Questo non succede sempre, il
ragazzo non sempre è così maturo
per capire come migliorarsi, per
cui diventa importante la figura
dell’allenatore, che per questa
categoria secondo me è
necessario sia un ex giocatore
professionista in grado, per
esperienze vissute, di conoscere
anche i particolari.
Dal punto di vista
pratico, l’allenatore ‐ istruttore ‐ educatore deve mostrare sicurezza tranquillità.
Il suo esempio è
fondamentale per il giocatore a cui trasmettere ottimismo e positività. Sicuro delle proprie convinzioni e
idee, il tecnico deve comunque essere aperto al confronto e a migliorarsi sempre di più insieme alla
squadra.
Carisma personalità sono doti indispensabili che non devono però limitare carattere e
l’espressività dei giocatori.
Tuttavia sicurezza ottimismo non devono trasformarsi in presunzione, anzi
l’allenatore deve trasmettere umiltà, dote irrinunciabile per essere positivi. La tecnica, la tattica, la
preparazione fisica determinano performance di ogni giocatore e della squadra.
Per essi sono
determinanti tre elementi: la fissazione dell’obiettivo (la scelta delle strategie tecniche); la qualità
nell’esecuzione (le forme devono essere scelte per essere eseguite correttamente e in maniera
concatenata);
la programmazione che fin da inizio settimana deve essere mirata agli obiettivi.
Occorre dare un
indirizzo, una finalità da raggiungere attraverso le sedute degli allenamenti (microciclo) per la
preparazione della gara.
Metodo di lavoro
Per il calcio di oggi diventa fondamentale il concetto di “organizzazione mentale” che ogni singolo
giocatore e ogni squadra devono possedere per essere in grado di passare continuamente da una
situazione di possesso palla a non possesso.
Il giocatore e la quadra devono essere preparati
mentalmente, abili nel sapere variare correttamente, velocemente e adeguatamente questa situazione
che determina il risultato.
La ripetizione delle esercitazioni che influenza le due fasi di gioco quindi è uno
strumento importante che contribuisce in maniera significativa al continuo miglioramento
dell’organizzazione mentale del singolo e della squadra.
E così assume anche grande importanza il modo
richiesto (es. cambio di velocità) per le ripetizioni.
Non è possibile chiedere e pretendere dai giocatori un
determinato comportamento tecnico ‐ tattico se durante gli allenamenti non è mai stato o
sufficientemente provato, analizzato e assimilato.
L’apprendimento si completa, infatti, attraverso
l’imitazione e la sperimentazione.
Il mio compito è quello di:
(A) di dare al giocatore e alla
squadra la possibilità di migliorare
il proprio rendimento nel saper
leggere correttamente le varie
situazioni di gioco;
(B) Proporre sempre nuovi compiti in modo da obbligare il giocatore e il gruppo a cercare nuove
soluzioni, aiutandoli nelle scelte e indirizzandoli nelle giuste direzioni;
(C) Pretendere diversi metodi di
sviluppo e d’esecuzione sia dal punto di vista singolo che collettivo;
(D) Proporre allenamenti mirati,
basati direttamente sul modello di gioco che si deve esprimere in partita.
Settimana tipo: aspetti tecnico ‐ tattici
Ritornando a quelle che sono le esigenze di una squadra Primavera si può affermare, che trattandosi di
atleti di una fascia d’età molto vicini alla prima squadra sono da considerare tutti gli elementi tipici di
una preparazione per giocatori adulti.
Secondo il mio programma settimanale: nelle prime due sedute (Lunedì – Martedì) con il preparatore, viene svolto il maggior carico di lavoro fisico, mentre nella terza e
quarta seduta (Mercoledì – Giovedì) viene inserito del lavoro tecnico‐tattico più intenso sempre con
riferimento alla partita da disputarsi o dalle lacune della partita precedente.
Tutto è studiato per fare
lavorare i ragazzi il più possibile con il pallone, compreso la parte atletica.
Già nel riscaldamento viene
inserita della tecnica individuale o della psicocinetica, sempre con la palla.
In questa fascia d’età ritengo
però importante che il ragazzo perfezioni la tecnica in situazione, tramite esercitazioni in spazi più meno
ridotti, al fine di rendere tale aspetto il più aderente possibile alla partita.
