Recupero degli Infortunati
L’importanza della mobilità articolare nei giovani calciatori
Autore: Enrico SARLI
Fonte: Alleniamo.com
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In questi lunghi anni dedicati alla formazione di giovani calciatori, la mia attenzione professionale si è sempre soffermata su quello che subbisce il corpo del giovane atleta in conseguenza di un allenamento proposto senza riconoscere le giuste considerazioni sulla crescita fisica.
Questo interessamento mi ha portato ad una riflessione: una limitata espressione delle capacità condizionali non possono essere evidenziate solo dopo test fisici o visite specialistiche, oggi c’è bisogno che anche l’Istruttore, l’Allenatore i Terapisti coinvolti nei vari Settori Giovanili, siano capaci di individuare queste difficoltà osservando e analizzando già in allenamento i limiti dell’allievo prima che sia troppo tardi in virtù di una crescita fisica che non conosce ostacoli.
Non è più consentito escludere dal gruppo il giovane calciatore per una carenza di tecnica di base, l’allenatore ha l’obbligo di indagare sul problema e scoprire le cause che in molte circostanze sono legati a difetti posturali, disfunzioni morfologiche, a paramorfismi e ai dismorfismi che condizionano in qualche modo la libera espressione della tecnica di base.
Questi argomenti fanno si che anche la mobilità articolare ha la sua importanza nella crescita sportiva.
E’ una caratteristica delle capacità di prestazione sportiva, occupa un ruolo importante nelle forme di sollecitazione motoria e nutre una notevole considerazione tra le capacità organicomuscolari e quelle percettivo-cinetiche.
Rappresenta la capacità e la qualità di eseguire movimenti di grande ampiezza di una o più articolazioni, sia volontariamente che in presenza di forze esterne.
E’ un presupposto basilare per l’esecuzione di un movimento che sia migliore come qualità e quantità, la sua formazione ottimale in relazione al gioco del calcio, influisce positivamente sullo sviluppo dei fattori fisici della prestazione e delle unità motorie di tipo sportivo come i fondamentali tecnici del calcio.
Per questo motivo è considerata indispensabile nel processo di allenamento con particolare riferimento al gioco del calcio praticato in età puberale, ma l’allenamento alla mobilità articolare, non può basarsi solo sul miglioramento delle capacità di prestazione motoria, ma è utile per impedire che nel lungo termine, si possano creare situazioni di squilibrio muscolare.
In alcune ricerche di lungo termine si è riusciti a dimostrare che l’accorciamento e l’indebolimento di gruppi muscolari si presentano già precocemente nel corso dell’allenamento di base, cioè quello infantile, quindi in questa età è necessario adottare contromisure tempestive con un allenamento compensatorio di riequilibrio, rinforzo dei muscoli poco utilizzati e che tendono ad indebolirsi e un adeguato addestramento della mobilità articolare che mira ad allungare la muscolatura che tende ad accorciarsi.
Questo deve essere un lavoro attendamente calibrato e a misura dell’allievo possibilmente con l’ausilio di attrezzi. Non viene consigliato il lavoro di mobilizzazione passiva eseguito a coppie perchè un allungamento forzato può indurre a lesioni o a non necessarie sollecitazioni che in questa età sono particolarmente a rischio sulla colonna vertebrale e l’articolazione dell’anca.
Non solo. Bisogna considerare l’inizio della spinta di accrescimento della prima fase puberale e per questo motivo che diminuisce la capacità di carico della cartilagine in accrescimento e dei corpi vertebrali, segno questo che sono da evitare carichi eccessivi in torsione e flessione in ogni lato del corpo.
Di seguito sono allegati esercitazioni considerati idonei per questo tipo di allenamento in età evolutiva.
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