Premessa
Come in tutte le discipline, anche nel calcio la programmazione di ogni singolo aspetto è fondamentale.
Programmare nel minimo dettaglio ogni piccolo aspetto, può rendere il nostro lavoro più redditizio e
ricco di soddisfazioni.
Andare al campo senza una minima idea di come gestire la seduta d’allenamento,
o improntare una preparazione precampionato senza aver ben pianificato come lavorare, a mio parere
può essere solo un punto a nostro sfavore.
Concetti generali
Innanzitutto nella programmazione del lavoro bisogna prefissarsi un obbiettivo, una volta fatto questo si
andranno a scegliere i metodi e mezzi di lavoro con i quali cercheremo di raggiungere tale obbiettivo.
I
mezzi di lavoro per il nostro obbiettivo non sono altro che le esercitazioni, i test, che andremo a svolgere
durante gli allenamenti per meglio arrivare allo scopo prefissato, i metodi invece sono le metodologie
con le quali utilizziamo i mezzi per arrivare al nostro obbiettivo.
La programmazione degli allenamenti può essere strutturata in:
• seduta d’allenamento
• microciclo
• mesociclo
• macrociclo
• organizzazione annuale
Seduta d’allenamento e microciclo fanno parte di una a breve termine, mesociclo,
macrociclo e organizzazione annuale compongono una programmazione a medio termine.
I passi principali della programmazione di un buon piano d’allenamento sono:
1. Formulazione del programma d’allenamento
2. Messa in pratica del programma
3. Studio e correzione di eventuali errori notati durante la messa in pratica
La seduta d’allenamento è il momento singolo all’interno della settimana d’allenamento, che allena una
o più aspetti d’allenamento (tecnico‐tattici‐fisici).
Il microciclo è il termine con cui si indica l’intera settimana di allenamenti.
All’interno dei microcicli le
sedute di allenamento devono essere organizzate in modo tale da avere una programmazione logica.
Il mesociclo genericamente è organizzato in quattro microcicli ossia le quattro settimane del mese
d’allenamento.
Ogni settimana all’interno del mesociclo prevede l’allenamento di specifici aspetti,
concatenando le diverse settimane tra loro.
Il macrociclo comprende solitamente dai 3 ai 5 mesocicli.
L’organizzazione annuale è ovviamente la concatenazione di tutti i macrocicli che quindi organizza tutta
la stagione.
“Un insieme di tappe che portano al raggiungimento di di una meta prefissata”
Una programmazione efficace è un insieme di tappe che portano al raggiungimento di di una meta
prefissata.
Per raggiungere l’obbiettivo prefissato bisogna articolare il proprio cammino in base alle
esigenze e agli obbiettivi prefissati.
Dicendo queste semplici parole sembra che programmare la propria strada in funzione della meta sia
una cosa semplice da realizzare, forse a parole ma non certo in campo pratico: possono accadere
situazioni impreviste che possono portare alla modifica degli obbiettivi prefissati o almeno al
cambiamento della strategia pianificata.
Sicuramente le cause di una mancata realizzazione del progetto prefissato possono essere molteplici:
• Analisi non completa della situazione
• Accelerare i tempi di raggiungimento
• Poca chiarezza e precisione sulla meta
• Valutazione superficiale delle strutture e materiali a disposizione.
Quali aspetti dobbiamo considerare per primi nella programmazione?“
Focalizzato l’obbiettivo, la prima cosa da fare è quantificare il tempo di raggiungimento e analizzare il
materiale a disposizione.
Analizzando con precisione tali aspetti potremo riuscire a capire se l’obbiettivo
prefissato è raggiungibile e se la strada scelta può essere quella giusta.
L’allenatore, capiti anche gli obbiettivi chiesti dalla società,valutato la rosa a disposizione, il tempo e i
materiali, non deve dimenticarsi di analizzare anche se stesso, in termini prettamente calcistici.
Attraverso la messa in chiaro anche dei propri obbiettivi, i proprio credi calcistici, i propri modi di
rapportarsi (tutto questo sempre in funzione degli obbiettivi chiesti dalla società, la rosa a disposizione,il
tempo e i materiali), potrà fissare e consolidare la propria consapevolezza nelle proprie capacità.
Per fare questo l’allenatore deve porsi delle domande che siano in relazione alle analisi e obbiettivi
chiariti in precedenza:
• Credo in questo obbiettivo?
• Ha un senso inseguire quell’obbiettivo?
• Come posso fare a tenere alte le motivazioni per il suo raggiungimento?
• Quanto impegno sono capace di dedicare a tale obbiettivo?
Come in tutti i campi lavorativi anche nel calcio bisogna avere prima di tutto ben chiare le proprie
aspettative e le proprie aspirazioni in modo da accrescere sempre più la propria determinazione,
aspetto fondamentale per aumentare le probabilità di riuscita di quanto ci aspettiamo.
“Il tempo è ristretto, cerchiamo di ottimizzare le nostre azioni”.
