“Finta e dribbling”. Analisi del gesto tecnico e trasporto nella fase tattica di squadra con il sistema di gioco 4-3-3 in ambito giovanile

Fonte: AIAC Emilia Romagna
 Autore: Alessandro Zauli
Categoria: Formazione Tecnica
Data inserimento: 28/10/2020
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Premessa

Definizione di finta

Abilita' tattica individuale che si esegue con o senza la palla e non prevede il superamento, con la palla dell'avversario.

Definizione di dribbling

Abilita' tattica individuale che si esegue con la palla e prevede il superamento con la palla dell'avversario.

Il dribbling, cioe' l'arte di saltare e superare l'avversario, e' l'essenza tecnica del gioco del calcio, un gesto che suscita l'entusiasmo del pubblico, conferisce spettacolarita' al gioco e coinvolge emotivamente ciascun giocatore per il gusto della sfida e del duello con il proprio avversario.

Generalmente il dribbling e' associato a una finta (movimento d'inganno), che ha lo scopo di nascondere le proprie intenzioni e permette di sbilanciare il difensore, costringendolo a muoversi in una certa direzione, per poi batterlo in quella opposta (movimento intenzionale). La finta e' considerata un atto di pura destrezza.

Essa si compone di due elementi distinti:

1 - Movimento d'inganno

2 Movimento intenzionale

Piu' verosimile sara' il movimento d'inganno e migliore sara' la riuscita della finta.

Generalmente e' una prerogativa dei giocatori di bassa statura che, avendo il baricentro del corpo relativamente basso, sono agevolati nei movimenti rapidi e nell'equilibrio del corpo in occasione di repentini spostamenti.

Per dribblare con efficacia sono necessari prerequisiti coordinativi quali:

• La capacita' di "giocare con gli appoggi", con i movimenti del piede e del corpo al fine di mantenere, di ripristinare e di far perdere l'equilibrio.

• La capacita' di leggere o meglio di anticipare le mosse del difensore per proporre le opportune contromosse cui e' legata la necessita' di adattare e trasformare i movimenti propri in relazione alla reazione dell'avversario.

• La capacita' di scegliere la distanza (spazio) ed il tempo con i quali effettuare i movimenti d'inganno e quelli intenzionali.

Il tutto, naturalmente, dovrebbe essere corredato da brevi tempi di reazione e da una notevole capacita' di accelerazione.

I calciatori che possiedono quest'ultima qualita', dipendente dalla forza massima (capacita' condizionale), a volte riescono a dribblare il proprio avversario senza l'ausilio di finte, confidando semplicemente nella scelta del momento (quando) per inserire il cosiddetto " cambio di passo", ovvero un cambio di direzione abbinato ad un cambio di velocita'.

E' bene distinguere la finta dal dribbling: quest'ultimo si identifica con l'azione del superare un avversario procedendo in guida della palla. Molto spesso, per ottenere successo e quindi sbilanciare l'avversario, e' collegato con una o piu' finte, anche se la finta non sia necessariamente collegata col dribbling.

La finta puo' essere fatta col pallone (ad es. fingere il tiro, uno stop, ecc.) e senza pallone (fingere di scattare, di spostarsi, ecc.).

La finta, quindi, non presuppone il superamento dell'avversario.

Se il dribbling viene usato per risolvere situazioni difficili, diventa elemento tattico del gioco di squadra.

Al contrario, se il dribbling viene eseguito per mancanza di visione di gioco o per incapacita' di saper impostare un'azione, risulta inutile e dannoso al gioco di squadra.

Nell'insegnare gli elementi tecnici della finta e del dribbling, e' bene ricordare spesso agli allievi che:

A- Il passaggio ha sempre la precedenza sul dribbling

B- Il pallone e' piu' veloce dell'uomo: usare il dribbling quando l'esito del passaggio e' precario

C- Evitare il dribbling se in posizione di ultimo difensore

Uno degli aspetti piu' spettacolari nel gioco d'attacco e' il dribbling.

