Dalle molte teorie dettate dalla fisiologia, dai molti
autori che si sono susseguiti negli anni, e
soprattutto dopo gli innumerevoli cambiamenti
che il calcio ha prodotto negli ultimi 60 anni,
possiamo comunque e sempre stabilire che
l’allenamento aerobico, induce per esempio un
miglioramento della circolazione del sangue
centrale e periferica, migliora la resistenza
cardiorespiratoria, aumenta la performance
dell’atleta.
I benefici e i parametri che
l’allenamento aerobico però, induce nel corpo non
sono solo questi.
E in questo primo dei due
capitoli centrali del mio testo, ho elencato alcuni
dei lavori sul campo che mi hanno portato a
toccare con pratica e sui dati di valutazione
funzionale, questi miglioramenti.
Alcuni non
documentabili per mancanza di strumentale
adatta.
Personalmente, seguito anche in base alla fascia
di età che alleno da anni, ho sempre inserito il
lavoro aerobico all’inizio del microciclo della
settimana (quella della gara di campionato),
oppure nella fase di preparazione alla stagione.
Ho sempre pensato che il lavoro deve partire da
determinate valutazioni funzionali, andando a scannerizzare bene il materiale che si ha a
disposizione e ponendo un lavoro, attento e
dettagliato, ma soprattutto individualizzato, per
estrapolare in ogni atleta le prerogative e i
parametri allenanti, da cui iniziare ed avere
miglioramenti.
Ma seguendo con ordine, voglio iniziare a parlare
degli adattamenti che vengono indotti
dall’allenamento aerobico, che oggi giorno induce
un preparatore atletico, a sceglierlo includendo o
meno, l’utilizzo della palla.
Il miglioramento della resistenza che accompagna
l’allenamento aerobico in un microciclo, è il
risultato di una serie di adattamenti agli stimoli
allenanti; alcuni interessano i muscoli, molti altri i
sistemi energici.
I cambiamenti primari che si possono stabilire
grazie all’utilizzo del lavoro aerobico, sono
l’aumento della capacità di sostenere una
prestazione, ovviamente non massimale,
prolungata e andando ad incrementare la
massima capacità aerobica (Vo2max).
E’ da sottolineare il fatto che in un lavoro
effettuato ad inizio stagione, la “situazione”
organica del gruppo non potrà mai risultare
omogenea, quindi l’aumento della potenza
aerobica sarà minore nei soggetti che sono già in
una buona condizione fisica, rispetto a quell’atleta
sedentario, o comunque con un forma fisica
arretrata.
Gli adattamenti inclusi nell’utilizzo
dell’allenamento aerobico, che a seconda della
fascia di età allenata, varia sia nel suo incremento
che nella sua metabolizzazione, riflette e
estrapola degli adattamenti che principalmente si
racchiudono:
- nei muscoli
- nelle fornti energetiche (brevi cenni).
Quello che succede nel nostro muscolo quando
scegliamo di attuare un lavoro aerobico durante
un microciclo di allenamento, ci deve essere ben
chiaro, perché è il momento in cui l’attività
organica dell’atleta viene messo oltre che a dura
prova, portato a volte anche allo sforzo
massimale.
Ed essendo un parametro allenante
che risponde ad un esercizio fisico prolungato,
deve essere dosato bene e con particolare
attenzione a quello che succede a livello
muscolare.
Innanzitutto la stimolazione ripetuta delle fibre
muscolari, induce delle modificazioni sia
strutturale che funzionali delle stesse.
L’allenamento aerobico influenza quindi:
a) la tipologia della fibra muscolare
b) il numero di capillari
c) il contenuto di mioglobina
d) la funzione motocondriale e gli enzimi
ossidativi
Come da studi effettuati da notevoli fisiologi,
l’entità delle modificazioni della tipologia della
fibra muscolare, dipende, dall’intensità e dalla
durata di ciascuna sessione di allenamento e dalla
durata della programmazione dell’allenamento.
E’
pur vero che molti studi iniziali avevano
categoricamente smentito la modificazione fibrotica in base all’utilizzo dell’allenamento
aerobico.
Quello che invece gli studi hanno affermato, e con
grande importanza, è il vero primario
adattamento che avviene a livello muscolare in
seguito all’allenamento aerobico, quale l’aumento
del numero di capillari in ciascuna fibra
muscolare.
Questo incremento dovuto ad un lavoro aerobico
prolungato, implica un aumento sostanziale di
scambi di gas, calore, di scorie e di sostanze
nutrienti tra il sangue e le fibre muscolari, che a
sua volta, oltre che dare splendore alla forma
fisica dell’atleta, ne migliora anche la salute.
Questo processo è potenzialmente, tra le
modificazioni più significative, indotte
dall’allenamento, che favoriscono l’aumento del
Vo2max.
Il periodo che raccoglie un incremento sostanziale
dei capillari nei muscoli, si verifica già nelle prima
settimane o mesi di allenamento.
Appena l’ossigeno penetra nella fibra muscolare,
si lega alla mioglobina, che non altro che un
composto simile all’emoglobina, contenente del
ferro e che trasporta le molecole di ossigeno dalla
membrana cellulare ai mitocondri.
Le fibre
muscolari ST (slow twich) contengono grande
quantità di mioglobina, dalla quale deriva
prevalentemente la loro caratteristica colorazione
rossa.
Le fibre FT (fast twich), sono invece altamente
glicolitiche e richiedono poca mioglobina e
possedendone appunto poca, appaiono di un
colore più bianco.