Progressione didattica (con commenti “aperti”) finalizzata all’apprendimento della conduzione palla e del dribbling, nella scuola calcio

Fonte: Alleniamo.com
 Autore: Emanuele Bruzzone
Categoria: Proposte per il Settore Giovanile e Scolastico
Data inserimento: 17/10/2020
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Nei primi anni di scuola calcio alcune finalità dovrebbero essere perseguite con particolare applicazione.

· È nota, ad esempio, l’importanza che deve essere assegnata alle esercitazioni utili al miglioramento delle capacità coordinative di base, assolutamente propedeutiche a tutto il lavoro sul modello tecnico – atletico del futuro calciatore.

· Così come sappiamo quanto sia assolutamente opportuno dedicare molta attenzione affinché il bambino riconosca e rispetti le regole del gioco (anche se in quel particolare momento sono a lui sfavorevoli).

Forse invece meno immediata per noi adulti (così diversi dai bambini) risulta essere la determinazione delle priorità specifiche di tipo strettamente tecnico, laddove di frequente la sequenza e la tipologia dei lavori riservati al periodo della specializzazione vengono parimenti trasferite sui giovani della scuola calcio.

In una fase spiccatamente egocentrica, il bambino di 7 – 8 anni trae la massima soddisfazione in ogni situazione di tipo individuale, raggiungendo, nell’esecuzione di queste proposte, altissimi livelli di motivazione ed ottimizzando pertanto il coefficiente di apprendimento.

Poco portato alla ricerca dei compagni, quando si appropria del pallone converge ogni attenzione verso il dominio dell’attrezzo, nel tentativo di migliorarne la conoscenza ed il controllo.

Peraltro pretendere che un bambino di questa età riesca, durante la partita, a mettere a fuoco con continuità ed accortezza anche lo spazio circostante rischierebbe solo di ostacolare un percorso assolutamente naturale e progressivo, nella graduale determinazione dei vari elementi di gioco.

Nondimeno l’orientamento spazio – temporale rappresenta un obiettivo certamente da solleticare, ma in particolare attraverso giochi semplificati o tradizionali.

Nelle partite la “complessità ambientale” è tale (diversi compagni, avversari, perimetro di gioco, porte, pallone da controllare; loro costante variabilità) da determinare nel bambino la necessità di stabilire alcune priorità, trascurando necessariamente il resto.

La ricerca della collaborazione (vedi “passaggio”) rappresenta per lui un aspetto al momento meno importante, quasi un impedimento.

Certamente il doversi privare della palla, anche se per favorire uno sviluppo di gioco migliore e più rapido, contrasta pesantemente con quello che lui vorrebbe fare e con la sua naturale predisposizione ad essere unico protagonista. Programmare dunque un buon periodo della stagione da rivolgere in prevalenza al miglioramento del dominio della palla e del dribbling produce un pieno soddisfacimento delle aspettative del bambino e di conseguenza realizza vantaggiose condizioni per l’assimilazione consapevole dei diversi movimenti.

Inoltre, solo con il miglioramento nella conoscenza e nel controllo del pallone è ipotizzabile un graduale trasferimento del “focus attentivo” verso gli elementi di gioco dell’ambiente circostante.

I giochi, le esercitazioni e le situazioni che seguono contano quindi di fornire al lettore alcuni utili spunti per facilitare la preparazione delle sedute di allenamento indirizzate appunto al perfezionamento del controllo palla e del dribbling.

Gioco iniziale. Il Semaforo

 

I bambini controllano la palla dentro ad uno spazio delimitato da coni o cinesini, seguendo le indicazioni dell’istruttore.

Quando l’istruttore (cerchio giallo) grida (con enfasi e non certo con tono di rimprovero) “rosso !” i bambini devono fermarsi sul posto, con un piede sopra alla palla.

Se grida “giallo !” i bambini conducono palla camminando.

Se grida “verde !” guidano la palla correndo.

Insistere sul fatto che devono avere sempre la palla vicina e che le spalle devono stare quasi sopra al pallone.

Mai indietro, perché la corsa sarebbe meno funzionale al controllo e rischierebbe di “sedersi” troppo.

Peraltro la palla sarebbe anche poco protetta e quindi facilmente conquistabile dall’ipotetico avversario.

