Avviamento al ruolo di Portiere. La presa
con i pollici divergenti
Prepariamo i nostri Portieri
A cura di Stefano PRATO
01. Progettare l' avviamento al ruolo di un giovane
Ogni Individuo può migliorare le proprie Capacità di tipo Motorio, Tecnico, Cognitivo, ed adattarsi in modo intelligente all' ambiente in cui vive, fosse anche per poco tempo, come ad esempio sul campo di calcio.
Se si assume il compito di Formare è d' obbligo fare proprio questo principio, significa prendersi la responsabilità di individuare gli elementi più rappresentativi per elaborare un Percorso di Apprendimento adeguato per un piccolo Atleta, nel nostro caso per un Giovane Portiere.
Porsi delle domande e fornire risposte che siano coerenti con i bisogni di apprendimento rappresentano il compito che ogni Allenatore deve saper assolvere: i nostri allievi hanno bisogno di avere a disposizione guide capaci di sostenere la loro crescita come persona e come atleta, e ciò può divenire possibile solo quando, chi si occupa di loro, porta con sé l' idea adeguata di un progetto in grado di supportare positivamente tale evoluzione.
Progettare un Percorso di Apprendimento significa considerare avanti a tutto i bisogni didattici dei propri ragazzi e, quindi, conoscere le mete didattiche a livello cognitivo, motorio, affettivo e propriamente tecnico che i propri Giovani possono raggiungere.
In altre parole, ciò vuol dire porsi degli Obiettivi ed individuare dei percorsi di lavoro utili al raggiungimento delle mete prefissate.
Per fare questo occorre saper riconoscere i supporti di tipo funzionale, presenti in ogni Persona, che permettono il miglioramento del rapporto con il proprio corpo, con lo spazio ed il tempo.
Ovvero, comprendere il contributo delle funzioni percettive, di equilibrio nelle sue forme, di coordinazione, ecc.
Ma non solo, ciò significa anche riconoscere come l' aspetto cognitivo del movimento è sostenuto da processi mentali come quelli dell' attenzione, della memoria, di percezione, di analisi, di riflessione, di comprensione, di elaborazione, di valutazione.
Progettare un Percorso di Apprendimento significa anche sapersi porre delle domande, stimolarsi alla ricerca ed al confronto con i colleghi, aprendo la strada alla circolazione in ambo i sensi della Conoscenza ed al conseguente rinnovamento della propria Proposta Didattica.
Non poca cosa, se si ambisce a migliorare continuamente il proprio modo di Insegnare e rendere, conseguentemente, più efficace ed interessante per i propri Giovani, ogni situazione didattica.
La Professionalità richiesta per ogni Allenatore di Giovani Portieri è, di conseguenza, rilevante e determina il bisogno continuo di aggiornamento, la necessità di possedere le Competenze ed approfondire i Concetti.
Va da sè che di certo la Conoscenza non si improvvisa ma, al contrario, necessita di uno studio approfondito e continuo, compito al quale ogni Formatore di Settore Giovanile non può sfuggire.
Tutto ciò possiede l' effetto di indurre ogni Allenatore a compiere Scelte in termini di Obiettivi, di Metodi, di Contenuti per garantire al meglio l' Avviamento e la Formazione dei propri Giovani Portieri, e permettono di affermare, in sintesi, che progettare un Percorso di Apprendimento equivale a:
• definire gli Obiettivi alla luce delle Abilità già presenti;
• individuare una Metodologia capace di favorire il raggiungimento degli Obiettivi prefissati;
• individuare i Contenuti del percorso didattico;
• controllare lo stato di Apprendimento del Giovane attraverso momenti di Verifica e Valutazione.
02. Autoefficacia: quanto e' importante non sbagliare la proposta
L' Autoefficacia rappresenta la fiducia che ciascun individuo ripone nelle proprie capacità di eseguire un compito con esito positivo attraverso l'espressione di un' abilità.
La proposta di un compito motorio sollecita in un Giovane un' Autoefficacia percepita, ovvero la fiducia che ha nelle sue capacità di padroneggiare con successo una determinata abilità.
Il modo in cui un bambino si percepisce, infatti, può aumentare o limitare le sue aspettative di successo e quindi indurlo ad evitare alcune situazioni in cui teme il fallimento oppure, al contrario, ad affrontarle per ottenere un successo.
I Giovani nell' Avviamento allo sport sono influenzati quasi esclusivamente dalle esperienze motorie precedenti e non dai dati oggettivi del compito assegnato; per tale motivo la convinzione di Autoefficacia, intesa come convinzione personale di riuscire, riveste un ruolo fondamentale e diviene un fattore fortemente predittivo di successo nell' apprendimento, sia per le componenti cognitive e sia per quelle emotive.
