Il gioco del calcio
appartiene a una forma di conoscenza che
nasce dall’azione e si sviluppa proprio con
il fare.
Non
è il risultato della semplice applicazione
di un sapere statico e stabilito a priori,
bensì comporta un processo dialettico tra
pensiero e azione che rimane sempre attivo.
In questo risiede la sua difficoltà, ma
anche il suo fascino.
Se
ho imparato qualcosa dopo tanti anni
dedicati a questi temi è che qualsiasi
tentativo di costruzione teorica nel nostro
ambito deve, fin dall’inizio, assumere un
ruolo ausiliario, una condizione secondaria,
subordinata alle situazioni di gioco,
all’attività svolta sul campo, che sono le
autentiche depositarie della conoscenza
tanto nel calcio quanto in qualsiasi altra
attività sportiva.
Questo carattere ausiliario che attribuisco
alla teoria nel campo dell’attività
calcistica non diminuisce per niente la sua
importanza, né nega il suo valore decisivo.
E’ come la centina che
rende possibile la costruzione dell’arco:
una volta compiuta la sua missione, scompare
e non rientra nella percezione che abbiamo
delle situazioni di gioco, ma sappiamo che è
stato un passaggio obbligato e
imprescindibile, un elemento necessario a
erigere quello che ora vediamo e ammiriamo.
L’esperienza ci insegna che il processo per
raggiungere la consapevolezza, per
permettere il passaggio dal poter fare al
saper fare si porta a compimento per cammini
molteplici, secondo un itinerario personale
che di solito contiene una forte componente
autodidatta.
Ecco perché a quanto qui presentato, una
semplice progressione relativa ai movimenti
senza palla, non deve mai mancare uno spazio
dedicato al gioco libero..
1° Step
Saper leggere lo
spazio, occuparlo, viverlo
Semplici
esercitazioni
- Muoversi
inizialmente in modo libero nello spazio
- Muoversi
utilizzando uno spazio codificato ma sempre
secondo un proprio schema mentale e la
propria creatività.
- Chiedere poi
una esecuzione più dettagliata e raffinata,
nonché veloce.
- Chiedere di
ripetere le scelte motorie, che ogni ragazzo
ha adottato, in modo ritmato (corsa balzata,
ecc., allo stesso ritmo del compagno, ecc.),
o in condizioni temporali differenti (lungo/
breve), occupando uno spazio ben definito.
Queste richieste
rappresentano segnali percettivi che
“stressano”positivamente l’ organismo,
arricchendo il bagaglio motorio di ogni
giocatore.
- Ripetere il
tutto con la palla
2° Step
Dove, come, quando
Il gioco del calcio è
si un gioco di corsa ma anche e soprattutto
un gioco di continue scelte.
Le principali domande
che ogni giocatore si pone durante il gioca
sono:
· Dove muovermi
con e senza palla?
· Quando
effettuare il passaggio, lo smarcamento?
· Come e con
quale velocità sviluppare lo spazio e il
tempo?
Tante e svariate sono
le esercitazioni che possono aiutare il
giovane calciatore a visionare lo spazio, il
tempo e il ritmo di gioco.
Di seguito, a titolo
esemplificativo, viene proposta una semplice
progressione dedicata ai movimenti senza
palla ed alle capacità percettive e
spazio-temporali.
Una didattica riferita
a tali capacità è condizione sine qua non
per un più efficace apprendimento
tecnico-tattico.
Lo spazio di gioco è
costituito da un rettangolo,
convenzionalmente denominato castello, sul
cui perimetro si dispongono sette giocatori
in possesso di palla ognuno posizionato in
prossimità di una portina definita da due
cinesini.
Questo setting,
volutamente, rimane costante per tutta la
progressione mentre variano i principi o le
regole per occupare o liberare tale spazio
con azioni individuali o collettive.
Ciò che si propone è
ben rappresentato dalla seguente locuzione:
“non tanti esercizi, ma tante varianti di un
medesimo esercizio
Di seguito analizziamo
sei possibili varianti:
A) Passaggi in dai e
vai cambiando sempre lo spazio della giocata
(porticine).
Non si può andare
nella medesima porticina. (vedere figura 1)