1. All’inizio nella fase di inserimento nella programmazione annuale dell’allenamento
situazionale in settore giovanile (fascia di eta’ che va’ dai 8 ai 14 anni), non proporre gare
fra squadre con penalita’ (piegamenti sulle braccia, addominali, ecc…), in quanto mentre si
sta’ apprendendo qualcosa, la paura delle penalita’ potrebbe inibire la presa di iniziativa
aumentando sicuramente la paura di sbagliare.
Una volta che si e’ raggiunto un buon livello
prestativo, allora possiamo introdurre ed utilizzare all’occorrenza gare con penalita’.
2. La presenza del portiere alle spalle, e’ importante nell’allenamento situazionale, per evitare
che i giocatori si allunghino la palla, non utilizzando cosi la tecnica della finta e del dribbling
per superare l’avversario e per analizzare da parte dell’allenatore l’1 contro il portiere, che
ricordo e’ anch’esso un 1>1, dove spesso vediamo errori macroscopici del tipo:
· Il portiere chiude un angolo e proprio li’ si tira
· Il portiere rimane in piedi e si prova il pallonetto
· Il portiere e’ a terra e gli si tira addosso, ecc….
3. La fase di pressione psicologica nell’allenamento situazionale, e’ fondamentale in quanto il
calcio di oggi richiede piu’ (e non meno come si dice e si racconta oggi) abilita’ tecnica, in
quanto si gioca con una maggiore velocita’; pertanto una volta raggiunto un buon livello di
esecuzione nella prima fase di allenamento con situazioni semplici, proponiamo a
completamento della progressione didattica, le situazioni con pressione competitiva, per
ricreare le condizioni di gara, dove il giocatore e’ solo con la sua capacita’ e velocita’ di
scelta ed ha poco tempo per decidere.
4. Non ritengo pero’ valido il porre limiti temporali aspecifici (esempio: obbligo di fare goal in
7”), perche’ questo e’ un valore astratto, mentre un altro giocatore o una coppia che
lavorano assieme/contro di noi o un avversario che recupera a dar manforte al difensore,
sono una pressione temporale reale, perche’ la vediamo, la viviamo e la verifichiamo, al
contrario dei fatidici 7”…
5. E’ ovvio che il passare da un fase all’altra dipendera’ molto dalla capacita’ dell’allenatore di
osservare, di analizzare e verificare i progressi dei propri giocatori.
Un’altra proposta puo’
essere quella di inserire in ogni seduta una esercitazione che comprenda tutte le seguenti
5 fasi, con un livello di difficolta’ crescenti:
· Fase tecnica
· Fase situazionale semplice
· Fase situazionale con pressione
· Fase tattica
· Fase tattica con pressione