Esercitazioni Tattiche | Dino PEZZELLA

 

Terzini a piede invertito: utilità in fase di possesso ed in fase di non possesso

 

Se è ormai di dominio pubblico utilizzare, soprattutto per il 4-3-3 e il 4-2-3-1 ma il concetto è valido anche per il 4-4-2, le ali a piede invertito per consentire all’esterno alto di buttarsi dentro per calciare o servire il taglio, o semplicemente giocare palla sotto sulla sponda della punta, tempo fa questa appariva come un’eresia simile a quello che oggi appare giocare con i terzini a piede invertito, che invece comporta una serie di vantaggi che andremo ad analizzare.

 

 

Utilità degli attaccanti a piede invertito

Partiamo però dagli esterni d’attacco?

Perché da qualche decennio ormai si è abbandonato il concetto di ala destra ed ala sinistra e si preferisce schierare i due esterni invertiti rispetto al loro piede naturale?

Perché avere un destra a sinistra e viceversa consente alla punta di entrare nel campo, liberando una zona di campo per l’esterno basso, o come più spesso si vede oggi nel 4-3-3 l’interno di zona che si apre.

 

Inoltre avere l’ala che viene nel campo permette di accentrarsi per tirare, servire il taglio alle spalle della punta centrale, oppure giocare palla sotto della punta centrale verso l’ala che viene nel campo per andare poi a cercare spazio in zona cieca ai difensori avversari.

 

Quindi quelle che tempo fa sembrava un’eresia ora dall’evidenza dei fatti, e da allenatori che hanno in qualche misura precorso i tempi, oggi appare un’evidenza che disporre di un destro che sappia giocare a sinistra e di un sinistro che sappia giocare a destra sia molto più utile e funzionale in alcuni sistemi di gioco in un calcio che oggi è più veloce, spesso meno fantasioso, e che quindi ha bisogno di portare uomini bravi nell’1>1 dentro il campo per cercare soluzioni offensive importanti.

 

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Terzini a piede invertito

Spesso è stata più l’esigenza, dovuta alla mancanza di un mancino naturale, a portare un destro a sinistra; ma la cosa che si chiedeva al destro era di imparare a crossare di sinistro, perché l smarcamento classico del terzino è lungo la sua verticale e quindi la ricezione e la giocata avvengono con il piede esterno, che fin quando questo concetto di calcio è stato predominante, metteva in difficoltà i terzini che non giocavano sul loro piede naturale.

 



 

Allenatori come Bielsa e soprattutto Guardiola, precursori sotto molti aspetti e rivoluzionari sotto altri, hanno modificato questa visione di calcio, dividendo il campo in maniera spaziale e dando più importanza allo spazio, appunto, da ricoprire rispetto al ruolo in senso stretto. Viene da sé dunque se sono gli spazi che vanno occupati il terzino non è più il giocatore che si smarca i sovrapposizione lungo la propria verticale, ma al pari di un centrocampista viene nel campo a giocare.

 

È questo concetto in fase di possesso che ha cambiato l’idea dell’esterno basso legata al proprio piede naturale, e l’ha liberato da canoni prestativi spesso identici, liberandone di conseguenza la fantasia e mettendo la tecnica al servizio della squadra.

È naturale che disporre di giocatori come Alaba e Lahm permette più efficacemente di fare rivoluzioni e chiedere di giocare a piede invertito, ma il concetto di calcio posizionale non cambia:

- Si occupano gli spazi;

- Si danno soluzioni di passaggio corte e lunghe con i tempi e movimenti giusti;

- Si viene nel campo a giocare liberando la corsia esterna all’occupazione di un interno o di una punta.

 

Infatti venire dentro con i terzini permette di mettere in moto una serie di rotazioni ed interscambi che rendono più imprevedibile la fase di possesso e mirando a liberare uomini tra le due linee difensive avversarie per poi attaccarne il “corto”.

 

 

Inoltre libera al terzino più linee di passaggio

 

 

Naturalmente requisito importante diventa l’utilizzo di entrambi i piedi, perché il terzino sinistro dovrà ricevere con il sinistro orientando la giocata verso il destro da usare nell’interno del campo, è ovvio che avviene l’esatto contrario dal lato opposto.

 

Secondo tale principio quindi un mancino schierato a destra può più facilmente orientare la giocata nel campo, di interno destro o di esterno sinistro, e cercare la linea di passaggio migliore usando il proprio piede naturale. Va da sé che l’ennesima rivoluzione di Guardiola cambia per l’ennesima volta anche i concetti di tattica individuale specifica dei ruoli, perché diventa essenziale per l’esterno basso la ricezione orientata dentro al campo con il piede interno a cercare la giocata!

 

Il limite maggiore per questa soluzione? Lo smarcamento lungo la propria verticale in sovrapposizione perché sarebbe svantaggioso crossare con il piede non naturale.

Ma è questo un problema relativo ad un “vecchio” modello di gioco, oggi lo smarcamento in ampiezza in un sistema dinamico come quello di Guardiola manda all’esterno l’interno di centrocampo o la punta all’opposto, ma è uno smarcamento dovuto alla ricerca successiva della profondità, per dirla alla Bielsa: vado all’esterno per chiudere dentro.

 

 

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Terzini a piedi invertiti in fase di non possesso

In Italia è possibile giocare in questo modo?

Al quesito hanno risposto nei fatti, con alterne fortune, De Boer e Spalletti.

Il primo utilizzando Ansaldi e Santon, il secondo schierando spesso Emerson Palmieri e Rudiger a piede invertito.

 

Ma è diverso il concetto di fondo che fa sì che un tecnico abbia avuto risultati migliori da questa introduzione. È la fase difensiva.

Mentre il calcio di De Boer mirava a riportare in Italia concetti olandesi, e spagnoli, di un possesso dentro al campo utilizzando invece le ali in ampiezza, la Roma è stata molto più camaleontica e tatticamente evoluta adattando questa “lucida follia” al campionato italiano curando un aspetto che in fase difensiva può fare la differenza.

Oggi infatti che si gioca quasi sempre con le ali a piede invertito, ritorniamo alla parte iniziale dell’articolo, il terzino non è più attaccato all’esterno del campo negli ultimi 20 metri, ma spesso all’interno con la punta che si accentra per calciare attaccando il piede interno del difensore.

In tal modo disporre di un destro a sinistra e di un sinistro a destra contro attaccanti come ad esempio Insigne oltre che essere utile in fase di palleggio può essere addirittura consigliabile in fase di non possesso.

 

 

Naturalmente per “rischiare” una soluzione nuova bisogna essere attenti, come l’allenatore della Roma, alle evoluzioni di questo stupendo sport in continua espansione e avere il coraggio di seguire le proprie idee.

 

 


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Autore: Dino PEZZELLA
Data inserimento nel sito: 09/01/2017