Caratteristiche dei tre centrocampisti in un centrocampo a tre
Massimiliano ALLEGRI
Introduzione
Nel calcio moderno vengono applicati vari e diversi
sistemi di gioco, che sono utilizzati tenendo presenti le
caratteristiche fisiche, tecniche e psicologiche dei giocatori che
l’allenatore ha a sua disposizione.
Esporrò alcuni sistemi centrati sulle figure dei
centrocampisti, ma non mi dilungherò sui sistemi da adottare in base
alle caratteristiche della squadra avversaria di turno, perché questo
condurrebbe troppo lontano nell’esposizione ed esulerebbe dal compito
che mi sono proposto.
Quella dell’anno appena terminato (anno calcistico
2004/2005) è stata la mia seconda esperienza di allenatore.
Sono stato costretto a fare di necessità virtù per quanto
riguardava la scelta di un modulo di gioco, giacché
non conoscevo tutte le caratteristiche dei singoli
giocatori che la società, SPAL, aveva messo a mia disposizione; ho,
infatti, raggiunto la squadra solo il giorno precedente a quello in cui
la squadra stessa è partita per il ritiro.
Ho quindi dovuto impiegare un po’ di tempo prima di
scegliere il modulo con cui far giocare la squadra, in modo da poter
sfruttare al meglio le potenzialità dei singoli giocatori a mano a mano
che avevo modo di conoscerle.
All’inizio ho pensato di adottare un 4-4-2, modulo che
assicura almeno una buona tenuta difensiva; poi, per motivi di rosa
ristretta ed a causa di vari infortuni sono passato ad un 4-3-3 (vedi
Fig. 1).
Nelle prime otto partite abbiamo giocato utilizzando
questo sistema; in seguito ho cambiato l’assetto del centro campo, nel
senso che invece di giocare con il regista basso N° 4 (vedi ancora
Fig. 1), ho rovesciato il triangolo di centro campo ed ho fatto
giocare la squadra con i due mediani e il trequartista avanzato (vedi
Fig. 2), in attacco i due esterni offensivi e la punta centrale e
mantenendo i quattro difensori in linea:
Le qualità tecniche e tattiche dei tre centrocampisti
devono essere molto differenti a seconda che si scelga di giocare con il
centrocampista N° 4 basso davanti alla difesa e due interni di
centrocampo N° 8 e N° 10 (Fig. 1) oppure con due centrocampisti
N° 8 e N° 4 davanti ai quattro difensori, con il trequartista n° 10
davanti ai due centrocampisti
(Fig. 2).
2.1 Triangolo con il vertice basso
Vediamo quali sono i requisiti che devono
posseder i giocatori quando la squadra gioca con il vertice basso
Il centrocampista davanti alla difesa (N° 4, “regista”)
ideale dovrebbe essere innanzi tutto dotato
– di grande carisma in modo da poter comandare al meglio
i due interni di centrocampo N° 10 e N° 8 quando non in possesso di
palla e i tre uomini d’attacco N 7, N° 9 e N° 11.
Esempio:
quando la squadra avversaria inizia l’azione, il regista basso N° 4 deve
dare i tempi dell’uscita dei due esterni N° 7 e N° 11 e dei due interni
di centrocampo N° 8 e N° 10 accorciando in avanti; nello stesso tempo il
N° 9 va a chiudere la possibilità da passaggio all’indietro da D a C:
Importante: quando la propria squadra conclude l’azione,
il regista arretrato ha il compito di richiamare subito i due
centrocampisti e i tre attaccanti a mettersi nelle posizioni giuste per
poter organizzare la riconquista della palla.
Nel caso in cui i tre uomini d’attacco siano tagliati
fuori dalla fase di recupero della palla, il comportamento dei tre
centrocampisti e dei quattro difensori dovrà essere il seguente:
1. non farsi saltare ma rallentare l’azione degli
avversari indietreggiando,
2. il N° 8 esce sull’esterno 3, il N° 4 prende il
posto del N° 8 e il N° 10, abbassandosi, stringe verso il centro:
Nella situazione poi in cui ci si debba
difendere con i sei difensori su attacco con palla centrale, occorre:
1. non farsi saltare ma
temporeggiare;
2. il regista N° 4 cerca di
mettere in zona d’ombra il portatore di palla A, limitandogli Tempo e
Spazio di gioco e chiamando il N° 8 a dargli copertura alle spalle,
mentre i quattro difensori dietro rimangono stretti:
Il N° 4, il “regista” deve inoltre essere
dotato
– di buona tecnica, per poter dare
i tempi di gioco alla squadra;
– di un ottimo senso della
posizione (senso tattico), per poter giocare sul corto quando c’è da far
girare la palla e quindi farsi trovare sempre smarcato in modo da
fungere da punto di riferimento per tutti gli altri compagni;
– di un ottimo calcio lungo e
preciso sia per poter prontamente trasformare l’azione da difensiva in
offensiva (azione di contropiede) sia, e soprattutto, per poter cambiare
fronte di gioco quando la squadra è pressata e per poter facilmente
trovare la parte opposta del campo dove la squadra avversaria è
presumibilmente meno coperta.
