Esercitazione Tattica o Fisica?

Confronto e Analisi di un’esercitazione per la linea di difesa 4 rispetto al Modello Funzionale del Calciatore

In partita in più di un’occasione nella mia esperienza di tecnico e preparatore mi è capitato di sentire parlare e di parlare a mia volta dell’importanza del “occhio del Mr” o del “occhiometro” come strumento di valutazione di ciò che avviene sul campo di calcio in partita come in allenamento.

Non negandone l’importanza, ma allo stesso tempo, conoscendone i limiti mi è capitato spesso e volentieri di mettere a confronto la mia capacità di osservazione o presunta tale, rispetto una determinata esercitazione, con l’oggettività dei dati forniti da supporti quali GPS e/o Cardiofrequenzimetri.

Questa volta è toccato a un’esercitazione studiata e predisposta per una linea di difesa a 4.

Questa esercitazione denominata “Difendo Meta e Porticine”4 prevede un campo disposto come in “Figura n°1” dove la linea di difesa a 4 deve difendere allo stesso tempo in ampiezza e profondità un attacco di 6 giocatori.

 


Esercitazione 1

"Difendo meta e porticine" - Fig. 1

La difesa in ampiezza deve essere effettuata su 2 porticine della dimensione di circa 1 mt., collocate rispettivamente a 10 mt. dalla linea del fallo laterale, dove l’attaccante deve effettuare una conduzione di palla, mentre sulla profondità, l’attacco deve essere effettuato su un’azione di “palla avanti – palla indietro – palla avanti” e ricezione della palla oltre la linea dei 25 mt. La difesa durante lo svolgimento del possesso palla da parte degli attaccanti deve muoversi secondo i principi della difesa a zona3. Nel caso di recupero della palla da parte della linea difensiva questa deve riuscire a guadagnare “la meta” conducendo palla oltre la linea della metà campo. Gli attaccanti dovranno impedirlo e qualora ci riuscissero la difesa dovrà nuovamente “riequilibrare” l’organizzazione difensiva5 e l’esercitazione continuerà come è cominciata.

 

   

Figura 1

 

L’esercitazione in questione è stata svolta nella giornata di lunedì (prima delle 3 sedute settimanali) dopo che la squadra aveva disputato una partita sabato, persa per 1 a 0, riguardo alla quale però non si hanno dati a disposizione.

Questa esercitazione non era stata svolta prima dai giocatori monitorati, e è stata svolta successivamente ad un attività di avviamento motorio come prima esercitazione della seduta.

Il campo era in perfette condizioni, in superficie sintetica e la registrazione dei dati è avvenuta utilizzando GPS Q-Startz e il software Lagala-Colli per l’elaborazione. I valori di riferimento del modello funzionale sono quelli presenti nella Tabella (Tabella n°1) qui di sotto, dove sono riportati i valori medi per tutte e 3 le sessioni da 3’ ciascuna svolte dai giocatori con recupero passivo di 1’.

La categoria della squadra oggetto del monitoraggio dei dati è una Juniores Regionale Fascia B che si allena 3 volte a settimana e i valori del modello funzionale1 riguardano la categoria “Promozione” perché essa è la categoria del campionato di riferimento per la prima squadra della società di cui fa parte la stessa Juniores.

 
 
Tabella 1

 


 

Le celle dei valori sono colorate in funzione della loro differenza rispetto al valore del modello funzionale di riferimento laddove è stato possibile il confronto altrimenti restano bianche.

Per i valori uguali al modello di riferimento il colore della cella è il verde, mentre il giallo indica un valore registrato superiori rispetto a quello di riferimento e rosso invece al di sotto.

Tutte le tonalità intermedie rispetto ai tre colori di riferimento indicano concordanza rispetto ai valori stessi considerando i valori del modello di riferimento1 tenuto conto anche della deviazione standard. Da una prima analisi appare evidente come solamente 3 valori risultino al di sotto dei valori del modello di riferimento.

