Organizzazione Tattica
L’allenamento del difensore moderno
Fonte: Assoallenatori.it
Autore: Michele
AQUINO
Difendere a zona
La zona è uno sviluppo della tattica in fase di
non-possesso-palla.
Nella difesa a zona il calciatore
si muove in un determinato spazio
rispetto alla posizione della palla.
I parametri fondamentali
da tener presenti in questa disposizione
difensiva sono:
• palla
• porta
• compagni
• avversari.
Il difensore si muoverà quindi rispetto alla posizione
della palla, della propria porta, della posizione
dei compagni e successivamente dell’avversario.
Con questa tattica difensiva si è quindi responsabili
di una zona di campo assegnata a seconda del proprio
ruolo. In questa zona di campo simarcano tutti
gli avversari che vi entrano.
Si può quindi definire
tale marcatura come marcatura a uomo “non battezzata”,
ossia che non avviene sempre sullo stesso
avversario.
Infine si collabora con le zone adiacenti
in modo da garantire ai propri compagni le coperture
che avvengono con le giuste scalate.
Per una
corretta formazione dei propri giocatori bisogna porre
l’attenzione proprio sul concetto di marcatura.
Negli ultimi anni il concetto di zona ha fatto allentare le maglie difensive, rendendo troppo spesso tale
tattica alibi per i difensori poco inclini a utilizzare
quei mezzi che per anni avevano dato al nostro
calcio i migliori interpreti del ruolo al mondo.
Bisogna
inoltre ricordare che esiste una proporzionalità
inversa tra marcatura e copertura: infatti più si
marca emeno si copre e più si copre emeno simarca.
Il concetto sopra esposto è esplicitato nelle figure
1 e 2.
Nella figura 1 è riprodotto l’esempio di un
difensore che privilegia la marcatura a discapito della
copertura.
Egli si trova all’interno dell’area di rigore
e la vicinanza alla propria porta gli fa scegliere di marcare più da vicino l’avversario.
Nella figura 2 il difensore preferisce coprire, considerata la distanza
dalla propria porta.
Il difensore assumerà una posizione
che gli permetterà di coprire il compagno di
reparto e di poter intervenire sull’avversario senza
palla.
Vantaggi della difesa a zona
• si è autonomi e quindi indipendenti dall’avversario
• i calciatori si sentono maggiormente coinvolti
• equa distribuzione del carico di lavoro
• maggiore spirito collaborativo
• la distribuzione dei calciatori sul campo permette
ripartenze veloci
• si ottimizzano posizioni e assetto di squadra
• è facile costruire il lato forte.
Svantaggi della difesa a zona
• i difensori stentano a marcare e contrastare.
Abuso di azione ritardatrice o temporeggiamento
• ci vuole molto lavoro per organizzare il reparto
a fare scelte univoche
• bisogna responsabilizzare il singolo e il reparto.
Spesso dopo un goal si tende a non ritenersi
responsabili della segnatura subita
• creazione di spazi intermedi che risultano pericolosi.
Un esempio si ha quando in zona centrale si forma
la piramide difensiva: si è spesso così densi che
si consentono passaggi appoggiati laterali in una porzione
di campo pericolosa.
Da questa posizione si
concede un tiro che può impensierire il nostro numero
uno.
L’importanza della comunicazione
Nel gioco a zona, che prevede di pensare e muoversi
collettivamente, la comunicazione tra i membri
del reparto difensivo è una componente molto
importante.
Il principale protagonista è quasi sempre
il portiere, ma talvolta anche uno dei due difensori
centrali, soprattutto se esperto, può essere in
determinati contesti il “regista” della situazione.
Parliamo di regista perché chi dirige la squadra
è colui che si prende la responsabilità di ordinare e
coordinare i movimenti dei compagni di reparto.
La comunicazione deve essere allenata alla stessa
stregua delle situazioni tattiche. Deve essere definito
un certo numero di parole che siano ben comprensibili.
I vocaboli scelti devono essere:
• condivisi
• brevi
• secchi
• distinti (ad es. l’utilizzo di “Mia!” e “Via!” deve
essere evitato per un ovvio rischio di errore).
