L’insorgenza della fatica nel calcio

Data inserimento e aggiornamento nel sito: 05/03/2012 - 06/04/2018

La fatica è un fenomeno multifattoriale complesso.

E’ causata da numerosi fattori a diversi livelli Si possono suddividere in due principali classificazioni Una prima suddivisione: fatica di tipo periferico

Una seconda suddivisione: fatica di tipo centrale.

 Essa può permanere o transitare durante una partita.

Coinvolge varie strutture nervose e muscolari.

Essa può essere facilmente studiata analizzando le risposte del muscolo a stimolazioni elettriche dei nervi periferici (muscolo quadricipite a stimoli elettrici del nervo femorale).

Essa è determinata da fattori di tipo nervoso o da fattori meccanico, oppure combinata da entrambi.

I fattori di tipo nervoso sono fondamentalmente legati alla ridotta eccitabilità del muscolo causata da alterazioni metaboliche che si determinano a seguito di esercizi svolti ad alta intensità (accumulo di ioni, abbassamento Ph muscolare)

 


Autore: Jonathan PROIETTO -  Fonte: Analyzeperformance


I fattori di tipo meccanico sono legati al numero di fibre muscolari funzionanti nel momento in cui si testa l’efficienza periferica.

Nel calcio possiamo suddividere due diversi tipi di fatica specifica: la fatica di tipo transitoria, che si presenta durante la partita a causa di brevi fasi (alcuni minuti) svolte ad intensità alta, e una fatica permanente.

Durante le fasi di alta intensità il meccanismo anaerobico risulta essere marcatamente attivato.

Altro possibili candidati a giustificare l’insorgenza della fatica di tipo transitorio potrebbero essere: la temporanea riduzione della concentrazione di fosfocreatina (CP) nel muscolo.

Oppure l’accumulo di potassio nello spazio interstiziale.

Ovviamente sono numerose le situazioni in cui la fatica non è determinata da uno solo di questi elementi ma da una combinazione degli stessi. te, che insorge nella fase finale del match.

 

Fisiologia

"Percepisco lo sforzo, classifico la fatica"

Nel calcio la resistenza organica è la capacità di mantenere il più possibile costante la prestazione dal punto di vista atletico, tecnico e tattico, nonostante si sia già compiuto una grande quantità di lavoro.

La prestazione del calciatore e l’allenamento si basano attraverso la resistenza generale organica.

L’allenamento aerobico e di soglia anaerobica influenza positivamente la prestazione di gara di un calciatore, e supporta quello anaerobico e di forza.

Inoltre, favorisce il controllo del tessuto adiposo corporeo. Per parlare di resistenza organica, è necessario definire alcuni parametri:

- la soglia aerobica, raggiunta quando la concentrazione ematica di lattato raggiunge i 2mmol/L (S2)

- la soglia anaerobica, raggiunta quando la concentrazione ematica di lattato è pari a 4mmol/L (S4)

 

Da alcuni anni, mi sono dedicato e ho seguito attentamente la metodologia di uno dei più bravi preparatori atletici in circolo nel calcio italiano, studiando la percezione soggettiva dello sforzo da parte di un calciatore.

Questo mio interesse deriva più che da una buona metodologia di valutazione fisica, anche per un miglioramento del feedback comunicativo con l’atleta stesso.

Infatti il preparatore atletico somministra il carico esterno a cui corrisponde quello interno, diverso per ciascun atleta, che provoca adattamenti specifici.

La percezione dello sforzo qualifica e quantifica lo stato di fatica dell’atleta.

Dalla scorsa stagione, appunto per questo scopo, sfrutto la Scala di Borg.

Si tratta di una scelta che si è rilevata un’esperienza assai importante proprio per capire l’atteggiamento del calciatore nell’espressione fisico-atletica del suo lavoro.

A ogni giocatore, dopo una determinata seduta di allenamento, viene chiesto: “come hai percepito lo sforzo?”

Generalmente la valutazione Borg va interpretata e presenta tre tipi di risposte da parte dei giocatori:

- calciatore che enfatizza il Borg e tende a dare i valori più elevati

- calciatore che sminuisce il Borg e tende a dare valori più bassi

- calciatore affidabile che riesce a dare un risultato reale

 

Inoltre, nel rapporto personale con l’atleta, si può capire quale tipologia di calciatore abbiamo di fronte.

Un atleta sospettoso tende a pilotare le proprie risposte, quello influenzabile è condizionato dal clima o dall’umore personale.

Di particolare interesse è l’analisi del valore di Borg che otteniamo alla fine della partita, cosa che ormai è diventata, come anticipato, una sorpresa e che mi ha fornito importanti indicazioni sullo stato psico-fisico ed emozionale dell’atleta.

Per concludere, la valutazione soggettiva dello stato di fatica con la scala di Borg mi ha insegnato ad ascoltare e soprattutto a capire l’atleta, costruendo con lui un rapporto di collaborazione.

Con questa metodica ho notato che si sente assistito e cerca di collaborare, arrivando a condividere le proposte metodologiche dello staff tecnico

 

Fisiologia

"Alleno l'aerobico, serve? Cosa scaturisce?"

