Considerazioni personali sul ruolo di esterno di centrocampo nel sistema
di gioco 4-4-2
Francesco MORIERO
Introduzione
Nella mia vita calcistica ho avuto la fortuna di percorrere una
carriera di ottimo livello, svolgendo un ruolo in cui ritmo, tempo e
spazio erano sempre da adeguare, in funzione di ogni partita
domenicale.
Negli ultimi anni della mia carriera, però, mi sono trovato a
vivere il cambio radicale di metodologie dell’allenamento e di
approccio tattico, che stava avvenendo nel nostro calcio.
Le grandi mutazioni tecnico-tattiche e la maniacale attenzione
alla preparazione fisica, hanno cambiato la maniera di interpretare il
mio ruolo naturale, quello dell’ala destra, che, fino a quel momento
era basato principalmente, se non esclusivamente, sull’estro e sulla
creatività.
Il cambiamento del gioco, con l’adozione quasi totale, nel
calcio italiano, dei concetti della zona, ha completamente stravolto il
ruolo dell’esterno di centrocampo: se, in precedenza, il compito
principale era quello di vincere una battaglia individuale con il
terzino avversario, adesso diventano predominanti gli aspetti di
collaborazione con i compagni di reparto (i centrocampisti) e con
quelli della stessa catena di gioco (i difensori esterni).
Il tempo e lo spazio di gioco, dunque, non erano più
determinati semplicemente alle proprie qualità e alle caratteristiche
dell’avversario, ma erano indissolubilmente legati ai movimenti della
squadra.
Proprio il tempo e lo spazio sono, secondo me, due concetti
fondamentale, sia nello sport come nella vita di tutti i giorni.
Una volta terminata la carriera di giocatore, grazie anche alla
maggiore disponibilità di tempo, ho avuto la possibilità di ampliare le
mie conoscenze tecnico - tattiche grazie ai corsi della Scuola
Allenatori e studiare meglio le variabili che hanno concorso a
cambiare in maniera così accentuata il calcio.
E più specificatamente il ruolo dell’esterno di centrocampo, in
questi ultimi anni.
Sia dagli insegnamenti ricevuti, sia dal confronto con gli altri
allenatori che partecipavano ai corsi mi sono reso conto che tempo e
spazio sono il nome e cognome del calcio moderno; concetti che
rappresentano la base per qualsiasi analisi di tipo tecnico e tattico
sul nostro sport preferito.
I testi studiati, infatti, ci suggeriscono sempre di considerare
ed analizzare tutte le situazioni di gioco da un punto di vista spaziotemporale
per poter programmare un intervento utile nella
formazione di un singolo giocatore o del gruppo.
Quando ci riferiamo a concetti come lo spazio e il tempo
dobbiamo pensare che, oltre a rappresentare valori assoluti
misurabili e oggettivi, essi diventano relativi ed individuali perchè si
riferiscono alla relazione con il movimento della palla e degli altri
compagni; essi quindi rappresentano dati interpretabili in maniera
diversa, perché riferiti a sensazioni, percezioni ed emozioni in un
particolare momento situazionale di una partita.
Proprio questo “relativismo” dei concetti base, non ci deve far
mai dimenticare che il vero protagonista, in ogni momento di gioco,
è il calciatore, poiché è lui che decide sempre cosa e come fare in
ogni istante, assecondando la situazione.
Voglio puntualizzare questo argomento perché credo che, nel
calcio moderno, l’importanza (necessaria) della preparazione fisica e
alla tattica abbia in qualche modo esasperato alcuni concetti,
mettendo in secondo piano le qualità e le caratteristiche dei
giocatori, specialmente quelli dotati di maggiore inventiva e
maggiore tecnica.
Nelle prossime pagine riporterò alcune situazioni di gioco, o,
per meglio dire, movimenti organizzati di azioni offensive
dell’esterno alto, mirati alla conclusione a rete, ai tagli, ai cross, etc.,
proprio per dimostrare che le caratteristiche tecniche di un giocatore
non debbano essere “ingabbiate” dalla tattica, ma ne risultino invece
assecondate.
Io reputo che i giocatori con le caratteristiche come l’estro la
fantasia e la rapidità, quindi molto bravi nell’1 contro 1 debbano
essere lasciati, specie negli ultimi 20-30 metri di campo, liberi di
utilizzare la loro fantasia ed inventiva, senza però rendersi avulso
dal contesto di gioco.
La sfida che deve raccogliere l’allenatore è,
secondo me, quello di inserire la creatività del singolo in modo da
esaltare anche il lavoro generale della squadra e quella di far usare
l’inventiva dei giocatori più fantasiosi nelle situazioni più consone,
perché non dobbiamo mai dimenticarci che il calcio è , per
definizione, uno sport di situazione.
Il ruolo dell'esterno di centrocampo
Nel calcio contemporaneo l’organizzazione di gioco e la
sincronia tra i vari reparti (difesa, centrocampo e attacco) sono la
base per il successo di qualsiasi compagine ad ogni livello.