In questo gioco, vista la relativa facilità della situazione, si riesce altresì a richiedere una certa attenzione verso la ricerca di una omogenea occupazione del campo (suggerendo di “cercare” lo spazio libero), promuovendo induttivamente una iniziale forma di scaglionamento del gruppo (vedi orientamento spazio – temporale).

Un naturale successivo passaggio potrebbe considerare l’utilizzo del segnale visivo (ad esempio 3 cartellini di colore diverso) in modo da stimolare ulteriormente la visione periferica, mantenendo ugualmente il programmato lavoro individuale, nel rapporto di 1 bambino/1pallone.

In seguito sarà utile altresì richiedere la conduzione della palla con l’obbligo di utilizzare un solo piede, sforzando così la ricerca del contatto con l’interno e l’esterno del piede ed esercitando il bambino allo spostamento, sul piano frontale, del bacino rispetto al pallone, in una esecuzione decisamente introduttiva per i successivi apprendimenti in diverse forme di dribbling.

La proposta consente a tutti i bambini di partecipare attivamente e con continuità.

Caratteristiche di primaria importanza in particolare in questo iniziale periodo di avviamento sportivo

NB: il gioco si presta anche ad essere svolto senza l’attrezzo, richiedendo ai bambini particolari tipi di corsa ed andature.

In questo caso è evidente che gli obiettivi della tecnica di base vengono disattesi, a beneficio di tutto il movimento senza palla. Tale lavoro potrebbe rappresentare la parte preliminare del gioco con la palla

Guida nel traffico

 

In questo gioco si mantiene il rapporto di 1 bambino – 1 pallone, ottemperando alle importanti caratteristiche di metodo sopraccitate.

La proposta si priva delle informazioni circa le modalità di conduzione in base al colore chiamato, aumentando però leggermente la difficoltà di controllo a causa della presenza dei coni all’interno del terreno di gioco.

In tal modo viene incrementata la finalità tecnico coordinativa della conduzione palla, laddove compagni e conetti vanno a rappresentare un bel numero di ostacoli da scansare. In seguito potremo limitare il controllo palla pretendendo l’utilizzo di un solo piede (le parti del piede sono varie e spesso intervengono in percentuali ed angolazioni differenti nel momento del contatto.

Ognuno a modo proprio sarebbe bene che raggiungesse l’obiettivo stabilito e che ovviamente i condizionamenti imposti favorissero l’utilizzo di una parte specifica e programmata), in modo da portare il bambino, nel tempo, ad una buona confidenza con l’attrezzo.

La naturale progressione del gioco dovrebbe richiedere al bambino di “puntare” un cono (ognuno si deve orientare verso un cono libero, con la necessità quindi di “alzare la testa”) ed eseguire un dribbling.

Il tipo di superamento potrà essere “a piacere” ovvero sperimentando movimenti visti ed allenati, in forma libera, in precedenza. È evidente che la dimensione dello spazio a disposizione ed il numero dei bambini presenti al gioco aumentano o diminuiscono le difficoltà di esecuzione.

Così come il ritmo di corsa richiesto. (Spazio e tempo vanno a rappresentare fin da queste forme elementari di esercizio elementi irrinunciabili per poter organizzare un percorso didattico che favorisca una consapevole comprensione del gioco del calcio).

I Percorsi. Slalom in linea

 

Semplice esercitazione che invita il bambino ad una continua regolazione della traiettoria e della forza da imprimere alla palla per poter eseguire correttamente la conduzione.

In riferimento all’aspetto tecnico valgono le considerazioni espresse in precedenza, con la importante differenza che “dentro” ad un preciso percorso la necessità del controllo viene richiamata con maggiore continuità, con positive ripercussioni sulla capacità coordinativa “di differenziazione”.

Gli sviluppi di questa proposta prevedono di poter introdurre anche alcune varianti all’interno del percorso stesso (ad esempio il giro completo attorno ai coni centrali) o di richiedere la conduzione con un solo piede.

Con queste ulteriori restrizioni, le capacità coordinative di ”equilibrio” e “ritmizzazione”, hanno modo di essere apprese con buona incisività.

