La
preparazione settimanale della partita
Maurizio SARRI
Premessa
La prima premessa che voglio fare su questa mia tesi finale del corso Master per allenatori professionisti 2006-2007 è sulle motivazioni che mi hanno indotto a scegliere l’argomento in oggetto vale a dire ‘ la preparazione della partita’.
Quasi tutti gli allenatori prima o poi hanno parlato del loro modulo preferito o delle loro idee dal punto di vista tattico, ma molto raramente mi è capitato di leggere come vanno a preparare la partita: sia materialmente sul campo sia fuori dal campo.
Io ritengo che in un calcio sempre più preparato dal punto di vista tattico e fisico sia di fondamentale importanza andare a predisporre tutte le singole partite nei minimi dettagli.
Nei capitoli successivi che rappresentano le mie giornate lavorative, vado ad esporre la mia settimana di lavoro, iniziando dal come cerco di fare ‘ l’analisi della partita’ appena giocata, passando poi al come studio i prossimi avversari e finendo sul come vado a preparare la prossima partita materialmente sul campo.
Visto che la mia curiosità sul conoscere come le partite sono preparate dai vari allenatori non è quasi mai stata soddisfatta, ho scelto di mettere la mia piccola esperienza a disposizione di coloro che sono mossi dal mio stesso interesse su questo argomento.
Per una corretta comprensione dei prossimi capitoli ritengo doveroso fare anche altre due premesse:
- La settimana che sono andato a riepilogare è scelta casualmente tra quelle che avevo a disposizione e, pur non essendo uguale alle altre, la ritengo sicuramente indicativa sul mio modo di andare a preparare le partite.
- Nella fase di stagione presa in considerazione la mia squadra stava giocando stabilmente con il 4-2-3-1 senza mai andare a snaturarsi contro nessun avversario, ma cercando solo di adottare degli accorgimenti in base a quello che avremmo trovato sul campo.
CAPITOLO 1 - IL LUNEDI’
Giornata di riposo per la squadra, ma dedicata solamente in piccola parte al riposo da parte dell’allenatore, che invece deve cominciare a dedicarsi all’analisi della partita giocata nel giorno precedente.
Che cosa è l’analisi della partita?
È l’analisi che viene fatta dall’allenatore stesso a posteriori, con il filmato della gara disputata e tende a verificare le differenze tra la partita preparata e quella effettivamente giocata; l’analisi della partita ha solitamente scopi correttivi di medio periodo, ed è importante anche per la programmazione degli allenamenti in relazione agli errori commessi ed alle problematiche che la partita ha proposto.
Da non confondere con l’analisi è la lettura della partita, che è invece rappresentata dal metodo che usiamo durante la gara per avere un’ idea chiara e precisa dell’evoluzione della partita stessa, in modo da prendere quelle decisioni tattiche che sono chiamate tattica applicata, mentre in fase di preparazione della partita abbiamo usato accorgimenti tattici che sono chiamati tattica di principio.
La lettura, a differenza dell’analisi, ha obbiettivi immediati in quanto tende ad ottenere il massimo risultato possibile dalla partita stessa.
La mia analisi della partita prevede che nella giornata del Lunedì sia l’allenatore sia l’allenatore in seconda, che io preferisco chiamare collaboratore, rivedano separatamente la partita del giorno precedente; preferisco separatamente per non influenzare il collaboratore nel formarsi le proprie opinioni.
Solo se il collaboratore non è parte
dello staff dell’allenatore ma è parte dello staff societario, nelle
prime settimane di campionato, preferisco che la visione sia fatta
insieme, in maniera che lui si renda conto di quali sono gli aspetti
della partita che seguo maggiormente, per arrivare ad una analisi che
segua un filo logico comune, cosa che sicuramente andrà a facilitarci e
snellirci il lavoro futuro. A questo punto abbiamo introdotto un
argomento importante sul quale forse vale la pena soffermarsi per un
piccola riflessione: il collaboratore. Quali sono le sue funzioni?
Qual’è il
collaboratore ideale?
Per quanto riguarda
le funzioni del
collaboratore la mia
opinione personale è che
deve avere delle
funzioni materiali e
delle funzioni
gestionali: materiali in
quanto deve aiutare
l’allenatore sia nei
lavori sul campo che nei
lavori di ‘scrivania’,
fermo restando che
secondo me i lavori
tattici collettivi
importanti, per avere
‘presa’ sulla squadra,
devono essere condotti
in prima persona
dall’allenatore stesso;
gestionali in quanto il
suo ruolo lo mette in
una condizione
privilegiata rispetto
alla figura
dell’allenatore nei
rapporti con i
giocatori, per cui nella
gestione di casi
delicati può diventare
di fondamentale
importanza.