Tatticamente i giocatori
vengono divisi per reparti, siano titolari e non per far sì che si adattino il più presto possibile ai
movimenti desiderati sia per la fase difensiva che offensiva.
Il lavoro tattico è mirato per giocare con un
modulo già predisposto; in ogni caso, durante gli allenamenti si provano diversi moduli, sia per fare
fronte a situazioni di emergenza sia perché i ragazzi devono saper interpretare diversi atteggiamenti
tattici.
La tecnica individuale è richiamata nei riscaldamenti dei primi giorni della settimana, in cui è
preponderante l’aspetto atletico.
Nei giorni successivi si punta maggiormente alla velocità d’esecuzione,
indispensabile nel calcio attuale, tramite possessi palla ad alta intensità e altre esercitazioni situazionali
che ricalchino il più fedelmente l’evento di gara.
Ciò per abituare il giocatore ad anticipare mentalmente
la giocata per poi eseguirla con la necessaria rapidità.
Contemporaneamente, sia nei possessi palla
(magari inserendo delle porticine per porre degli obiettivi) sia nelle esercitazioni di psicocinetica sia nelle
partite ombra, vengono esercitati i giocatori a un movimento senza palla sempre più efficace e
organizzato.
Sicuramente questo è uno degli aspetti più complessi a livello didattico, ma insegnare ai ragazzi come
muoversi con riferimento alla palla e agli avversari è importante per offrire il maggior numero di
soluzioni possibili al compagno in possesso palla.
Per le palle inattive a inizio stagione vengono definiti i
compiti dei giocatori, viene disposta una marcatura a zona sul primo palo, a fianco, e sul secondo palo,
con 2 uomini al limite dell’ area, gli altri si dispongono in marcatura a uomo sugli avversari.
Tutto questo
con conseguente esecuzione di idonee esercitazioni.
Durante la settimana, (di solito al Giovedì) vengono
esaminati gli errori riscontrati in partita, aspetto particolarmente importante coi giovani.
Non viene
provata solo la fase difensiva sulle palle inattive ma anche quella offensiva con particolari movimenti o
strategie per ottenere buone possibilità con esito positivo.
Pre gara
L’ultimo allenamento prima della gara vengono fornite istruzioni non solo ai probabili titolari, ma anche
a tutti gli altri componenti della rosa in modo da avere l’attenzione e la concentrazione sempre al
massimo da parte di tutti.
Chiunque deve sapere cosa fare in qualsiasi momento.
Immediatamente
prima della gara invece ritengo opportuno rimanere solo con i ragazzi negli spogliatoi, senza
Massaggiatore e Accompagnatore questo per non dare distrazioni a chi ascolta.
Vengono fornite
informazioni sulla quadra avversaria, cercando di motivare i ragazzi e richiamando il lavoro svolto della
settimana sugli obiettivi prefissi.
Vengono esaminate le palle inattive a sfavore per dare le disposizioni in
campo e compiti precisi su palle inattive a favore.
Al riscaldamento pre ‐ gara viene attribuito molta
importanza e i giocatori devono eseguirlo con molta cura.
Il riscaldamento quando si gioca in casa viene
eseguito dal Preparatore Atletico con la mia presenza.
Invece nelle partite esterne viene diretto dal
sottoscritto.
Per creare un clima di unità ed armonia i ragazzi eseguono gli esercizi tutti insieme.
Soltanto i portieri lavorano separatamente, svolgendo in coppia specifici esercizi.
Preparazione della gara. Analisi e commento della stessa
La preparazione alla partita presuppone la conoscenza di tutte le caratteristiche tecniche della squadra
avversaria, sia individualmente che collettiva.
Sarebbe importante valutare pure le caratteristiche
psicologiche, di volontà e determinazione la cui conoscenza può rivelarsi utile.
Ma nel Campionato
Primavera purtroppo questo non è sempre possibile.
Non potendo esaminare ne video ‐ cassette ne
filmati di altro tipo, ci si potrà avvalere dell’opera osservatori o della personale conoscenza di
determinati giocatori.
Alla ripresa degli allenamenti assume rilevanza parlare della partita fatta, e di
come è stata affrontata la gara.