Sotto l’aspetto metodologico pare necessario precisare che, rispettando l’importante principio del mantenimento di una adeguata intensità della seduta, sarebbe congruo predisporre un numero di percorsi tale da non allungare troppo i tempi di attesa.

Pertanto laddove avessimo presenti 9 bambini, i percorsi dovrebbero essere 3, mentre con 10 bambini, se possibile dovremmo creare anche 5 percorsi in modo da ottenere 1 tempo di lavoro ed 1 di recupero.

Evitare il classico lavoro a 2 percorsi, nel quale le 2 file di 4 o 5 bambini (se non di più !?) diluirebbero eccessivamente i tempi dell’ esercizio attivo, provocando spesso qualche difficoltà nel gestire i ragazzi fermi.

In seguito potremmo richiedere di provare continue sequenze di dribbling, puntando in successione i vari coni disposti sul percorso, progredendo così verso l’apprendimento del gesto.

Ricordare sempre che il dribbling va eseguito, affinché possa produrre i migliori risultati, quando ci si trova molto vicini all’avversario.

La tipologia del dribbling da sperimentare dovrà inizialmente essere dimostrata dall’istruttore affinché i bambini possano raccogliere le prime informazioni visive circa le specifiche modalità di esecuzione.

Movimenti speculari a coppie

 

Questa situazione di gioco vuole presentare all’allievo uno spaccato di gara durante il quale si sperimenta il fondamentale in questione verificandone il reale livello di apprendimento. A

ttraverso un percorso di tentativi ed errori migliora progressivamente la capacità di “adattamento e di trasformazione” del movimento con inevitabili vantaggiosi esiti sul numero dei dribbling riusciti.

Inizialmente è ragionevole predisporre degli 1>1 senza palla, dove chi attacca deve raggiungere una meta prestabilita senza essere toccato dall’avversario.

Equilibrio, reazione motoria, adattamento e trasformazione sono tutte capacità coordinative decisamente sollecitate in questo gioco e vanno a rappresentare un bagaglio di competenze motorie di sicura efficacia negli sviluppi futuri dell’ 1>1 con palla.

I bambini conducono palla, in senso contrario, a coppie uno di fronte all’altro.

A metà percorso eseguono una finta/dribbling a destra o sinistra (entrambi) e proseguono fino al cono per poi tornare e ripetere l’esercizio.

La presenza di una figura in movimento da superare, incrociandola, conduce gradualmente verso un apprendimento sempre più funzionale del gesto.

Anche se non esiste una resistenza attiva, la scelta del tempo per iniziare il dribbling si deve necessariamente rapportare col movimento del compagno opposto e deve avvenire ad una distanza utile (meglio quando sono molto vicini).

· Sposto palla d’interno e la riprendo con l’altro piede

· Sposto palla d’interno dx – balzello laterale – la riprendo con l’esterno dello stesso piede

· Doppio passo

· Finta di lancio o tiro e cambio direzione

Sono solo alcune modalità di guida utilizzate con lo scopo di superare l’avversario o di trarlo in inganno.

La bibliografia corrente ovvero i numerosi dvd sul gioco del calcio in commercio offrono un corposo materiale didattico dal quale sarà possibile estrarre gli esercizi che riterremo più adeguati al nostro programma.

L'uno contro uno

Questa situazione di gioco vuole presentare all’allievo uno spaccato di gara durante il quale si sperimenta il fondamentale in questione verificandone il reale livello di apprendimento.

Attraverso un percorso di tentativi ed errori migliora progressivamente la capacità di “adattamento e di trasformazione” del movimento con inevitabili vantaggiosi esiti sul numero dei dribbling riusciti.

Inizialmente è ragionevole predisporre degli 1>1 senza palla, dove chi attacca deve raggiungere una meta prestabilita senza essere toccato dall’avversario.

Equilibrio, reazione motoria, adattamento e trasformazione sono tutte capacità coordinative decisamente sollecitate in questo gioco e vanno a rappresentare un bagaglio di competenze motorie di sicura efficacia negli sviluppi futuri dell’ 1>1 con palla.

 

In seguito la stessa situazione può essere proposta con la palla. Il punto si realizza quando il bambino riesce a dribblare l’avversario superando la linea di metà e fermando la palla con la pianta del piede.

