Perchè
E' ormai confermato da numerose ricerche scientifiche che sono sempre di più i bambini
che in età evolutiva presentano delle scarse abilità motorie (SdS n°72 e 80). Questa
situazione si ripercuote sul mondo sportivo in quanto gli allievi che si apprestano ad
iniziare una qualsiasi disciplina partono con un bagaglio motorio nettamente inferiore
rispetto a qualche anno fa, occorre quindi apportare delle modifiche sostanziali alla
tradizionale metodologia di lavoro in ambito giovanile. Bisogna riconsiderare: i contenuti
(inserire esercizi puramente coordinativi per dare solide basi motorie), i tempi di
apprendimento (che saranno più lunghi), i mezzi (inserire più giochi e meno esercizi) e i
metodi di lavoro (proporre più esperienze e meno ripetizione). |
Chi è
Indipendentemente da quali sono gli obiettivi e dal livello del proprio settore giovanile
occorre quindi avere istruttori che siano capaci di rielaborare la situazione didattica
riproponendola adattata alle nuove esigenze. Non potendo cambiare quasi tutto il gruppo
degli allenatori, una soluzione possibile è quella di affidare il compito di organizzare il
lavoro sulla motricità ad un esperto del settore, ovvero un laureato in scienze motorie che
collabori con gli istruttori delle singole squadre del settore giovanile. Questa nuova figura
professionale può essere quindi definita preparatore coordinativo.
Cosa fa
Il suo compito sarà quello di organizzare adeguate progressioni didattiche che aiutino il
bambino a recuperare i deficit motori, ad esaltare le proprie caratteristiche e nello stesso
tempo ad apprendere le regole di comportamento nel gruppo attraverso il gioco. Creando
le giuste condizioni gli allievi avranno la possibilità di sviluppare gli schemi motori di
base e le capacità coordinative, le quali col tempo si trasformeranno in abilità motorie e
che successivamente, grazie al lavoro tecnico-tattico, diventeranno abilità sportive. Tutto
questo avviene nel rispetto dello sviluppo psicomotorio del bambino creando, oltre ad un
buon giocatore anche un ottimo “sportivo”. E' indispensabile che tutti abbiano chiaro che
per una corretta tecnica sportiva occorre una buona base coordinativa, senza la quale i
ragazzi non saranno mai in grado di adeguarsi nel migliore dei modi alle varie situazioni di
gara.
Coordina che?
Una volta si esercitava la motricità di base spontaneamente nei parchi sotto casa, quindi
quando si iniziavano le attività sportive, buona parte del bagaglio motorio era già
sviluppato. Ora invece occorre creare esercizi e riprendere quei giochi tradizionali che si
basano sul correre, saltare, strisciare, rotolare, arrampicare, sull'equilibrio, sulle traiettorie,
sulla combinazione, sulla reazione... Queste capacità coordinative speciali e schemi motori
di base quando ben sviluppate, consentono di adattarsi meglio alla situazione, di
apprendere più velocemente nuove gestualità e di controllare con più facilità il movimento
(che sono le tre capacità coordinative generali). Capacità coordinative e schemi motori di
base sono le fondamenta di tutti i movimenti del nostro corpo sui quali poi si costruiscono
i gesti sportivi, non è quindi corretto sostenere di migliorarle attraverso esercitazioni e
giochi prevalentemente tecnico-tattici ma occorre una programmazione adeguata.
Programmazione
L'ideale sarebbe fare un lavoro vario e multilaterale fino ai 10 anni per poi specializzare
l'allievo in una determinata disciplina. Questo è chiedere troppo, quindi accontentiamoci di
inserire ,a partire dalla scuola calcio fino ai giovanissimi, delle esercitazioni che si
prefiggano obiettivi principalmente coordinativi. Le linee guida per una buona
pianificazione del lavoro sono: variare il più possibile le proposte e le richieste, far
conoscere e utilizzare tutte le parti del corpo, prendere spunto da altre discipline sportive,
non dare suggerimenti ma lasciare sperimentare, fornire proposte stimolanti richiedendo
sempre la massima velocità di esecuzione. Queste esercitazioni si inseriscono a meraviglia
nella fase di avviamento in quanto permettono al bambino di sfogare la sua gioia di essere
arrivato sul campo, hanno un naturale incremento di difficoltà e concentrazione e sono
facili da spiegare. |