E' dimostrato che quando il Giovane riceve rinforzi positivi, interiorizza un sistema di autogratificazione che gli consente di padroneggiare i processi finalizzati al raggiungimento di determinati obiettivi.
Attraverso un' esperienza di successo, infatti, diminuisce il bisogno di gratificazione esterna ed aumenta la motivazione intrinseca grazie alla forte percezione della propria competenza.
Le convinzioni di Autoefficacia sono, dunque, un aspetto fondamentale nelle attività motorie e specifiche nei nostri Giovani Portieri poiché influiscono sulla motivazione, sulla scelta dei compiti, sull' impegno e la costanza, alimentandosi attraverso esperienze di successo.
In questo contesto il nostro ruolo di Allenatore di Portieri è decisivo, in termini di capacità osservativa e di adattamento delle proposte, sempre in linea con i reali livelli di abilità individuali.
Riducendo le difficoltà inutili, variando i compiti, facilitando le esperienze di padroneggiamento adattandole ai livelli di apprendimento si può migliorare la prestazione e conseguentemente aumentare le convinzioni di Autoefficacia personali.
03. La Tecnica del Portiere
L' insieme delle capacità coordinative di ogni Giovane rappresentano la base di quelle che sono definite abilità motorie.
Queste capacità non partecipano singolarmente all' espletamento della loro funzione, ma si integrano tra loro in modo complementare nel tentativo di risolvere problemi situazionali in costante evoluzione e creati dall' ambiente esterno.
L' abilità motoria, quindi, è il mezzo che supporta nel saper risolvere con successo un problema, determinato da una situazione di gioco, tramite l' uso del movimento.
Nel caso specifico del ruolo del Portiere divengono abilità tecniche specifiche, ovvero gestualità tecniche generate nel loro insieme dalle capacità coordinative, indirizzate per la giusta interpretazione del Ruolo.
L' integrazione delle capacità coordinative che esprimono determinate gestualità tecniche applicate in contesti di situazione porta a pensare che non può esistere una coordinazione standard nel Giovane ma bensì una coordinazione specifica.
Quindi, se all' Avviamento al Ruolo del Giovane può essere interessante far vivere il maggior numero di esperienze motorie possibili, con il passare del tempo diventa essenziale instradarlo verso una specializzazione nel Ruolo.
Ciò non significa abbandonare le attività legate allo sviluppo delle capacità coordinative ma cercare di indirizzare le stesse verso la massima espressione di coordinazione specifica, cioè la Tecnica.
04. La relazione tra tecnica ed ambiente esterno
Non è raro notare Giovani Portieri tecnicamente puliti durante l' espressione del Gesto, padroni dei loro movimenti, ma poco efficaci durante la partita.
Ciò può verificarsi quando il percorso formativo del Giovane Portiere è prettamente indirizzato allo sviluppo del Gesto, escludendo quei fattori ambientali esterni che lo determinano e che sono essenziali in quanto fattori scatenanti dell' Azione.
Per un Giovane avere dimestichezza con questi elementi significa essere in grado prima di tutto di riconoscerli, poi di valutarli, di filtrarli e quindi gestirli con una buona capacità anticipatoria di previsione relativa all' evoluzione del gioco.
E' quindi fondamentali che sin da giovani i Portieri possano vivere le esperienze di proposte in situazione, applicando il principio dal semplice al complesso, per indurli a reperire i propri elementi di valutazione, indispensabili ad identificare l' evoluzione del gioco e contestualmente a scegliere la risposta tecnica più adeguata.
Curando la precisione, l'economicità, l' efficacia del Gesto Tecnico aiuteremo il Giovane Portiere a risultare più rapido e preciso durante l' intervento e quindi ad aumentare il suo livello di abilità.
05. La Tecnica difensiva
La Tecnica Difensiva del Portiere è rappresentata da tutto l' insieme di quei Gesti Tecnici che vengono adottati in gara durante la Fase di gioco di Non - Possesso.
Questi si suddividono in:
1) Fase di preparazione
• Posture di attesa
• Spostamenti
2) Fase di esecuzione
• Tuffo
• Presa
• Deviazione
• Respinta
• Uscita alta
• Uscita bassa (e 1 vs 1)
La Presa è definita come la capacità di bloccare la palla dissipandone l’energia.
E’ un fondamentale tecnico cardine del ruolo del portiere.
