Le convocazioni in nazionale ai tempi del coronavirus: quali strumenti a tutela dei club?

Linee Guida e Regolamenti

A cura di Alessia MURGIA

In un contesto difficile come quello attuale, l’avversario comune a tutte le squadre è ancora il COVID-19, ma i club di Serie A, già provati dai numerosi tesserati positivi al virus e dagli impegni serrati, si trovano ad affrontare anche un’altra problematica nella gestione delle proprie rose: il rilascio – nel bel mezzo della pandemia – dei giocatori per le competizioni delle rappresentative nazionali.

In una situazione estremamente incerta, in cui i provvedimenti – anche limitativi della libertà di circolazione – si susseguono velocemente, i rischi che corrono i calciatori sia in termini di difficoltà nel poter rientrare in Italia che di esposizione al contagio non sono pochi ed è proprio per questo che, anche durante l’attuale sosta (cominciata il 9 novembre scorso), alcuni dirigenti di società di Serie A hanno ribadito la propria posizione contro le convocazioni in nazionale in questo delicato periodo.

Cosa prevede la disciplina internazionale dettata dalla FIFA?

La regola generale vuole che i club siano obbligati a rilasciare i propri giocatori alle squadre rappresentative del Paese per cui hanno diritto di essere convocati in base alla propria nazionalità, essendo esplicitamente vietato ogni accordo contrario tra calciatori e club.

Tale obbligo, tuttavia, è limitato ai soli match inseriti nel calendario internazionale stilato dalla FIFA, alle finali della Coppa del Mondo e alla Confederations Cup.

Al riguardo, occorre precisare che la finestra internazionale è un periodo di nove giorni, che inizia di lunedì mattina e termina il martedì notte della settimana successiva, durante il quale ciascuna nazionale può disputare solo due partite, indipendentemente dal fatto che si tratti di sfide di qualificazione per un torneo internazionale o di incontri amichevoli.

Tali match – i quali possono essere programmati a partire dal mercoledì e devono essere intervallati tra loro da almeno due giornate – devono essere disputati nel territorio della medesima confederazione cui le rappresentative sono affiliate, salvo il caso delle eliminatorie intercontinentali. Inoltre, ove almeno uno dei due incontri sia amichevole, questi si possono svolgere in due differenti confederazioni, a condizione che i due impianti sportivi possano essere raggiunti, al massimo, in cinque ore di volo.

A fronte di tali regole generali, tuttavia, la FIFA ha introdotto un’eccezione a causa dell’emergenza sanitaria in atto. In particolare, per le federazioni affiliate alla UEFA è stato previsto il prolungamento delle finestre internazionali di ottobre e novembre 2020 di un giorno ed è stata concessa la possibilità di disputare un massimo di tre partite.

Per le federazioni associate alle altre confederazioni, invece, la finestra internazionale di giugno 2021 è stata estesa di sette giorni ed è stata data la facoltà di giocare fino a quattro incontri per ogni squadra nazionale.

Per quanto riguarda la convocazione, questa deve avvenire per iscritto almeno quindici giorni prima dell’apertura della finestra internazionale e deve essere notificata sia al calciatore che al club di appartenenza (quest’ultimo, poi, entro i successivi sei giorni deve confermare il rilascio).

Così come previsto per la società di tesseramento, anche il calciatore ha l’obbligo di rispondere affermativamente alla chiamata in nazionale.

Il massimo organo del calcio mondiale, inoltre, ha dettagliatamente regolato anche le tempistiche relative agli spostamenti dei calciatori convocati in nazionale, le quali possono essere prolungate solo per accordo tra federazioni e club. In primo luogo, infatti, si prevede che i giocatori inizino il viaggio di andata per unirsi alla rappresentativa del proprio Paese entro la mattina del primo lunedì della relativa finestra internazionale.

In relazione al rientro verso il club, invece, il viaggio deve iniziare, al più tardi, la mattina del mercoledì successivo. Tuttavia, sempre per far fronte all’attuale emergenza epidemiologica, per i match internazionali programmati per ottobre 2020, novembre 2020 e giugno 2021, i calciatori dovranno cominciare il viaggio di ritorno entro e non oltre la mattina seguente alla chiusura della relativa finestra internazionale.

Per l’ipotesi in cui un calciatore non dovesse rispettare la predetta deadline per fare rientro presso il proprio club, quest’ultimo ha il diritto di chiedere al FIFA Players’ Status Committee di imporre alla relativa federazione che per la successiva convocazione il periodo di rilascio sia più breve, con una riduzione di cinque giorni per le finali di un torneo internazionale e di due giorni in tutti gli altri casi.

Nel caso in cui una federazione dovesse violare ripetutamente le predette previsioni, potrebbe essere applicata un’ulteriore contrazione al periodo di rilascio oppure potrebbe essere imposto il divieto di convocare uno o più giocatori per le successive attività della propria rappresentativa.

Il nuovo protocollo per i match internazionali e il diritto di opposizione alla convocazione.

Con la circolare n. 1735, la FIFA ha introdotto ulteriori modifiche alla disciplina generale in tema di convocazioni in nazionale, tra cui la possibilità per i club di non rilasciare i propri giocatori.

Per potersi appellare a tale eccezione, tuttavia, è necessario:

a) che nel Paese della Federazione che effettua la convocazione o in uno di quelli in cui sono programmate le partite sia stato emanato un provvedimento governativo che istituisce un periodo di quarantena o di isolamento fiduciario obbligatorio di almeno cinque giorni dall’arrivo nel territorio dello stato;

b) che siano previste delle restrizioni agli spostamenti da e verso uno dei luoghi di cui al precedente punto a);

c) che le autorità statali competenti non abbiano concesso ai calciatori delle nazionali una specifica esenzione alle restrizioni in esame.

Sebbene in astratto tale eccezione sembrerebbe poter trovare facile applicazione, in realtà i numerosi fattori da considerare, tra cui il repentino susseguirsi di eventi e provvedimenti, nonché l’assenza di una delimitazione temporale entro la quale valutare la sussistenza dei presupposti richiesti, hanno reso difficile una netta presa di posizione da parte dei club.

Per questo motivo, come più volte evidenziato anche dall’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, sarebbe stata auspicabile una riduzione degli impegni delle nazionali, al fine di garantire la regolarità delle competizioni interne che, al momento, sembra essere esposta ad alterazioni su più fronti.

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Info

Fonte: Gazzetta dello Sport: "Le Regole del Gioco"  

Autore: Alessia MURGIA

Categoria: Linee Guida e Regolamenti

Data inserimento: 20/11/2020

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    Alessia MURGIA  

    Legal Consultant | Sports Law | Sport Marketing & Sponsorship

    Milano, Lombardia, Italia

     

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