Essi sono legati ai valori registrati di ampiezza, profondità (“x prof” “y amp”) e la percentuale di tempo di lavoro rispetto al tempo totale dell’esercitazione dove i soggetti hanno erogato potenze superiori ai 35 Watt a velocità non inferiori ai 18--‐ 20 km/h (“%TVel/wHI”).

 

Se i valori rispetto ad ampiezza e profondità possono essere trascurati, poiché l’esercitazione viene svolta di fatto in un “campo ridotto” (di dimensioni 25x25) e di fatto per come è strutturata, verosimilmente, impedisce ai giocatori di coprire certe distanze, una riflessione va comunque svolta per il valore legato alla velocità e alla potenza (“%TVel/wHI”).

Infatti, probabilmente il non raggiungimento del valore atteso potrebbe essere imputato all’impossibilità per questioni spaziali di riuscire a raggiungere, da parte dei giocatori, il valore di riferimento1 e non tanto alle caratteristiche dell’esercitazione stessa che comunque garantisce un 28% di tempo trascorso svolgendo azioni sopra i 35W, cioè vuol dire che su 9’ di lavoro comunque vengono trascorsi circa 6’30” a “potenze elevate”. Per quanto riguarda gli altri valori per cui è stato possibile il confronto con il modello funzionale, in 1 caso, seppur nell’intervallo della deviazione standard, i valori registrati risultano al di sotto di quelli di riferimento mentre in 2 al di sopra, anche se all’interno della tolleranza consentita dalla deviazione standard mentre tutti gli altri valori risultano positivamente al di fuori dell’intervallo definito dalla deviazione.

Partendo da un’analisi globale o “media” dell’esercitazione appare evidente come questa dal punto di vista “condizionale“ si dimostri adeguata, infatti, mostra altresì valori riferiti alla VO2 Media nonché alla Potenza Media (espressa in Watt) largamente al di sopra di quelli di riferimento. Lo stesso si può dire considerando i valori riguardanti il numero di azioni intense al minuto pari a 4,7 contro un valore di riferimento paria a 2,7 (considerando che si stima che nel corso di una partita di professionisti di Serie A il valore sia pari a 4,5) e prestando attenzione al valore riferito al tempo trascorso in recupero passivo, cioè erogando potenze incluse tra 0--‐5 Watt, (“Tr pass/min”) pari a 14,1 e quindi al di sotto del valore di riferimento identificato in 20.

Continuando nell’analisi media dell’esercitazione appare evidente come anche i valori riferiti agli aspetti più “qualitativi” della corsa durante la stessa (cambi di direzione, accelerazioni e decelerazioni ecc) risultino anch’essi al di sopra dei valori di riferimento tenuto conto della deviazione standard. In particolare colpisce come il valore registrato riguardante le accelerazioni superiori al 50% dell’accelerazione massima sia quasi il doppio di quello del modello di riferimento1 (acc>50% max), come nel caso dei cambi di direzione svolti oltre i 30° al minuto ( CdD/min>30°).

Questi due ultimi valori sono importanti perché, di fatto, confermano come l’esercitazione solleciti la difesa a difendere in ampiezza per garantire la cocentrazione3 ottimale in zona palla e come quest’azione di difesa dello spazio, nel caso del primo valore, venga apportata celermente dai calciatori coinvolti nell’esercitazione. Oltre alla valutazione media dell’esercitazione si è poi deciso di disgregare di dati discriminando i giocatori coinvolti per ruolo, per valutare le eventuali differenze rispetto ai valori medi dell’esercitazione, al modello funzionale e rispetto ai ruoli stessi, come riportato nella “Tabella n°2” di sotto.

 


Tabella 2

 


 

Analizzando i dati in questo modo, tralasciando sempre i valori relativi ad ampiezza e profondità (“y porf” e “x amp”) per le ragioni, già esposte, legate agli aspetti di strutturazione del campo e dell’esercitazione che potrebbero essere limitanti rispetto l’occupazione degli spazi, si nota che al di sotto dei valori del modello funzionale di riferimento1, considerata anche la tolleranza definita dalla deviazione standard, si collocano per 3 giocatori su quattro (i due centrali e il difensore esterno dx) la percentuale di tempo trascorso dai giocatori erogando potenze superiori ai 35 Watt a velocità superiori ai 18--‐20km/h (“%TVel/wHI”)1,2. Interessante è anche rilevare comunque come l’unico giocatore che ha fatto registrare un valore “accettabile”, ha prodotto un dato comunque inferiore, sebbene nella misura dell’1%, al valore di riferimento.