Quando il regista col suo comando aiuta i compagni
deve rendersi comprensibile senza essere guardato.
Perciò comandi come “vai di qua”, “attento
là” ecc. costringono il compagno a guardare per
comprendere dove sia il “qua” o il “là”.
Questi suggerimenti
devono essere sostituiti con comandi comprensibili
acusticamente, perciò “scala a destra”, “copri
a sinistra” sono formule facilmente e velocemente
interpretabili.
I comandi non devono essere troppi
e devono prevedere tutti i possibili movimenti richiesti
alla linea difensiva.
Il portiere o il difensore centrale devono essere
tempestivi nel dare le informazioni ai propri
compagni, al fine di potersi opporre alle soluzioni
avversarie velocemente ed efficacemente.
La comunicazione
verbale deve avvenire con voce chiara
ad alto volume.
In allenamento si deve abituare
sia il portiere sia la squadra a utilizzare lo stesso tono
di voce utilizzato in gara.
Anche esercitazioni
banali possono svolgersi con un maggiore coinvolgimento
se effettuate con una comunicazione
funzionale.
La comunicazione può essere anche visiva.
Si
pensi a un portiere che gioca alto rispetto alla porta.
Egli trasmette ai compagni sicurezza, li aiuta a stare
più tranquillamente alti e non aver l’assillo di scappare
indietro, perché sanno che il loro numero uno
in casi di palla alle loro spalle darà loro una mano.
Differente è se un portiere mantiene una posizione
più bassa: il difensore si sente meno tranquillo
perché ha più spazio da difendere alle sue spalle.
Ricordiamoci che i giocatori pensano, parlano e
agiscono.
La differenza di valore tra un giocatore e
un altro la farà il minor dispendio di tempo che si
ha tra la lettura della situazione e l’esecuzione della
risposta che può essere verbale (comando) o motoria
(movimento o intervento).
Aiutiamo i nostri giocatori a pensare.
PROGRESSIONE DIDATTICA
Per insegnare a difendere a zona bisogna esercitarsi
e conoscere la progressione didattica.
Dall’esperienza
diretta abbiamo così suddiviso il nostro
lavoro per la linea difensiva:
1. orientamento
2. diagonali e triangoli difensivi
3. palla coperta e palla scoperta
4. uno più uno contro uno
5. uno più due contro due
6. uno più quattro contro quattro
7. difesa su cross e traversoni
8. ripristino dell’equilibrio difensivo
9. situazioni di superiorità numerica
10. situazioni d’inferiorità numerica
11. coperture preventive
12. costruzione della manovra – giochi di reparto.
In questo nostro contributo presentiamo una serie
di esercitazioni svolte in spazi delimitati (box)
che hanno l’obiettivo di allenare l’orientamento dei
difensori e la collaborazione difensiva in forma situazionale.
Riteniamo questa metodologia di lavoro in grado
di stimolare adeguatamente l’analisi e le conseguenti
risposte tecnico-tattiche del difensore facilitandone
l’apprendimento e l’assimilazione del giusto
atteggiamento.
Box “Marco e copro, no passaggio filtrante”
Spazio boxmetri 12×8 con base posizionata a 25
metri dalla porta
Calciatori utilizzati 8 (6vs2)
L’esercitazione è proposta ai difensori per sviluppare
il concetto del “marco e copro” e la successiva
capacità di non subire passaggi filtranti.
I sei
calciatori posti sul perimetro del rettangolo devono
cercare di ottenere un punto riuscendo a trasmettere
la palla con passaggio filtrante ai compagni posti
sul lato opposto (fig. 3).
Fig. 3. “Marco e copro”, non subire passaggi filtranti.
Il passaggio laterale appoggiato non dà punti ma
contribuisce al mantenimento del possesso-palla.
I
due difensori posti all’interno del rettangolo devono
intercettare e transare positivamente superando
la linea di demarcazione.
Di fatto si viene a creare
un 2vs1, coi due difensori che cercano di superare il
calciatore che ha subito l’intercetto (fig. 4).
I giocatori
posti ai lati contribuiscono al solo mantenimento
del possesso-palla.
