Gli allenatori sono consapevoli che il carattere
che i giocatori dimostrano in allenamento ed in partita, siano fattori
importanti per spiegare e giustificare il loro rendimento.
Le sconfitte vengono spesso attribuite a variabili
di tipo psicologico quali "la mancanza di concentrazione", che "si è
avuta poca tensione", che "la squadra ha perso fiducia in sé stessa",
ecc.
Si cerca, perciò, la spiegazione di un insuccesso
nella "mentalità" della squadra. Attualmente è possibile concretizzare
in termini relativamente obiettivi ciò, che in forma generale viene
indicato come "carattere o attitudine".
Gli psicologi dello sport hanno confermato che le
abilità psicologiche, ciò che gli allenatori chiamano "carattere
vincente", configurano le esigenze della competizione di massimo
livello.
Considerando, quindi, che le abilità psicologiche
sono determinanti per ottenere un rendimento ottimale, è possibile
osservare e valutare quali siano utilizzate correttamente per il gioco,
quali sia necessario migliorare, come i giocatori le interpretano e le
utilizzano durante l'allenamento e le partite ed, inoltre, che grado di
dominio il giocatore dimostra nei confronti di ognuna di esse.
Ciò permette all'allenatore di verificare quali
abilità psicologiche siano maggiormente sviluppate in ogni giocatore e
quali abbiano necessità di un ulteriore approfondimento. Inoltre,
l'allenatore può valutare quali abilità psicologiche richiedono
un'attenzione maggiore, o quale allenamento possa rendere possibile una
ottimizzazione della preparazione psicologica dell'intero gruppo.
Di seguito sono esposte le abilità psicologiche
che si pensa possano contribuire a migliorare il rendimento della
squadra e del singolo. A tale proposito viene presentata una breve
definizione di ognuna, in modo che risulti semplice identificarle e
differenziarle tra loro. Inoltre, viene proposta una guida per osservare
e valutare il grado di dominio che ogni giocatore possiede.
Per maggiori informazioni sul contenuto di questa
proposta si può consultare il seguente libro: CARRASCOSA, J. "Dirigir a
un equipo y hacerle competir de forma colectiva" (en proceso de
elaboracion) Editorial Gymnos, Madrid.
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Le abilità psicologiche
L'intelligenza sportiva (A):
È la capacità di apprendere, di risolvere problemi, conflitti o situazioni ed, inoltre, di trasferire ciò
che si è appreso in situazioni diverse.
- Comprende con facilità le istruzioni, il ragionamento, i concetti, le azioni.
- Legge con facilità il gioco della squadra rivale.
- Trova varie soluzioni per la stessa situazione di gioco.
- È' creativo nel risolvere situazioni di gioco.
- Capisce e assimila con facilità la funzione specifica di ogni ruolo e linea di reparto.
- Si adatta con facilità a differenti ruoli.
L'attenzione e la concentrazione (B):
È la capacità di percepire gli stimoli pertinenti che l'ambiente propone; di focalizzare l'attenzione
sui riferimenti fondamentali del gioco; di mantenere l'attenzione durante tutto il tempo necessario,
senza distrazione alcuna.
- Fa attenzione e controlla tutti gli stimoli del gioco che può percepire dalla sua posizione.
- Si isola da tutto quello che non è il gioco.
- Sa "anticipare" l'azione del rivale.
- Non si distrae.
- E' totalmente coinvolto nell'azione, senza vedersi estraniato dai suoi pensieri.
- Passa rapidamente da una situazione di attacco ad una di difesa.
- Non fa commenti con i compagni.
- Non presta attenzione al pubblico.
- Non presta attenzione all'arbitro.
- Non si lamenta dopo un errore.
Possedere il livello ottimale di tensione (C):
E' la capacità di possedere un livello di attivazione muscolare ottimale
I muscoli non presentano tensioni eccessive ma, al contrario, presentano la tensione giusta affinché
il giocatore si senta pronto all'azione.
Il giocatore non ha ansia né, tantomeno, gli manca l'energia di
attivazione.
- Il livello di tensione è idoneo, sufficientemente pronto per permettere al giocatore di gareggiare al
meglio delle possibilità.
- Gli arti inferiori sono pronti ad effettuare il gesto tecnico con scioltezza ed in forma coordinata.
- Non esiste ansia o nervosismo.
- Non si nota agitazione.
- Vi è un'apparente tranquillità.
La motivazione per competere (D):
S'intende il desiderio di competere, di
confrontarsi, di lottare, di gareggiare e combattere per la disputa
della palla, o di vincere e superare il rivale in ogni azione.
In definitiva è la disponibilità a realizzare il
massimo sforzo e dare il massimo di se stessi.
- Fa commenti che indicano l'attitudine a lottare.
- Non evita il gioco duro e di contatto.
- Disputa ogni pallone con decisione.
- Arringa i compagni e li anima per realizzare il
massimo sforzo.
- Sembra avere chiara l'idea, di ciò che deve fare
lui e la squadra.
- Sembra non soffrire la stanchezza e la fatica.
- Continua a lottare sempre per migliorare.
- L'errore non lo abbatte.
- Manifesta la voglia di vincere e contagia i
compagni con il suo comportamento.
