Attenzione
però, come in tutti gli altri
sistemi, ci sono anche degli aspetti
negativi in questo atteggiamento
molto offensivo ed aggressivo: prima
di tutto la difesa così alta può
andare incontro a parecchi problemi
se attaccata in velocità da
attaccanti rapidi e tecnici.
Sampaoli
adotta come soluzione al problema
dei grandi spazi alle spalle dei
difensori, la tattica del
fuorigioco; i tre difensori, tra l’
altro molto forti fisicamente e
abbastanza lenti, sono sempre pronti
a muoversi in avanti, al comando del
capitano Rojas, per far scattare il
fuorigioco; certo è che non è sempre
così facile riuscire nell’ intento
quando gli attaccanti hanno
trentacinque o quaranta metri di
campo da sfruttare.
In alcune
partite, ultimamente, si è vista una
soluzione ibrida con Rojas o
Gonzales che si staccano a turno in
posizione di libero quando la linea
difensiva è all’ altezza della metà
campo, questo per evitare, appunto,
pericolose infilate in velocità
degli attaccanti avversari.
L’ altro punto
debole di questa tattica è l’
intensità necessaria affinché
funzioni: se la pressione sul
portatore di palla e i compagni a
lui vicini è portata un attimo in
ritardo o con poca decisione, questi
avrà il tempo per trovare una linea
di passaggio o lancio libera;
consentire uno o due passaggi
potrebbe rivelarsi letale, perché le
linee di pressione sono tre, ben
distinte, con due passaggi o un
lancio precisi si possono superare
agevolmente un paio di queste linee
e creare quindi situazioni in cui la
squadra di Sampaoli ha sette
giocatori sopra la linea della
palla, con i tre difensori presi in
velocità a quaranta metri dalla
porta.
Esattamente
quello che è accaduto recentemente
nella doppia sfida di Copa
Sudamericana contro il San Paolo o
nei quarti del campionato cileno
contro la Union Espanola: la U de
Chile, forse in non perfette
condizioni fisiche, non è riuscita a
portare il suo pressing in modo
molto efficace, lasciando spazio
agli avversari di trovare giocatori
liberi a cui passare il pallone e
possibilità di veloci contropiede
che hanno agevolmente superato la
lenta difesa della U; se non si
riesce a bloccare il giro palla
subito, poi si rischia di correre a
vuoto dietro al pallone perché si
innesca un gioco di continue scalate
di posizione che rischiano però di
essere sempre un attimo in ritardo.
Offensivamente
la squadra ha, come abbiamo visto,
nelle ripartenze veloci la prima
arma, ma anche nelle situazioni di
recupero palla basso, vicino alla
propria area, la prima scelta è un
lancio lungo per il contropiede,
solitamente era Edu Vargas, ora al
Napoli, che si spostava in fase di
non possesso verso una delle corsie
laterali, disinteressandosi della
fase difensiva (altra caratteristica
tipica della filosofia di Sampaoli:
una volta superata la linea degli
attaccanti uno o due di loro restano
alti, senza difendere), pronto poi a
tagliare verso il centro, passando
dietro al difensore, per ricevere il
lancio e involarsi verso la porta.
La ricerca
dell’ azione veloce si vede in tutto
l’ atteggiamento della squadra:
nelle rimesse laterali, punizioni si
cerca sempre di prendere fuori tempo
e posizione gli avversari.
Quando la
squadra adotta i più classici 4-3-3
o 3-4-1-2, la seconda opzione
offensiva sono i classici giochi a
tre laterali, sfruttando le due
catene laterali: difensore esterno -
interno di centrocampo-ala, il giro
palla difensivo è indirizzato a
recapitare palla ai due esterni
molto veloci e bravi Rodriguez a
destra o Mena a sinistra, i quali
sono bravi a portarla avanti
superando il diretto rivale.
Mentre il
gioco in fascia si sviluppa gli
altri due attaccanti e un
centrocampista vanno ad attaccare il
centro dell’ area, aspettando il
cross, l’ altro centrocampista
aspetta al limite eventuali respinte
corte.
Interessante
notare, come, per non trovarsi con
la squadra sbilanciata e tanti
giocatori lontani dal pallone in
caso di palla persa, i cambi gioco
praticamente non esistono e per
rovesciare il fronte d’ attacco si
passa sempre prima dal
centrocampista centrale che riceve e
cambia lato, dando quel tempo in più
alla squadra per riposizionarsi. In
alcune situazioni, la bravura di
Canales e Lorenzetti ha permesso di
trovare sfondamenti centrali, grazie
a percussioni personali in
dribbling, che hanno chiamato fuori
i difensori e creato situazioni di
superiorità numerica centrale.