L'Isola che non c'è, di
Ezio Glerean, non è un libro di memorie ma è un manifesto per il rilancio del calcio italiano. Un calcio nazionale che deve ripartire dal recupero della gioia di giocare al pallone da parte dei giovani; dal recupero del rapporto con il territorio, con le famiglie, con gli amministratori locali e con le società sportive.
L'appello di Glerean, allenatore militante, è rivolto a tutti coloro che amano il "gioco più bello del mondo" ed è un progetto concreto che lui stesso si propone di costruire, insieme ai suoi colleghi allenatori, prima che sia troppo tardi.
Ezio Glerean è nato il 27 giugno 1956 a San Michele al Tagliamento (Venezia).
Calciatore professionista dopo l'inizio nelle giovanili del Genoa, con Brindisi e Cavese e in serie B con il Taranto, giunge alla notorietà calcistica nazionale come allenatore.
Dopo un'esperienza con il Sandonà che porta in C1, Glerean trova a Cittadella l'ambiente giusto per proporre un calcio brillante e offensivo.
Il suo modulo di gioco ma soprattutto la sua conduzione dei rapporti con società e giocatori, basata su competenza e trasparenza, attirano l'attenzione dei critici più attenti sia nell'ambito del giornalismo sportivo (a cominciare da Gianni Mura, autore della presentazione di questo libro) che del mondo del cinema (nel film del 2001, L'uomo in più, Paolo Sorrentino ha dichiarato esplicitamente di essersi ispirato al modulo del Cittadella di Glerean).
Approda in seguito al Venezia di Zamparini in serie B, proprio allorché il vulcanico presidente friulano acquisisce il Palermo.
Glerean lo segue in rosanero ma l'esperienza dell'allenatore si consuma in pochi mesi, anche per le incomprensioni con lo staff dirigenziale. Seguono le esperienze di Padova, Venezia, Bassano e Cosenza
Fonte:
Alleniamo.com