Organizzazione Tattica Stefano PIOLI | Tesi Master Settore Tecnico

Le catene di gioco laterali in un 4-4-2

Stefano PIOLI  

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1. Introduzione

Nel gioco del calcio, indipendentemente che si giochi a uomo o a zona, il fondamento tattico principale deve essere l’organizzazione.

L’obiettivo che ogni allenatore deve porsi è quello di trasferire al gruppo le proprie competenze ed idee per far sì che tutti capiscano le stesse cose nella stessa situazione; creando così un linguaggio comune, per collaborare, cooperare e ragionare in modo univoco. Nell’impostare il proprio programma di lavoro l’allenatore non può prescindere dal valutare, conoscere ed arricchire il bagaglio tecnico-tattico individuale di ogni singolo giocatore.

È pertanto indispensabile che le abilità individuali vengano inserite nel collettivo, creando quindi l’organizzazione di gioco. All’interno di questa, la collaborazione e l’interrelazione sono di fondamentale importanza, al fine di avere un squadra sempre equilibrata, funzionale e razionale.

Le competenze dell’allenatore devono essere “assolute” per far sì che i propri messaggi diventino segnali chiari e precisi assimilabili da tutto il gruppo.

 

2. Sistema di gioco

Il sistema di gioco rappresenta e spiega la dislocazione di base, attraverso i compiti e le funzioni dei giocatori in campo.

Qualsiasi sistema di gioco si desideri attuare deve tenere conto delle caratteristiche fondamentali e indispensabili che rappresentano i principi generali di qualsiasi sistema.

Esse esigono che un sistema di gioco sia:

 - Equilibrato: che tenga in considerazione allo stesso modo e allo stesso tempo le due fasi in qualsiasi momento di gioco.

 - Elastico: che si possa facilmente adattare a qualsiasi avversario mantenendo sempre gli equilibri.

 - Razionale: che si adatti alle caratteristiche dei calciatori a disposizione.

La mia scelta per la stagione in corso, viste le caratteristiche psico-fisiche dei giocatori a disposizione, è stata quella di adottare un 4-4-2 a zona, ritenendolo un sistema in grado di garantire compattezza, equilibrio e sicurezza in fase difensiva ed efficacia e varietà in quella offensiva.

Inoltre è un sistema di gioco che permette di mantenere la squadra corta in entrambe le fasi di gioco, di aggredire costantemente l’avversario e di occupare ottimamente gli spazi cercando di sfruttare al meglio le fasce laterali.

 

1 Portiere

2 Laterale difensivo dx

5 Centrale difensivo dx

6 Centrale difensivo sx

3 Laterale difensivo sx

7 Centrocampista esterno dx

4 Centrocampista centrale dx

8 Centrocampista centrale sx

11 Centrocampista esterno sx

9 Attaccante

10 Attaccante

 

Figura 1: dislocazione nel 4-4-2    

3. Definizione di "catene di gioco

 

Le “catene di gioco” vanno intese come una collaborazione tra più giocatori dislocati vicino sul terreno in senso orizzontale o verticale dal sistema di gioco.

Essi effettueranno movimenti coordinati e funzionali, in relazione ad una determinata situazione in un dato settore di campo.

Le “catene” comprendono innumerevoli soluzioni tecnico-tattiche, la cui efficacia e molteplicità dipendono dalle abilità tecniche degli interpreti, dalle loro conoscenze tecniche e tattiche, da fattori fisici e psichici e dalla reazione degli avversari.

Nel 4-4-2 le “catene” di giocatori predisposte in senso verticale allo sfruttamento delle fasce laterali sono composte da: terzino, centrocampista centrale, ed esterno di centrocampo.

Avremo così sulla destra 2-4-7 e sulla sinistra 3-8-11 (Figura 2).

 

È fondamentale che queste terne di giocatori interagiscano tra loro muovendosi con sincronia e collaborazione, prerogativa principale per il gioco di ogni squadra.

Occupare, presidiare e sfruttare le fasce laterali è uno dei requisiti del gioco a zona.

