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Premessa
Il riscaldamento pre - gara e’
un momento particolarmente importante, da non sottovalutare
assolutamente ma da gestire in maniera attenta e minuziosa sia dal punto
di vista fisico che dal punto di vista psicologico, non tralasciando
nessun aspetto, dalla scelta più opportuna delle scarpe a quella del
vestiario.
Infatti, la cura del guanto
(che deve essere pulito e in condizioni ottimali), la decisione di
indossare pantaloncini corti o pantaloni lunghi a seconda delle
condizioni meteorologiche e del fondo del campo, e tante altre piccoli
“grandi “ dettagli, devono permettere al portiere di scendere in campo
fisicamente e direi soprattutto mentalmente sicuro e tranquillo, in modo
che l’attenzione sia riversata esclusivamente sulla partita da
disputare.
Deve poi seguire un adeguato
programma di riscaldamento fisico in modo da portare l’atleta ad
iniziare l’incontro calcistico nelle migliori condizioni.
Tale preparazione comincia
circa 35-40 minuti prima della possibile chiamata all’appello
dell’arbitro (appello che solitamente avviene una decina di minuti
antecedenti l’incontro).
Gli indumenti da indossare non
devono essere quelli di gara e quindi bisogna prevedere un cambio
completo che ci permetta di entrare poi in campo asciutti e puliti.
La fase di riscaldamento
vero e proprio prevede poi 7 fasi distinte:
1^ Fase - Messa in
moto del fisico con i piedi (5-6 minuti)
In questa fase il portiere
esegue con l’aiuto del preparatore o del suo secondo una serie di
passaggi semplici di piede, calciando il pallone di prima, con due
tocchi, al volo, a mezz’altezza, di collo, di piatto.
Il tutto va’ fatto in modo
tranquillo, giusto per iniziare a prendere dimestichezza con il terreno
di gioco e con il pallone.
2^ Fase - Vascolarizzazione
e allungamento della muscolatura (7-8 minuti)
Fase molto importante in cui si
inizia il vero e proprio riscaldamento del corpo.
In questa fase si alternano
esercizi di presa del pallone restando fermi sul posto coadiuvati sempre
da un compagno.
Si cerca di interessare tutte
le fasce muscolari eseguendo le esercitazioni ad un buon ritmo.
Curare poi tra un esercizio ed
un altro la fase di stretching che deve essere adeguatamente eseguita.
3^ Fase - Esercizi con la
palla in porta (7-8 minuti)
Iniziare con esercitazioni per
la presa facendo calciare il nostro aiuto sulla persona e concentrandosi
sulla presa ottimale del pallone.
Passare poi a delle prese fatte
solo con spostamenti laterali con palloni lanciati rasoterra, a
mezz’altezza, rimbalzanti.
Analogamente passare a palloni
lanciati nella stessa sequenza ma questa volta andando in tuffo.
Gli interventi devono essere
svolti nella misura di 4-6 ma alla massima velocità, consentendo sempre
un adeguato recupero.
Prevedere anche
un’esercitazione per la reattività che può essere ad esempio eseguita
ponendosi spalle al compagno in porta girandosi ad un suo cenno vocale e
parando il pallone lanciato nella nostra direzione.
4^ Fase - Palle alte (7-8
minuti)
Il portiere si sistema in porta
e va’ in uscita alta su cross del preparatore o del suo secondo eseguiti
da varie direzioni.
5^ Fase - Tiri in porta (4-5
minuti)
Sempre in porta ma questa volta
vengono effettuati una serie di tiri.
6^ Fase - Rinvii (3 minuti)
Il portiere effettua alcuni
rinvii dal fondo, alcuni rinvii con palla in mano ed alcuni rilanci su
passaggio indietro.
A questo punto termina la fase
di riscaldamento e il portiere può tornare nello spogliatoio per
iniziare la vestizione - gara.
Dopodichè ha inizio la 7^ ed
ultima fase del nostro programma che riguarda la preparazione mentale.
7^ Fase - Preparazione
mentale (3-4 minuti)
L’allenamento mentale è
importante perché consente di correggere eventuali pensieri che possono
influire sulla prestazione.
Il controllo della mente porta
il portiere a trovarsi mentalmente pronto, sicuro di se stesso.
Il portiere deve eliminare
agitazioni o paure in modo tale da concentrarsi solo ed esclusivamente
sulla prestazione.
In questa fase quindi solo con
se stesso, anticipa mentalmente i movimenti che potrebbe eseguire
durante la partita secondo la loro successione, immaginando la parata
finale.
Ogni dettaglio và immaginato e
mentalmente ripassato: sistemare la barriera, ricercare la posizione,
immaginare il tiro, effettuare una presa alta, ecc..