Per quanto riguarda
invece la figura del
collaboratore ideale
sarebbe troppo facile
rispondere che è colui
che, nello stesso tempo,
è competente e senza le
ambizioni per diventare
a sua volta un
allenatore.
In realtà
invece non la penso
esattamente così, in
quanto tale figura
sarebbe sotto certi
aspetti rassicurante ma
non ottimale. Penso che
il collaborate ideale
sia quello con il quale
abbiamo unità di
pensiero ed unità di
intenti.
Per unità di
pensiero intendo il
vedere calcio allo
stesso modo; questo non
significa che il
collaboratore si deve
annullare
nell’allenatore in
quanto deve rimanere
sempre propositivo, ma
significa solo
condividere le idee di
base. Per unità di
intenti intendo invece
la condivisione degli
obbiettivi.
Da queste
riflessioni capite che
secondo me il
collaboratore, così come
la figura del
preparatore atletico,
devono essere parte
integrante dello staff
personale
dell’allenatore e non
possono essere imposti
dalla società, ma questo
purtroppo non è sempre
possibile.
CAPITOLO 2 - IL
MARTEDI’
Martedì mattina: non
c’è allenamento ma una
riunione dello staff
tecnico con allenatore,
collaboratore,
preparatore atletico e
preparatore dei portieri
e si procede alla
programmazione degli
allenamenti settimanali;
nella seconda parte
della riunione
allenatore e
collaboratore si
scambiano le impressioni
sulla gara disputata e
si arriva a delle
conclusioni da riportare
alla squadra,
conclusioni utili anche
per la programmazione
degli allenamenti con
obbiettivi tattici.
Da questa riunione
escono una analisi
filmata della partita,
fatta su dvd, ed una
relazione scritta.
1- L’analisi filmata si
occupa esclusivamente di
problematiche tattiche e
per avere una sequenza
logica prende in
considerazione in ordine
cronologico i seguenti
aspetti:
- tattica collettiva: si
inizia il filmato,
considerando se la
lunghezza, la
compattezza della
squadra, cioè le
distanze tra i reparti e
tra i singoli
all’interno dei reparti
stessi ed il baricentro
siano stati in linea con
quanto deciso in sede di
preparazione della
partita.
- fase difensiva in zone
alte di campo: si
prendono in
considerazione le
pressioni individuali
sulle palle vaganti, se
il pressing è stato
portato nella zona di
campo pretederminata con
i movimenti preparati e
se gli avversari sono
stati effettivamente
indirizzati come deciso
in fase di preparazione
della gara; in linea di
massima viene analizzata
la fase difensiva dei
nostri quattro giocatori
offensivi.
- fase difensiva in zone
medie di campo: si
prendono in
considerazione le palle
gestite dagli avversari
oltre la linea dei
nostri attaccanti per
cui vengono analizzati
tempi di rientro dei
nostri esterni,
movimenti di chiusura e
copertura del nostro
reparto di centrocampo;
anche in questo caso
viene posta molta
attenzione a come viene
indirizzata l’azione
avversaria dal giocatore
uscito a mettere
pressione al possessore
di palla.
- fase difensiva in zone
basse di campo: si
analizzano i movimenti
della linea difensiva
sulle uscite lunghe del
portiere avversario ed
in secondo tempo le
azioni avversarie con
palla ormai oltre la
linea dei nostri
centrocampisti,
analizzando chiusure e
coperture della nostra
linea difensiva; si pone
grande attenzione anche
agli scivolamenti della
linea sia in orizzontale
che in verticale e la
capacità di lettura
della palla coperta e
scoperta e le relative
reazioni.
- palle inattive contro:
si analizza se sono
state rispettate le
posizioni previste in
sede di preparazione
della partita in tutte
le varie situazioni di
palla inattiva a favore
degli avversari nelle
varie zone del campo e
che le reazioni ai loro
eventuali schemi siano
state quelle concordate,
infine si pone
attenzione
sull’efficacia delle
varie marcature ad uomo,
dove previste.
