Recupero degli Infortunati
Recupero funzionale dopo lesione muscolare di primo grado in un giocatore di calcio
Autore: Enrico SARLI
Fonte: Alleniamo.com
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Introduzione
La lesione del retto femorale nella pratica del gioco del calcio oggi ha raggiunto una considerevole percentuale di casi.
Il coinvolgimento e l’importanza delle funzioni di questo muscolo nella biomeccanica del gesto tecnico del calciatore necessita di una più ampia considerazione da parte degli operatori sportivi.
E’ un muscolo dalla forma bipennata con inserzione prossimale appena sotto la spina iliaca e distalmente termina con il tendine del quadricipite con inserzione sulla patella.
E’ un muscolo biarticolare e svolge due funzioni: flette l’anca ed estende il ginocchio.
Ma è tutto il sistema dell’arto inferiore apparato statico-dinamico molto forte che deve far fronte alle esigenze del carico esercitato di continuo dalla massa corporea sia in stazione eretta, nella deambulazione e soprattutto nella corsa.
Questa struttura ha dei compiti funzionali ben specifici, deve funzionare in modo simmetrico e senza prevalenza di impiego dell’una o dell’altra.
Una eventuale disfunzione muscolare o una non perfetta esecuzione dei compiti funzionali dei muscoli può essere la causa di una lesione muscolare come nel caso descritto.
Caso clinico
Il caso clinico che intendiamo presentare si riferisce ad un calciatore dilettante di 26 anni, che ha riportato una lesione muscolare durante un incontro di calcio.
La diagnosi è stata fatta dopo un controllo clinico dell’ortopedico e successiva ecografia eseguita 24 ore dopo il trauma, che ha dimostrato una lesione muscolare al terzo medio della loggia anteriore della coscia, da riferire a modesto strappo muscolare di primo grado.
In questo tipo di lesione il dolore è al ventre muscolare e sono danneggiate solo poche fibre muscolari con ematoma confermato anche dalla prima indagine ecografica: ne risulta impotenza funzionale nell’esecuzione delle normali funzioni calcistiche come scattare o sprintare.
Terapia
A distanza di 48 ore dalla lesione abbiamo iniziato il recupero funzionale finalizzato al trattamento della disabilità e non cercando solo di diminuire il dolore riferito, facendo una netta distinzione tra dolore e funzione.
Nella prima settimana, l’atleta è stato sottoposto a campo magnetico con una forte componente magnetoelettrica con 60G per 30 minuti al giorno per 5 giorni consecutivi e ad una stimolazione ultrastrutturale delle cellule con conseguente aumento delle trasformazioni energetiche tramite Tecar terapia (HCR 151, Unibell International, Milano, Italia).
La piastra neutra è stata collocata sotto la coscia del paziente sistemato in posizione prona, quindi con tecnica manuale e con l’elettrodo capacitivo si procede ad un massaggio dei muscoli ischio-crurali per ottenere un effetto antalgico e antiinfiammatorio utilizzando bassi livelli energetici (modalità: Atermia, livello di potenza 1-3) per 15 minuti al giorno per 5 giorni.
L’atleta in palestra ha svolto esercitazioni neuromuscolari in allungamento con Facilitazioni Neuromuscolari Propriocettive (PNF), azioni volontarie isometriche contro resistenza manuale ed elastica, ed allenamento funzionale volto al miglioramento del movimento.
Prima di avviarci al recupero funzionele specifico, un controllo ecografico effettuato a 10 giorni dall’infortunio, ha confermato l’assenza di segni di lesione, pertanto abbiamo cominciato a lavorare per la ricostruzione del trofismo muscolare, dello schema motorio e per sollecitare la forza muscolare con esercitazioni alla leg-curl e alla pressa elastica.
Sul campo il paziente svolto skip sul posto con resistenza elastica, circuito di corsa calciata, serie di 5-8 scatti suddivisi su distanze variabili (tra 10 e 20 m), corsa con cambi di direzione: tutte queste esercitazioni sono utili al ripristino dei movimenti specifici del calciatore.
A giorni alterni(in totale 5 sedute) l’effetto bio-stimolante è stato ricercato attraverso la massoterapia associata a Tecarterapia ad alti livelli energetici (modalità: Ipertermico, livello di potenza 4-6) per 10 minuti a seduta.
Lo schema motorio è stato recuperato in sintonia con il recupero del trofismo muscolare, quindi con esercizi attivi e passivi ed esercitazioni propriocettive.
Outcomes
Le variazioni delle condizioni funzionali sono state monitorate attraverso la valutazione della tecnica esecutiva delle esercitazioni proposte, il grado di dolore (VAS) e il livello di fatica muscolare.
La qualità di esecuzione e la quantità delle esercitazioni atletiche e tecniche sono state monitorate continuativamente, controllando in particolare le sensazioni che l’esercizio proposto procurava nel paziente, apportando poi le eventuali correzioni.
Conclusioni
Con questo protocollo è stato possibile restituire alla squadra il giocatore entro 15 giorni dall’infortunio.
A distanza di quattro mesi, il controllo clinico è risultato negativo e non si sono avute recidive.
Puoi richiedere il programma di lavoro a sarli_enrico@libero.it specificando l’interesse per Settore Giovanile o Prima Squadra
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