L'importanza di un dribbling riuscito e' duplice:

1- Tramite il dribbling viene creato spazio per un passaggio o un tiro

2- Quando si supera un avversario si crea superiorita' numerica nella zona della palla.

E' comunque importante saper valutare il rischio e l'insuccesso in relazione alle varie zone del campo.

In difesa il 90% di dribbling riusciti e' un insuccesso.

In attacco il 25% di dribbling riusciti rappresenta un successo.

Il dribbling puo' trasformarsi in successo anche quando non e' riuscito.

Come ben sappiamo, i calci di punizione e le rimesse laterali costituiscono il 50% dei goal segnati e molte situazioni di palla inattiva si conquistano con il dribbling.

Le azioni di finta aumentano il grado di incertezza dell'ambiente di gioco, distogliendo l'avversario dal reale obiettivo situazionale e costringendolo a reagirvi con risposte non pertinenti alla situazione.

Nel corso delle azioni calcistiche le finte sono costantemente presenti soprattutto nel bagaglio tecnico dei giocatori considerati di qualita' come dai seguenti esempi:

• Fintare di tirare e dribblare

• Fintare di calciare e ricevere

• Fintare di crossare dal fondo e dribblare a rientrare

• Fintare un passaggio lungo per poi eseguirne uno corto e viceversa

• Fintare uno stop in una direzione per poi cambiarla repentinamente.

Disporre di giocatori in grado di dribblare l'avversario posto di fronte, di fianco o alle spalle e' indispensabile per poter scardinare difese organizzate ed agguerrite, per conquistare spazio in avanti, per crearsi spazio in attacco associando al superamento dell'avversario, l'ultimo passaggio "assist" o la conclusione a rete.

Proprio in questo gesto, ciascun giocatore manifesta la propria personalita' e la fiducia in se stesso evidenziando la capacita' di prendere l'iniziativa, di rischiare e di assumersi le responsabilita'.

La sempre maggiore attenzione prestata dai tecnici all'aspetto fisico atletico della prestazione calcistica li ha spinti ad ottimizzare i programmi di allenamento rivolti all'incremento della potenza dei calciatori, ovvero dell'espressione di forza-velocita'.

Questo, unitamente all'evoluzione o "involuzione" dei sistemi di gioco che spesso privilegiano ed esasperano, anche a livello giovanile, i concetti di squadra corta, pressing, fuorigioco e ripartenza, ha portato di conseguenza una riduzione degli spazi di gioco, il che significa minor tempo a disposizione del calciatore per:

• Vedere e capire il gioco

• Scegliere la soluzione pertinente in relazione allo scopo

• Eseguire il gesto tecnico adatto.

In termini pratici il tutto si traduce nell'aumento del ritmo della partita, cioe' la necessita' di esprimere la gestualita' tecniche a velocita' superiori, non solo nel momento esecutivo (realizzazione pratica dell'atto motorio), ma anche e soprattutto:

1. Nel momento percettivo, inteso come capacita' di prendere informazioni rapidamente

2. Nel momento cognitivo-elaborativo, inteso come la capacita' di decidere velocemente la soluzione del problema calcistico.

Non sappiamo dunque quanto sia corretto dire che i calciatori oggi sono tecnicamente meno dotati di quelli del passato, ma e' comunque evidente la necessita' di rivedere e approfondire, alla luce delle nuove esigenze, i programmi e le metodologie di insegnamento-apprendimento della tecnica calcistica.

La proposta che segue nella tabella 1 e' rivolta soprattutto alla fascia d'eta' che va dai 6 ai 14 anni, nella quale si dovrebbe parlare di educazione motoria di base e di avviamento allo sport.

L'apprendimento della tecnica calcistica viene considerato a partire dagli schemi motori di base che rappresentano i prerequisiti sui quali si strutturano e si evolvono i vari gesti tecnici.

Gli istruttori di settore giovanile devono farsi carico del problema, predisponendo un percorso didattico in grado di costruire questi indispensabili comportamenti motori dai quali partire per la strutturazione delle abilita' tecniche con la palla.

