Senza
effettuare
un
analisi
dettagliata,
ma
basandosi
solo
sull’impatto
visivo
appare
immediatamente
evidente
come
l’esercitazione
si
mostri
essere
molto
vicina
a
quello
che
è
il
modello
funzionale
di
riferimento2.
Escludendo,infatti,
i
dati
relativi
ad
ampiezza
e
profondità
(“y
prof”
e
“x
amp”)
che
di
per
se
non
possono
essere
presi
a
riferimento
considerano
che
l’esercitazione
non
si
gioca
in
uno
spazio
reale,
ma
adattato
alle
necessità
dell’esercitazione,
risultano
largamente
al
di
sotto
al
di
fuori
anche
della
“tolleranza”
concessa
dalla
deviazione
standard,
risultano
inferiori
al
modello
di
riferimento2
solamente
i
parametri
relativi
alla
percentuale
di
potenze
erogate
dai
giocatori
al
di
sopra
delle
potenze
“elevate”3,
cioè
i
>35
Watt,
vale
a
dire
con
velocità
superiori
ai
18-‐20
km/h
(indicate
nella
“Tabella
N°1”
con
la
dicitura
“%W>intense”)
e
allo
stesso
modo
per
il
tempo,
in
percentuale,
trascorso
con
velocità
incluse
tra
i
18-‐20
km/h
ovvero
con
potenza
erogata
inclusa
tra
i
20-35
Watt
(indicato
in
tabella
come
“%Tvel/w HI”).
Al
di
sotto,
ma
all’interno
dell’intervallo
definito
dalla
deviazione
standard
risultano
i
parametri
relativi
alla
percentuale
di
tempo
trascorsa
su
velocità
superiori
alla vam,
quindi
sopra
i
16
km/h
(indicato
in
tabella
come
“%vel>vamT.tot)
e
alla
percentuale
di
contributo
del
sistema
anaerobico
(indicato
in
tabella
con
“%anaer”).
Per
tutti
gli
altri
valori
dove
è
stato
possibile
il
confronto
con
il
modello
funzionale
di
riferimento2si
nota
come
i
valori
relativi
agli
aspetti
più
condizionali
(VO2
e
Potenza
Media),
risultano
pressoché
sovrapponibili
e
addirittura
superiori
per
gli
aspetti
legati
alla
“qualità”
e
alla
“tipologia
di
corsa”
(n°
accelerazioni,
azioni
intense,
cambi
di
direzione,
ecc.).
Nel
complesso
quindi,
prima
di
procedere
ad
un’analisi
dei
dati
aggregati
in
modo
differente
da
quello
che
non
sia
una
lettura
media
dell’esercitazione
(riportata
nella
Tabella
n°1)
si
può
affermare
che
la
stessa
risulta
essere
allenate
per
più
aspetti.
Interessante
sarebbe
capire,
ma
si
rimanda
ad
un’altra
eventuale
e
successiva
analisi,
se
la
scelta
(per
questioni
organizzative
più
che
metodologiche)
di
svolgere
l’esercitazione
in
uno
“spazio
adattato”,
potrebbe
essere
invece
la
causa,
come
quasi
certamente
lo
è
per
i
valori
relativi
alle
distanze
(ampiezza
e
profondità)
coperte
dai
giocatori
in
campo,
responsabile
degli
scostamenti
dei
valori
di
riferimento
sia verso
l’alto,
ma
anche
verso
il
basso.
Un
ulteriore
aspetto
che
si
è
voluto
indagare
trattandosi
di
un’esercitazione
che
offriva
la
possibilità
di
lavorare
simultaneamente
non
solo
sulla
fase
di
possesso
e
di
non
possesso,
ma
anche
sugli
aspetti
tattici
di
reparti
differenti
è
stato
valutare
l’allenamento
dei
giocatori
in
modo
differente
rispetto
alla
collocazione
in
campo.
Nella
tabella
di
seguito
vengono
riportati
i
valori
fatti
registrare
dai
giocatori
coinvolti
nell’esercitazione
con
il
compito
di
difensori
di
una
linea
a
4
con
tanto
di
valore
medio.
A
differenza
dei
valori
riportati
nella
“Tabella
n°1”,
in
questa
qui
sopra
appare
evidente
come
se
si
considera
l’esercizio
per
i
soli
componenti
del
reparto
difensivo,
la
stessa
esercitazione
che
li
coinvolge
fa
registrare
dei
dati
differenti,
ma
soprattutto
quasi
sempre
al
di
sotto
dei
valori
considerati
per
il
modello
prestativo
di
riferimento.
Per
ciò
che
riguarda
i
valori
medi
accettabili,
risultano
essere
coerenti
con
il
modello
prestativo,
solamente
il
valore
relativo
al
n°
delle
azioni
intense
al
minuto,
che
risulta
al
limite
minimo
della
deviazione
standard,
grazie
in
particolare
ai
valori
fatti
registrare
dai
due
giocatori
che
hanno
ricoperto
la
posizione
di
difensore
centrale
oltre
ai
valori
relativi
alle
“tipologie
di
corsa”.