Come ho
accennato in precedenza, però, la necessaria organizzazione ed il
dovuto rigore tattico non devono imbrigliare la fantasia e l’inventiva
degli elementi più capaci dal punto di vista tecnico.
Per quanto riguarda lo sfruttamento massimo del rendimento
del ruolo di un esterno di centrocampo, ritengo quindi indispensabile
inserirlo in un contesto tattico ben preciso, che non ne snaturi quelle
caratteristiche “offensive” che ritengo fondamentali
nell’interpretazione di questo ruolo.
A questo proposito penso che il sistema di gioco che esalti
maggiormente le capacità di un’ala “vecchia maniera” sia il 4-4-2,
perché consente al giocatore laterale di centrocampo di poter
liberare la propria fantasia senza minimamente intaccare gli equilibri
tattici di una squadra.
In un sistema di gioco che prevede l’utilizzo di soli tre
difensori, infatti, le necessità di copertura e la maggiore “porzione”
di campo di competenza, trasformano l’esterno di centrocampo in
un giocatore maggiormente di “fatica”, prezioso per salvaguardare
gli equilibri tattici della squadra, ma sicuramente meno lucido ed
efficace nella fase offensiva.
Di contro, anche quei moduli che prevedono l’utilizzo di punte
esterne, non esaltano secondo me le caratteristiche più pure del
ruolo di ala.
In questi sistemi di gioco, infatti, l’ala diventa un attaccante
vero e proprio ed i propri movimenti sono troppo connessi con lo
sviluppo dell’azione e con le posizioni dei compagni di reparto per
poter sfruttare a pieno le caratteristiche di corsa, tecnica, estro, che
reputo imprescindibili, in chi gioca in questo ruolo.
Queste mie considerazioni non devono far pensare comunque
alla voglia di schierare due ali completamente anarchiche dal punto
di vista tattico, anzi.
Specialmente nella fase di non possesso palla, infatti,
l’esterno di centrocampo si dovrà comportare come tutti i suoi
compagni di squadra; dovrà cioè muoversi a seconda della
situazione di gioco e dovrà assecondare i movimenti stessi dei
compagni.
Quindi per quanto concerne tutta la fase difensiva (pressione,
pressing, rispetto delle posizioni in campo, marcature) l’esterno di
centrocampo non usufruirà di nessun “trattamento speciale” da
parte dell’allenatore, ma si comporterà come un qualsiasi
componente della squadra.
Nella fase offensiva, invece, sarà compito dell’allenatore quello
di predisporre situazioni di gioco che esaltino la qualità di questi
giocatori, mettendoli in grado di poter essere utili alla squadra
sfruttando le loro caratteristiche.
Un compito fondamentale dell'allenatore sarà quindi quello di
proporre alcune esercitazioni, sia di tattica individuale che di tattica
collettiva, in modo da allenare queste caratteristiche
Caratteristiche principali dell'esterno di centrocampo nel 4-4-2
Nella mia carriera ho avuto la fortuna di essere allenato da
molti grandi allenatori, che mi hanno quasi sempre schierato sulla
fascia destra, a prescindere dal sistema di gioco adottato dalla
squadra.
Ho avuto modo di vedere, quindi, in che
modo cambiava l'interpretazione del ruolo di ala in considerazione del
modulo di gioco in cui mi trovavo a giocare.
Per questo motivo, ritengo che nel 4-4-2
il giocatore posto nel ruolo di laterale di centrocampo debba avere le
seguenti caratteristiche:
a) capacità dal punto di vista
della velocità e della rapidità: trovandosi spesso a ricevere il pallone
sulla corsa, in veri e propri duelli con il difensore esterno
avversario, l'esterno deve sicuramente sfruttare l'arma della velocità,
per poter arrivare prima dell'avversario diretto sulla palla;
b) capacità di dribbling: spesso
l'esterno, nel 4-4-2, può essere la chiave per scardinare le difese
avversarie grazie alla sua abilità nello "scartare" il diretto
avversario; una volta superato questo ostacolo infatti, si possono
ottenere risultati molto interessanti che vanno dalla superiorità
numerica in fase offensiva, al semplice "allargamento" della linea di
difesa avversaria;
c) capacità tecniche: nel 4-4-2
uno dei compiti fondamentali delle ali è quello di proporre cross per i
compagni che si trovano in area di rigore, appare quindi necessaria, per
svolgere al meglio questo ruolo, una buona padronanza della palla, per
poter effettuare cross e passaggi filtranti il più efficacie possibile;
d) capacità di lettura dell'azione
offensiva: oltre alla velocità, questa caratteristica è fondamentale per
poter agire al meglio in quelle situazioni in cui l'esterno di
centrocampo detta il passaggio a suoi compagni di squadra inserendosi
negli spazi liberi, per poter creare un'azione pericolosa.
Spesso, infatti, grazie ai movimenti
senza palla ed ai tagli effettuati nei momenti giusti le ali si possono
liberare alle spalle dei difensori avversari per poter effettuare un
cross o un tiro in maniera indisturbata.