In entrambe le fasi di gioco dovremmo assolutamente tener conto di due fattori fondamentali del gioco del calcio: tempo e spazio.

L’obiettivo di ogni allenatore è quello di cercare di migliorare continuamente questi due componenti, perché in qualsiasi situazione guadagnare e/o perdere tempo e spazio di gioco in qualsiasi situazione significa prevalere e/o soccombere rispetto l’avversario.

Nelle fasi successive andrò ad esaminare come le “catene” laterali possono comportarsi ed interagire nelle due fasi di gioco.

 

Figura 2 : catene laterali     

4. La fase difensiva

L’obiettivo generale nella fase di non possesso palla è rappresentato dal fatto di non farsi mai superare da un avversario con o senza palla grazie alla collaborazione del compagno (eccetto quando si utilizza la tattica del fuorigioco).

È questo che la terna di giocatori laterali dovrà tener conto in qualsiasi situazione.

Come già detto in precedenza, ritengo importante la conoscenza e l’apprendimento dei principi di tattica individuale (Tabella 1), che devono essere parte integrante del bagaglio tecnico-tattico di ciascun giocatore.

Successivamente il comportamento e le collaborazioni tra i compagni determinano l’organizzazione difensiva, che non può prescindere dal rispetto e mantenimento in ogni situazione dei principi di tattica collettiva (Tabella 2).

Principi di tattica individuale. Tab. 1

 

Principi di tattica collettiva. Tab. 2

  Fase di possesso palla

  Fase di non possesso palla

  Fase di possesso palla

  Fase di non possesso palla

Smarcamento Presa di posizione Scaglionamento Scaglionamento
Difesa e protezione della palla Marcamento Profondità Azione ritardatrice
Passaggio Intercettamento e/o anticipo Ampiezza Concentrazione
Guida della palla Contrasto Mobilità Equilibrio
Tiro in porta Difesa della porta Imprevedibilità Controllo e limitazione in difesa
 

Tutti suddetti principi, sia a livello individuale che come collettivo, devono essere soddisfatti per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Le “catene” di gioco devono compiere una moltitudine di scelte in svariate situazioni, nel minor tempo possibile, quindi il compito dell’allenatore è quello di dare ai propri giocatori più conoscenza e strumenti possibili, per far sì che essi scelgano l’opzione migliore.

Nel campionato Primavera, al quale partecipo con i giovani del Chievo, la quasi totalità delle squadre avversarie si dispongono sul terreno con un sistema di gioco simile al nostro (4-4-2), per cui spesso noi effettuiamo movimenti programmati.

In fase di non possesso ho scelto di effettuare un pressing offensivo sulle fasce, creando con le “catene” laterali densità in zona palla con l’obiettivo di ridurre tempo e spazio agli avversari, di riconquistare palla nella metà campo offensiva e di tenere il più lontano possibile dalla nostra area la squadra rivale.

Attraverso il posizionamento dei due attaccanti in zona centrale sulla trequarti campo, indirizziamo il gioco avversario sulla fascia, dove parte il primo movimento di pressione del giocatore 11 (Figura 3).

 

Figura 3    

 

È importante che questo giocatore parta con il tempo giusto, cioè durante la trasmissione del passaggio, che si avvicini il più possibile all’avversario, limitandogli la giocata.

Inoltre deve cercare di coprire con il proprio corpo più spazio possibile e stare attento a non farsi saltare dall’avversario in possesso palla.

Successivamente la coppia 3-8, dopo aver constatato che la pressione del compagno è stata realizzata nel tempo giusto, effettua una scalata in avanti in direzione della palla andando in chiusura sugli avversari: il nostro numero 8 in marcatura sul centrocampista avversario che si sposta verso il portatore di palla, e il nostro numero 3 che si posiziona sull’ala avversaria. (Figura 4).

 

Figura 4   

 

In questa situazione tutta la squadra scivola e sale in avanti, accompagnando il pressing della catena laterale, mantenendo corta la distanza tra i reparti.

Il procedere dell’azione è relazionato alla giocata effettuata successivamente dall’avversario in possesso, che può sia trasmettere palla, sia cercare di superare in dribbling la nostra pressione.