- fase di possesso in
zone basse di campo: si
inizia la fase offensiva
analizzando se il
portiere ha privilegiato
le uscite lunghe o
quelle corte, come
deciso in sede di
preparazione della gara.
Per le uscite lunghe si
pone attenzione sulla
zona di caduta della
palla, attacco alla
palla ed aggressione
degli spazi. Per le
uscite corte si analizza
se sono state seguite
dalla circolazione di
palla concordata e se la
palla è uscita da dietro
dalla zona concordata e
con le giocate
predisposte.
-
fase di possesso in zone
medie di campo: sotto
questo aspetto si pone
attenzione ai movimenti
ed alle giocate dei
nostri centrocampisti
centrali.
- fase di possesso in
zone alte di campo:
l’attenzione si sposta
sui movimenti e sulle
giocate dei nostri due
esterni e dei due
attaccanti; particolare
attenzione ai movimenti
di attacco dell’area di
rigore in occasione dei
cross dal fondo.
- palle inattive a
favore: analisi
dell’effettuazione degli
schemi su palla inattiva
concordati in sede di
preparazione della gara.
Le posizioni di partenza
erano quelle concordate?
I movimenti sono stati
fatti nella maniera
giusta? La zona di
caduta della palla era
quella prevista? Sono
stati rispettati i tempi
di esecuzione? Per
ognuno di questi aspetti
vengono scelte un paio
di situazioni
particolarmente
significative su quello
che è successo in campo
e viene preparato un
filmato, materialmente
dal collaboratore, da
presentare alla squadra.
Ho deciso di seguire
questa sequenza nel
montaggio in maniera da
evitare una esposizione
confusionaria della
nostra partita alla
squadra - principio
della semplicità e
chiarezza
-
Nella scelta delle
situazioni da montare
nel filmato da
presentare ai giocatori
occorre tenere presenti
varie implicazioni:
- prima di tutto per
ottenere il massimo
dell’attenzione
possibile da parte di
tutta la squadra è
importante che il
filmato sia estremamente
chiaro e di durata
limitata, personalmente
cerco sempre che la
durata non superi i
10-12 minuti.
- In ottemperanza di un
altro principio di
gestione - principio
della partecipazione
attiva - cerco di
proporre il filmato in
maniera che il giocatore
non lo subisca
passivamente, cercando
costantemente di far
passare il messaggio che
non si tratta di un
processo agli errori, ma
di un momento di
crescita collettiva ed
individuale.
- Implicazioni di
carattere psicologico
collettivo in quanto si
deve tenere sempre
presente il momento
psicologico della
squadra.
- Il montaggio della
stessa partita può
essere diverso se la
squadra attraversa un
momento negativo o
positivo a livello di
risultati: in caso di
momento negativo, per
evitare ulteriore
sfiducia, nel montaggio
vengono privilegiate le
situazioni in cui la
squadra ha espresso
qualcosa di positivo
rispetto a quelle
negative in modo da
rafforzare la
convinzione che,
nonostante i risultati,
stiamo facendo anche
qualcosa di buono; in
caso di momento
estremamente positivo
vengono privilegiate le
situazioni che mettono
in mostra errori in modo
da far passare il
messaggio che c’è ancora
molto da lavorare e
migliorare.
- Implicazioni di
carattere psicologico
individuale in quanto
all’interno del gruppo
ci sono sicuramente dei
singoli particolarmente
sensibili agli errori e
quindi vulnerabili, per
cui nel chiamare in
causa con le immagini
questi giocatori occorre
cautela, pertanto si
cerca di alternare
situazioni di errore a
situazioni in cui lo
stesso singolo si è
mosso nella maniera
giusta.
2 La relazione scritta
viene materialmente
fatta dallo stesso
allenatore ed oltre agli
aspetti tattici già
evidenziati nel filmato
prende in considerazione
altri aspetti ritenuti
fondamentali
nell’economia della
gara; nel mio caso gli
aspetti analizzati sono:
- aspetto mentale: si
cerca di analizzare se
la squadra è arrivata
alla partita con il
giusto livello di
motivazione e se in
campo è riuscita ad
esprimere un buon
livello di
determinazione; si pone
attenzione alle reazioni
che la squadra ha avuto
di fronte agli eventi
significativi, esempio
come abbiamo reagito ad
uno svantaggio o come
abbiamo gestito un
eventuale vantaggio.