Il compito primario dell' allenatore sarà
quello di individuare quali siano gli elementi più adatti, secondo le
caratteristiche sopraelencate, a ricoprire il ruolo di esterno e poi,
successivamente, dovrà proporre le esercitazioni e le situazioni adatte
ad allenare queste capacità.
Alcune di queste situazioni di
allenamento riguarderanno esercizi di tattica individuale, come ad
esempio le esercitazioni riguardanti il dribbling, in cui l'allenatore
dovrà far svolgere degli 1>1 sia per quanto riguarda la fase offensiva
ma anche per quanto riguarda quella difensiva, visto che, durante la
partita il giocatore esterno di centrocampo si troverà molto spesso di
fronte al proprio omologo avversario.
Molto più articolati saranno invece gli
esercizi di tattica collettiva che avranno la duplice funzione sia di
allenare gli esterni nella capacità di lettura delle azioni, sia di
abituare le ali stesse ai quei gesti tecnici (passaggi filtranti, cross)
che saranno il loro "pane 11 quotidiano" durante la gara.
Oltre che per i giocatori esterni, gli
esercizi di tattica collettiva saranno anche un utile strumento per
"promuovere" la giocata sulle ali nei confronti degli altri giocatori, i
quali dovranno incentivare, grazie anche al loro movimento le capacità
di fantasia ed inventiva dei propri compagni che giocano sulla fascia.
Alcune situazioni tecnico tattiche
fondamentali da inserire nella didattica
del ruolo
Il cross
Nel caso in cui si disponga di calciatori abili nel dribbling, sarà
importante sfruttare schemi e azioni di gioco che tendano a creare
situazioni di uno contro uno in grado di esaltare tali abilità.
La capacità di una squadra di sfruttare le situazioni che si
sviluppano sulle fasce è una qualità fondamentale ed un mezzo
tattico efficiente specie contro difese avversarie che si dispongono a
zona, o ben posizionate nella loro area.
Pertanto, considerato che in linea di massima l’esterno alto
(ala), una volta effettuato, o un dribbling o uno smarcamento con
successo, molto probabilmente effettuerà un cross, mi sembra
opportuno evidenziare le varie modalità di questo gesto tecnico,
sempre tenendo nella massima considerazione le varie situazioni di
gioco.
a) Cross dal fondo
Questo tipo di cross permette agli attaccanti di trovarsi in una
situazione percettiva di vantaggio nei confronti dei difensori, perché
hanno la possibilità di vedere perfettamente palla, avversario e
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porta, mentre i difensori, oltre ala difficoltà di dover controllare
contemporaneamente attaccanti e palla, che provengono da
direzioni diverse, hanno anche la difficoltà aggiuntiva della difesa
della porta., collocata alle loro spalle.
Una capacità che dovrà possedere l’ala è quella di saper
leggere velocemente la situazione tattica provocata dal movimento
degli attaccanti, per poter scegliere meglio dove indirizzare il cross.
La direzione del cross (primo palo, secondo palo etc.), infatti,
implicherà una scelta dal punto di vista tecnico, infatti l’esterno
dovrà dosare al meglio il passaggio in modo tale da effettuare il
cross come meglio desidera. Ancora una volta, quindi, ribadisco che
chi gioca nel ruolo di esterno deve possedere anche ottime capacità
tecniche di base.
b) Cross in corsa dalla linea di fondo
Personalmente considero questo tipo di soluzione molto
redditizia; infatti quando l’esterno ha la possibilità di arrivare con la
palla sulla linea di fondo, in prossimità della porta avversaria, oltre
che alle classiche soluzioni che prevedono il cross sulle due punte,
avrà anche l’opzione di rifinire rasoterra verso il centro dell’area di
rigore, per servire magari un centrocampista in un inserimento
offensivo o una punta su un movimento ottenuto fintando la
profondità, creando ulteriori problemi ai difensori muovendo la palla
in direzione opposta alla loro corsa.
c) Cross dalla ¾
Questo tipo di opzione va sfruttata specialmente contro difese
disposte in linea, in quanto se l’esterno riesce ad effettuare un
lancio alle spalle dei difensori schierati, gli attaccanti si troveranno in
posizione di enorme vantaggio, perché in grado di colpire la palla
correndo frontalmente e non muovendosi all’indietro come invece
dovranno fare i difensori.
Introduzione
Il ruolo dell'esterno di centrocampo
Caratteristiche principali dell'esterno di centrocampo nel 4-4-2
Alcune situazioni tecnico tattiche
fondamentali da inserire nella didattica
del ruolo
Il cross
a) Cross dal fondo
b) Cross in corsa dalla linea di fondo
c) Cross dalla ¾
I movimenti di smarcamento
a) Movimento in profondità corto - lungo
b) Movimento incontro lungo-corto
c) Movimento a ricevere ed entrare
d) taglio dentro la difesa
Schemi offensivi nella fase di possesso
Sviluppo della manovra offensiva con
giocate predeterminate per liberare l’esterno
alto
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