Insegnare il calcio sembrerebbe ai più una cosa alquanto facile considerando che si tratta, semplicemente, di colpire una palla con i piedi.
I nostri ragazzi, sin da piccoli, si dilettano a dare calci ad un pallone, ma da qui ad insegnare calcio c’è molta strada da percorrere.
Questo meraviglioso gioco è ben diverso da tanti altri, perché risponde a variabili continue e mutevoli,un esempio è il raffronto con l’atletica leggera, dove il gesto tecnico del correre è finalizzato alla sola corsa, laddove, invece,nel calcio il correre comporta la conduzione della palla, l’avversario, il terreno di gioco, etc.
E’ evidente, quindi, che nel predisporre un programma di allenamento non si possa ad esempio eseguire metodologie allenanti che mirino esclusivamente a migliorare le Capacità Condizionali (Resistenza - Forza- Rapidità – Mobilità Articolare) ma si debba necessariamente abbinare lo sviluppo di tali capacità con le Capacità Coordinative (Differenzazione, Equilibrio, orientamento, Ritmo, Reazione,Trasformazione, Accoppiamento e Differenzazione dei movimenti) e con l’esecuzione del gesto tecnico proprio del calcio.
Allora un esercizio di allenamento che consista ,ad esempio, nella semplice trasmissione ripetuta del pallone ad un compagno posto di fronte, non ha motivo di esserci nel calcio di oggi,in quanto
Proposte didattiche per l’apprendimento del gioco del calcio
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per fronteggiarne le variabili, bisogna puntare ad un’esercitazione allenante che, oltre allo sviluppo dell’aspetto tecnico, associ alla stessa stimoli coordinativi e stimoli cognitivi mentali, in una logica che miri ad un allenamento multifattoriale.
Perseguire quindi obiettivi multipli che spazino da quelli tecnici a quelli coordinativi in un insieme utile e funzionale ad una crescita completa del ragazzo.