Progressione didattica (con commenti “aperti”) finalizzata
all’apprendimento della conduzione palla e del dribbling, nella scuola
calcio
Emanuele BRUZZONE
Nei primi anni di scuola calcio alcune finalità
dovrebbero essere perseguite con particolare
applicazione.
· È nota, ad esempio, l’importanza che deve
essere assegnata alle esercitazioni utili al
miglioramento delle capacità coordinative di base,
assolutamente propedeutiche a tutto il lavoro sul
modello tecnico – atletico del futuro calciatore.
· Così come sappiamo quanto sia assolutamente
opportuno dedicare molta attenzione affinché il
bambino riconosca e rispetti le regole del gioco
(anche se in quel particolare momento sono a lui
sfavorevoli).
Forse invece meno immediata per noi adulti (così
diversi dai bambini) risulta essere la
determinazione delle priorità specifiche di tipo
strettamente tecnico, laddove di frequente la
sequenza e la tipologia dei lavori riservati al
periodo della specializzazione vengono parimenti
trasferite sui giovani della scuola calcio.
In una fase spiccatamente egocentrica, il bambino di
7 – 8 anni trae la massima soddisfazione in ogni
situazione di tipo individuale, raggiungendo,
nell’esecuzione di queste proposte, altissimi
livelli di motivazione ed ottimizzando pertanto il
coefficiente di apprendimento.
Poco portato alla ricerca dei compagni, quando si
appropria del pallone converge ogni attenzione verso
il dominio dell’attrezzo, nel tentativo di
migliorarne la conoscenza ed il controllo.
Peraltro pretendere che un bambino di questa età
riesca, durante la partita, a mettere a fuoco con
continuità ed accortezza anche lo spazio circostante
rischierebbe solo di ostacolare un percorso
assolutamente naturale e progressivo, nella graduale
determinazione dei vari elementi di gioco.
Nondimeno l’orientamento spazio – temporale
rappresenta un obiettivo certamente da solleticare,
ma in particolare attraverso giochi semplificati o
tradizionali. Nelle partite la “complessità
ambientale” è tale (diversi compagni, avversari,
perimetro di gioco, porte, pallone da controllare;
loro costante variabilità) da determinare nel
bambino la necessità di stabilire alcune priorità,
trascurando necessariamente il resto.
La ricerca della collaborazione (vedi “passaggio”)
rappresenta per lui un aspetto al momento meno
importante, quasi un impedimento. Certamente il
doversi privare della palla, anche se per favorire
uno sviluppo di gioco migliore e più rapido,
contrasta pesantemente con quello che lui vorrebbe
fare e con la sua naturale predisposizione ad essere
unico protagonista.
Programmare dunque un buon periodo della stagione da
rivolgere in prevalenza al miglioramento del dominio
della palla e del dribbling produce un pieno
soddisfacimento delle aspettative del bambino e di
conseguenza realizza vantaggiose condizioni per
l’assimilazione consapevole dei diversi movimenti.
Inoltre, solo con il miglioramento nella conoscenza
e nel controllo del pallone è ipotizzabile un
graduale trasferimento del “focus attentivo” verso
gli elementi di gioco dell’ambiente circostante.
I giochi, le esercitazioni e le situazioni che
seguono contano quindi di fornire al lettore alcuni
utili spunti per facilitare la preparazione delle
sedute di allenamento indirizzate appunto al
perfezionamento del controllo palla e del dribbling.
Gioco iniziale
Il Semaforo
I bambini controllano la palla dentro ad uno spazio
delimitato da coni o cinesini, seguendo le
indicazioni dell’istruttore.
Quando l’istruttore (cerchio giallo) grida (con
enfasi e non certo con tono di rimprovero) “rosso !”
i bambini devono fermarsi sul posto, con un piede
sopra alla palla.
Se grida “giallo !” i bambini conducono palla
camminando.
Se grida “verde !” guidano la palla correndo.
Insistere sul fatto che devono avere sempre la palla
vicina e che le spalle devono stare quasi sopra al
pallone. Mai indietro, perché la corsa sarebbe meno
funzionale al controllo e rischierebbe di “sedersi”
troppo. Peraltro la palla sarebbe anche poco
protetta e quindi facilmente conquistabile
dall’ipotetico avversario.
