Quanti
e quali tipi di prevenzione durante l’allenamento
Preparazione Fisica
di Alessandro GELMI
Premessa
Come ampiamente risaputo il calcio è uno sport di contatto, nel quale le dinamiche che si creano durante un’azione di gioco sono spesso incontrollate ed incontrollabili dai giocatori.
Molto spesso si subiscono degli infortuni, in partita cosi come in allenamento, che possono essere di varia natura:
- Traumatica, in conseguenza ad uno scontro di gioco
- Muscolare, della quale fanno parte, anche se la distinzione è utile più per una catalogazione piuttosto che per una differenza “lesiva” dal momento che il filo che divide questi infortuni è sottilissimo:
• Contratture
• Stiramenti
• Strappi
- Infiammatoria dovuta ad un sovraccarico, alle condizioni di allenamento e di gioco ecc
- Articolare ad esempio distorsioni alle caviglie e/o ginocchia
- Posturale che può determinare a sua volta dolori e/o scompensi muscolari.
Fatta questa brevissima distinzione risulta chiaro che molti di questi infortuni non possono essere evitati o prevenuti ma, laddove è possibile ridurre il rischio, è giusto ed opportuno intervenire per diminuire la possibilità di incorrere in questi problemi che costringono i nostri giocatori ad assentarsi dal campo per uno periodo più o meno lungo, a seconda dell’entità.
A questo riguardo una possibile classificazione degli infortuni, fatta a seconda dei giorni di riposo e di lavoro a parte, può essere:
- Lieve (fino a tre giorni) - Piccolo (da 4 a 7 giorni)
- Moderato (da 8 a 25 giorni)
- Importante (oltre i 25 giorni)
QUALI FORME DI PREVENZIONE
Le forme di prevenzione nel calcio sono molteplici, e si possono dividere a seconda della capacità da stimolare:
- COORDINAZIONE: Può, a mio parere, essere considerata forma di prevenzione posturale dal momento che un giocatore coordinato, rispetto ad uno che lo è meno, si muove meglio, con maggior fluidità, maggior economicità e con minori scompensi muscolari che, nel tempo possono creare, come conseguenza di un errato movimento, problematiche muscolo scheletriche lunghe e spesso difficili da risolvere;
- PROPRIOCEZIONE: Attraverso la precarietà dell’equilibrio, possibile in svariati modi (ad occhi aperti, chiusi, con appoggio monopodalico, con l’ausilio di attrezzature apposite come tavolette, bosu, pedane ecc) si vanno a stimolare determinati recettori ed a prevenire problemi di tipo articolare, in particolare per caviglie e ginocchia.
- RINFORZO ISOMETRICO ED ECCENTRICO ARTI INFERIORI: Spesso quando si parla di forza si pensa a bilanceri, balzi, macchine isotoniche ecc ma se per forza consideriamo, giustamente, anche la sola tonificazione a carico naturale, allora si possono prevenire dei problemi di natura muscolare rinforzando in maniera specifica i muscoli che spesso vengono maggiormente trascurati, quali gli adduttori e gli ischio crurali, che sono però fondamentali nell’esecuzione dei movimenti specifici del calciatore. Per questo vanno sempre rinforzati e stimolati al fine di non creare le condizioni di rischio, classiche delle lesioni
- CORE STABILTY: rinforzare il core è un’ulteriore forma di prevenzione dal momento che una buona tonicità di questi muscoli da stabilità alla colonna vertebrale e riduce i problemi alla schiena.
Spesso un errore comune e da evitare è quello di rinforzare eccessivamente la parete addominale, trascurando la muscolatura dorsale e lombare, creando così uno squilibrio di forza tra parte anteriore e posteriore, il quale induce dolori e scompensi muscolo-scheletrici.
- IL RISPETTO DEI PRINCIPI: aggiungo e concludo la classificazione con questo piccolo paragrafo in cui personalmente credo e sottolineo il fatto che tutte le precedenti righe sono inutili se alla base di quanto detto precedentemente non c’è il rispetto dei principi metodologici, fondamentali per avere una riduzione di tutti i problemi legati agli infortuni.