Sul passaggio lungo linea del laterale avversario vi sarà l’immediata pressione del nostro terzino 3 che viene aiutato dallo scivolamento laterale del mediano 8, mentre l’altro centrocampista 4 va ad occupare la zona centrale e l’esterno opposto 7 rimane più aperto rispetto al terzino 2.

Allo stesso tempo la linea difensiva, rimasta composta da 5-6-2, sale e si allinea togliendo profondità agli avversari (Figura 5).

Si formeranno cosi tre nuove linee di reparto: 11-10-9 in attacco, 3-8-4-7 in centrocampo, 6-5-2 in difesa, trasformando il sistema di gioco in un 3-4-3.

 

Figura 5    

 

Il nostro centrocampista esterno 11, non superato dall’avversario ma dalla palla, rimane in zona offensiva con due chiari obbiettivi: formare un ipotetico tridente offensivo, rendendo più pericolosa ed efficace l’eventuale ripartenza e, nello stesso tempo, la squadra mantiene l’equilibrio dividendo egualmente il compito e gli sforzi dei due centrocampisti esterni; lavora e si abbassa quello lontano e rimane alto quello in zona palla (Figura 6).

 

Figura 6   

 

Altro comportamento che si può evidenziare è il caso in cui il possessore di palla avversario riesca a dribblare il nostro esterno 11 verso il centro del campo.

In questa situazione il mediano 8 esce in pressione in seconda battuta con la copertura del n° 4.

L’esterno 11 saltato, cerca di recuperare e portare un raddoppio, il terzino 3 rientra nella linea difensiva (Figura 7).

 

Figura 7   

 

In questa nuova azione per qualche istante il possessore di palla avversario avrà tempo e spazio di giocata, quindi la nostra linea difensiva dovrà riconoscere la situazione di palla “libera” e comportarsi di conseguenza.

La difesa su palla “libera” non deve mai farsi trovare ferma, ma scivolare dietro togliendo profondità agli avversari, anticipando il movimento degli attaccanti per non partire sulla stessa linea.

Sull’eventuale e successiva pressione, quindi su palla “coperta”, la linea difensiva sale, scalando le marcatura in avanti per lasciare gli attaccanti in fuorigioco togliendo così profondità di giocata.

Se, invece, il laterale avversario dribbla il nostro 11 sull’esterno, il terzino 3, avendo già un diretto avversario da controllare, si troverà in situazione di inferiorità numerica quindi scivolerà dietro, temporeggiando ed aspettando l’arrivo e l’aiuto del n° 8 (Figura 8).

 

Figura 8    

Quando invece la pressione del nostro centrocampista esterno 11 risulterà efficace, costringeremo l’avversario ad un calcio affrettato in avanti, agevolando il compito di recupero palla da parte della linea di difesa.

chiaro che non possiamo sempre essere posizionati in modo ottimale per poter effettuare un pressing offensivo quindi è importante che i giocatori sappiano comunicare ed interagire in ogni  situazione attraverso segnali semplici e precisi che possono essere riassunti e sintetizzati nelle seguenti regole di gioco.

- La “catena” laterale deve in qualsiasi momento essere in grado di marcare e coprire e di saper scalare le marcature grazie all’aiuto vocale del compagno dietro.

- Quando la palla è libera i giocatori devono essere pronti a marcare meno l’uomo e a coprire di più lo spazio, mentre quando la palla è coperta, o l’azione avversaria si sviluppa nelle vicinanze della nostra area, sia la marcatura che la copertura saranno più strette e ravvicinate.

 

Una semplice esercitazione di base dove possiamo allenare ed evidenziare la collaborazione difensiva delle “catene” laterali, in tutte le sue svariate situazioni, è il far giocare le due linee difensive (difesa e centrocampo) a difendere contro dieci o più avversari (Figura 9).

 

Figura 9    

 

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Stefano PIOLI,  Allenatore Professionista di Prima Categoria.

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Data inserimento e aggiornamento nel sito: 22/12/2015 -  12/01/2018

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