dei tre difensori che si allargano; in questa fase si lavora su dei birilli numerati con due squadre che alternano, una in stretching ed una che chiude sul birillo chiamato.

 

Chiaramente si lavora prima sui loro tre difensori, poi si scende sui quattro centrocampisti ed infine sui loro tre attaccanti.

La pressione sui loro tre difensori è fondamentale contro questa squadra che mostra buone doti di palleggio e che riesce a conquistare la metà campo con grande facilità.

Una volta portata la palla nella metà campo avversaria alzano molto gli esterni di centrocampo con gli attaccanti che si stringono e quindi costringono spesso gli avversari a finire bassi come baricentro, cosa pericolosa visto che hanno giocatori di grande efficacia in avanti.

 

Per questi motivi decidiamo, con la palla in mano al portiere avversario, di tenere baricentro molto alto e di andare a pressing ultra-offensivo.

Unica variante al modulo nostro abituale è che in accorciamento riportiamo i due attaccanti in linea. Fondamentale la nostra reazione alla prima trasmissione del portiere avversario, in quanto i nostri attaccanti devono isolare il difensore che entra in possesso di palla dagli altri due per cui sul loro difensore di centro-destra e di centro-sinistra usciamo a chiudere portandoli sull’esterno – vedi fig. 9 – mentre sul loro centrale, essendo un giocatore che usa prevalentemente il piede destro, usciamo portandolo sul sinistro – vedi fig. 10 –.

 

Avendo deciso che il pressing ultra-offensivo è per noi fondamentale, se uno dei loro due difensori esterni esce palla al piede dalla linea dei nostri attaccanti, non andiamo ad indietreggiare ma proseguiamo in pressing uscendo con l’esterno di parte che, chiaramente porta in questo caso l’avversario verso l’interno per non soffrire una possibile inferiorità numerica in fascia – vedi fig. 11 -.

In zone medie ed in zone basse il modulo degli avversari non ci pone grandi problemi per cui in questa prima parte dell’allenamento ci dedichiamo minor tempo.

Fase difensiva sul sistema di gioco degli avversari:

Due squadre si contrappongono, una simula gli avversari e l’altra la nostra fase difensiva; chiaramente si alternano nei compiti.

In zone alte di campo si inizia con palla in mano al portiere avversario che deve giocare su uno dei tre difensori e questi, con l’ausilio dei centrocampisti, devono portare e non lanciare la palla nella metà campo avversaria, per cui si ha modo di analizzare e correggere il nostro pressing ultra offensivo.

 

In zone media di campo: palla su uno dei loro centrocampisti centrali; la loro giocata abituale è taglio in ricezione dell’attaccante di parte ed attacco della profondità da parte del centrocampista esterno di parte. Questo potrebbe portare ad abbassare troppo i nostri esterni di centrocampo per cui decidiamo di portare i loro centrocampisti verso l’interno quando usciamo in chiusura.

Se la palla passa lo stesso è il centrocampista centrale in copertura che prende il taglio dell’attaccante esterno ed il difensore esterno che segue il centrocampista esterno avversario – vedi fig. 12 -.

 

Materialmente sul campo il lavoro viene fatto con palla al loro centrocampista centrale chiuso dal nostro centrocampista di parte; al segnale dell’allenatore la palla si scopre, loro fanno partire i movimenti previsti e noi le reazioni, andando fino alla conclusione dell’azione.

In zone basse con palla all’attaccante esterno, dobbiamo tenere in considerazione che giocano controparte con il sinistro a destra ed il destro a sinistra; i loro movimenti abituali sono con i due attaccanti che attaccano in taglio la profondità e l’esterno di centrocampo di parte opposta che attacca la larghezza; il possessore di palla viene assorbito dal nostro centrocampista centrale: se lo salta arriva l’altro centrocampista centrale, ma nel momento in cui la palla rimane scoperta la linea assorbe l’attacco della profondità degli attaccanti avversari e l’esterno di parte opposta copre il lato debole, per poi risalire tutti nel momento in cui la palla torna ad essere coperta.

– vedi fig. 13 -

 

Fase difensiva situazionale in temporanea inferiorità numerica: si tira una linea a trequarti-campo.

La squadra che simula la nostra fase difensiva difende la porta ed attacca la linea, dovendoci portare e non lanciare la palla. L’altra squadra attacca la porta con il modulo ed i movimenti degli avversari.

Dopo alcuni minuti di parità numerica gli attaccanti e gli esterni possono partecipare alla fase difensiva solo dopo il segnale dell’allenatore, per cui per alcuni secondi la squadra si trova in inferiorità numerica; si pone attenzione a correggere i movimenti della squadra sulle ripartenze avversarie in cui si deve momentaneamente gestire l’inferiorità numerica - vedi fig. 14 -.

Si conclude l’esercitazione invertendo le due squadre  [ read more


Esercitazioni

- Partita a tema nr.1: "Partita con sponde in verticale"

- Partita a tema nr 2: "Partita pressing"

- Partita a tema nr 3: "Partite a squadre corte"

- Es. numero 1: scivolamenti in orizzontale della linea difensiva sulla circolazione di palla dei centrocampisti avversari.  


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Autore: Maurizio SARRI | Fonte: Tesi Master Settore Tecnico
Data inserimento e aggiornamento nel sito: 20/12/2012 - 07/12/2016

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