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In questi ultimi tempi il termine
“postura” è diventato così tanto di uso
comune da determinarne quasi un abuso.
Ormai nascono corsi a sfondo posturale
un po’ dovunque (rieducazione posturale,
postural pilates, yoga posturale, ecc).
In alcuni casi si tratta di corsi ben
organizzati altre volte di corsi tenuti
da chi di postura ne capisce ben poco.
In questo lavoro definiremo il concetto
di postura e alcuni aspetti ad essa
connessi.
Esiste uno stretto rapporto tra postura,
dolore, abitudini di movimento e psiche.
Cominciamo col darne la definizione: la
postura è il risultato dell’interazione
funzionale tra le componenti
biomeccaniche, neurofisiologiche,
psicologiche e psicosomatiche
dell’individuo, che si evidenzia con gli
atteggiamenti statici e dinamici dei
segmenti corporei, variabili in
relazione agli obiettivi da perseguire e
agli stimoli dell’ambiente (Martinelli –
Parodi 2007).
Dalla definizione si deduce che la
postura non è riconducibile solo a come
stiamo in piedi ma a come viviamo la
vita “spazialmente, psicologicamente e
temporalmente”. La postura è spesso
intesa, solo, come l’atteggiamento nello
spazio di testa, colonna vertebrale,
spalle, bacino, braccia e gambe, questa
visione, però, ne è solo una parte.
Una postura realmente sana è
caratterizzata da una naturale grazia
nei movimenti e, soprattutto, da un
porsi positivamente nei confronti della
vita in generale. Questo fine legame che
mette in relazione psiche e corpo è
perfezionabile sviluppando una maggiore
consapevolezza rispetto alle nostre
abitudini fisiche e i nostri
collegamenti emotivi con l’ambiente
circostante.
Perché dedicarsi ad un lavoro
individuale così impegnativo?
Semplicemente perché il risultato in
termini di salute sarebbe davvero
considerevole.
Cervello e corpo rispondono agli eventi
in modo simbiotico. Basti pensare che
agli eventi immaginati la risposta
corporea è uguale a quella evocata nel
caso in cui gli stessi eventi fossero
reali.
Ricordate qualche situazione di pericolo
vissuta in passato? Episodi di vita in
cui avete dovuto reprimere delle
emozioni? Sono tutti momenti in cui, voi
stessi, o meglio la vostra mente e il
vostro corpo hanno costruito
temporaneamente, ma potrebbe evolvere in
una condizione definitiva, una
cosiddetta “armatura muscolo-fasciale”
di protezione. E’ una reazione che
determina, come effetto riflesso, una
contrazione muscolare con conseguente
limitazione della mobilità articolare.
In un’ottica psico-somatica si può
considerare come il tentativo
(irrigidendo il corpo) di sentirsi più
sicuri e meno vulnerabili.
Ma questa rigidità, pseudo-rassicurante,
interferisce con la naturale fluidità
che caratterizza generalmente gli esseri
umani (in fondo siamo fatti per il 70%
di acqua) con la conseguente comparsa, a
lungo termine, di mal di schiena,
cervicalgie, dorsalgie, ecc. “La
tensione muscolo-fasciale distrugge la
fluidità del corpo e dei suoi movimenti
determinandone il logorìo.”
Le tecniche di rieducazione -
rilassamento (alcuni esempi sono:
bioenergetica, metodo Bertherat,
Pancafit, bioginnastica, ecc) sono un
utilissimo mezzo terapeutico, quasi
un’opera di restauro per la fluidità
corporea. E’ innegabile che una minima
tensione muscolare sia necessaria,
d'altronde la sua assenza non
permetterebbe un adeguato adattamento
alla forza di gravità (ci ritroveremmo
stramazzati al suolo) ma l’eccesso
risulta ancor più deleterio.
Per intenderci ancora meglio, l’essere
colpiti da una “pallonata” o da “parole
particolarmente severe o offensive”
porta l’inconscio a reagire come se si
trovasse di fronte ad una minaccia di
morte o comunque di pericolo, anche
grazie a questo meccanismo è stata
possibile l’evoluzione umana.
L’irrigidimento e la restrizione non
sono altro che tentativi naturali di
rassicurazione e stabilizzazione sia
psichica (in modo da mantenere la calma)
che fisica (per evitare azioni
improprie). In conclusione la postura
oltre a riflettere la nostra storia
intima e personale è anche influenzata
dall’ambiente in cui viviamo: il lavoro,
la famiglia e la società in genere.
Considerando che un “mal di schiena” può
avere tante cause si ritiene un valido
aiuto (ma non l’unica soluzione)
impegnarsi in un lavoro di
consapevolezza posturale
(preferibilmente seguito da un
chinesiologo) che tramuti il tempo
investito in un risultato di salute e
benessere.
Quanto detto potrà sembrare strano per i
legami messi in evidenza ma come dice
Ken Dychtwald “finchè una persona è
viva, non è mai un corpo separato dalla
mente…” (citazione tratta da: Psicosoma,
Astrolabio, Roma 1978). |
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