Francesco
CONTI
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Esercitazione per l’applicazione del fuorigioco su calcio di
punizione
In fig. 18 semplifico un’idea per l’applicazione del fuorigioco su
calcio di punizione, con palla indirizzata verticalmente verso l’area
di rigore. Se si intuisce che l’avversario che sta per battere la
punizione calcerà la palla lunga in avanti, i difensori, e più in generale
i difendenti (ci possono essere anche centrocampisti o attaccanti)
si disporranno in linea con gli avversari di turno e, dopo
essersi preventivamente accordati, nel momento in cui il giocatore
avversario che batte la punizione fa il gesto di calciare la palla
(oscillazione della gamba), salgono verticalmente.
Facendo riferimento alla fig. 18, nel momento in cui l’avversario
“A” fa il gesto di calciare la palla, i difensori n° 2-6-5 e 3 salgono
verticalmente per mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari.
La situazione che si determina applicando il
fuorigioco nella situazione descritta, è
riportata in fig. 19.
Esercitazioni varie di verifica del reparto difensivo
Dopo aver lavorato su tutti i concetti difensivi che si vogliono vedere
attuati, passiamo ora a addestrare la linea difensiva in situazioni
di gioco, cercando di osservare e di pretendere l’aiuto
verbale del reparto in tutte le situazioni di gioco:
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Situazione di 4>4 nella metà campo
I difensori applicano i principi di
restringimento dello spazio, pressione,
copertura e diagonale, elastico difensivo,
fuorigioco ecc. L’allenatore dà inizio al
gioco consegnando palla agli attaccanti. Se
i difensori conquistano palla devono fare
meta nella linea di metà campo (fig. 20)
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Situazione di 4 >6 nella metà campo
I difensori applicano i principi appresi, cercando di mantenere il
reparto il più compatto possibile, temporeggiando, stando vicini e
allenandosi in condizioni di inferiorità numerica.
Cambiando la disposizione degli avversari possiamo abituare i nostri
difensori ad allenarsi contro diversi moduli di gioco d’attacco.
Uno degli obiettivi di quest’esercitazione è cercare di aumentare
l’autostima dei difensori, che a seconda del buon esito dell’esercitazione
matureranno grande consapevolezza (fig. 21 - 21 bis).
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Partita a settori 4>6 / 6>4
Si gioca una partita quattro contro sei in una metà campo e sei
contro quattro nell’altra metà.
Quindi non abbiamo fatto altro che divedere le squadre in due tronconi,
ciascuno in una metà campo (in una metà campo si difende
in inferiorità numerica, nell’altra si attacca in superiorità numerica).
Quando una linea difensiva riconquista palla la gioca nell’altra
metà campo ai suoi centrocampisti che a loro volta danno inizio
all’azione offensiva.
Rispetto alla precedente esercitazione abbiamo una maggior continuità
d’azione inserendo anche la fase di transizione (passaggio
da una fase di gioco ad un’altra), e avendo a disposizione un numero
maggiore di giocatori posso verificare velocemente il grado
d’apprendimento delle varie letture del gioco. (fig. 22).
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Partita 6>8 calcio rugby per i difensori
Partita dove i 4 difensori, che sono aiutati dai due centrocampisti
centrali, devono difendere la porta contro otto avversari; se i difendenti
conquistano palla possono andare a segnare gol oltrepassando
la linea di centrocampo. (fig. 23).
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Conclusioni
Il calcio viene definito da sempre come “gioco situazionale“, perché
le variabili che lo contraddistinguono sono varie e tra esse vi
sono il tempo e lo spazio.
La buona riuscita di una azione di natura tecnico-tattica è legata
prevalentemente al tempo dell’esecuzione e allo spazio nel quale
essa avviene.
Si pensi ad una chiusura, ad una marcatura, al raddoppio,
all’anticipo, all’applicazione del pressing, dell’elastico difensivo,
del fuorigioco: se non vengono eseguiti nello spazio “giusto”
e nel tempo “giusto”, saranno sicuramente inefficaci.
Ecco il motivo per il quale è molto importante avere a disposizione
giocatori bravi “situazionalmente”nel percepire, analizzare,
decidere ed eseguire velocemente.
Credo che una buona sequenza didattica nell’allenare le situazioni
di gioco diventi condizione fondamentale per la crescita di
squadra.
Attraverso tali sistemi di allenamento, che fanno rivivere
le condizioni e le problematiche domenicali, si stimolerà la
creatività e la responsabilità, si stimolerà un maggior affiatamento
tra gli atleti, si stimolerà la collaborazione e la cooperazione.
Grazie a tutto ciò sarà possibile formare un calciatore abile ad
usare la tecnica al servizio della tattica nelle diverse situazioni
che si presentano in gara.
Voglio concludere con un´ultima considerazione: il mio vissuto da
calciatore e da allenatore mi ha permesso di conoscere Mister Del
Neri in tre fasi diverse e successive; ho trovato un allenatore che si
è sempre migliorato, grazie alla curiosità, allo studio, all’entusiasmo
e alla passione, requisiti fondamentali per tutti noi allenatori.
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Francesco CONTI,
Allenatore
Professionista di 1^ Categoria. Collaboratore di
Luigi Del Neri al Chievo, Porto, Roma, Atalanta e Sampdoria
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