Queste
due
indicazioni
portano
ad
alcune
considerazioni
quali,
che
probabilmente,
così
come
è
strutturata
l’esercitazione,
la
fase
in
cui
la
linea
di
difesa
deve
solamente
muoversi
secondo
i
principi
della
zona,
ma
di
fatto
non
deve
intervenire,
attendendo
il
completamento
del
possesso
palla
da
parte
degli
attaccanti
provoca,
verosimilmente,
un
abbassamento
dell’
“intensità”
dell’esercitazione
stessa,
il
che
spiegherebbe
anche
il
perché
dei
tempi
di
recupero
(indicato
con
“Tr
pass/min”)
superiori
a
quelli
del
modello
prestativo.
Allo
stesso
tempo
è
altrettanto
plausibile
che
possa
fare
dedurre
che
l’esercitazione
crei
un
contesto,
almeno
dal
punto
di
vista
delle
azioni
definite
“tempi
forti”,
molto
simile
al
contesto
partita,
poiché
comunque
i
difensori
al
minuto
effettuano
2,4
azioni
intense
come
di
fatto
avverrebbe
nella
partita
stessa.
Non
solo,
l’esercitazione
risulta,
probabilmente,
tatticamente
allenate,
in
quanto
i
difensori
compiono
spostamenti
che
fanno
registrare
valori
coerenti
(anche
se
leggermente
maggiori)
con
il
modello
prestativo3
per
quanto
concerne
le
“tipologia
di
corsa”
e
“spostamento”.
A
conferma
di
questa
supposizione
è
possibile
considerare
il
fatto
che,
non
a
caso,
i
valori
di
decelerazione
più
alti
siano
quelli
dei
Difensori
Centrali
(infatti
è
più
probabile
che
gli
attaccanti
avendo
a
disposizione
3
porte
per
fare
gol,
ed
essendo
schierati
secondo
un
sistema
di
gioco4
e
un
modello
di
gioco6
che
privilegia
la
ricerca
dell’ampiezza,
abbiano
attaccato
con
maggiore
frequenza
le
stesse
richiedendo
quindi
un’azione
più
veloce,
quindi
con
un
accelerazione
maggiore,
di
copertura
con
una
sollecitazione
maggiore,
la
decelerazione
appunto,
per
effettuare
una
corretta
presa
di
posizione4
nell’aiutare
il
Difensore
Esterno
di
parte).
Al
termine
dell’analisi
di
questo
blocco
di
dati
però
occorre
fare
una
considerazione
alla
luce
dei
limiti
che
l’esercitazione
parrebbe
avere
mostrato
se
analizzata
esclusivamente
considerando
i
difensori,
oltre
a
quella
già
citata
relativa
ai
tempi
di
recupero,
ovvero
che
i
valori
di
riferimento
con
cui
viene
effettuato
il
confronto
con
quelli
registrati
s’intendano medi
per
un
giocatore
della
categoria
“promozione”
e
non
per
un
difensore
della
stessa
nonché
per
un
difensore
di
una
linea
a
4.
Il
che
di
fatto
rimanda
alla
necessità
probabilmente
di
valutare
anche
le
eventuali
differenze
per
ruolo
e
per
sistema
di
gioco.
L’ultima
analisi
effettuata,
riportata
nella
tabella
di
seguito,
riguarda
i
dati
riaggregati
considerano
i
giocatori
durante
l’esercitazione
hanno
ricoperto
ruoli
di
attaccanti
o
centrocampisti,
indicando
quando
questi
stessi
erano
in
fase
di
possesso
(a)
o
di
non
possesso
(d).
In
quest’ultima
tabella
appare
evidente
come
l’esercitazione
proposta,
di
fatto,
risulti
allenante
per
i
giocatori
che
ricoprono
i
ruoli
di
centrocampisti
e
di
attaccanti
con
valori
che,
ovviamente,
visti
i
dati
registrati e
riportati
nella
“Tabella
n°2”
risultano
maggiori
rispetto
alla
media
totale
dell’esercitazione
(“Tabella
n°1).
In
particolare
se
trascuriamo
il
dato
relativo
alla
distanza
coperta
in
ampiezza
e
profondità
(“y
prof”
e
“x
amp”)
per
le
ragioni
già
citate
all’inizio
dell’analisi,
risultano
nuovamente
al
di
sotto,
considerando
anche
la
deviazione
standard,
dei
valori
presi
a
riferimento,
solamente
i
valori
relativi
a
alla
percentuale
di
potenze
erogate
al
di
sopra
dei
35
Watt
rispetto
quelle
superiori
ai
20
e
la
percentuale
di
tempo
trascorsa
a
velocità
superiori
ai
16
km/h.
