La scelta di affrontare questo argomento come discussione
del Corso ha origini lontane e si è consolidata
nelle mie ultime stagioni lavorative.
Durante gli
ultimi tre anni di collaborazione tecnica con Luigi
Del Neri, ho maturato la convinzione che l´organizzazione
difensiva è la base di partenza per esaltare
al meglio le caratteristiche di squadra.
La creazione
di una didattica (dal semplice al complesso) e l´idea che è consigliabile
il lavoro globale in funzione di quello analitico, porta a
raggiungere numerosi obiettivi. Tra questi quello più significativo
è la possibilità di riuscire ad avere giocatori che “pensino ed agiscano
collettivamente” (linguaggio comune).
Questo aspetto produce
il raggiungimento di una ottima capacità di lettura del gioco
che permette agli atleti di non farsi trovare impreparati al variare
delle situazioni. È risaputo che nel calcio ci sono vari modi di
difendersi zona-uomo-misto, a 3-4-5 giocatori e ciascuno di essi
può essere più o meno efficace.
La cosa importante è la grande
conoscenza che l´allenatore deve avere su ciò che desidera eseguano
i propri giocatori.
Come tutte le pianificazioni il raggiungimento
dell’obiettivo deve avvenire attraverso varie situazioni che
non devono essere trascurate durante l’organizzazione e la realizzazione
del lavoro. Tutto parte sempre da una attenta analisi
della situazione di partenza a cui seguirà la scelta accurata dei
mezzi e dei metodi.
Per questi motivi la scelta di giocare con 4 difensori
avverrà dopo una attenta valutazione da parte dell’allenatore
delle singole capacità.
Principi teorici
L’organizzazione del reparto difensivo deve avere alla base degli
aspetti legati al movimento individuale in quelle che sono determinate
situazioni.
A prescindere dal modulo di gioco che viene ad essere
sviluppato successivamente è fondamentale che i difensori seguano
e conoscano i seguenti:
– Principi di tattica individuale:
a) Presa di Posizione: Essere tra avversario e porte, cercare di avere
nel proprio campo visivo la palla, i compagni, l´avversario, rimanendo
utili il più a lungo possibile.
b) Marcamento: cercare di assumere la posizione più efficace per
intervenire. Si è responsabili della propria zona di campo, e delle
zone limitrofe (scalare) la posizione da assumere è determinata
dalla palla. Si aggredisce chiunque entri nella propria zona
in possesso palla, eccetto quando ci si trova in inferiorità
numerica. L´avversario senza palla si accompagna.
c) Intercettamento: creare finte zone libere per poi intervenire sul
passaggio, permettendo la riconquista della palla. Non presuppone
la presenza dell’avversario, ed è più frequente nella marcatura
a zona.
d) Tackle - Contrasto: diretto (frontale, laterale, da tergo o scivolato)
quando si cerca di togliere la palla all´avversario direttamente
con contrasto fisico. Indiretto: quando l´avversario non
è in possesso palla e il difensore con una anticipata presa di
posizione mette in zona d´ombra il diretto avversario.
e) Difesa della porta: significa frapporsi fisicamente, al momento
del tiro, tra la palla e la porta, limitando lo specchio di porta.
E´
importante non dare mai le spalle al tiratore (si rischiano deviazioni
pericolose) e cercare se l´avversario riesce a tirare di
correre verso il proprio portiere per “coprirlo” in caso di respinte
corta.
Il reparto difensivo dovrà fare
riferimento anche ad aspetti legati al gruppo che comunemente sono
definiti:
- Principi di tattica collettivi (fase di non possesso) che sono i punti
fondamentali, i cardini su cui si basa l´organizzazione di gioco.
- SCAGLIONAMENTO: il reparto non deve farsi trovare su una linea
piatta, in modo da permettere la reciproca copertura. I difensori
non solo devono marcare il propri avversario, ma debbono
cercare di coprire anche gli spazi dei quali è responsabile
l´intera difesa.
- AZIONE RITARDATRICE: si può effettuare tramite due atteggiamenti
diversi che vanno a modificare i tempi di gioco:
a) Temporeggiamento: cioè arretrando, dando campo all’avversario
ricordandoci del concetto “imbuto difensivo” uguale
concentrazione difensiva; faccio anche giocare, ma esternamente
guadagnando un tempo di gioco
b) Pressing e Fuorigioco: invece di scivolare all’indietro, avanzo
con tutto il reparto per limitare tempo e spazio al possessore
di palla avversario ed impedirgli giocate facili.