Tutto questo deve essere
attivato nel minor tempo possibile, in modo tale da migliore i tempi di
risposta, e immaginare il tutto porta il cervello in una condizione di
allerta che lo rende più pronto nel memento in cui bisogna effettuare il
gesto tecnico più appropriato alla situazione che si verrà a creare.
------n ogni sport di squadra
l’allenamento situazionale riveste un’importanza fondamentale.
E questo è ancora più
percentualmente alto in ruoli molto tecnici qual è il portiere di
calcio. Il “vissuto” di questo atleta è necessario per poter completare
tutto il lavoro tecnico comunemente definito “a secco”, dove per vissuto
andiamo a definire tutte le situazioni di gara in cui è stato impegnato.
Gli schemi motori che divengono
abilità dopo le ore di lavoro svolto in campo, saranno senz’altro molto
più efficaci se in aiuto del portiere nelle occasioni in cui è chiamato
in causa, verrà la memoria.
E grazie propria a questa
memoria che il più delle volte l’atleta riesce a riconoscere
inconsciamente una situazione e ad adattare quindi la risposta atletica
o tattica più efficace. Ogni portiere si crea quindi un bagaglio di
nozioni che lo portano alla soluzione più appropriata per affrontare la
partita in ciò che lo vede coinvolto. Per questo molte volte si
preferisce orientarsi nella scelta verso un atleta più esperto a scapito
di uno più giovane e scattante.
L’esperienza è fondamentale e
nel portiere che ha pochi margini di errore lo è ancora di più.
Purtroppo però come per la personalità è vero che anche l’esperienza non
si può trasmettere. Ogni portiere ha il suo “vissuto”, il suo archivio
personale, proprio perché ogni portiere è diverso da un altro per
qualità fisiche e nervose e quindi l’adattamento che fa al suo
intervento è diverso da quello di un altro.
Ecco allora che con questi
presupposti l’allenamento situazionale diventa fondamentale in un
programma di allenamento ben strutturato. E noi tecnici, allenatori di
portieri dobbiamo orientare le nostre esercitazioni nel ricreare le
situazioni di gara aiutando il nostro allievo a costruirsi il più
velocemente possibile il proprio archivio personale.
In tal modo il portiere sarà
sicuramente più pronto nelle risposte che dovrà dare quando si troverà a
fronteggiare le varie situazioni di gioco in cui è chiamato in causa. Le
infinite ripetizioni cui sottoponiamo i nostri atleti hanno come scopo
il raggiungimento della corretta esecuzione del gesto tecnico e la sua
ottimizzazione accresce la velocità e la precisione d’intervento, ma è
solo grazie all’allenamento situazionale che otteniamo il miglioramento
vero.
E se è vero che il miglior
situazionale è la partita, noi come preparatori dobbiamo adoperarci nel
proporre lavori e sedute di allenamento che richiamino il più fedelmente
possibile l’ambiente gara.
Tutto questo iniziando dal
luogo stesso in cui andiamo a lavorare, un luogo che non può essere
relegato ad angoli di campo, ma deve essere necessariamente svolto con i
riferimenti reali in cui il portiere opera e cioè la porta, l’area di
rigore il campo. Un altro fattore importante che deve essere rispettato
quando si propongono allenamenti situazionali è la velocità di
esecuzione dell’esercitazione proposta. In gara una palla respinte ad
esempio è sempre causa di possibile altre azioni pericolose che si
possono verificare.
Ecco come quindi sia necessario
non limitarsi al puro e semplice intervento ma nel caso proposto
esortare il nostro portiere a finire l’azione con la presa finale e la
conseguente impostazione di azione di attacco con il lancio verso
compagni liberi di impostare il gioco.
Proposte di esercitazione:
Proposta numero 1
Si dispongono delle sagome a simulare una difesa schierata a 4 fuori
area. Un portiere in porta.
Il preparatore si pone davanti
alla sagome con ai suoi lati i portieri non direttamente coinvolti nella
esercitazione e si passa la palla con loro.
Ad un certo punto esegue un
lancio tra le sagome invitando i portieri-collaboratori a eseguire il
taglio verso il pallone.
Il portiere posto in porta
dovra’ “leggere” la situazione e decidere se eseguire un’uscita (pallone
lungo) o rimanere in porta ad aspettare il tiro (pallone corto).
Proposta numero 2
Si dispone un portiere in porta
e gli altri non direttamente coinvolti nella esercitazione si dispongono
nei pressi del dischetto di rigore ed uno si pone nei pressi del
centrocampo scegliendo e variando continuamente la zona presidiata.
Il preparatore calcia da fuori
area dei palloni. Il portiere dovrà cercare di parare ostacolato dalla
presenza dei compagni davanti a lui.
Se respinge il pallone dovrà
immediatamente attivarsi per recuperarlo o dovrà tenersi pronto per
l’eventuale ribattuta.
Una volta entrato in possesso
della palla dovrà effettuare il lancio per il compagno posto nei pressi
del centrocampo.