- aspetto
comportamentale: chiamo
così l’analisi del
comportamento della
squadra nei confronti
dell’arbitro e degli
avversari, in quanto le
sanzioni disciplinari
devono essere attinenti
alle necessità e mai
andare oltre e poi anche
perché non voglio che la
squadra sprechi energie
mentali e nervose in
aspetti della partita
sui quali non può
influire. Ultima
valutazione su eventuali
atteggiamenti che non
sono stati in linea con
le regole di
comportamento che il
gruppo stesso si è dato,
in modo da non tollerare
atteggiamenti che alla
lunga possono portare
problemi nella gestione
del gruppo e da far
passare costantemente il
messaggio che gli
obbiettivi individuali
esistono giustamente, ma
devono sempre essere in
secondo ordine rispetto
agli obbiettivi
collettivi.
- aspetto fisico: si
valuta insieme al
preparatore atletico la
prestazione della
squadra dal punto di
vista fisico, in seguito
sono io che decido su
quello che deve essere
detto alla squadra e
quello che invece voglio
che rimanga una
valutazione utile solo
allo staff; questo per
evitare che in certi
momenti la condizione
fisica diventi un facile
alibi per i giocatori.
Martedì pomeriggio:
ore 14,15 breve
riunione dello staff
tecnico per
l’organizzazione pratica
dell’allenamento.
Ore 14,30 riunione con
la squadra per l’analisi
della gara disputata
alla domenica
precedente.
Intervento
dell’allenatore con
questo ordine:
- Aspetto mentale
- Aspetto
comportamentale
- Aspetto fisico
- Aspetto tattico
coadiuvato dalle
immagini
Ore 15,00 allenamento
con obbiettivo
esclusivamente fisico.
Nella settimana presa in
considerazione questo
allenamento aveva come
unico obbiettivo la
potenza aerobica ed il
mezzo utilizzato era
l’intermittente “Gaçon”
15’’-30’’ con 3 serie di
6’ al 95% dalla V.A.M.
per chi ha giocato ed al
105% della V.A.M. per
chi non ha giocato, con
pause attive di 4’ tra
le serie. Dopo questo
lavoro: chi ha giocato
passa al programma
individualizzato, mentre
chi non ha giocato la
partita precedente ha un
lavoro suppletivo con 3
serie di 4’ di possesso
palla a tocchi variabili
da una serie all’altra;
prima serie a tre
tocchi, seconda a due
tocchi e terza ad un
tocco, escluso i palloni
riconquistati che
possono essere giocati a
due tocchi; recupero di
2’ tra le serie e 2
serie di partita 5:5+
portieri di 6’ con 3’
recupero tra le serie;
prima serie a tre tocchi
con goal valido al primo
tocco e seconda serie a
due tocchi con goal
buono sempre. Per il
possesso palla ed il
5:5, nella
determinazione degli
spazi di lavoro, deve
essere tenuto presente
l’obbiettivo aerobico
dell’allenamento. Quindi
gli spazi devono essere
piuttosto ampi in
relazione al numero di
giocatori in modo che il
lavoro organico prevalga
su quello muscolare; in
questo caso abbiamo
utilizzato un campo di
40x25 mt.
Dopo questo
ulteriore lavoro anche
il secondo gruppo passa
al programma individualizzato.
Programma
individualizzato: ad
ogni giocatore vengono
consegnate due schede.
La prima scheda è
relativa a lavori di
carattere fisico che
sono stati preparati dal
preparatore atletico in
relazione alle eventuali
carenze del giocatore ed
anche in relazione ad
eventuali gravi
infortuni che puo’ aver
avuto nel corso della
carriera.
I lavori previsti in
questa scheda devono
essere effettuati due
volte alla settimana:
solitamente al martedì
pomeriggio ed al giovedì
mattina. La seconda
scheda è preparata dal
collaboratore ed è
relativa a lavori
tecnici scelti in base
alle carenze mostrate o
in base ad eventuali
specializzazioni
(esempio punizioni e
rigori).
I lavori
previsti in questa
seconda scheda sono
svolti due volte la
settimana, solitamente
nella seduta del Giovedì
mattina ed al sabato.
Questi lavori sono
preparati sulla base di
una valutazione che, per
quanto riguarda
l’aspetto fisico, viene
effettuata ad inizio
anno sulla base di una
visita congiunta del
Medico sociale,
Fisioterapista ed
Osteopatia e tramite
l’effettuazione di test
fisici periodici; per
quanto riguarda
l’aspetto tecnico le
impressioni dello staff
sono supportate da
riprese televisive sia
delle partite che degli
allenamenti. – vedi
allegato n. 1
Tali esercizi sono
effettuati solitamente
in proprio dai
giocatori, quando
possibile, chiaramente
dopo la prima fase in
cui assimilano le
modalità di esecuzione
dal Preparatore e dal
Collaboratore.