- CONCENTRAZIONE: non significa atteggiamento mentale, ma
dislocazione sul terreno di gioco. L´obiettivo è quello di portare
più giocatori possibili dietro la linea della palla. La difesa deve
cercare di presentarsi sempre in superiorità numerica per permettere
le reciproche coperture. La disposizione ad imbuto consente
di mantenere e ridurre lo spazio della zona pericolosa del
tiro in porta.
- EQUILIBRIO: coprire tutti gli spazi, non farsi allargare o allontanare
mantenendo la possibilità di copertura reciproca in ogni
circostanza. Sfruttare la visione periferica in funzione della palla
e dei compagni coprendo le zone pericolose.
- CONTROLLO e CAUTELA: non farsi attrarre solo dalla palla, cercando
di tenere sotto controllo tutti gli elementi del gioco: palla,
compagni, avversari, spazio, porta.
Se dal generale passiamo allo specifico non possiamo tralasciare i:
Principi di marcamento della zona.
1) Ogni giocatore è responsabile della zona di campo assegnata
e degli avversari che sono in quella zona;
2) Deve inoltre guardare e sorvegliare le zone limitrofe;
3) Si muove nella zona in funzione ed in dipendenza della posizione
della palla;
4) Deve sempre andare in pressione sull’avversario con palla che
entra nella propria zona, eccetto quando è in inferiorità numerica,
cercando di far giocare l´avversario sempre in condizione
di palla coperta;
5) Nella marcatura a zona i difensori devono continuamente
adattarsi ad avversari che possono cambiare spesso e con velocità,
si richiede perciò la massima concentrazione.
Nonostante i suddetti principi non possiamo dimenticare che
quando lo spazio tra il difensore e l´avversario sarà minimo, in
vicinanza della zona pericolosa (16 metri), anche nella zona a 4
difensori varranno tutti i principi e le regole della marcatura a
uomo:
1) Posizionarsi sempre tra avversario e porta
2) Controllare palla e avversario.
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Requisiti e caratteristiche tecniche e fisiche dei giocatori nella zona a 4
Andiamo ora ad analizzare nel dettaglio i requisiti dei difensori
che compongono la linea di difesa:
IL DIFENSORE CENTRALE ideale dovrebbe essere il leader del reparto,
grazie al carisma di cui necessita per poter guidare la difesa,
deve avere una buona tecnica di base ed essere dotato di un
calcio lungo e preciso per poter ribaltare l´azione (passare velocemente
da una azione difensiva ad una offensiva).
Deve essere
rapido e veloce (recuperatore), buono nei contrasti diretti e nella
marcatura, dotato di una grande capacità attentiva per la migliore
lettura della situazione e soprattutto molto abile nel gioco aereo.
Ritengo questo ultimo punto di fondamentale importanza; infatti
la fisicità diventa una condizione necessaria per un buon esito
della fase difensiva.
Deve avere un ottimo senso tattico, sapendo
scegliere sempre la posizione più consona alla situazione
di gioco, conoscere bene i principi della tattica difensiva individuale
e collettiva. Deve conoscere i tempi di attacco o temporeggiamento,
deve sapere controllare l´aggressività e l´emotività, riuscire
a trasmettere fiducia ai compagni guidando la difesa nelle
varie situazioni tattiche.
Siccome è raro riuscire a trovare due centrali
con queste caratteristiche, normalmente i due difensori hanno
requisiti diversi, sia sul piano strutturale che sul piano tecnico
tattico; uno è più portato alla marcatura l´altro all´organizzazione
del reparto, in modo da miscelarsi in maniera ottimale.
IL DIFENSORE ESTERNO pur rimanendo un ruolo prevalentemente
difensivo, nel calcio attuale ha compiti sempre più offensivi.
Con la zona di centrocampo sempre più intasata, si può dedurre che l´unico reparto sempre in superiorità numerica è proprio quello
difensivo ed è per questo motivo che spetterà ai difensori iniziare
la manovra, oppure di proporsi come passaggio di scarico ad
un compagno pressato.
Oltre ad occuparsi dei giocatori esterni
avversari, coprire la fascia sia laterale che a volte centrale (diagonale
difensiva) dovrà avere una buona lettura del tempo di inserimento
per arrivare al cross o al tiro in porta.
Deve avere buone
capacità condizionali, essere dotato di buona struttura fisica
(sul cambio gioco la statura garantisce metri di copertura). Le doti
tecniche del difensore esterno sono:
- Buon calcio per gestire il gioco sia corto che lungo.
- Riuscire a stoppare la palla in modo orientato, lo stop in funzione
del gesto e dello scopo.
- Capacità di correre velocemente e con la palla sotto controllo.
- Riuscire ad eseguire cross sia dal fondo campo sia dalla trequarti
campo.