L'autostima (E):
Corrisponde alla percezione che ogni giocatore
deve possedere del proprio livello di capacità e competenza. Mostrando
consapevolezza di operare in un gruppo, esprime sicurezza e mette al
servizio della squadra le proprie abilità.
- Non ha insicurezze su ciò che sa fare lui o la
squadra.
- E' disposto ad applicare sul campo il lavoro
preparato durante l'allenamento.
- Affronta ogni azione di gioco con decisione e
senza dubitare.
- Trasmette sicurezza ai compagni.
- Non sopravvaluta il rivale, anche se lo
rispetta.
- Non si lascia impressionare dai rivali che
possiedono grandi capacità.
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Assumere iniziative e prendere decisioni (F):
Corrisponde alla facilità di assumere iniziative,
o prendere decisioni di responsabilità durante il gioco.
- Cerca il pallone e non ne evita il possesso.
- Legge e cerca soluzioni durante il gioco.
- Abitualmente prende buone decisioni.
- Assume iniziative che determinino un certo
rischio.
- Non sceglie sempre la decisione più facile da
realizzare, o l'azione di minor rischio di errore.
Dimostrare personalità di fronte alle
difficoltà (G):
E' la capacità di mantenersi sereni e scegliere
soluzioni idonee nelle situazioni di maggior difficoltà.
- La difficoltà pare non influire sul suo
rendimento.
- Dopo aver commesso un errore torna ad assumere
iniziative ed a prendere decisioni durante il gioco.
- Quando la squadra si vede danneggiata per
qualche situazione anomala, reagisce assumendo responsabilità e
prendendo iniziative.
- Le difficoltà sembrano stimolarlo e animarlo.
- Non si fa coinvolgere dalla provocazione degli
avversari.
- Quanto più si complica una situazione,
maggiormente s'impegna per cercare delle soluzioni.
- Si assume le responsabilità della squadra e
tenta di superare le difficoltà.
Il controllo emozionale (H):
E' la capacità di controllare le emozioni in modo
che non danneggino la propria condotta, diminuendo il rendimento.
Si tratta di superare l'euforia, il timore,
l'ansia, l'arrabbiatura e lo scoraggiamento, al fine di ottenere
risultati sportivi ottimali.
- Si mostra molto stabile emozionalmente.
- Non arriva mai a perdere l'autorità.
- Non esiste arrabbiatura accompagnata da risposte aggressive.
- Non si eccita per una vittoria, né cerca di apparire quando il risultato, dopo una partita, è stato
eccellente.
- Si mostra apparentemente tranquillo.
- Non gli pesa la responsabilità, l'importanza della partita o del rivale, la necessità di ottenere una
vittoria, oppure,diverse sconfitte successive.
- Il rendimento è generalmente uniforme.
- Nei conflitti è dialogante.
- Fa sforzi per comprendere gli altri.
La tolleranza alla fatica ed al dolore (I):
E' la capacità di sopportare la sofferenza fisica determinata dalla fatica e dal dolore.
- Mostra un rendimento uniforme durante tutta la partita.
- Non fa commenti per la durezza dell'allenamento.
- Non fa commenti per la sua stanchezza.
- Non si lamenta se riceve una entrata brusca.
- Tollera bene il gioco duro, di contatto.
- Non abbassa il ritmo quando si sente stanco.
- Non si astiene dal gioco sino alla fine della partita.
- Collabora molto bene nel recupero dopo un infortunio.
- Non è solito dar ascolto alle sensazioni di malessere
- Chiede poco al servizio medico.
La ricettività e l'assimilazione (J):
E' la capacità di ascoltare e accettare i suggerimenti o le correzioni, per assimilarli al fine di
cambiare la propria condotta.
- Ascolta con attenzione.
- Formula domande e fa commenti chiarificatori che lo rassicurano di aver compreso i suggerimenti.
- Non mantiene le sue convinzioni con rigidezza.
- Prima di una critica o di una correzione non si pone sulla difensiva.
- Non interviene sistematicamente sulle opinioni degli altri.
- Accetta di essersi sbagliato.
- Non si difende dalle critiche con scuse.
- Dimostra di chiedere per apprendere e migliorare.
- Non pone domande per mantenere, così, inalterate le proprie ragioni.
La capacità di identificazione e di integrazione nel gruppo (K):
E' l'attitudine del giocatore alla solidarietà, alla cooperazione, all'identificazione ed all'appartenenza
ad un gruppo rappresentato, in questo caso, dalla squadra.
- Parla più del gruppo che di se stesso.
- Parla e si relaziona con tutti i membri del gruppo.
- E' solito appoggiare gli altri
- Evita di generare situazioni di conflitto.
- Non fa critiche al di fuori dello spogliatoio.
- Sul campo lavora più per la squadra che per un esito positivo personale.
- Nell'analisi delle situazioni non dà sistematicamente la colpa agli altri.
- E' rispettato ed accettato dai suoi compagni.
- Contribuisce affinchè regni un ambiente cordiale.
Il comportamento globale (L):
Riflette il carattere individuale e l'attitudine psicologica con la quale il giocatore affronta gli
allenamenti e le partite.
- Si mette in evidenza calcolando il valore medio, della puntuazione effettuata in ciascuna delle
abilità psicologiche analizzate precedentemente.