Ore 17,30
si inizia il lavoro per
la partita successiva:
breve incontro
allenatore-collaboratore
in cui si raccolgono
tutti i dati statistici
a disposizione dei
prossimi avversari e si
dividono i filmati delle
ultime quattro partite
dei prossimi avversari:
due devono essere viste
nelle prossime
ventiquattro ore
dall’allenatore e due
dal collaboratore,
sempre separatamente.
Chiaramente il resto
della serata è dedicato
alla visione di questi
filmati.
CAPITOLO 3 - IL MERCOLEDI’
Mercoledì mattina:
ore 9,30 solita breve
riunione dello staff
tecnico per
l’organizzazione delle
due sedute di
allenamento previste
durante la giornata.
Ore 10,00 allenamento
Obbiettivo: anche questo
allenamento ha un
obbiettivo
esclusivamente fisico,
nella settimana presa in
considerazione questo
era rappresentato dalla
forza da campo.
Svolgimento allenamento:
dopo un riscaldamento
specifico pre-forza si
passa ad un
circuit-training di
forza da campo e si
conclude l’allenamento
con una esercitazione in
linea con l’obbiettivo
dell’allenamento –
5+5:5+5, partita tre
tocchi con goal di prima
5:5 con 5 giocatori di
sponda per squadra, ogni
minuto al segnale
dell’allenatore la palla
in gioco ma si scambiano
le posizioni chi gioca e
chi è in sponda, 2 serie
di 10’, recupero tra le
serie 3’. Anche in
questo caso nella
determinazione degli
spazi si tiene conto
dell’obbiettivo fisico
dell’allenamento, per
cui si privilegiano
spazi stretti – 30x20 mt.
– in modo che il lavoro
muscolare sia prevalente
su quello organico.
Mercoledì pomeriggio:
ore 15,00 allenamento
Obbiettivo: questo
allenamento è dedicato
alla ricerca delle
correzioni delle
problematiche sorte
nell’ultima partita
effettuata; con il
preparatore è stato
concordato che
l’allenamento sia
effettuato su alta
intensità e per la
verifica di questo
secondo obbiettivo ogni
giocatore indossa un
frequenzimetro che dopo
l’allenamento sarà
scaricato su computer
per la verifica.
Problematiche
riscontrate nell’ultima
partita: la squadra in
fase di impostazione ha
manovrato troppo per vie
orizzontali, andando
raramente alla
verticalizzazione; anche
in fase di ripartenza
non è stata molto
efficace, pur mostrando
propensione al pressing
in zone alte di campo ed
avendo recuperato
diversi palloni nella
metà campo avversaria.
Nella seconda parte
della partita ha
mostrato qualche
difficoltà nel seguire
la palla da dietro,
finendo per allungarsi e
sfilacciarsi tra i
reparti.
Svolgimento: dopo una
fase di riscaldamento in
tecnica individuale a
velocità crescente, fase
conclusa con un possesso
palla a 2 tocchi in
spazi stretti,
l’allenamento si basa su
tre partite a tema che
sono in stretta
relazione con le
problematiche
incontrate.
- Partita
a tema nr.1: "Partita con sponde in verticale"
-
Partita a tema nr 2: "Partita pressing"
-
Partita a tema nr 3: "Partite a squadre corte"
Al termine della seduta di allenamento il preparatore atletico riversa i cardio nel
computer e singolarmente analizza che l’obbiettivo fisico dell’allenamento sia stato
raggiunto; nel nostro allenamento odierno il grafico cardiaco – vedi fig 4 – dimostra che
i dieci momenti di alta intensità previsti sono stati effettuati correttamente. Allenatore
e collaboratore proseguono con la visione dei prossimi avversari.
CAPITOLO 4 - IL
GIOVEDI'
Giovedì mattina:
ore 9,00 riunione allenatore – collaboratore che hanno visto due partite a testa dei
prossimi avversari e si scambiano le impressioni, decidendo i temi che devono essere
immessi nei filmati di presentazione degli avversari, temi sui quali lavorare anche sul
campo.
