Azioni dei muscoli ischiocrurali
Estendono: la coscia sul bacino e l’articolazione coxo‐femorale ruota insensio orario
Flettono: la gamba sul femore e l’articolazione del ginocchio ruota in senso orario.
Azione del muscolo tricipite surale
Flette: la gamba sulla coscia; l’articolazione del ginocchio ruota in senso orario
Flette: il piede plantarmente; la caviglia ruota in senso orario.
Azione del muscolo retto
femorale
Flette: la coscia sul bacino;
l’articolazione coxo‐femorale ruota in senso antiorario
Estende: la gamba sulla coscia; l’articolazione del ginocchio ruota in senso antiorario.
Catene muscolari
Appena il piede dell’arto
arretrato lascia il terreno, terminata la
fase di spinta, i muscoli posteriori della
coscia flettono il ginocchio mentre il
quadricipite viene stirato in maniera
passiva.
Allo stesso modo, qualche attimo
prima dell’appoggio a terra del piede
avanzato, il retto femorale flette il femore
sul bacino ed estende il ginocchio,
determinando uno stiramento passivo dei
muscoli posteriori della coscia.
Questo fenomeno, come
precedentemente trattato e specificato negli
anni passati, nelle varie metodologie di
allenamento, in cui alla tensione di un
muscolo si associa il rilassamento
dell’antagonista, è indicato come:
avvicendamento concorrente.
Al termine quindi dell’azione di
volo, la coordinazione intermuscolare fra
quadricipite e bicipite femorale gioca un
ruolo determinante nella causa di eventuali
infortuni ai muscoli posteriori della
coscia.
Se al momento del contatto al
suolo dell’arto anteriore il bacino è
arretrato rispetto alla verticale del punto
di appoggio, il muscolo retto femorale tarda
a cedere per permettere il piegamento del
ginocchio e ammortizzare l’impatto con il
terreno.
Di conseguenza il bacino rimane
in antiversione e lo stiramento eccessivo ,
con la contemporanea tensione in regime
eccentrico del bicipite femorale, può
determinare il rischio di una lesione.
Appare ovvio, che un,azione efficace dei
muscoli biarticolari in fase di volo (catena cinetica aperta)
comporta una coordinazione intermuscolare perfetta.
A tale scopo conosciamo o prontamente introduciamo nei parametri di allenamento, esercitazioni più
proficue per velocizzare movimenti dell’arto in volo, quali ad esempio:
‐ skip bassi
‐ varie andatura quali calciata dietro o corsa balzata con susseguente flessioni o estensioni dell’arto
anteriore.
‐ vari tipi di balzi.
Personalmente introduco quasi spesso nei miei lavori durante il microciclo di allenamento, a scopo
preventivo ma anche di messa in moto.
Nel calcio spesso queste sollecitazioni devono essere ricorrenti,
guidano e mettono in atto quello che è l’azione sintetica che “riunisce” in senso coordinativo l’azione a
ginocchia alte con la corsa calciata dietro ad esempio.
Nella catena cinetica chiusa, l’attività neuromotoria cambia completamente cambia completamente,
come sostenevano i precedenti studi e test scientifici effettuati nel passato.
Dal punto di vista
coordinativo i muscoli retto‐femorale, bicipite femorale e semimembranoso, si comportano in modo
anomalo.
Nella fase di appoggio infatti i muscoli posteriori della coscia non agiscono da antagonisti al quadricipite,
come nella fase di volo in cui uno si contrae e l’altro si decontrae, ma da sinergici, concorrendo,
contraendosi attivamente, all’estensione del ginocchio.
Nella fase di spinta il fenomeno di cui parliamo
si accentua.
La contrazione contemporanea del quadricipite, dei muscoli ischiocrurali e del tricipite surale,
determina l’antiversione de bacino (che
ruota in senso orario), l’estensione del
ginocchio (che ruota in senso antiorario) e
la flessione plantare del piede, la cui
caviglia ruota in senso orario.
Tale fenomeno venne indicato
come: avvicendamento controcorrente.