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La Tragedia - Accade a
Pescara, durante la partita che
vede i padroni di casa ospitare
il Livorno. Un'azione offensiva
del Pescara, la corsa lontano
dal pallone e poi improvviso il
crollo a terra sul vertice della
propria area. E' il 31' e
Morosini cade in avanti, faccia
a terra, apparentemente in preda
a convulsioni. Immediatamente le
due panchine e il guardalinee
attirano l'attenzione
dell'arbitro Baratta che ferma
il gioco.
I soccorsi - I medici
soccorrono Piermario, provano
con il defibrillatore. Arresto
cardiaco. L’ambulanza corre
verso l’ospedale ma non c’è
niente da fare, come dichiara il
dott. Paloscia, responsabile
dell'Unità Coronarica
dell'Ospedale di Pescara: “il
cuore si è fermato e non ha più
ripreso a battere. Abbiamo
infatti provato a rianimarlo in
ogni modo per un'ora e mezza, ma
tutto è stato inutile".
La storia passata - La
mente torna indietro negli anni
e ricorda Attilio Ferraris IV,
Andrea Ceccotti, Giuliano
Taccola, Renato Curi, Catalin
Hildan, Marcio Dos Santos, Marc
Vivien Foè, Miklos Feher, Paulo
Sergio Oliveira da Silva, Daniel
Jarque, Antonio Puerta, Naoki
Matsuda … Fino ad arrivare a
questo ultimo tragico mese,
segnato da una serie di arresti
cardiaci che hanno colpito sul
campo Fabrice Muamba, unico
sopravvissuto, Vigor Bovolenta e
oggi Piermario Morosini.
Un futuro incerto per lo
Sport - Perché queste
tragedie continuano a
verificarsi? Cosa facciamo per
garantire e tutelare veramente i
nostri figli, il nostro futuro?
Dove sono le istituzioni e
perché latitano senza
intervenire con decisione
attraverso l’introduzione delle
necessarie migliorie alla legge
in materia di Sport?
I nostri ragazzi continuano a
morire. E se queste tragedie
continuano ad accadere ai
massimi livelli dello Sport,
possiamo dirci sicuri di
tutelare anche tutti quegli
atleti delle realtà
dilettantistiche i cui controlli
medici non sono neanche
paragonabili all'apparente
rigore, alla luce degli ultimi
accadimenti, del professionismo?
Ci auguriamo che questo non
rimanga ancora una volta
l'inascoltato grido di
disperazione di chi resta, ma
che possa essere uno sprone a
fare tutto il possibile per la
creazione di un modello virtuoso
di sport a garanzia di tutti
coloro che, come noi, di sport
vogliono vivere e non morirne.
Giovanni Santodonato -
Presidente Ass. Fondazione Lo
Sport per la Vita Onlus |