Segue solita riunione di staff per l’organizzazione delle due sedute previste
durante la giornata.
Ore 10,00 allenamento
Ore 10,00 allenamento
Obbiettivo: questo allenamento ha come obbiettivo la correzione delle problematiche
riscontrate a livello di singoli reparti nell’ultima partita effettuata; non ci sono
obbiettivi da perseguire dal punto di vista fisico per cui l’allenamento può essere anche
didattico e quindi di bassa intensità.
Problematiche riscontrate all’interno dei reparti nell’ultima partita: abbiamo sofferto
qualche cambio di campo, soprattutto in profondità ed abbiamo avuto una brutta
reazione, non conforme alle nostre regole di gioco, su una palla scoperta con cui gli
avversari puntavano la nostra linea difensiva.
Per questi motivi la decisione è di far
lavorare la linea difensiva con l’allenatore, mentre gli altri rimangono a svolgere i lavori
individuali a carattere fisico con il preparatore ed a carattere tecnico con il
collaboratore.
Svolgimento allenamento:
Esercitazione numero 1: scivolamenti in orizzontale della linea difensiva sulla circolazione di palla dei centrocampisti avversari.
Giovedì pomeriggio:
ore 14,45 riunione con la squadra per l’analisi della fase offensiva dei prossimi
avversari.
Si procede con intervento dell’allenatore che alla lavagna spiega modulo e
movimenti offensivi degli avversari e si conclude con il collaboratore che analizza le
immagini montate degli avversari.
Il filmato della fase offensiva degli avversari viene montato nel seguente ordine:
1 - qualche immagine a campo aperto in cui si vede il modulo della squadra e le
posizioni di partenza della fase offensiva.
2 - la scelta che viene effettuata dal portiere nella loro prima trasmissione di palla; in
caso di uscita lunga viene analizzata la zona di caduta, il giocatore che va ad aggredire la
palla e come e da chi vengono attaccati gli spazi alle sue spalle; in caso di uscita corta si
analizza se privilegiano la prima trasmissione in una certa zona o su un certo giocatore.
3 - fase di possesso in zone basse di campo che corrisponde all’analisi della
circolazione di palla della loro linea difensiva, inoltre si cerca di vedere che tipo di uscita
usano da dietro e verso quali giocatori; si cerca anche di capire se hanno giocatori
particolarmente vulnerabili in pressione o meno dotati tecnicamente in impostazione
sulla linea difensiva.
4 - fase di possesso in zone medie: si cerca di analizzare come e chi dei loro
centrocampisti si propone ai difensori in possesso di palla e come poi viene sviluppata
l’azione.
5 - fase di possesso in zone alte: si prendono in considerazione i movimenti dei
giocatori offensivi ed anche come viene attaccata l’area di rigore sui cross.
Chiaramente anche nel montaggio di questo filmato si tengono conto di tutte le
indicazioni che abbiamo già elencato in occasione della relazione filmata della partita,
sia per quanto riguarda la durata che in questo caso è molto breve e solitamente non
supera i 6-7 minuti, sia per quanto riguarda le implicazioni psicologiche relative al
momento attraversato dalla squadra; oggi abbiamo deciso di far vedere l’effettiva
pericolosità di questi avversari nella fase offensiva.
Ore 15,00 allenamento
Obbiettivo: con questo allenamento ha inizio la preparazione della partita sul campo e
l’obbiettivo unico di questa sessione è la fase difensiva.
Svolgimento: l’allenamento si svolge in 3 blocchi di lavoro
1 - fase didattica contro il modulo avversario fatta a bassa intensità come
riscaldamento.
2 - fase difensiva nelle varie zone di campo sul sistema di gioco degli avversari.
3 - fase situazionale con temporanee inferiorità numeriche.
Fase didattica contro il modulo avversario: dobbiamo affrontare un 3-4-3 con il portiere
che non esce mai lungo, ma sempre corto su uno dei tre difensori che si allargano; in
questa fase si lavora su dei birilli numerati con due squadre che alternano, una in
stretching ed una che chiude sul birillo chiamato.
Chiaramente si lavora prima sui loro
tre difensori, poi si scende sui quattro centrocampisti ed infine sui loro tre attaccanti.
La pressione sui loro tre difensori è fondamentale contro questa squadra che mostra
buone doti di palleggio e che riesce a conquistare la metà campo con grande facilità.