In questo gioco, vista la relativa facilità della
situazione, si riesce altresì a richiedere una certa
attenzione verso la ricerca di una omogenea
occupazione del campo (suggerendo di “cercare” lo
spazio libero), promuovendo induttivamente una
iniziale forma di scaglionamento del gruppo (vedi
orientamento spazio – temporale).
Un naturale successivo passaggio potrebbe
considerare l’utilizzo del segnale visivo (ad
esempio 3 cartellini di colore diverso) in modo da
stimolare ulteriormente la visione periferica,
mantenendo ugualmente il programmato lavoro
individuale, nel rapporto di 1 bambino/1pallone.
In seguito sarà utile altresì richiedere la
conduzione della palla con l’obbligo di utilizzare
un solo piede, sforzando così la ricerca del
contatto con l’interno e l’esterno del piede ed
esercitando il bambino allo spostamento, sul piano
frontale, del bacino rispetto al pallone, in una
esecuzione decisamente introduttiva per i successivi
apprendimenti in diverse forme di dribbling.
La proposta consente a tutti i bambini di
partecipare attivamente e con continuità.
Caratteristiche di primaria importanza in
particolare in questo iniziale periodo di avviamento
sportivo
NB: il gioco si presta anche ad essere svolto
senza l’attrezzo, richiedendo ai bambini particolari
tipi di corsa ed andature. In questo caso è evidente
che gli obiettivi della tecnica di base vengono
disattesi, a beneficio di tutto il movimento senza
palla. Tale lavoro potrebbe rappresentare la parte
preliminare del gioco con la palla
Guida nel traffico
In questo gioco si mantiene il rapporto di 1 bambino
– 1 pallone, ottemperando alle importanti
caratteristiche di metodo sopraccitate.
La proposta si priva delle informazioni circa le
modalità di conduzione in base al colore chiamato,
aumentando però leggermente la difficoltà di
controllo a causa della presenza dei coni
all’interno del terreno di gioco.
In tal modo viene incrementata la finalità tecnico
coordinativa della conduzione palla, laddove
compagni e conetti vanno a rappresentare un bel
numero di ostacoli da scansare.
In seguito potremo limitare il controllo palla
pretendendo l’utilizzo di un solo piede (le parti
del piede sono varie e spesso intervengono in
percentuali ed angolazioni differenti nel momento
del contatto.
Ognuno a modo proprio sarebbe bene che raggiungesse
l’obiettivo stabilito e che ovviamente i
condizionamenti imposti favorissero l’utilizzo di
una parte specifica e programmata), in modo da
portare il bambino, nel tempo, ad una buona
confidenza con l’attrezzo.
La naturale progressione del gioco dovrebbe
richiedere al bambino di “puntare” un cono (ognuno
si deve orientare verso un cono libero, con la
necessità quindi di “alzare la testa”) ed eseguire
un dribbling.
Il tipo di superamento potrà essere “a piacere”
ovvero sperimentando movimenti visti ed allenati, in
forma libera, in precedenza.
È evidente che la dimensione dello spazio a
disposizione ed il numero dei bambini presenti al
gioco aumentano o diminuiscono le difficoltà di
esecuzione.
Così come il ritmo di corsa richiesto. (Spazio e
tempo vanno a rappresentare fin da queste forme
elementari di esercizio elementi irrinunciabili per
poter organizzare un percorso didattico che
favorisca una consapevole comprensione del gioco del
calcio).
I Percorsi
Slalom in linea
Semplice esercitazione che invita il bambino ad una
continua regolazione della traiettoria e della forza
da imprimere alla palla per poter eseguire
correttamente la conduzione.
In riferimento all’aspetto tecnico valgono le
considerazioni espresse in precedenza, con la
importante differenza che “dentro” ad un preciso
percorso la necessità del controllo viene richiamata
con maggiore continuità, con positive ripercussioni
sulla capacità coordinativa “di differenziazione”.
