Introduzione
In questa premessa spiegherò i motivi che mi hanno indotto a scegliere
come argomento centrale della mia tesi un principio di difesa a mio
avviso poco attuato nel calcio dei nostri giorni e che si fonda sul
principio dell’orientamento sulla palla.
Ritengo che questo tipo di metodologia debba far parte del bagaglio di
ogni allenatore, facendone uso ogni qual volta che l’organico messo a
disposizione dalla società abbia le caratteristiche per poterlo attuare.
Questo modo di difendere, infatti, comporta che il resto della squadra
sia mentalizzata e pronta a utilizzare lo stesso sistema anche nelle
altre zone di campo.
In questo lavoro, parlerò di come si approccia a questo tipo di
metodologia, a partire dai primi giorni di ritiro precampionato.
Proprio questa fase di preparazione è, per vari motivi, il periodo
migliore per poter insistere con continuità sui concetti da trasferire e
far assimilare agli atleti: le gare ufficiali sono lontane, il tempo a
disposizione per lavorare sul campo è maggiore, la predisposizione
psicologica dei calciatori appena rientrati dalle vacanze
nell’immagazzinare informazioni – nuove o di poca conoscenza – è
ottimale.
Nell’esposizione della mia tesi ho deciso di utilizzare un campionario
di immagini di esercitazioni riferite a questa metodologia difensiva: la
proposta prevede un lavoro prettamente didattico in modo da stimolare i
protagonisti a muoversi, esclusivamente, in relazione alla posizione
della palla.
importante segnalare che ogni esercitazione eseguita è riproposta il
giorno seguente per pochi minuti, al fine di capire se i concetti
erogati il giorno precedente siano stati realmente assorbiti dai
calciatori.
Completata la serie di proposte, nella fase successiva saranno ripetute
le stesse esercitazioni a difficoltà maggiori: ovvero l’eliminazione di
riferimenti tipo i segnalatori, l’aumento della velocità
dell’esercitazione e infine la presenza dell’avversario; fattore,
quest’ultimo, di cruciale importanza poiché abitua i calciatori a non
farsi influenzare dalla presenza degli avversari.
Va sottolineato che, per una buona riuscita dell’esercitazione e la
corretta suddivisione dei compiti tecnici, è necessario che uno dei
collaboratori affianchi l’allenatore nello sviluppo dell’esercizio, in
modo che uno possa essere impegnato nel proporre, l’altro nel controllo
dello sviluppo comunicando ai protagonisti eventuali correttivi.
Le riprese delle immagini che ho deciso di utilizzare sono state
realizzate con un drone, strumento di importanza determinante poiché
consente di riprendere dall’alto le immagini in movimento e offre la
possibilità, al termine di ogni seduta, di visionare e valutare, in ogni
dettaglio, l’esercitazione.
Le proposte che andremo a vedere nei capitoli successivi prevedono la
suddivisione del lavoro in tre fasi:
• Verticale
• Orizzontale
• Difesa della porta
Le molteplici esercitazioni presentano un grado di difficoltà variabile;
consentono, pertanto, di analizzare le complessità presenti nei vari
step didattici prospettati alla squadra.
Legenda
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