A ogni intercetto verrà assegnato
un punto.
Due punti ad ogni superamento.
Fig. 4. Situazione di 2 contro 1.
Variante: recuperata palla i difensori devono superare
la linea contrastati dalla coppia posta davanti
ad essi, di fatto, si crea un 2vs2.
Box “No passaggio filtrante, appoggio laterale”
Spazio boxmetri 14×8 con base posizionata a 25
metri dalla porta più due corridoi laterali di metri
2×8 (fig. 5)
Calciatori utilizzati 8 (6vs2)
Fig. 5. “No passaggio filtrante, appoggio laterale”
L’esercitazione è proposta ai difensori per sviluppare
il concetto del “marco e copro” e la successiva
capacità di non subire passaggi filtranti e pas-saggi centro-laterali.
In questa esercitazione si cerca
di ottimizzare il concetto di marcatura e copertura
dello spazio.
Spesso i giocatori zonisti sono molto
densi in zona-palla.
Questo fa rischiare di subire passaggi
in zone centro-laterali molto pericolose.
I sei calciatori posti sui lati del rettangolo devono
cercare di ottenere un punto trasmettendo per mezzo
di un passaggio filtrante la palla ai compagni posti
sul lato opposto.
Ottengono un punto anche quando
servono il compagno esterno nel corridoio delimitato
(fig. 6).
Fig. 6. I difensori ottengono un punto effettuando un passaggio
filtrante o servendo un compagno nel corridoio.
fuori
dal corridoio non dà
punti ma il solo mantenimento del possesso-palla.
I difensori ottengono un punto dopo intercetto
e transizione positiva con superamento di un avversario,
se l’intercetto è avvenuto per un passaggio
laterale (fig. 7), due punti se l’intercetto e il superamento
dei due avversari avviene su palla filtrante.
Fig. 7. I difensori ottengono un punto se intercettano un passaggio
laterale, due punti se si tratta di una palla filtrante.
Box a 4, no passaggio filtrante
Spazio box metri 25×10 realizzato a 25metri dalla
porta
Calciatori utilizzati 10 (6vs4), opportuna la
presenza dei portieri.
L’esercitazione è proposta alla linea difensiva per
allenare in fase di non-possesso la formazione di
diagonali e piramidi.
Particolare attenzione viene
prestata a non subire passaggi filtranti.
I sei calciatori
posti sul perimetro effettuano un possesso-palla
finalizzato a muovere la linea avversaria e a infilarla
con passaggi filtranti (fig. 8).
Guadagneranno
un punto a ogni filtrante pervenuto ai calciatori sul
lato opposto.
La linea difensiva realizza un punto a
ogni intercetto, due punti se dopo l’intercetto riesce
a portare palla oltre la linea difesa dalla coppia
che ha perso il possesso.
In questo modo abituiamo
i nostri difensori alla transizione positiva.
Il possesso-
palla è eseguito solo con passaggi radenti.
L’esercitazione
ha una valenza anche sull’orientamento
collettivo e sulla capacità di sapersi adeguare al nuovo
fronte d’attacco, visto che il campo è bifronte.
Il portiere lavorando sul perimetro del box accresce
le proprie capacità tecniche emigliora nella valutazione
tattica dei compagni di reparto.
Fig. 8. Box a 4, no passaggio filtrante.
Difendere a zona
La zona è uno sviluppo della tattica in fase di non-possesso-palla.
Nella difesa a zona il calciatore si muove in un determinato spazio rispetto alla posizione della palla.
I parametri fondamentali da tener presenti in questa disposizione difensiva sono:
• palla
• porta
• compagni
• avversari.
Il difensore si muoverà quindi rispetto alla posizione della palla, della propria porta, della posizione dei compagni e successivamente dell’avversario.
Con questa tattica difensiva si è quindi responsabili di una zona di campo assegnata a seconda del proprio ruolo. In questa zona di campo simarcano tutti gli avversari che vi entrano.
Si può quindi definire tale marcatura come marcatura a uomo “non battezzata”, ossia che non avviene sempre sullo stesso avversario.