Deve inoltre essere abile nelle
verticalizzazioni e non deve mai perdere la posizione, perché in tal
modo in fase di non possesso può offrire copertura (fare da schermo) ai
suoi quattro difensori, cercando di andare ad impedire le giocate in
verticale o in diagonale dei giocatori avversari, difensori o
centrocampisti che siano, in favore dei loro attaccanti.
Grande senso tattico, quindi, sembra
essere la qualità specifica più rilevante per un giocatore impegnato in
queste mansioni.
Saranno pochi e ben meditati i suoi
inserimenti offensivi durante la partita; questo per non lasciare
sguarnita la zona centrale del campo.
La squadra si aspetta che sia lui a
fornirle equilibrio nella zona più nevralgica del campo.
A differenza del centrocampista centrale,
i due interni di centrocampo
(N° 8 e N° 10)
devono essere in possesso di una buona corsa, soprattutto perché, dato
che la squadra gioca con una punta centrale e due esterni d’attacco,
occorrono molti loro inserimenti senza palla in zona d’attacco.
I tempi di inserimento nelle varie
soluzioni offensive sono fondamentali per poter o arrivare alla
conclusione con un tiro da fuori area o andare a chiudere l’azione
tramite eventuali combinazioni (giocate) che vengono costruite
soprattutto dalla parte opposta del campo (ad esempio cross).
Di solito uno dei due (tradizionalmente
il N° 10) deve
– essere in grado di creare
superiorità numerica (saltare l’uomo) mediante il dribbling;
– saper eseguire perfettamente
l’ultimo passaggio;
– essere in possesso di un buon
tiro da fuori;
– e soprattutto riuscire a
verticalizzare l’azione per poter mettere i tre uomini d’attacco in
condizione di andare alla conclusione positiva dell’azione.
A differenza del N° 10, il N° 8 deve:
– essere in possesso di maggiori
qualità tattiche;
– aiutare maggiormente i compagni
di centrocampo;
– lavorare in maggior misura
quando la squadra non è in possesso di palla;
– aiutare il centrocampista
centrale nel dare equilibrio alla squadra e nel recuperare palloni dalla
squadra avversaria.
Anche se il N° 8 ha minori qualità
tecniche del compagno N°10, egli deve saper accompagnare l’azione per
essere poi in grado di andare alla conclusione (tiro da fuori).
Il N° 8 è inoltre un buon colpitore di
testa (contrasti sui rinvii) e forte fisicamente.
2.2 Triangolo con il vertice alto
Quando invece si giochi con i due mediani
davanti alla difesa ed il trequartista,
le caratteristiche che devono possedere
tutti e tre i giocatori in questione sono completamente differenti da
quelle dei centrocampisti citati sopra.
Con questa disposizione (vedi sopra), i
due mediani posti davanti alla difesa sono fondamentali per l’equilibrio
della squadra.
Essi non devono mai abbandonare la zona
centrale del campo; pur accompagnando sempre l’azione non dovrebbero mai
farsi trovare sopra la linea della palla, sia in fase offensiva sia, a
maggior ragione, difensiva.
Uno dei due deve essere maggiormente
dotato delle caratteristiche proprie di un regista, in modo tale da
poter fare da punto di riferimento per i quattro difensori nella fase di
costruzione dell’azione offensiva.
L’altro, invece, deve sicuramente essere
provvisto di una grande dinamicità, di ottima corsa e di un buon colpo
di testa.
Una volta i giocatori dotati di queste
caratteristiche venivano denominati cursori di centrocampo.
Questi due mediani hanno il compito di
proteggere la difesa quando la squadra non è in possesso di palla, di
dare equilibrio alla squadra ed essere sempre in appoggio al
trequartista N° 10 e ai tre uomini (N° 7, N° 9 e N° 11) che compongono
l’attacco.
Vediamone due esemplificazioni:
In questa situazione, con il N° 7
tagliato fuori dall’azione, il primo obiettivo dei sei che difendono è
quello di non farsi saltare e rallentare l’azione, “scappando” verso la
porta per togliere spazio e non dare profondità agli avversari:
Il N° 4 esce sul N° 3 avversario;
il N° 8 scala in mezzo e il N°
10 prende il posto dell’interno sinistro: il
N° 4 non si deve far saltare ed aspettare il raddoppio eventuale
del N° 7 che torna;
il N° 2, in questo caso, non può
uscire e raddoppiare perché deve controllare il N° 10.
In una situazione quasi analoga alla
precedente:
In questo caso, con il taglio del N° 10
avversario, il N° 2 esce sul N° 3, temporeggiando, il N° 4 raddoppia il
N° 8 e va a fare il vertice basso (schermo davanti alla difesa) al posto
del N° 8 agendo da interno sinistro.
Il trequartista N° 10, o centrocampista
avanzato, ha il compito di regista offensivo e minori compiti difensivi
degli altri centrocampisti.
Deve:
– farsi sempre trovare smarcato
come punto di riferimento per lo sviluppo del gioco offensivo, dando
appoggio ai due centrocampisti, oltre che, quando necessario, ai quattro
difensori;
– muoversi soprattutto nella zona
di campo intermedia tra i centrocampisti e i difensori avversari;
– essere in possesso di buona
tecnica e buon dribbling in modo da poter creare superiorità numerica;
– saper verticalizzare (ultimo
passaggio);
– essere dotato di un buon tiro
– e infine avere i tempi giusti di
passaggio per eventuali inserimenti di compagni.
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