E quanto conta la coesione di
gruppo nel mettere a punto "il
muro" in una partita di
pallavolo della nostra nazionale
azzurra?
Il fattore-squadra, cercato e ricercato in
allenamento, non è soltanto uno schema tattico applicabile automaticamente, ma è soprattutto un
fattore umano che trova la sua forza nelle adeguate relazioni interpersonali fra gli atleti del gruppo.
Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie
dell'atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il
controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni
necessarie per ottenere un buon risultato. Ma non bisogna mai perdere di vista il concetto di uomo -
atleta ; l'agonista non è un robot, non è un gigantesco meccanismo sostenuto dagli sponsor e da
complesse manovre di tipo economico.
E' un uomo, un uomo che ha scelto di sfidare sé e gli altri,
con i suoi punti deboli e le sue illimitate potenzialità; lo psicologo dello sport deve tenere bene in
mente che dedicherà il suo sostegno ed il suo contributo in primis all'uomo, e in secondo luogo
all'atleta che c'è in lui, il quale rappresenta solo una parte della sua complessità.
La psicologia dello
sport è una disciplina giovane che ha la possibilità di apportare validi contributi sia nello sport di
alto livello che nelle fasi di apprendimento di un'attività, studiando in un primo momento una serie
di atteggiamenti e comportamenti propri dell'ambito sportivo ed il loro conseguente impatto sulla
qualità della prestazione, e successivamente applicando delle strategie di intervento volte al
miglioramento del gesto atletico.
Questa disciplina si pone come punto di incontro tra ricerca
scientifica ed applicazione nel settore ed il suo bacino di utenza è costituito principalmente da
allenatori, dirigenti, atleti, arbitri, medici dello sport, tecnici, psicologi e da tutti coloro che operano
ad ogni livello nel campo dello sport.
Possiamo definire la psicologia dello sport come una
psicologia dell'azione che si pone come obiettivo la comprensione a 360° dell'uomo e del suo essere
atleta.
Il Mental Training
Per tecniche di allenamento mentale (Mental Training) mi riferisco a metodi multimodali improntati
all'apprendimento e al perfezionamento di alcune abilità che interessano da vicino l'attività
agonistica. Ecco un elenco delle principali strategie o abilità mentali più importanti: Focalizzazione
dell'attenzione e concentrazione (Focusing).
La concentrazione è la capacità di focalizzare
l'attenzione su un compito per un determinato periodo di tempo, senza essere distolti da fattori distraenti interni (ad es. pensieri negativi) ed esterni (ad es. il rumore della folla).
Incremento della
motivazione e dell'autostima. L'acquisizione di fiducia in sè è la vera chiave della motivazione: se
l'atleta ha fiducia in sè e in quello che è in grado di fare non solo è motivato, ma accresce le sue
probabilità di avere successo.
Fino a quando l'atleta cercherà solo nell'ambiente esterno di
soddisfare i suoi bisogni di sicurezza, stima ed approvazione, la vittoria gli sfuggirà, poichè il suo
senso di identità personale sarà dipendente da fattori esterni di cui avrà bisogno.
Il passaggio
avviene quando l'atleta inizia a scoprire queste qualità dentro di sè.
Invece di cercare approvazione
trova il suo senso di intimo valore.
Diventa abbastanza sicuro di sè da essere in grado di
comprendere di essere un giocatore valido anche se commette degli errori.
Formulazione degli obiettivi (Goal setting)
Molte volte gli atleti stessi non definiscono accuratamente un'adeguata scala degli obiettivi da
perseguire durante l'anno, e questa scarsa capacità di pianificare degli specifici standard di abilità da
raggiungere in un compito può compromettere l'esito della stagione agonistica.
Gli obiettivi devono
essere suddivisi in sub-obiettivi a breve, medio e lungo termine, devono essere difficili ma
raggiungibili, mirati al miglioramento graduale della prestazione più che al risultato (che sappiamo
essere molto spesso imprevedibile).
Abilità immaginativa (Imagery)
Gli atleti vengono progressivamente allenati alla rappresentazione mentale di immagini visive,
inserendovi stimoli immaginativi polisensoriali e favorendo in questo modo un maggiore
coinvolgimento emozionale e cognitivo da parte del soggetto.
La capacità di visualizzare
comprende alcune attività applicabili allo sport, fra cui l'osservazione di altri atleti in azione (dal
vivo o videoregistrati) seguita dalla ripetizione immaginata delle sequenze motorie (allenamento
ideomotorio); il passo successivo consisterà nell'esecuzione pratica dell'atleta del movimento prima
osservato e poi visualizzato.
La tecnica dell'Imagery, preceduta sempre da una breve seduta di
rilassamento, viene anche utilizzata prima della gara come momento di concentrazione e di
visualizzazione del percorso.