Di fatto, quindi, l’esercitazione per questo valore non risulta per nessun giocatore in linea con il valore del modello funzionale1 rilevato in situazione di partita. Una situazione differente, sempre riguardo ai valori fatti registrare dai giocatori in riferimento alle Potenze Metaboliche erogate al di sotto del valore di riferimento del modello funzionale1 risulta essere quella del dato riguardante la percentuale delle potenze erogate al di sopra dei 35W rispetto a tutte le potenze erogate superiori a 20Watt ma inferiori o uguali ai 35Watt cioè con una velocità2 inclusa tra 16 e 28 km/h.

Infatti, in questo caso solamente 2 dei 4 giocatori monitorati mostrano valori inferiori, mentre altri superiori ai dati di riferimento e i giocatori risultano essere distinti in maniera concorde per ruoli, ovvero i 2 giocatori che hanno fatto registrare valori inferiori risultano essere entrambi difensori centrali, mentre i 2 che hanno fatto registrare valori superiori risultano essere entrambi difensori esterni.

Questa situazione evidenziata quindi pone l’attenzione sul fatto che l’esercitazione sembrerebbe “mediamente allenante” perché concorde con il valore di riferimento, ma allo stesso tempo mostra come, riguardo allo stesso valore, sia allenate solo per i giocatori esterni e non centrali.

Sempre rivolgendo l’attenzione ai valori fatti registrare al di sotto di quelli di riferimento nella “Tabella N°2” si rilevano per il difensore centrale di sinistra un valore pari al 22% contro un 27% del valore di riferimento del modello funzionale1 riferito al dato delle percentuali in cui il giocatore ha espresso valori maggiori alla propria VAM per tempi di durata superiore ai 3”, mentre l’altro, seppur ancora incluso nell’intervallo di accettabilità definito dalla deviazione standard, è stato fatto registrare dal difensore esterno di destra e riguarda la percentuale di energia fornita dal sistema anaerobico (%anaer) per lo svolgimento dell’esercitazione.

Per tutti gli altri valori dove è stato possibile il confronto, al netto della posizione occupata in campo dai giocatori, si sono registrati valori superiori al modello funzionale di riferimento sia essi fossero paramenti riguardanti l’aspetto condizionale della corsa sia quello “qualitativo”.

Prima di concludere l’analisi dei valori è necessario fare un’ultima riflessione considerando le differenze presenti nella “Tabella N°2”, ovvero che trattandosi di ruoli differenti probabilmente sarebbe stato più corretto mettere a confronto i valori registrati con valori specifici per ruolo e non con quelli del modello funzionale1 che si riferiscono ai valori medi di squadra registrati in più partite della categoria Promozione.

Utilizzando la strumentazione a disposizione è stato anche possibile ottenere indicazioni riferite alla posizione media occupata dai giocatori in campo riportate nella figura (“Figura N°2”) qui sotto.

 


   
Figura 2

La figura indica chiaramente che la posizione media della linea difensiva è stata superiore ai 25 mt come da scelta del modello di gioco5,7 e come da esercitazione dove la linea e le porticine da difendere erano collocate a 25 mt appunto, come per altro le regole di esercitazione richiedevano. Inoltre sempre dall’analisi della figura si nota come la linea difensiva ha occupato mediamente più una posizione spostata verso destra rispetto alla sinistra, il che però non è necessariamente indicativo di un errato posizionamento della linea stessa. Infatti potrebbe semplicemente essere accaduto durante l’esercitazione che il gruppo di attaccanti ha attaccato con maggiore frequenza la quel lato di campo, ma purtroppo non si possiedono dati attendibili a riguardo. Questo dato in una sola esercitazione potrebbe quindi fornire un’indicazione tattica utilizzabile. In ultima analisi dall’osservazione delle figura le posizioni medie occupate dai giocatori coinvolti risultano coerenti con il sistema di gioco scelto3 anche rispetto al ruolo rivestito.