Gli sviluppi di questa proposta prevedono di poter
introdurre anche alcune varianti all’interno del
percorso stesso (ad esempio il giro completo attorno
ai coni centrali) o di richiedere la conduzione con
un solo piede. Con queste ulteriori restrizioni, le
capacità coordinative di ”equilibrio” e “ritmizzazione”,
hanno modo di essere apprese con buona incisività.
Sotto l’aspetto metodologico pare necessario
precisare che, rispettando l’importante principio
del mantenimento di una adeguata intensità della
seduta, sarebbe congruo predisporre un numero di
percorsi tale da non allungare troppo i tempi di
attesa. Pertanto laddove avessimo presenti 9
bambini, i percorsi dovrebbero essere 3, mentre con
10 bambini, se possibile dovremmo creare anche 5
percorsi in modo da ottenere 1 tempo di lavoro ed 1
di recupero.
Evitare il classico lavoro a 2 percorsi, nel quale
le 2 file di 4 o 5 bambini (se non di più !?)
diluirebbero eccessivamente i tempi dell’ esercizio
attivo, provocando spesso qualche difficoltà nel
gestire i ragazzi fermi.
In seguito potremmo richiedere di provare continue
sequenze di dribbling, puntando in successione i
vari coni disposti sul percorso, progredendo così
verso l’apprendimento del gesto.
Ricordare sempre che il dribbling va eseguito,
affinché possa produrre i migliori risultati, quando
ci si trova molto vicini all’avversario.
La tipologia del dribbling da sperimentare dovrà
inizialmente essere dimostrata dall’istruttore
affinché i bambini possano raccogliere le prime
informazioni visive circa le specifiche modalità di
esecuzione.
Movimenti speculari a coppie
Questa situazione di gioco vuole presentare all’allievo uno spaccato di gara durante il
quale si sperimenta il fondamentale in questione verificandone il reale livello di
apprendimento.
Attraverso un percorso di tentativi ed errori migliora progressivamente la
capacità di “adattamento e di trasformazione” del movimento con inevitabili vantaggiosi
esiti sul numero dei dribbling riusciti.
Inizialmente è ragionevole predisporre degli 1>1 senza palla, dove chi attacca deve
raggiungere una meta prestabilita senza essere toccato dall’avversario.
Equilibrio, reazione motoria, adattamento e trasformazione sono tutte capacità
coordinative decisamente sollecitate in questo gioco e vanno a rappresentare un bagaglio
di competenze motorie di sicura efficacia negli sviluppi futuri dell’ 1>1 con palla.
I bambini conducono palla, in senso contrario, a
coppie uno di fronte all’altro.
A metà percorso eseguono una finta/dribbling a
destra o sinistra (entrambi) e proseguono fino al
cono per poi tornare e ripetere l’esercizio.
La presenza di una figura in movimento da superare,
incrociandola, conduce gradualmente verso un
apprendimento sempre più funzionale del gesto. Anche
se non esiste una resistenza attiva, la scelta del
tempo per iniziare il dribbling si deve
necessariamente rapportare col movimento del
compagno opposto e deve avvenire ad una distanza
utile (meglio quando sono molto vicini).
· Sposto palla d’interno e la riprendo con
l’altro piede
· Sposto palla d’interno dx – balzello
laterale – la riprendo con l’esterno dello stesso
piede
· Doppio passo
· Finta di lancio o tiro e cambio direzione
Sono solo alcune modalità di guida utilizzate con lo
scopo di superare l’avversario o di trarlo in
inganno.
La bibliografia corrente ovvero i numerosi dvd sul
gioco del calcio in commercio offrono un corposo
materiale didattico dal quale sarà possibile
estrarre gli esercizi che riterremo più adeguati al
nostro programma.
L'uno contro uno
Questa situazione di gioco vuole presentare all’allievo uno spaccato di gara durante il
quale si sperimenta il fondamentale in questione verificandone il reale livello di
apprendimento.
Attraverso un percorso di tentativi ed errori migliora progressivamente la
capacità di “adattamento e di trasformazione” del movimento con inevitabili vantaggiosi
esiti sul numero dei dribbling riusciti.
Inizialmente è ragionevole predisporre degli 1>1 senza palla, dove chi attacca deve
raggiungere una meta prestabilita senza essere toccato dall’avversario.
