Recupero degli Infortunati
Traumatologia specifica del portiere di calcio. Il trauma della mano del portiere
Autore: Enrico SARLI
Fonte: Alleniamo.com
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Il portiere di calcio è un personaggio assai particolare, portiere si nasce perché è necessaria una certa vocazione con una particolare sicurezza intima e una determinazione affinchè certe cose si compiano.
Il portiere nell’immaginario sportivo evoca un eroe, sprezzante del pericolo, che mette a repentaglio la sua incolumità innalzandosi a difesa della squadra.
Questo lo fa anche attraverso il grande dono delle mani per opporsi all’umiliazione degli avversari anche perché il regolamento del gioco del calcio consente solo a lui di utilizzare le mani.
Purtroppo attualmente ci sono delle statistiche che ci dimostrano come il trauma della mano di un portiere sono in aumento, volgarmente questi traumi vengono definiti insaccati cioè quando senti che il dito ti entra nella mano a causa di un diretto contatto frontale dito-palla, ma non è il solo tipo di trauma. Infatti i traumi possono causare delle fratture, sublussazioni, lussazioni in tutto questo la medicina ha il compito di ristabilire l’integrità psico - fisica al meglio e nel più breve tempo possibile.
La conoscenza e il miglioramento delle tecniche e degli strumenti a disposizione hanno portato benefici innegabili sul piano del recupero e dell’integrità fisica, oggi i traumi della mano rappresentano il 5-10% dei traumi nel mondo del calcio e il danno a questa articolazione impedisce al portiere di svolgere la sua attività in allenamento e soprattutto in partita dove con lo stesso trauma un attaccante di solito è in campo.
La frattura o l’infrazione della mano sono in percentuale lesioni più frequenti, cosi come la frattura dello scafoide, mentre i traumi diretti sono causa di frattura del metacarpo o una frattura tendinea. In che termini viene descritta questa particolare traumatologia?
La più probabile è la pallonata che a sua volta crea, come già descritto, l’insaccata, si aggiunge la caduta con polso in iperestensione, il contatto tra pallone e piede dell’avversario nell’uscita bassa, le deviazioni della palla eseguite con un approssimativo gesto tecnico.
Come ha origini questo tipo di traumatologia e quali sono le cause? Sicuramente l’innovazione del gioco del calcio e i maggiori contatti con l’avversario che causano traumi diretti, gli allenamenti e le partite con elevata intensità, il diverso ruolo tattico del portiere moderno, le nuove regole che interessano questo ruolo e mi sia consentita una osservazione sulle metodologie di allenamento molte volte non adeguate al ruolo.
Questo scenario comporta l’individuazione di un preciso denominatore che caratterizza la prevenzione e il recupero dell’infortunio. In merito alla prevenzione sarebbe opportuno intensificare le correzioni del gesto tecnico della presa soprattutto nei settori giovanili. Proteggere le mani con guanti adeguati scelti in base alle reali necessità e non in base a come evolve la moda, fare periodicamente esercitazioni al rinforzo e alla flessibilità della muscolatura della mano e del polso attraverso esecuzioni di contro resistenza all’elastico.
Il bendaggio funzionale, che evita dannosi sovraccarichi a livello dei legamenti resi deboli dalle numerose sollecitazioni, si è rivelato molto efficace.
In genere nelle articolazioni della mano che hanno subito un trauma distorsivo c’è sempre una residua debolezza delle strutture di protezione che condiziona una predisposizione ad ulteriori recidive, pertanto in fase di recupero risulta indispensabile il ciclo di riabilitazione disposto dal medico.
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