I critici insinuavano che il Bayern Monaco lo avesse ripreso più per amicizia (molto stretta sia con Hoeness che con Rummenigge) che non per convinzione. 'Robe del genere, con Beckenbauer, non sarebbero mai successe'.
In realtà la storia di Heynckes non è quella del raccomandato, tutt’altro. Dopo un’ottima carriera da giocatore (attaccante) nel 1979 divenne allenatore del Borussia Mönchengladbach.
Jupp era stato membro (importante) della nazionale che per molti vale come la più forte del calcio tedesco: quella che nel 1972 vinse l’Europeo per intendersi. Heynckes giocava accanto a Gerd Müller ma aveva libertà assoluta di svariare per tutto l’attacco: perché era dannatamente intelligente, e sapeva in quale posizione avrebbe dato più fastidio agli avversari. Caratteristica importante per un allenatore.
Negli Anni 70 Heynckes è sempre stato all’ombra dei grandi attaccanti tedeschi, specie di Müller. In realtà era la punta moderna: si allargava in continuazione, creando spazio per gli altri, al tempo stesso però segnava, segnava tantissimo: con 220 gol è il terzo miglior cannoniere della storia della Bundesliga.
Due volte ha vinto la classifica cannonieri del campionato tedesco (nel 1974 fa 30 gol; nel 1975 ne fa 27), due volte è capocannoniere della Coppa Uefa (12 reti nel 1973, 10 nel 1975, 10), una volta della Coppa delle Coppe (8 gol nel 1974) e una volta è stato eletto capocannoniere della Coppa dei Campioni (6 reti nel 1976).
Nel 1978 chiuse la carriera segnando 5 gol al Dortmund.
Ma non è mai stato apprezzato davvero come giocatore: forse, perché era avanti almeno di 30 anni.
Nel 1979 diventa quindi allenatore del M''Gladbach: la squadra con l’età media più bassa guidata dall’allenatore più giovane (aveva 34 anni).
Nel novembre del 1979 vince a Milano contro l’Inter per 3-2.
Quella sera i nerazzurri erano in vantaggio per 2-1, Heynckes mandò in campo Norbert Ringels urlando:
"Con questo cambio la vinciamo noi. Loro sono sfiniti."
Ringels segnò il 2-2 e si procurò il rigore del 3-2.
Per la prima volta Heynckes venne preso sul serio come allenatore.
Portò il Gladbach alla finale della Coppa Uefa, persa contro l’Eintracht per i gol in trasferta (vinse 3-2 in casa ma perse 1-0 al ritorno).
I giornali però parlavano di Heynckes, di quel giovane allenatore così serio e autoritario.
Quando il Bayern Monaco decise di prendere Matthäus dal Gladbach, Jupp alzò di tasca sua lo stipendio a Lothar di 100.000 marchi all’anno in modo che i bavaresi lo dovessero pagare ancora di più (sia per il cartellino che di ingaggio).
Nel 1987 la voglia di successo spinse Heynckes a lasciare il Gladbach per andare proprio al Bayern Monaco.
I bavaresi volevano fare il salto di qualità, e Udo Lattek, un santone del calcio tedesco, accusò Hoeness di aver preso un allenatore “debole”: in realtà egli stesso avrebbe voluto guidare il Bayern.
A vincere la Bundesliga, però, fu proprio Heynckes, per due anni di fila.
E da lì è cresciuto sempre di più. Nel 1998 ha vinto la Champions League con i Real Madrid, battendo la Juventus in finale.
Nel 2013, oltre 30 anni dopo il suo primo anno da allenatore al Gladbach, ha vinto il triplete con il Bayern Monaco.
Perché il calcio cambia, ma Heynckes, fin da calciatore, è almeno 30 anni avanti a tutti.
Per questo quando nelle birrerie tedesche ci si chiede se davvero Jupp sia uno dei migliori, la risposta, alla fine, è sempre “sì”.
Elmar Bergonzini
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