Infine si collabora con le zone adiacenti in modo da garantire ai propri compagni le coperture che avvengono con le giuste scalate.
Per una corretta formazione dei propri giocatori bisogna porre l’attenzione proprio sul concetto di marcatura.
Negli ultimi anni il concetto di zona ha fatto allentare le maglie difensive, rendendo troppo spesso tale tattica alibi per i difensori poco inclini a utilizzare quei mezzi che per anni avevano dato al nostro calcio i migliori interpreti del ruolo al mondo.
Bisogna inoltre ricordare che esiste una proporzionalità inversa tra marcatura e copertura: infatti più si marca emeno si copre e più si copre emeno simarca.
Il concetto sopra esposto è esplicitato nelle figure 1 e 2.
Nella figura 1 è riprodotto l’esempio di un difensore che privilegia la marcatura a discapito della copertura.
Egli si trova all’interno dell’area di rigore e la vicinanza alla propria porta gli fa scegliere di marcare più da vicino l’avversario.
Nella figura 2 il difensore preferisce coprire, considerata la distanza dalla propria porta.
Il difensore assumerà una posizione che gli permetterà di coprire il compagno di reparto e di poter intervenire sull’avversario senza palla.
Vantaggi della difesa a zona
• si è autonomi e quindi indipendenti dall’avversario
• i calciatori si sentono maggiormente coinvolti
• equa distribuzione del carico di lavoro
• maggiore spirito collaborativo
• la distribuzione dei calciatori sul campo permette ripartenze veloci
• si ottimizzano posizioni e assetto di squadra
• è facile costruire il lato forte.
Svantaggi della difesa a zona
• i difensori stentano a marcare e contrastare. Abuso di azione ritardatrice o temporeggiamento
• ci vuole molto lavoro per organizzare il reparto a fare scelte univoche
• bisogna responsabilizzare il singolo e il reparto.
Spesso dopo un goal si tende a non ritenersi responsabili della segnatura subita
• creazione di spazi intermedi che risultano pericolosi.
Un esempio si ha quando in zona centrale si forma la piramide difensiva: si è spesso così densi che si consentono passaggi appoggiati laterali in una porzione di campo pericolosa.
Da questa posizione si concede un tiro che può impensierire il nostro numero uno.
L’importanza della comunicazione
Nel gioco a zona, che prevede di pensare e muoversi collettivamente, la comunicazione tra i membri del reparto difensivo è una componente molto importante.
Il principale protagonista è quasi sempre il portiere, ma talvolta anche uno dei due difensori centrali, soprattutto se esperto, può essere in determinati contesti il “regista” della situazione.
Parliamo di regista perché chi dirige la squadra è colui che si prende la responsabilità di ordinare e coordinare i movimenti dei compagni di reparto.
La comunicazione deve essere allenata alla stessa stregua delle situazioni tattiche. Deve essere definito un certo numero di parole che siano ben comprensibili.
I vocaboli scelti devono essere:
• condivisi
• brevi
• secchi
• distinti (ad es. l’utilizzo di “Mia!” e “Via!” deve essere evitato per un ovvio rischio di errore).
Quando il regista col suo comando aiuta i compagni deve rendersi comprensibile senza essere guardato.
Perciò comandi come “vai di qua”, “attento là” ecc. costringono il compagno a guardare per comprendere dove sia il “qua” o il “là”.
Questi suggerimenti devono essere sostituiti con comandi comprensibili acusticamente, perciò “scala a destra”, “copri a sinistra” sono formule facilmente e velocemente interpretabili.
I comandi non devono essere troppi e devono prevedere tutti i possibili movimenti richiesti alla linea difensiva.
Il portiere o il difensore centrale devono essere tempestivi nel dare le informazioni ai propri compagni, al fine di potersi opporre alle soluzioni avversarie velocemente ed efficacemente.
La comunicazione verbale deve avvenire con voce chiara ad alto volume.
In allenamento si deve abituare sia il portiere sia la squadra a utilizzare lo stesso tono di voce utilizzato in gara.
Anche esercitazioni banali possono svolgersi con un maggiore coinvolgimento se effettuate con una comunicazione funzionale.