Equilibrio, reazione motoria, adattamento e trasformazione sono tutte capacità
coordinative decisamente sollecitate in questo gioco e vanno a rappresentare un bagaglio
di competenze motorie di sicura efficacia negli sviluppi futuri dell’ 1>1 con palla.
In seguito la stessa situazione può essere proposta con la palla. Il punto si realizza
quando il bambino riesce a dribblare l’avversario superando la linea di metà e fermando la
palla con la pianta del piede.
Uno contro uno con porticine laterali
Questa è una esercitazione che diverte molto i bambini e che pertanto li rende attenti e
vogliosi d’imporsi.
Si tracciano 2 porticine di 2 mt circa, disposte lateralmente su una linea di fondo che
devono essere difese da 1 bambino.
Ovviamente l’altro le attacca e realizza un punto se le
supera:
1. senza farsi toccare se l’esercizio non prevede l’utilizzo della palla;
2. entrando in conduzione palla dopo aver dribblato l’avversario, se è previsto l’uso
dell’attrezzo.
Il fatto di dover entrare nelle porticine e non solo superare la linea di fondo come nel
precedente esercizio aumenta la difficoltà strategica e costringe chi attacca ad una
maggior valutazione sullo spazio conquistato, con la necessità di forzare le finte e le
contro finte.
I bambini si alternano nei ruoli di attacco e difesa.
Uno contro uno con
tiro in porta
Situazione dotata di svariati elementi di gioco e per questo decisamente richiesta dai
giovani atleti.
Il tiro in porta, che rappresenta anche nei piccoli il momento più eccitante della
partita, peraltro giustamente, li conquista e moltiplica l’attenzione e l’impegno a riuscire.
Rendere obbligatorio il superamento in dribbling dell’avversario, prima di tirare,
mantiene inoltre l’ effetto sull’obiettivo tecnico programmato, sperimentandolo peraltro in
una sequenza continua di movimenti, così come è necessario effettuare in gara
(conduzione – dribbling – tiro in porta).
La situazione si presta inoltre a numerose varianti, arricchendone e diversificandone le
finalità:
1. “battezzando” subito il possessore ed il difensore
a. senza alcun percorso coordinativo senza palla (1>1 + tiro in porta)
b. facendo precedere l’ 1>1 da una prima parte nella quale i bambini devono:
-. chi farà il difensore dovrà compiere un percorso coordinativo;
-. chi farà l’attaccante dovrà condurre palla all’interno di un percorso
seguendo le indicazioni;
2. senza prestabilire il ruolo, ma passando la palla al centro dopo che i duellanti hanno
effettuato un identico percorso coordinativo senza palla
Ad ogni duello avviene il cambio del ruolo o del percorso e il gioco può essere stabilito
anche a squadre.
Come si potrà notare, all’ interno di questa situazione incontriamo apprezzabili valenze
didattiche, laddove vengono richiamati induttivamente aspetti tecnico – tattici, ma anche
svariate capacità coordinative.
Queste in particolare all’interno del percorso ad ostacoli:
senza palla. (La diversità del tracciato che di volta in volta l’istruttore preparerà consentirà
di finalizzare la proposta verso differenti scopi).
Il percorso didattico dovrà proseguire attraverso l’utilizzo di proposte
progressivamente sempre più aperte e ricche di elementi di gioco.
Partitine e partite “a tema”, nelle quali si richiederà l’obbligo di segnare il punto (meta o
gol) solo dopo aver superato in dribbling un avversario, andranno a costituire condizioni
dotate di maggiore complessità e consentiranno all’allievo di misurare il livello di
apprendimento del gesto in un ambito sempre più prossimo al contesto di gara.
Infine, la partita libera e la partita “ufficiale” contro altre squadre andranno a
rappresentare il vero momento di verifica sulla reale capacità di rendere funzionale il
fondamentale tecnico allenato, laddove l’abitudine a sperimentarlo proprio durante la
partita costituisce una vantaggiosa condizione affinché questo possa essere eseguito con
esito positivo.
Grazie tante per l’attenzione e buon lavoro.
|