Prima
di
proseguire
con
l’analisi
va
ricordato
che
per
promuovere
il
lavoro
di
recupero
palla
da
parte
dei
centrocampisti
e
attaccanti
in
non
possesso
è
stata
introdotta
una
“navetta
punitiva”
(un
allungo
dalla
posizione
in
cui
il
giocatore
stesso
si
trovava
al
lato
opposto
del
campo)
che
potrebbe
avere
alterato
i
dati
rilevati.
Tralasciando
quest’ultimo
dettaglio,
da
una
prima
analisi
appare
evidente
come
quasi
in
tutta
la
totalità
dei
casi
in
cui
i
valori
non
risultano
in
linea
o
superiori
al
modello
di
riferimento
considerato
si
tratti
di
giocatori
in
fase
di
non
possesso
(d)
o
difensiva
nonostante
la
misura
“disincentivante”
al
lavoro
a
“bassa
intensità”.
Considerando
però
il
basso
numero
di
casi
al
di
sotto
dei
valori
registrati
rispetto
al
modello
prestativo
di
riferimento3,
l’esercitazione
può
essere
considerata
allenante.
In
particolare
dal
punto
di
vista
condizionale
si
nota
come
i
valori
di
VO2
e
di
Potenza
Media
risultino
al
di
sopra
del
modello
di
riferimento
come
per
altri
valori.
In
particolare
è
interessante
notare
come
tutti
i
dati
relativi
alla
“tipologia
di
corsa”
siano
quasi
sempre
superiori
ai
dati
del
modello
di
riferimento3
e
in
pochissimi
casi
sovrapponibili
e
in
altrettanto
pochi
al
di
sotto
dello
stesso.
E’
interessante
notare
come
di
fatto
risultino
“fuori
scala”
per
gran
parte
dei
dati
rilevati
solamente
un
attaccante
e
un
esterno
destro.
Osservando
poi
i
dati
coerentemente
al
modello
di
gioco6
è
particolarmente interessante
notare
come
nonostante
gli
spazi
adattati
(e
ristretti)
in
cui
si
svolge
l’esercitazione
gli
unici
a
fare
registrare
valori
accettabili
rispetto
alla
distanza
coperta
in
ampiezza
siano
un
esterno
dx,e
una
punta
sia
in
fase
di
possesso
che
di
non
possesso.
Considerando
che
anche
in
questo
caso
come
in
quello
riferito
ai
valori
della
“tabella
n°2” sarebbe
stato
più
utile
confrontare
i
valori
del
modello
prestativo3
considerando
il
ruolo
nonché
il
sistema
di
gioco4,
e
che
si
può
certamente
affermare,
considerando
i
limiti
evidenti
di
un’analisi
che
tiene
conto
di
una
sola
esercitazione
e
di
un
solo
campione
di
giocatori,
che
le
esercitazioni
strutturate
per
settori
verosimilmente
potrebbero
costituire
un
ottimo
mezzo
di
allenamento
e
che
un
intervento
d’integrazione,
se
si
deve
verificare,
si
deve
limitare
a
pochi
e
circoscritti
aspetti
che
riguarderanno
probabilmente
solo
alcuni
dei
giocatori
o
dei
reparti
coinvolti
ottimizzando
quindi
il
tempo
a
disposizione
nelle
sedute
e
nel
ciclo
di
allenamenti.
Fonte/Autore:
Dott. Luca Bellini Laureato Magistrale in Scienza dello Sport presso l’Università degli Studi di Milano Allenatore di Base U.E.F.A. – B Cultore della Materia nel C.L. in Scienze Motorie e dello sport presso L’Università “e-Campus” Master Universitario di II° Livello in Didattica delle Attività Motorie per l’Età Evolutiva
Bibliografia e
sitografia |
1. J.Bangsbo;
“Preparazione
fisico
atletica
del
calciatore”,
Calzetti
e
Mariucci,
2006
2. R.Colli;
Valutare
la
potenza
media
di
sqaudra
come
analisi
dell’impegno
contemporaneo
di
giocatori”,
www.laltrametodologia.com,
2015
3. R.
Colli,
E.
Marra, C.Savoia,
V.
Azzone;
“La
Rivoluzione
Della
Misurazione
Della
Potenza
Metabolica
Nel
Calcio
Tramite
Gps
o
Videoanalisi”,
www.laltrametodologia.com,
2011
4. F.Ferrari;
“Elementi
di
tattica
calcistica”
Vol.1,
Edizioni
Correre,
2001
5. B.Filardi;
“Esercitazione
intergata”,www.figcbasilicata.it,
2016
6. X.Tamarit,
“¿Qué
es
la
Periodización
Táctica?”,
2007
|
Data inserimento nel sito: 27.10.2015 |
|