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Il calcio di base è un gioco semplice, non complichiamolo! Sino a venti anni fa non operava nel settore dell’attività di Base, alcuna struttura federativa che potesse indirizzare, coordinare ed organizzare le attività calcistiche. Ciò nonostante, i giovani, nell’età compresa tra i 6 e i 12 anni, hanno sempre praticato questo sport. Possiamo anzi dire che gli stessi, spinti dalla voglia di giocare, di divertirsi, si sono intrapresi sul campo calciatori ed organizzatori insieme. Nel loro tempo libero si sono sempre organizzati nel cortile di casa ed in ogni spazio che hanno potuto avere a loro disposizione. I giocatori, sempre in numero variabile, in ragione di chi al momento era presente, giocavano tutti, animati dallo spirito di gruppo, infatti non vi erano né riserve né sostituzioni. L’arbitro era figura pressoché inesistente e se c’era, era uno degli stessi giocatori che di volta in volta, a rotazione, si prestava a svolgere questo ruolo. Non vi erano tornei, né classifiche, né campi regolamentari. Generalmente, nello stesso pomeriggio venivano giocate molte partite, una di seguito all’altra senza interruzione con mdifica continua delle formazioni delle squadre, a seconda del numero disponibile dei presenti. Difficilmente venivano organizzati tornei con gironi all’italiana o ad eliminazione diretta, promossi raramente dai giocatori o da chi sovrintendeva le attività ricreative (sacerdoti).
Nelle partite i ragazzi giocavano con agonismo e voglia di vincere, ma quando gli incontri terminavano la vittoria non veniva esasperata e, di contro, la sconfitta veniva accettata tranquillamente. Chi perdeva aspettava con ansia e tanta voglia di potersi riscattare il giorno seguente quando avrebbe nuovamente giocato. I ragazzi riuscivano così a realizzare un proprio modello di calcio dove l’unica motivazione era il sano divertimento, senza esasperazione dei problemi, La nascita delle Scuole di calcio ha fatto si che venisse regolamentato ciò che prima non lo era, o meglio quello che prima veniva lasciato al libero dominio degli stessi giocatori. Non dobbiamo però, dimenticare, che il calcio praticato in età giovanile è, prima di tutto, espressione della libertà e della fantasia del ragazzo. E’ necessario per una corretta impostazione delle Scuole di Calcio che, gli indirizzi tecnici – organizzativi, pur regolamentando l’attività calcistica di base, non arrivino a comprimere ogni libera espressione del giovane calciatore, salvaguardando, in ogni caso, quel patrimonio di libera inventiva e creatività che è propria del giovane.
Premessa Una programmazione didattica efficace, seppur costruita su una puntuale indagine conoscitiva iniziale che studi attentamente le capacità generali degli allievi sia dal punto di vista psico-motorio che dal punto di vista tecnico, deve necessariamente ben strutturarsi riguardo ai contenuti e agli obiettivi, in modo da essere tradotta in attività concreta, attraverso una scelta adeguata dei metodi didattici da utilizzare. La scelta dei metodi non deve essere drastica, ma assolutamente integrata e flessibile, poiché l’esperienza di campo ci suggerisce che nello svolgimento delle attività motorie aspetti globali, analitici, induttivi, deduttivi si alternano, si completano anzi il più delle volte sono le stesse attività a determinare il metodo più appropriato. In linea generale siamo comunque certi nell’affermare che un approccio di natura globale sia indicato per gli allievi più piccoli della scuola calcio procedendo progressivamente con i più grandi verso attività più specifiche, più analitiche al fine di raffinare meglio il gesto tecnico-motorio.
Al di là di queste necessarie precisazioni occorre soffermarsi, elencandoli, su alcuni aspetti essenziali dell’attività che verrà svolta: – Adeguare le attività in base alle caratteristiche auxologiche, cognitive e fisiologiche degli allievi. – Considerare sempre e anzi stimolare le richieste che provengono dal gruppo per impostare attività – già stabilite in sede di programmazione. – Proporre soprattutto nelle fasce più basse della scuola calcio, situazioni che stimolino, risposte motorie e/o tecnicotattiche personali, creative, originali (successivamente ne valuteremo la bontà e apporteremo le conseguenti correzioni se necessarie). – Procedere con attività continue, graduali e progressive secondo una scala che vada dal semplice al complesso, dal conosciuto al nuovo. – Garantire una formazione multilaterale con una base motoria che sia la più ampia possibile in relazione alla fascia di età considerata. – Rendere l’allievo l’unico protagonista assoluto dell’attività.