Gestione dell'attivazione fisiologica (Gestione dell'Arousal)
Con il termine arousal è indicata in psicofisiologia l'intensità dell'attivazione fisiologica e
comportamentale dell'organismo: quando l'organismo deve effettuare una prestazione deve attivarsi,
cioè mettere in moto una serie di processi caratteristici dello stato di arousal quali l'aumento della
vigilanza e dell'attenzione, l'attività dei muscoli che si preparano allo sforzo ed il cuore e i polmoni
che si preparano al dispendio di energia.
E' di fondamentale importanza per un atleta raggiungere e
mantenere il suo livello ottimale di attivazione psicofisiologica in ogni circostanza, allenandosi con
delle semplici tecniche di attivazione o disattivazione secondo le esigenze.
Rilassamento
Le tecniche di rilassamento, come il Training Autogeno o il Rilassamento Progressivo di Jacobson,
vengono utilizzate per prendere consapevolezza della tensione muscolare a riposo e in attività
(Inventario corporeo), per gestire situazioni ansiogene o stressanti e sono preparatorie a qualsiasi
attività immaginativa.
Gestione delle situazioni stressanti
Lo stato di stress si verifica quando gli atleti intuiscono che c'è uno squilibrio tra quello che è
chiesto loro di fare (sfida) e quello che invece essi sentono di essere capaci di fare (livello di abilità).
Anche l'allenatore può essere sottoposto a stress ed essere iper o ipo - attivato come i suoi atleti; si
renderà quindi necessario adottare delle strategie per abbassare o incrementare anche il livello di
attivazione dell'allenatore per permettergli una direzione accurata ed equilibrata durante la gara.
Fra
le tecniche di gestione dello stress annoveriamo lo Stress Inoculation Training, la
desensibilizzazione sistematica e la ristrutturazione cognitiva.
Comunicazione
L'atleta del giorno d'oggi pretende giustamente rispetto e considerazione da parte della Federazione
e dell'allenatore; egli non vuole essere escluso dalla gestione dell'attività sportiva che lo riguarda.
Questa necessità di dialogare e pianificare insieme pone non pochi problemi di comunicazione
fra l'atleta e l'allenatore; quest'ultimo da parte sua spesso tende a non considerare le esigenze dettate
dall'evoluzione emotiva e cognitiva del giovane agonista, ma a focalizzare la sua attenzione solo
sugli aspetti di sviluppo motorio e di rendimento.
Si rivelano di grande utilità incontri di gruppo fra
atleti ed allenatore, fra allenatore e dirigenti, fra atleti di una stessa squadra con qualche problema di
dialogo fra giocatori. Uno degli interventi più richiesti dalle Federazioni Sportive e che lo psicologo
dello sport può attuare in seno ad una squadra è un Corso di Mental Training (pacchetto
multimodale sulle attività di base su menzionate), con sedute settimanali della durata di un'ora o due
per dieci - quindici settimane.
Lo scopo dell'intervento è quello di fornire un'occasione di
apprendimento di tecniche per migliorare la performance atletica e successivamente di rendere
completamente autonomo il soggetto che ha usufruito degli insegnamenti del Corso: infatti l'atleta,
fornito di supporti audio-visivi, è in grado di allenarsi quotidianamente per conto proprio, senza
dover instaurare un rapporto di dipendenza con lo psicologo dello sport.
Per quanto riguarda gli
allenatori (ma non solo loro), di estrema attualità ed utilità risultano essere i Corsi di formazione
sulla Psicologia dello Sport e sulla Psicologia dell'infortunio e della riabilitazione: questi corsi
permettono agli addetti ai lavori di apprendere delle conoscenze sul modo di pensare e di sentire
degli atleti (soprattutto per quanto riguarda gli atleti infortunati) che spesso non vengono rese
disponibili nell'ambiente sportivo.
Bibliografia
Antonelli Ferruccio (1994) "La preparazione mentale nello sport",
Movimento 10, Numero 1, Edizioni Pozzi.
Bortoli L., Gramaccioni GF., Robazza C. (1994) "La preparazione mentale nello sport",
Edizioni Pozzi, Roma.
Castellani A. (1983) "La preparazione psicologica del tennista"
Editori Del Grifo, Montepulciano.
Gerin M., (1998) "Valutazione psicologica e psico-fisiologica di un campione di 100 ciclisti
dilettanti", Movimento 14, Numero 1, Edizioni Pozzi.
Gerin M., (1998) "Psicosomatica e sport : un'ipotesi sull' ansia somatizzata"
Psicologia e Scienze umane (in corso di stampa).
Garfield C.A. (1986) " Rendere al massimo "
Sperling and Kupfer Editori.
Syer J., Connoly C. (1987) " Guida per atleti all'allenamento mentale "
Zanichelli Editore.
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