Si parte dal collettivo fino ad arrivare ad un discorso riferito al reparto o
al Ritengo di grande importanza anche il parere dei giocatori abituarli all’autocritica.
Durante la
settimana sarà necessaria che si crei una certa carica agonistica, tuttavia senza che ci dispendio di
energie nervose.
La carica nervosa deve rivelarsi fattore aggiuntivo non dispersivo.
Non bisogna
dimenticare che l’allenatore deve anche essere autoritario, poiché ha il compito di dare la formazione
che scenderà in campo.
La sana competitività tra i compagni è una fonte ulteriore di rendimento gestita
in maniera ottimale, poiché è abbastanza improduttivo costituire un gruppo ristretto di giocatori e
contare solo su di essi.
Gestire le riserve è, per l’allenatore, molto difficile perché il giocatore pur
spiegandogli che per motivi tattici è stato preferito ad ha come realtà il fatto di non partecipare alla gara
come protagonista iniziale.
Ritengo che non dare spiegazioni di natura ai giocatori lasciati fuori, sia la
scelta migliore.
Riepilogando bisogna motivare il gruppo rendendo partecipi tutti i suoi componenti,
avendo un occhio di riguardo nei confronti di quelli non utili in quel momento, potranno divenire
fondamentali seguito, promuovendo l’impegno e responsabilizzando in maniera tutti i giocatori.
Naturalmente il ruolo del Tecnico in panchina durante lo svolgimento della gara assume un importanza
di rilievo.
E sperienze
personali
Come esperienza personale da giocatore ho avuto allenatori e cito alcuni: Ulivieri ‐ Bersellini, Bagnoli e
Zoff, per non parlare di Trapattoni.
Ulivieri sapeva tenere ben equilibrata la squadra, la preparava nei
particolari, tutti sapevano il da farsi. Bersellini, mi ha insegnato a non mollare mai, caratterialmente mi
ha fatto più forte.
Proprio quando non venivo impiegato ho capito che non dovevo mollare, infatti
quando sono entrato non sono più uscito. Bagnoli riusciva a motivarti al massimo prima della gara già
quando annunciava la formazione e parlava della squadra avversaria scrivendola sulla lavagna indicando
le rispettive posizioni in campo.
E’ uno di quelli allenatori che aveva il merito di utilizzare i giocatori nei
propri ruoli facendoli rendere al massimo.
La serenità di Zoff durante la settimana era coinvolgente,
come pure di tenere il gruppo compatto nonostante le pressioni da parte della società nel volere vincere
a tutti i costi.
Trapattoni bravissimo nella gestione del gruppo e nell’unire tanti campioni dando loro
grande temperamento.
Ritengo che anche la mia esperienza da giocatore che è partita dal Settore
Giovanile del Como, notoriamente vivaio di grande qualità sia risultato di grande aiuto.
In questa società
ho imparato l’importanza del lavoro e la necessità di faticare per migliorarsi.
La vita sana, la positiva
frequenza della scuola e la grande passione per il calcio e il rispetto del compagno e dell’avversario: gli
elementi che completano la crescita del calciatore.
Conclusioni
In questo lavoro ho preso in considerazioni più aspetti per la preparazione alla partita: dal lavoro tecnico
tattico giornaliero di una settimana, dall’aspetto psicologico e della mia esperienza vissuta in questi anni
da giocatore e dà allenatore della ” Primavera”.
L’impegno richiesto di un allenatore non si limita alle
abilità teorico‐tecniche della professione, e di grande rilevanza risultano le questioni di carattere
psicologico che si presentano in un lavoro dove vi sono coinvolte più persone.
Se per allenare una
squadra, dal punto di vista tecnico‐tattico, posso avvalermi della mia esperienza passata di calciatore di
Serie A e posso avvalermi del contributo dei corsi di 1à – 2à e 3à categoria di Coverciano, la sua
conduzione come guida di un gruppo di ragazzi (uomini) mi pone di fronte a situazioni nuove.
Ritengo,
col lavoro esposto di aver sottolineato gli aspetti più salienti, per poter affrontare in futuro in modo
soddisfacente il ruolo di allenatore nella squadra di cui farò parte
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