 

 

Figura 2

 

Appare utile sottolineare come la posizione di uno dei due difensori centrali (indicato in viola) risulti più bassa e più vicina all’esterno di parte rispetto all’altro centrale.

Anche in questo caso sarebbe utile verificare, se si possedessero dati rispetto allo svolgimento delle azioni da parte degli attaccanti, se si tratta di un errore di posizionamento da parte del difensore centrale o di un adattamento messo in atto dallo stesso per fornire maggiore copertura al difensore esterno dato, magari e probabilmente, dato un maggior numero di attacchi avvenuti in quella particolare porzione di campo, fornendo ancora una volta un’indicazione attica suppletiva per interpretare da questo punto di vista l’esercitazione e il comportamento tattico individuale dei giocatori.

Questi ultimi dati considerati insieme ai dati forniti all’inizio dell’articolo permettono di arrivare alla conclusione che in questa stessa esercitazione dove la dimensione (o sovradimensione se si utilizza la terminologia tipica della Periodizzazione Tattica) tattica6,7 riveste un ruolo di primo piano e non risulta essere l’unica delle dimensioni del giocatore5,6,7 allenate come ipotizzato prima della somministrazione dell’esercitazione stessa.

Il fatto però che si siano registrati certi tipi di dati, analizzati più in precedenza, presenti nella “Tabella N°1” e “Tabella N°2”, pone l’attenzione sulla vera attendibilità del “occhiometro” del tecnico e la necessità da parte di chi allena di dovere valutare attentamente le proposte allenati soprattutto quando utilizzate per la prima e/o le prime volte.

Alla luce di quanto rilevato, pur considerando i limiti esplicitati e non dell’analisi condotta, si può dunque ipotizzare che esercitazioni strutturate in maniera simile possano offrire un mezzo di allenamento che integra in maniera ottimale aspetti fondamentali della prestazione del calciatore sia di natura tattica sia di natura atletica. Un monitoraggio di esercitazioni simili per struttura, potrebbe quindi offrire la possibilità di superare il dualismo e talvolta la contrapposizione tra esercitazioni o allenamenti a carattere tecnico-tattico e esercitazioni o allenamenti a carattere condizionale, ponendo l’accento sull’importanza da parte del tecnico della reale conoscenza di tutti gli aspetti caratterizzanti un esercizio per poterne classificare lo scopo e la collocazione all’interno della seduta e del programma di allenamento in modo corretto e proficuo.


Fonte/Autore: Dott. Luca Bellini Laureato Magistrale in Scienza dello Sport presso l’Università degli Studi di Milano Allenatore di Base U.E.F.A. – B Cultore della Materia nel C.L. in Scienze Motorie e dello sport presso L’Università “e-Campus” Master Universitario di II° Livello in Didattica delle Attività Motorie per l’Età Evolutiva
Bibliografia e sitografia

1. R.Colli; “Valutare la potenza media di squadra come analisi dell’impegno contemporaneo di giocatori”, www.laltrametodologia.com, 2015

2. R.Colli, E. Marra, C.Savoia, V. Azzone; “La Rivoluzione Della Misurazione Della Potenza Metabolica Nel Calcio Tramite Gps o Videoanalisi”, www.laltrametodologia.com, 2011

3. F.Ferrari; “Elementi di tattica calcistica” Vol.1, Edizioni Correre, 2001

4. E.Longo e M.Aquino; “Solidità Difensiva”, www.allenatore.net edizioni, 2012

5. M.Monteleone e M.A.Ortega Jimenez, “La costruzione di un Modello di Gioco”, www.allenatore.net edizioni, 2013

6. B.Oliveira, N.Resende, N.Amiero, R.Barreto, “Questione di Metodo”, Marco Tropea Editore, 2009

7. X.Tamarit, “Qué es la Periodización Táctica?”, MC Sports, 2007


Data inserimento nel sito: 26.02.2016