Dalle molte teorie dettate dalla fisiologia, dai molti autori che si sono susseguiti negli anni, e soprattutto dopo gli innumerevoli cambiamenti che il calcio ha prodotto negli ultimi 60 anni, possiamo comunque e sempre stabilire che l’allenamento aerobico, induce per esempio un miglioramento della circolazione del sangue centrale e periferica, migliora la resistenza cardiorespiratoria, aumenta la performance dell’atleta.

I benefici e i parametri che l’allenamento aerobico però, induce nel corpo non sono solo questi.

E in questo primo dei due capitoli centrali del mio testo, ho elencato alcuni dei lavori sul campo che mi hanno portato a toccare con pratica e sui dati di valutazione funzionale, questi miglioramenti.

Alcuni non documentabili per mancanza di strumentale adatta.

Personalmente, seguito anche in base alla fascia di età che alleno da anni, ho sempre inserito il lavoro aerobico all’inizio del microciclo della settimana (quella della gara di campionato), oppure nella fase di preparazione alla stagione.

Ho sempre pensato che il lavoro deve partire da determinate valutazioni funzionali, andando a scannerizzare bene il materiale che si ha a disposizione e ponendo un lavoro, attento e dettagliato, ma soprattutto individualizzato, per estrapolare in ogni atleta le prerogative e i parametri allenanti, da cui iniziare ed avere miglioramenti.

Ma seguendo con ordine, voglio iniziare a parlare degli adattamenti che vengono indotti dall’allenamento aerobico, che oggi giorno induce un preparatore atletico, a sceglierlo includendo o meno, l’utilizzo della palla.

Il miglioramento della resistenza che accompagna l’allenamento aerobico in un microciclo, è il risultato di una serie di adattamenti agli stimoli allenanti; alcuni interessano i muscoli, molti altri i sistemi energici.

 

I cambiamenti primari che si possono stabilire grazie all’utilizzo del lavoro aerobico, sono l’aumento della capacità di sostenere una prestazione, ovviamente non massimale, prolungata e andando ad incrementare la massima capacità aerobica (Vo2max).

E’ da sottolineare il fatto che in un lavoro effettuato ad inizio stagione, la “situazione” organica del gruppo non potrà mai risultare omogenea, quindi l’aumento della potenza aerobica sarà minore nei soggetti che sono già in una buona condizione fisica, rispetto a quell’atleta sedentario, o comunque con un forma fisica arretrata.

Gli adattamenti inclusi nell’utilizzo dell’allenamento aerobico, che a seconda della fascia di età allenata, varia sia nel suo incremento che nella sua metabolizzazione, riflette e estrapola degli adattamenti che principalmente si racchiudono:

- nei muscoli

- nelle fornti energetiche (brevi cenni).

 

Quello che succede nel nostro muscolo quando scegliamo di attuare un lavoro aerobico durante un microciclo di allenamento, ci deve essere ben chiaro, perché è il momento in cui l’attività organica dell’atleta viene messo oltre che a dura prova, portato a volte anche allo sforzo massimale.

Ed essendo un parametro allenante che risponde ad un esercizio fisico prolungato, deve essere dosato bene e con particolare attenzione a quello che succede a livello muscolare.

Innanzitutto la stimolazione ripetuta delle fibre muscolari, induce delle modificazioni sia strutturale che funzionali delle stesse.

L’allenamento aerobico influenza quindi:

a) la tipologia della fibra muscolare

b) il numero di capillari

c) il contenuto di mioglobina

d) la funzione motocondriale e gli enzimi ossidativi

 

Come da studi effettuati da notevoli fisiologi, l’entità delle modificazioni della tipologia della fibra muscolare, dipende, dall’intensità e dalla durata di ciascuna sessione di allenamento e dalla durata della programmazione dell’allenamento.

E’ pur vero che molti studi iniziali avevano categoricamente smentito la modificazione fibrotica in base all’utilizzo dell’allenamento aerobico.

Quello che invece gli studi hanno affermato, e con grande importanza, è il vero primario adattamento che avviene a livello muscolare in seguito all’allenamento aerobico, quale l’aumento del numero di capillari in ciascuna fibra muscolare.

Questo incremento dovuto ad un lavoro aerobico prolungato, implica un aumento sostanziale di scambi di gas, calore, di scorie e di sostanze nutrienti tra il sangue e le fibre muscolari, che a sua volta, oltre che dare splendore alla forma fisica dell’atleta, ne migliora anche la salute.

Questo processo è potenzialmente, tra le modificazioni più significative, indotte dall’allenamento, che favoriscono l’aumento del Vo2max.

Il periodo che raccoglie un incremento sostanziale dei capillari nei muscoli, si verifica già nelle prima settimane o mesi di allenamento.

Appena l’ossigeno penetra nella fibra muscolare, si lega alla mioglobina, che non altro che un composto simile all’emoglobina, contenente del ferro e che trasporta le molecole di ossigeno dalla membrana cellulare ai mitocondri.

Le fibre muscolari ST (slow twich) contengono grande quantità di mioglobina, dalla quale deriva prevalentemente la loro caratteristica colorazione rossa.

Le fibre FT (fast twich), sono invece altamente glicolitiche e richiedono poca mioglobina e possedendone appunto poca, appaiono di un colore più bianco.