"Io, Preparatore coordinativo"
Sergio RUOSI
Con questo articolo non voglio dare indicazioni su
come si deve lavorare, mi piacerebbe solo
confrontare il mio modo di impostare la
programmazione con altri esperti del settore nella
speranza di crescere professionalmente.
In breve
Come già accennato in un articolo precedente (Il
ruolo del Preparatore coordinativo) il preparatore
coordinativo è una nuova figura professionale che
può essere inserita nello staff tecnico del settore
giovanile di qualunque disciplina sportiva.
Il suo compito è contrastare un trend involutivo
delle abilità motorie di base nei giovani allievi
attraverso una programmazione adeguata.
La mia teoria
Mi sono laureato in scienze motorie, ho giocato a
calcio nei dilettanti, da sei anni lavoro in settori
giovanili di calcio e insegno nelle scuole
elementari.
Da queste esperienze ho appreso che ci sono tre
ottimi motivi per incrementare il più possibile le
capacità motorie di base nei bambini in età
evolutiva.
• Partendo da un bagaglio motorio ben sviluppato
sarà più facile per l'atleta l'apprendimento dei
movimenti tecnico-sportivi.
• Lavorando sugli aspetti generali del movimento
tutti i bimbi trovano almeno un ambito in cui
riescono a fare bene qualcosa e sentendosi più bravi
traggono maggior piacere dall'attività.
• Grazie ad una buona motricità di base, nel caso il
bambino voglia cambiare sport, avrebbe comunque la
possibilità di apprendere più facilmente la nuova
disciplina.
Io sono convinto che delle buone abilità sportive
specifiche si possano ottenere solo da sviluppate
abilità motorie generali, le quali si possono
acquisire solo attraverso l'esercitazione specifica
della motricità di base. Con questo termine intendo
gli schemi motori di base (correre, saltare,
strisciare, rotolare, camminare, arrampicare,
lanciare) e le capacità coordinative speciali
(equilibrio, reazione, combinazione,
differenziazione, orientamento spazio tempo, ritmo).
Credo inoltre che attraverso esercitazioni a
difficoltà crescente, alla variabilità della
situazione e a delle semplici basi teoriche si
ottenga un maggior coinvolgimento dell'allievo, il
che non fa altro che facilitare l'apprendimento.
La mia
programmazione
Quando ho iniziato a lavorare in ambito giovanile
ero totalmente inesperto, così per creare un
progetto di lavoro ho cercato di elaborare nel
migliore dei modi i principi teorici che mi avevano
dato all'università.
I passaggi principali che mi hanno portato a creare
il mio metodo di lavoro sono stati:
- creare una lista di giochi tradizionali, esercizi
pre-sportivi, percorsi motori per ogni capacità
coordinativa e per ogni schema motorio di base.
- determinare, per ogni capacità, dei concetti
teorici per standardizzare i movimenti.
- classificare per difficoltà tutte le attività
raccolte per ogni capacità.
- cercare di stabilire quali fossero gli obiettivi
principali per le diverse fasce d'età tenendo in
considerazione le fasi sensibili dello sviluppo e
l'eventuale precedenza di una capacità sull'altra.
Alla fine di questo lavoro mi sono ritrovato con
delle progressioni composte da “blocchi” di
esercitazioni che possono essere ordinati per
obiettivo, per capacità coordinativa, per età o per
difficoltà.
Questo mi permette adattare la mia programmazione ad
ogni tipo di gruppo e situazione didattica.
La mia pratica
A scuola ricopro il ruolo di esperto di motoria (ma
le competenze sono sempre le stesse del preparatore
coordinativo) e l'obiettivo base è quello di
stimolare gli allievi che sono più impacciati e
creare delle conoscenze teoriche in quelli che
possiedono già un buon bagaglio motorio.
Io propongo una programmazione che molto
semplicemente raggruppa i “blocchi” per capacità
coordinativa in difficoltà crescente. In base
all'età, al livello degli allievi e alle ore a
disposizione decido da dove partire e quali
argomenti trattare.
Solitamente faccio lezioni da un'ora divisa in tre
parti, ognuna delle quali incentrata su una capacità
specifica. Come istruttore di scuola calcio ho
sempre inserito l'aspetto coordinativo nei venti
minuti di riscaldamento.
La programmazione era sempre in progressione di
difficoltà e su specifiche capacità di base come
quella proposta a scuola, cercando di lavorare nel
corso della stagione sulle capacità che mi
sembravano più carenti.
Da un paio di anni sono preparatore coordinativo in
un settore giovanile di calcio dove collaboro con
tutti gli allenatori almeno una volta alla
settimana.
Solitamente gestisco gruppi di 10-12 ragazzi per una
ventina di minuti e ho adattato la mia
programmazione didattica impostando l'attività su
tre macro obiettivi.
• Motricità di Base.
Riprendo la stessa progressione proposta a scuola e
la propongo solitamente nei tre anni di pulcini in
modo da prepare un buon livello motorio generale di
partenza ed eventualmente nel primo anno di
esordienti.
Con le modifiche adeguate faccio fare questi
esercizi anche ai giovanissimi cercando di rendere
meno “traumatica” la fase dello sviluppo in cui
cambiano le loro proporzioni corporee.
• Propedeutica alla tecnica.
Partendo dalla programmazione base sopra descritta,
raggruppo i “blocchi” in base all'obiettivo tecnico
proposto dall'allenatore nel tentativo di
facilitarne l'apprendimento.
Per ogni gesto tecnico del calcio ho stabilito quali
sono le capacità motorie propedeutiche e poi
propongo una serie di giochi ed esercizi che cerchi
di sensibilizzare l'allievo prima del lavoro con
palla.
Questo tipo di programmazione la applico ai pulcini,
agli esordienti e a quei giovanissimi che sono in
difficoltà.
• Tecnico con Coordinativo.
In pratica si tratta di applicare delle varianti
coordinative agli esercizi tecnici che i giocatori
già conoscono con l'intento di esaltare le abilità
sportive specifiche.
In queste esercitazioni gli atleti si trovano in
difficoltà nel fare delle cose a prima vista
semplici e da questa sfida personale traggono la
motivazione per allenarsi e migliorarsi.
Questo aspetto lo propongo ai giovanissimi e agli
allievi per allenare i ragazzi in situazioni sempre
variabili come capita in partita; può essere
utilizzato prima in forma analitica poi in una sorta
di situazionale facilitato.
Le mie osservazioni
Ovviamente i genitori inizialmente rimangono un po'
perplessi nel vedere esercizi che con il calcio
sembrano non aver niente a che fare ma grazie al
tempo ed al confronto capiscono ed apprezzano.
Questo tipo di programmazione è molto funzionale a
scuola e nei settori giovanili dilettantistici dove
solitamente il livello motorio non è elevato.
La formula vincente credo sia dovuta al fatto che
consente a chi parte da un basso livello di ottenere
dei miglioramenti e nello stesso tempo è stimolante
anche per chi già è dotato di buona motricità.
E' un metodo di lavoro che richiede tempo e
pazienza, i miei risultati solitamente li ho visti a
fine stagione.
Non ho fatto esempi pratici per evitare che la
discussione si incentrasse sugli esercizi anziché
sulla forma e sul metodo, che sono i due aspetti che
mi interessa confrontare con voi.
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