La comunicazione può essere anche visiva.
Si pensi a un portiere che gioca alto rispetto alla porta.
Egli trasmette ai compagni sicurezza, li aiuta a stare più tranquillamente alti e non aver l’assillo di scappare indietro, perché sanno che il loro numero uno in casi di palla alle loro spalle darà loro una mano.
Differente è se un portiere mantiene una posizione più bassa: il difensore si sente meno tranquillo perché ha più spazio da difendere alle sue spalle.
Ricordiamoci che i giocatori pensano, parlano e agiscono.
La differenza di valore tra un giocatore e un altro la farà il minor dispendio di tempo che si ha tra la lettura della situazione e l’esecuzione della risposta che può essere verbale (comando) o motoria (movimento o intervento).
Aiutiamo i nostri giocatori a pensare.
PROGRESSIONE DIDATTICA
Per insegnare a difendere a zona bisogna esercitarsi e conoscere la progressione didattica.
Dall’esperienza diretta abbiamo così suddiviso il nostro lavoro per la linea difensiva:
1. orientamento
2. diagonali e triangoli difensivi
3. palla coperta e palla scoperta
4. uno più uno contro uno
5. uno più due contro due
6. uno più quattro contro quattro
7. difesa su cross e traversoni
8. ripristino dell’equilibrio difensivo
9. situazioni di superiorità numerica
10. situazioni d’inferiorità numerica
11. coperture preventive
12. costruzione della manovra – giochi di reparto.
In questo nostro contributo presentiamo una serie di esercitazioni svolte in spazi delimitati (box) che hanno l’obiettivo di allenare l’orientamento dei difensori e la collaborazione difensiva in forma situazionale.
Riteniamo questa metodologia di lavoro in grado di stimolare adeguatamente l’analisi e le conseguenti risposte tecnico-tattiche del difensore facilitandone l’apprendimento e l’assimilazione del giusto atteggiamento.
Box “Marco e copro, no passaggio filtrante”
Spazio boxmetri 12×8 con base posizionata a 25 metri dalla porta
Calciatori utilizzati 8 (6vs2)
L’esercitazione è proposta ai difensori per sviluppare il concetto del “marco e copro” e la successiva capacità di non subire passaggi filtranti.
I sei calciatori posti sul perimetro del rettangolo devono cercare di ottenere un punto riuscendo a trasmettere la palla con passaggio filtrante ai compagni posti sul lato opposto (fig. 3).
Fig. 3. “Marco e copro”, non subire passaggi filtranti.
Il passaggio laterale appoggiato non dà punti ma contribuisce al mantenimento del possesso-palla.
I due difensori posti all’interno del rettangolo devono intercettare e transare positivamente superando la linea di demarcazione.
Di fatto si viene a creare un 2vs1, coi due difensori che cercano di superare il calciatore che ha subito l’intercetto (fig. 4).
I giocatori posti ai lati contribuiscono al solo mantenimento del possesso-palla.
A ogni intercetto verrà assegnato un punto.
Due punti ad ogni superamento.
Fig. 4. Situazione di 2 contro 1.
Variante: recuperata palla i difensori devono superare la linea contrastati dalla coppia posta davanti ad essi, di fatto, si crea un 2vs2.
Box “No passaggio filtrante, appoggio laterale”
Spazio boxmetri 14×8 con base posizionata a 25 metri dalla porta più due corridoi laterali di metri 2×8 (fig. 5) Calciatori utilizzati 8 (6vs2)
Fig. 5. “No passaggio filtrante, appoggio laterale”
L’esercitazione è proposta ai difensori per sviluppare il concetto del “marco e copro” e la successiva capacità di non subire passaggi filtranti e pas-saggi centro-laterali.
In questa esercitazione si cerca di ottimizzare il concetto di marcatura e copertura dello spazio.
Spesso i giocatori zonisti sono molto densi in zona-palla.
Questo fa rischiare di subire passaggi in zone centro-laterali molto pericolose.
I sei calciatori posti sui lati del rettangolo devono cercare di ottenere un punto trasmettendo per mezzo di un passaggio filtrante la palla ai compagni posti sul lato opposto.