 

Uno contro uno con porticine laterali

Questa è una esercitazione che diverte molto i bambini e che pertanto li rende attenti e vogliosi d’imporsi.

Si tracciano 2 porticine di 2 mt circa, disposte lateralmente su una linea di fondo che devono essere difese da 1 bambino. Ovviamente l’altro le attacca e realizza un punto se le supera:

1. senza farsi toccare se l’esercizio non prevede l’utilizzo della palla;

2. entrando in conduzione palla dopo aver dribblato l’avversario, se è previsto l’uso dell’attrezzo.

Il fatto di dover entrare nelle porticine e non solo superare la linea di fondo come nel precedente esercizio aumenta la difficoltà strategica e costringe chi attacca ad una maggior valutazione sullo spazio conquistato, con la necessità di forzare le finte e le contro finte.

I bambini si alternano nei ruoli di attacco e difesa.

 

Uno contro uno con tiro in porta

Situazione dotata di svariati elementi di gioco e per questo decisamente richiesta dai giovani atleti.

Il tiro in porta, che rappresenta anche nei piccoli il momento più eccitante della partita, peraltro giustamente, li conquista e moltiplica l’attenzione e l’impegno a riuscire.

Rendere obbligatorio il superamento in dribbling dell’avversario, prima di tirare, mantiene inoltre l’ effetto sull’obiettivo tecnico programmato, sperimentandolo peraltro in una sequenza continua di movimenti, così come è necessario effettuare in gara (conduzione – dribbling – tiro in porta).

La situazione si presta inoltre a numerose varianti, arricchendone e diversificandone le finalità:

1. “battezzando” subito il possessore ed il difensore a. senza alcun percorso coordinativo senza palla (1>1 + tiro in porta) b. facendo precedere l’ 1>1 da una prima parte nella quale i bambini devono:

-. chi farà il difensore dovrà compiere un percorso coordinativo;

-. chi farà l’attaccante dovrà condurre palla all’interno di un percorso seguendo le indicazioni;

2. senza prestabilire il ruolo, ma passando la palla al centro dopo che i duellanti hanno effettuato un identico percorso coordinativo senza palla

Ad ogni duello avviene il cambio del ruolo o del percorso e il gioco può essere stabilito anche a squadre.

Come si potrà notare, all’ interno di questa situazione incontriamo apprezzabili valenze didattiche, laddove vengono richiamati induttivamente aspetti tecnico – tattici, ma anche svariate capacità coordinative.

Queste in particolare all’interno del percorso ad ostacoli: senza palla. (La diversità del tracciato che di volta in volta l’istruttore preparerà consentirà di finalizzare la proposta verso differenti scopi).

Il percorso didattico dovrà proseguire attraverso l’utilizzo di proposte progressivamente sempre più aperte e ricche di elementi di gioco.

Partitine e partite “a tema”, nelle quali si richiederà l’obbligo di segnare il punto (meta o gol) solo dopo aver superato in dribbling un avversario, andranno a costituire condizioni dotate di maggiore complessità e consentiranno all’allievo di misurare il livello di apprendimento del gesto in un ambito sempre più prossimo al contesto di gara. Infine, la partita libera e la partita “ufficiale” contro altre squadre andranno a rappresentare il vero momento di verifica sulla reale capacità di rendere funzionale il fondamentale tecnico allenato, laddove l’abitudine a sperimentarlo proprio durante la partita costituisce una vantaggiosa condizione affinché questo possa essere eseguito con esito positivo.

Grazie tante per l’attenzione e buon lavoro.

L'Autore

Emanuele BRUZZONE
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    Emanuele BRUZZONE  

    Laurea in Scienze Motorie, Allenatore di Base.

    Autore di numerosi articoli pubblicati su riviste web specializzate e sul Notiziario AIAC "L'Allenatore" tra cui: - Sistema nervoso e sistemi energetici: separati o integrati? (AIAC, L’allenatore n° 2, 13 – 14, 2006); - La scuola calcio: sollecitazioni ed interferenze. (AIAC, L’allenatore n° 6).

    Relatore ai convegni: Sulle tematiche sportive correlate all’età evolutiva;

    Fascia di rispetto;

    La scuola calcio: ruolo educativo e formativo.

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