- Capacità di marcare e contrastare.
- Riuscire a leggere le traiettorie aeree.
Dal punto di vista tattico il difensore esterno deve:
- Saper marcare d´anticipo l´avversario ponendosi internamente.
- Saper stringere gli spazi verso il centro su un attacco sulla fascia
opposta, per dare copertura accorciando le distanze e nello stesso
tempo poter intervenire nel lato debole su un eventuale cambio
gioco.
- Saper temporeggiare.
- Saper attaccare l´avversario in possesso palla nel momento più
opportuno, cercando l´intervento al momento dello stop.
- Accompagnare la squadra in fase offensiva.
- Attaccare gli spazi con il giusto tempo d´inserimento.
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La didattica
Ritengo che questa sia la fase
che contraddistingue e dà grande credibilità all’allenatore, penso che
la progressione didattica debba procedere dal semplice al complesso e
dal generale al particolare.
Proprio per questo motivo è opportuno inserire nel programma di
allenamento precampionato esercitazioni di 1>1 2>2 3>3, che diventano la
pietra miliare per l´apprendimento dei movimenti e dei tempi di
marcamento e copertura.
Nell’introdurre la squadra alla
Didattica è bene tenere presente alcuni punti:
- Far sì che il giocatore
memorizzi concetti tattici e tecnici e disponga situazionalmente di essi
facendo uso in ordine delle seguenti capacità: vedere, capire,
scegliere, ed eseguire.
- L´organizzazione difensiva penso vada lavorata, per reparto,
proponendo sedute specifiche di 20´- 25´ ripetute più volte nella
settimana tipo, per raggiungere automatismi consolidati.
- Convincere il giocatore che solo con la massima applicazione in
allenamento potrà migliorare.
- Ottenere la massima concentrazione e la massima carica agonistica.
- Cercare di preparare ed allenare tutte le situazioni possibili
ponendosi come obiettivo un continuo e graduale miglioramento.
- Proporre inizialmente esercitazioni senza avversari allo scopo di
rendere chiari i concetti che diventeranno un caposaldo dei movimenti
difensivi.
- Avere anche il supporto di materiale audio-visivo, perché se è vera la
sequenza:
ASCOLTO = DIMENTICO
VEDO = RICORDO
ESEGUO = IMPARO |
sicuramente posso ottenere un
vantaggio nel rivedere situazioni positive e negative.
- Porsi come risultato anche il fatto che tutti i difensori abbiano le
stesse conoscenze e di conseguenza le stesse soluzioni senza aver
bisogno di un comando verbale (ci può essere) così da poter anticipare
anche di una frazione di secondo l´eventuale decisione tattica.
Le esercitazioni
Al fine di poter organizzare la
difesa in modo ottimale, la sequenza delle esercitazioni che
analizzeremo viene ad essere sviluppata toccando 5 punti fondamentali:
1. Esercitazioni per l’ampiezza;
2. Esercitazioni per la diagonale e per la piramide difensiva;
3. Esercitazioni per il marcamento e la copertura;
4. Esercitazioni per i movimenti orizzontali della linea;
5. Esercitazioni per i movimenti verticali della linea (elastico
difensivo) (fuorigioco).
1.
Esercitazioni per l'ampiezza
I quattro difensori, con palla in possesso
agli avversari, si devono stringere (max 40
Metri) riducendo gli spazi all’interno del
reparto.
In seguito, più la palla si avvicina alla
zona pericolosa, più si devono ridurre le
distanze.
Elementi fondamentali per valutare la
disposizione in ampiezza della linea a 4
saranno poi la posizione della palla, la
posizione ed il numero degli attaccanti
avversari.
Per questo motivo quando si affronta una
squadra che schiera 2 punte centrali la
linea si mantiene più stretta (copertura
reciproca evitando il 2>2 centrale) rispetto
a quando dovrà fronteggiare un attacco a 3
punte (punta centrale + 2 punte esterne)
dove si può guadagnare qualche metro in
ampiezza.
Esercitazioni: dispongo la linea difensiva a 3/4 campo con 2 avversari
posti esternamente davanti circa 10 metri ai difensori
esterni.
A turno l’attaccante porta palla, puntando il difensore.
L’esterno
di competenza attacca la palla accompagnando l’avversario
senza intervenire; l’intero reparto difensivo scivola all’indietro,
restringendo gli spazi via via che la palla si avvicina in zona pericolosa.
Far notare alla linea di copertura l’importanza di non farsi trovare
piatta su un eventuale cross, in modo tale di mantenere il più
a lungo possibile la linea di copertura. (fig. 1+ fig. 1 bis).
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