Ottengono un punto anche quando servono il compagno esterno nel corridoio delimitato (fig. 6).
Fig. 6. I difensori ottengono un punto effettuando un passaggio filtrante o servendo un compagno nel corridoio.
fuori
dal corridoio non dà punti ma il solo mantenimento del possesso-palla.I difensori ottengono un punto dopo intercetto e transizione positiva con superamento di un avversario, se l’intercetto è avvenuto per un passaggio laterale (fig. 7), due punti se l’intercetto e il superamento dei due avversari avviene su palla filtrante.
Fig. 7. I difensori ottengono un punto se intercettano un passaggio laterale, due punti se si tratta di una palla filtrante.
Box a 4, no passaggio filtrante
Spazio box metri 25×10 realizzato a 25metri dalla porta
Calciatori utilizzati 10 (6vs4), opportuna la presenza dei portieri.
L’esercitazione è proposta alla linea difensiva per allenare in fase di non-possesso la formazione di diagonali e piramidi.
Particolare attenzione viene prestata a non subire passaggi filtranti.
I sei calciatori posti sul perimetro effettuano un possesso-palla finalizzato a muovere la linea avversaria e a infilarla con passaggi filtranti (fig. 8).
Guadagneranno un punto a ogni filtrante pervenuto ai calciatori sul lato opposto.
La linea difensiva realizza un punto a ogni intercetto, due punti se dopo l’intercetto riesce a portare palla oltre la linea difesa dalla coppia che ha perso il possesso.
In questo modo abituiamo i nostri difensori alla transizione positiva.
Il possesso- palla è eseguito solo con passaggi radenti.
L’esercitazione ha una valenza anche sull’orientamento collettivo e sulla capacità di sapersi adeguare al nuovo fronte d’attacco, visto che il campo è bifronte.
Il portiere lavorando sul perimetro del box accresce le proprie capacità tecniche emigliora nella valutazione tattica dei compagni di reparto.
Fig. 8. Box a 4, no passaggio filtrante.
Box a 4, no passaggio filtrante e appoggio laterale
Spazio box metri 25×10 più due corridoi laterali dimetri 4×10 realizzato a 25metri dalla porta (fig. 9)
Calciatori utilizzati 10 (6vs4), opportuna la presenza dei portieri
Come la precedente, l’esercitazione è proposta alla linea difensiva per allenare in fase di non-possesso la formazione di diagonali e piramidi, ponendo particolare attenzione a non subire passaggi filtranti.
Inoltre cerchiamo di razionalizzare la densità in zona-palla.
I sei calciatori posti sul perimetro effettuano come sopra un possesso-palla finalizzato a muovere la linea e a infilarla con passaggi filtranti o a effettuare passaggi laterali servendo i compagni esterni nei corridoi delimitati.
Guadagnano un punto a ogni filtrante pervenuto ai calciatori sul lato opposto o a ogni passaggio nei corridoi. I calciatori posti esternamente non devono stazionare nei corridoi, ma arrivarci.
La linea difensiva realizza un punto a ogni intercetto, due punti se dopo l’intercetto riesce a portare palla oltre la linea difesa dalla coppia che ha perso il possesso.
In questo modo abituiamo i nostri difensori alla transizione positiva.
Il possesso-palla è eseguito solo con passaggi radenti.
L’esercitazione ha una valenza anche sull’orientamento collettivo e sulla capacità di sapersi adeguare al nuovo fronte d’attacco, visto che il campo è bifronte.
Il portiere lavorando sul perimetro del box accresce le proprie capacità tecniche e migliora nella valutazione tattica dei compagni di reparto.
Fig. 9. Box a 4, no passaggio filtrante e appoggio laterale.
Box laterale, “attenti alla meta e all’interno-campo”.
Spazio box metri 25×10 realizzato nella zona laterale del campo
Calciatori utilizzati 4 (2vs2)
Nel box posizionato in zona esterna si ingaggia un 2vs2.
Obiettivo dei difensori è quello di contrastare gli attaccanti per non permetter loro di fare meta e di non farli entrare nel corridoio che li fa convergere.