Per questo è fondamentale curare al meglio:
• il riscaldamento, che varia a seconda delle condizioni climatiche ed ambientali;
• L’abbigliamento dei calciatore; o L’intensità dei carichi, i quali variano: a seconda del giorno della settimana; a seconda del momento all’interno della singola seduta;
• la progressività del carico dei giocatori che rientrano da precedenti infortuni;
• la fase di defaticamento, molto importante per ripristinare più possibile i parametri fisiologici e la muscolatura maggiormente sollecitata durante l’allenamento.
Quando prevenire
- All'interno della seduta Escludendo da questo paragrafo, perché scontato, il momento in cui inserire il riscaldamento, le esercitazioni di tipo preventivo è meglio proporle in una condizione di non eccessivo affaticamento muscolare e di non eccessiva stanchezza organica.
Questo per avere una lucidità ed una “brillantezza psico-fisica” che permetta ai giocatori di eseguire le proposte con la giusta intensità psicofisica.
E’ ovvio che spesso si possono attuare delle forme di prevenzione come riscaldamento vero e proprio (andature coordinative, mobilità articolare eseguita in forma dinamica, eccetera)
- Nell'arco della settimana Mentre la coordinazione e la mobilità articolare possono essere inserite indistintamente ed inquantificabilmente (con una percentuale di intervento che varia a seconda della categoria in cui si lavora, ma comunque con l’idea che più la propongo e meglio è), la propriocettiva, il rinforzo in forma isometrica ed eccentrica della muscolatura degli arti inferiori e la core stability possono essere stimolate una volta in settimana (in una settimana tipo composta da 3 allenamenti), meglio se nell’allenamento centrale per una serie di condizioni:
- spesso si ha maggior tempo a disposizione (non si parla né della partita trascorsa, né di quella che verrà)
- la partita precedente è stata muscolarmente ed organicamente recuperata.
- A partire da quale categoria. A questo riguardo è ovvio che il tipo di prevenzione da fare, e quindi la proposta, deve essere fatto nel rispetto delle fasi sensibili del bambino/ragazzo e rispettando le esigenze (psicofisiche) che l’età biologica ed anagrafica richiede.
Per questo se si parla di coordinazione è opportuno iniziare dalle categorie della scuola calcio, attraverso forme di gioco che richiedano l’esecuzione degli schemi motori, la capacità di ritmo, di coordinazione spazio-temporale, di differenziazione ecc.
La propriocezione, intesa come lavoro di equilibrio, essendo questo una delle categorie facenti parte della coordinazione, la si può stimolare fin dai pulcini – esordienti, attraverso la richiesta, in forma ludica, di diverse condizioni di equilibrio; salendo di categoria lo scopo delle proposte deve diventare via via sempre di più quello di stimolare la propriocezione attraverso esercitazioni che richiedano un appoggio in equilibrio precario per più secondi.
La prevenzione di tipo muscolare, intesa sia come rinforzo che come mobilizzazione articolare può essere invece introdotta a partire dagli esordienti (mobilità) – giovanissimi (mobilità e tonificazione), purchè prima di avere come obiettivo la prevenzione fine a sé stessa ci sia lo scopo di insegnare ai nostri giocatori la giusta postura e biomeccanica degli esercizi proposti.
Questo al fine di permettere loro una corretta esecuzione, fondamentale per ottenere i benefici sperati.
Nonostante rientri nella categoria di rinforzo muscolare, la core stability, richiedendo essa una precisione di esecuzione notevole e, di conseguenza, una maggior difficoltà di apprendimento, dev’essere introdotta gradualmente attraverso brevi tempi di lavoro e curando molto attentamente la meccanica dei giocatori.
Consigliato quindi attendere di più rispetto alle altre forme di prevenzione muscolare.
L'Autore
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