Linee tecniche di guida Massimizzare lo sviluppo e la cura della tecnica individuale dovrà essere la costante del lavoro che ogni istruttore dovrà porre alla base della sua programmazione. Il miglioramento tecnico rimane l’unico aspetto propedeutico di qualsiasi insegnamento tattico, la regola è “migliorare il singolo per migliorare il gruppo”. Allo stesso tempo e parallelamente, ugual attenzione dovrà essere indirizzata all’allenamento delle capacità motorie e considerata l’età dei nostri giovani, dovranno essere sviluppate in particolar modo le capacità coordinative (fase sensibile 6-11 anni). Programmare razionalmente la preparazione generale dei nostri giovani calciatori significa necessariamente conoscere la dinamica con cui procedere nello sviluppo delle loro capacità fisiche e tecnico-tattiche e le modalità con cui esse interagiscono e si influenzano reciprocamente. Occorrerà considerare come aspetto prioritario la trasformazione delle capacità motorie in abilità tecniche e poi tattiche attraverso l’insegnamento ed il perfezionamento tecnico. Successivamente, (13-14 anni) dovrà essere considerata la struttura fisica del giovane, si lavorerà progressivamente e sempre più sulle capacità condizionali specifiche, combinandole ed integrandole con quelle coordinative e tecnico-tattiche. L’unica nostra preoccupazione sará quella di non proporre esercitazioni inutili, ma adeguate all’età degli allievi. Ricordiamoci sempre che i nostri allievi vogliono divertirsi, vogliono giocare
Tappe della formazione Preparazione generale dai 6 ai 10 anni Specializzazione iniziale dai 10 ai 12 anni Specializzazione finalizzata dai 12 ai 14 anni Perfezionamento e completamento sportivo dai 14 ai 16 anni
Questa suddivisione naturalmente non va intesa in senso rigoroso, perché come abbiamo ricordato precedentemente si deve tener conto soprattutto della maturazione biologica del ragazzo in base alla quale potrebbero venir corretti i valori limite e cronologici delle tappe formative.
Compiti dell'Istruttore • Conoscere il bambino nella sua personalità e poi passare a considerare la costituzione fisica, la condizione, la coordinazione e quindi le sue attitudini tecnico-tattiche, di seguito imposteremo il nostro lavoro, la nostra programmazione su questi aspetti influenzanti il risultato sportivo. • Osservare, studiare, sperimentare, modificare • Filtrare le esperienze • Preoccuparsi dei bambini che non giocano e non riescono • Organizzare l’attività con criteri flessibili • Creare un clima positivo • Fare autocritica • Creare aspettative senza illusioni • Ricordarsi di essere stato bambino • Ricordare chi è il protagonista (l’allievo) • Rispettare e farsi rispettare • Motivare (gioco-gara / confronto-agonismo) • Stimolare e correggere al positivo • Essere chiaro, preciso e conciso nell’informare • Verificare sempre se il messaggio è stato compreso
Errori da evitare
• Non
organizzare la seduta di allenamento
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Gli studi condotti sull’attività motoria
indicano tutti la necessità di una metodologia da proporre per
un’attività motoria di base in cui l’istruttore-educatore è il cardine e
deve possedere, oltre che la conoscenza scientifica, qualità vocazionali
molto particolari.
L’istruttore assume il ruolo di colui che sa
leggere e proporre ricerche sempre in sintonia e continuità con le
capacità di espressione motoria del gruppo allievi. Forte motivazione del lavoro e a continuare il lavoro.
Cosa è l'apprendimento motorio? Lo sviluppo della personalità dipende tanto dalla maturazione organica, dall’azione dell’ambiente e dall’apprendimento
Claudio
CHINCOLI,
Responsabile
tecnico attività di Base, All. Prof. 2^ CTG,
Preparatore Atletico Professionista, docente
metodologia dell'allenamento corsi CONI
F.I.G.C.
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