Lo sviluppo di quest’abilità è una prerogativa dei portieri efficaci di alto livello e implica forti basi cognitive e coordinative. Il portiere che blocca la palla trasmette forza e sicurezza ed è in grado di effettuare transizioni positive, fasi sensibili e determinanti nel calcio moderno.
Esistono essenzialmente due modi di bloccare la palla:
• presa a pollici convergenti per pronazione delle mani
• presa a pollici divergenti per supinazione delle mani
06. I metodi di insegnamento
I Metodi di insegnamento sono processi formativi in cui vengono trasferiti concetti, procedure, azioni e con i quali l' Allenatore, attraverso l' organizzazione dell' attività didattica, raggiunge obiettivi specifici come l' assimilazione cosciente, la conoscenza, e lo sviluppo delle capacità cognitive ed operative.
Nel processo insegnamento/apprendimento/formazione specifica delle gestualità tecniche ha maggior successo il metodo Analitico, deduttivo ed induttivo: per mezzo della continua ripetizione di espressioni motorie, transitando dalla naturale correzione, il Giovane Portiere automatizza nel tempo le gestualità tecniche componenti il proprio bagaglio.
Di contro con il processo insegnamento/apprendimento/stimolo capacità decisionali e velocità di pensiero, integrato nelle dinamiche di gioco della squadra ed applicato ad azioni specifiche in reali situazioni di gioco, si può elaborare un metodo Globale che garantisce un maggiore contributo esperienziale nella crescita del Giovane Portiere facendolo apprendere sperimentando il gioco stesso.
Quindi possiamo parlare di specificità nella Formazione del Portiere quando c'è un rapporto costante tra i vari componenti tecnico-tattici, cognitivi, fisici e coordinativi in correlazione permanente con il modello di gioco adottato dall' Allenatore e con i principi che lo determinano, favorendo la libera scelta, e considerando l' eventuale errore come tappa obbligata di un percorso di crescita efficace e consapevole
07. Il metodo di insegnamento G.A.G.
Le Proposte che elaboriamo devono favorire un approccio Globale al problema che il gioco pone e permettere un analisi successiva, specifica di tutti gli elementi connessi all' Apprendimento.
Il Metodo utile a mantenere tale processo deve favorire costantemente modificazioni strutturali positive del sistema nervoso del Giovane Portiere.
Tale condizione rappresenta una condizione indispensabile affinchè il nostro giovane possa adattarsi alle diverse situazioni di tipo motorio, spaziale, temporale.
Un Metodo così fatto induce ad una continua presa di coscienza di ciò che stà avvenendo in quella data situazione di gioco, li stimola nei confronti di quelle difficoltà che devono essere superate attraverso la soluzione del problema, 'scoprendo' la modalità per farlo.
Proporre una forma di Apprendimento di questo tipo induce il Giovane ad ascoltare il proprio corpo, ad analizzare, ad associare, a riflettere, a ricercare soluzioni di tipo operativo modificando le proprie risposte motorie per il raggiungimento di un obiettivo prefissato.
Il Giovane, per far ciò, utilizza tutti i processi di percezione, attenzione, memoria e riorganizzazione delle esperienze motorie vissute, interviene in modo intelligente e partecipe al proprio processo di Apprendimento.
L' errore, vissuto spesso con angoscia e comunque come problema, assume una nuova valenza e diventa un' occasione di crescita, in quanto permette il riconoscimento delle difficoltà emerse e l' individuazione degli elementi motori, tecnici, cognitivi, e affettivi, sui quali operare.
E' un approccio didattico che possiamo definire: Globale – Analitico – Globale
Proponendo questa modalità non si fa altro che mettere il Giovane Portiere nella condizione di familiarizzare con il problema motorio/tecnico, analizzarlo utilizzando le abilità percettive del proprio corpo per relazionarsi con il mondo interno (il proprio corpo appunto) ed il mondo esterno (gli altri, gli oggetti statici ed in movimento, lo spazio, il tempo) per ritornare poi ad una situazione Globale, completamente nuova, arricchita dalle fasi precedenti.
La riproposizione di una situazione di tipo Globale è di assoluta importanza, è durante quest' ultima fase che il Giovane dimostra il livello di apprendimento.
Con questo metodo potremo disporre sempre di Giovani che progressivamente dimostreranno autonomia nella Scelta, Intelligenza, Creatività, ciò che ogni Allenatore desidera, ciò che ogni Individuo aspira ad essere, unico e singolare.
Info
Fonte: Corso Allenatori Portieri per Dilettanti e Settore Giovanile
Autore: Stefano PRATO
Categoria: Prepariamo i nostri Portieri
Data inserimento: 07/11/2020
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