Lo spazio di convergenza è segnalato dal diverso colore dei “cinesini” (fig. 10).
Il compito dei difensori è di indirizzare in esterna la coppia e di vincere l’1vs1 nel caso in cui l’attaccante voglia convergere. I difensori, una volta recuperata la palla, devono transare positivamente cercando di fare meta.
Fig. 10. Fig. 10. Box laterale, “attenti alla meta e al corridoio di convergenza”.
Box “attenti allo scarico”
Spazio box metri 15×15 realizzato a 25 metri dal centro-porta
Calciatori utilizzati 7 (4 esterni e 2 contro 1 interno)
L’esercitazione consiste per i difensori nel non subire un passaggio filtrante e di non consentire all’attaccante interno di ricevere palla e di scaricare (fig. 11).
In questo esercizio si forza il concetto di aggressività e marcamento.
I difensori otterranno un punto a ogni intercetto e superamento della meta dell’avversario che ha sbagliato il passaggio.
Gli attaccanti otterranno un punto a ogni filtrante e due punti a ogni scarico riuscito dal giocatore interno.
Fig. 11. Box “attenti allo scarico”.
Box “attenti allo scarico” 2
Spazio box metri 18×20 realizzato a 25 metri dal centro-porta
Calciatori utilizzati 8 (4 esterni e 2 contro 2 interno)
L’esercitazione per i difensori consiste nel non subire un passaggio filtrante e non consentire ai due at-taccanti interni di ricevere palla e di scaricare (fig. 12).
In questo esercizio si forza il concetto di aggressività e marcamento.
I difensori otterranno un punto a ogni intercetto e superamento della meta dell’avversario che ha sbagliato il passaggio.
Gli attaccanti otterranno un punto a ogni filtrante e due punti a ogni scarico riuscito da parte dai giocatori interni.
Fig. 12. Box “attenti allo scarico” 2.
Box “no scarico e corto-lungo”
Spazio box metri 18×20 realizzato a 25 metri dal centro-porta
Calciatori utilizzati 8 (3 esterni e 2 contro 2 interni più il portiere)
I tre giocatori (posti come in fig. 13) si passano la palla cercando di servire i due attaccanti alle spalle dei difensori per fare goal.
Vale la regola del fuorigioco.
I due difensori, oltre a non farsi prendere alle spalle con un movimento corto-lungo, non devono permettere lo scarico agli attaccanti interni.
Recuperata palla, i difensori devono transare portando la palla in zona-meta. I
l portiere deve partecipare con una posizione attiva che gli consenta d’intercettare la rifinitura degli attaccanti.
Fig. 13. Box “no scarico e corto-lungo”.
Variante è consentito ai calciatori esterni al box di tirare in porta.
Box a 4 “evitare il corto-lungo e l’aggiramento laterale”
Spazio box metri 25×20 più due corridoi laterali di metri 5×45 (fig. 14)
Calciatori utilizzati 11 (4 esterni più 4 contro 2 interni più il portiere)
I quattro giocatori nel perimetro cercano di servire i due attaccanti alle spalle dei difensori per mandarli in goal.
Vale il fuorigioco.
Fig. 14. Box a 4: “evitare il corto-lungo e l’aggiramento laterale”.
Inoltre gli attaccanti cercano di servire i compagni nel corridoio laterale.
Se ciò avviene, da quel momento si ingaggia un 6vs4 per il goal (fig. 15): i difensori devono essere razionali nella formazione delle diagonali e nel triangolo, riuscendo a non subire passaggi centro-laterali pericolosi.
Importante il ruolo del portiere, sia nella comunicazione sia nella lettura preventiva del passaggio alle spalle della linea difensiva.
Il portiere deve partecipare con una posizione attiva che gli consenta d’intercettare la rifinitura degli attaccanti.
Fig. 14. Box a 4: “evitare il corto-lungo e l’aggiramento laterale”.
Variante è consentito ai calciatori esterni al box tirare in porta.
In questo caso la lettura tattica del portiere diventa fondamentale.
aso la lettura tattica del portiere diventa fondamentale.
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