Una volta portata la palla nella metà campo avversaria alzano molto gli esterni di
centrocampo con gli attaccanti che si stringono e quindi costringono spesso gli avversari
a finire bassi come baricentro, cosa pericolosa visto che hanno giocatori di grande
efficacia in avanti.
Per questi motivi decidiamo, con la palla in mano al portiere
avversario, di tenere baricentro molto alto e di andare a pressing ultra-offensivo.
Unica
variante al modulo nostro abituale è che in accorciamento riportiamo i due attaccanti in
linea. Fondamentale la nostra reazione alla prima trasmissione del portiere avversario,
in quanto i nostri attaccanti devono isolare il difensore che entra in possesso di palla
dagli altri due per cui sul loro difensore di centro-destra e di centro-sinistra usciamo a
chiudere portandoli sull’esterno – vedi fig. 9 – mentre sul loro centrale, essendo un
giocatore che usa prevalentemente il piede destro, usciamo portandolo sul sinistro –
vedi fig. 10 –.
Avendo deciso che il pressing ultra-offensivo è per noi fondamentale, se
uno dei loro due difensori esterni esce palla al piede dalla linea dei nostri attaccanti, non
andiamo ad indietreggiare ma proseguiamo in pressing uscendo con l’esterno di parte
che, chiaramente porta in questo caso l’avversario verso l’interno per non soffrire una
possibile inferiorità numerica in fascia – vedi fig. 11 -.
In zone medie ed in zone basse
il modulo degli avversari non ci pone grandi problemi per cui in questa prima parte
dell’allenamento ci dedichiamo minor tempo.
Fase difensiva sul sistema di gioco degli avversari:
Due squadre si contrappongono, una
simula gli avversari e l’altra la nostra fase difensiva; chiaramente si alternano nei
compiti.
In zone alte di campo si inizia con palla in mano al portiere avversario che deve giocare
su uno dei tre difensori e questi, con l’ausilio dei centrocampisti, devono portare e non
lanciare la palla nella metà campo avversaria, per cui si ha modo di analizzare e
correggere il nostro pressing ultra offensivo.
In zone media di campo: palla su uno dei loro centrocampisti centrali; la loro giocata
abituale è taglio in ricezione dell’attaccante di parte ed attacco della profondità da parte
del centrocampista esterno di parte. Questo potrebbe portare ad abbassare troppo i
nostri esterni di centrocampo per cui decidiamo di portare i loro centrocampisti verso
l’interno quando usciamo in chiusura.
Se la palla passa lo stesso è il centrocampista
centrale in copertura che prende il taglio dell’attaccante esterno ed il difensore esterno
che segue il centrocampista esterno avversario – vedi fig. 12 -.
Materialmente sul
campo il lavoro viene fatto con palla al loro centrocampista centrale chiuso dal nostro
centrocampista di parte; al segnale dell’allenatore la palla si scopre, loro fanno partire i
movimenti previsti e noi le reazioni, andando fino alla conclusione dell’azione.
In zone basse con palla all’attaccante esterno, dobbiamo tenere in considerazione che
giocano controparte con il sinistro a destra ed il destro a sinistra; i loro movimenti
abituali sono con i due attaccanti che attaccano in taglio la profondità e l’esterno di
centrocampo di parte opposta che attacca la larghezza; il possessore di palla viene
assorbito dal nostro centrocampista centrale: se lo salta arriva l’altro centrocampista
centrale, ma nel momento in cui la palla rimane scoperta la linea assorbe l’attacco della
profondità degli attaccanti avversari e l’esterno di parte opposta copre il lato debole, per
poi risalire tutti nel momento in cui la palla torna ad essere coperta.
– vedi fig. 13 -
Fase difensiva situazionale in temporanea inferiorità numerica: si tira una linea a
trequarti-campo.
La squadra che simula la nostra fase difensiva difende la porta ed
attacca la linea, dovendoci portare e non lanciare la palla. L’altra squadra attacca la
porta con il modulo ed i movimenti degli avversari.
Dopo alcuni minuti di parità
numerica gli attaccanti e gli esterni possono partecipare alla fase difensiva solo dopo il
segnale dell’allenatore, per cui per alcuni secondi la squadra si trova in inferiorità
numerica; si pone attenzione a correggere i movimenti della squadra sulle ripartenze
avversarie in cui si deve momentaneamente gestire l’inferiorità numerica - vedi fig. 14
-.
Si conclude l’esercitazione invertendo le due squadre
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