La prima cosa da fare, come già abbiamo detto, è analizzare e capire i propri obbiettivi e le proprie
aspirazioni.
Analizzare prima se stessi e capire dove si vuol arrivare e se stiamo scegliendo la via giusta.
Mettere in conto che potrebbero esserci dei fattori esterni contrari alla nostra strada e quindi essere
consapevoli delle difficoltà, qualunque essa sia.
Uno dei metodi per ovviare a questo è la costanza, la
voglia di riuscire, la determinazione.
Fatto questo possiamo arrivare a programmare e analizzare quello che è il cammino richiesto dalla
società:
‐ Essere chiari e precisi sull’obbiettivo
‐ Cercare la strada più idonea verso la meta
‐ Valutato nei minimi dettegli il materiale a disposizione
‐ Dare delle vie alternative in caso di ostacoli sul cammino.
“Agire in modo pratico, spedito, efficace e ottimizzato”
Cercare di essere produttiva prima su se stessi e poi sulla squadra è uno dei fattori principali per
raggiungere la meta.
Per fare questo è essenziale ottimizzare le proprie azioni, i propri pensieri e il
proprio tempo a disposizione.
Ad esempio: molte volte organizziamo la seduta di allenamento in modo meticoloso, ma comunque
spesso ci capita di non riuscire ad effettuare tutto quello che ci eravamo prefissati, dando così
incompletezza alla seduta.
Per ovviare a questo poniamoci 2‐3 obbiettivi dai quali non possiamo
prescindere nella seduta (quindi dare delle priorità ad alcuni aspetti rispetto ad altri): prima questi 2‐3 e
poi tutto il resto, così la seduta sarà stata efficace e allenante per tutto quello che ritenevamo più
importante.
Tutto questo ovviamente è rapportabile anche nella vita quotidiana,cercando di ottimizzare il tempo e
riuscire a fare le 2‐3 cose più importanti che abbiamo prefissato.
Molte volte si perde tempo prima dell’allenamento.
Cerchiamo di organizzare il campo prima dell’arrivo
dei ragazzi in modo da avere tutto pronto. Se non è possibile nella fase i riscaldamento , dove già
poniamo un obbiettivo prioritario, organizziamo il campo.
Anche pianificare da casa, nei tempi liberi (mezz’ora la mattina prima del lavoro o prima di andare a
dormire la sera), è importante.
Cercare i 2‐3 obbiettivi principali e pianificarli, richiede attenzione, non
possiamo inventare come allenarli.
Fatto questo la nostra seduta sarà sicuramente efficace in termini di obbiettivi da perseguire.
Purtroppo
sappiamo che le componenti da allenare sono molteplici e dare più importanza ad una rispetto ad
un’altra non è semplice, ma tramite un’attenta analisi della squadra e del singolo possiamo cercare di
essere il più efficaci possibili.
“Dare forma e funzione ai nostri obiettivi”
La definizione degli obiettivi è il primo passo da compiere e la prima azione ricca di difficoltà.
Per
definire un obiettivo dobbiamo avvalerci di molti fattori di analisi, in primis capire la nostra meta e
valutarla.
Sapere che sia:
‐ Condivisa
‐ Quantificabile
‐ Chiara
‐ Raggiungibile
Sono i principali fattori da tenere presente.
Delineata la meta da inseguire è necessario stabilire il percorso da seguire per raggiungerla, e per far ciò
non bisogna prescindere da una pianificazione mirata e oculata.
Il metodo migliore è sicuramente quello di dividere il nostro cammino verso la meta in tappe più piccole
che pian piano portino alla meta posta alla lunga distanza.
Pur essendo dei bravissimi allenatori, bravi nell’analisi minuziosa del nostro cammino e della meta, a
volte questo può non bastare.
Dividere il cammino in tappe può richiedere l’aiuto di collaboratori che ci
aiutino nella strada.
Questi saranno sicuramente persone di nostra fiducia , o di fiducia della società.
Loro avranno dei
compiti ben precisi, senza che intacchino il nostro lavoro. Ai collaboratori possono essere assegnati dei
lavori o esserne delegati altri, in entrambi c’è una differenza. Se assegniamo dei compiti, il nostro
collaboratore eseguirà dei lavori sotto la nostra supervisione, se invece viene delegato questo lavorerà
in completa autonomia, avendo piena responsabilità e autorità.
Quindi attenzione ad assegnare o
delegare.
“Riuscire a modificare la strada durante il cammino”
Modificare la strada intrapresa perché ci accorgiamo che quella precedente non sta dando i frutti
sperati può capitare molto spesso.
Cambiare strada a volte è considerata da molti sintomo di incapacità. A mio avviso invece è tutto il
contrario.
Certo cambiare strada ci porta al riconoscimento di errori fatti in precedenza, ma se riusciamo
a sterzare in tempo e porre tutto in carreggiata e inseguire i nostri obiettivi, è sintomo di grande
intelligenza, flessibilità, adattabilità e di grandi doti di analisi, oltre ad essere sinonimo di umiltà |