L'esemplificazione riportata nella tabella 2 prevede una progressione didattica che parte dall'educazione al camminare-correre per costruire l'abilita' calcistica "per eccellenza": saper dribblare per fare gol.

 

 

Fase tecnica: esercitazioni

1. Le finte dei campioni

Da fermo ogni giocatore con un pallone, ripetere per 10 volte (5 dx + 5sx) queste 4 finte:

• Finta Ronaldo: girare con un piede a 360° intorno al pallone fermo e spostarlo con lo stesso o con l’altro piede, cambiando direzione.

• Finta Del Piero: finto di calciare il pallone fermo con l’interno di un piede e lo sposto cambiando direzione con l’esterno dello stesso piede.

• Finta Totti: scavalcare con l’interno di un piede il pallone fermo e spostarlo con l’esterno dello stesso piede, cambiando direzione.

• Finta Battistutta: scavalcare il pallone fermo con l’esterno di un piede e spostarlo con l’interno dello stesso piede o con l’esterno dell’altro.

Variante: ripetere gli esercizi con palla in movimento.

Obiettivo: tecnica della finta.

2. Le altre finte nel calcio ed alcuni esercizi analitici

• Finta con lo spostamento laterale del corpo a zig-zag e scavalcamento di interno stesso piede, cambio direzione interno arto portante.

• Finta dl corpo con scavalcamento della palla ferma e cambio direzione di interno.

• Finta con il doppio passo (locomotiva) finta arresto con scavalcamento e partenza stesso piede.

• Fintare partenza in guida della palla e cambio direzione di suola improvviso.

• Fintare di calciare e spostare palla con suola per cambio di direzione.

• Fintare di calciare e spostare palla di interno con movimento a rientrare.

• Finta con cambio direzione improvviso con stop di suola e passaggio dietro piede appoggio.

• Finta con scavalcamento in guida frontale e cambio direzione esterno stesso piede.

• Finta con scavalcamento in guida frontale e cambio direzione con altro piede di interno.

• Palla sotto dominio frontale, finta di corpo e partenza lato opposto.

• Finta di corpo e cambio direzione alzando palla con l'interno o l'esterno piede con tocco sotto.

• Calcio fintato: prendere lo slancio, simulando un tiro e continuare in guida della palla.

• Gruppi da 6 giocatori in un quadrato: 4 esterni con 2 palloni e due dentro al quadrato che ricevono di continuo passaggi dai giocatori fuori e si allenano al controllo fintato ed al velo con cambio direzione, successivo controllo della palla e passaggio ad un altro giocatore esterno.

• Finte libere in uno spazio definito (figure geometriche) dove ogni giocatore ha un pallone, con la ricerca del dribbling in 1>1.

• Finte libere in uno spazio definito (figure geometriche) mettendo coni sparsi da dribblare.

• Due gruppi contrapposti ognuno con un palla: 2 giocatori partono contemporaneamente e quando si incontrano debbono dribblarsi senza scontrarsi per poi consegnare la palla al capofila dell’altro gruppo o dello stesso.

3. Punta i coni e cambia direzione

Il giocatore A partendo da un cono posto a 8 metri, punta il cono centrale della porta composta da 3 coni distanti 2 metri uno dall'altro e con una finta dapprima prestabilita e poi a scelta, deve spostare palla per superare lo sbarramento, per continuare in guida della palla sino al cono (A1), da dove riparte nell'altro senso.

Alternare una ripetizione con il piede dx e una con il sx.

Se A fa' 2 tocchi per superare la porta commette un errore.

Se A entra dentro la porta commette un errore.

Obiettivo: cambio di direzione dopo la finta e finta su elemento fisso.

 

4. Punta il difensore e cerca di dribbrarlo

Organizzare i giocatori a coppie con un pallone e disporli ad una distanza di circa 10-15 metri.

Al via!! dell'allenatore il giocatore A con palla punta B che gli si avvicina e quando ritiene di essere alla giusta distanza (valutazione dello spazio), effettua una finta dapprima prestabilita e poi a scelta, per superare B in dribbling (valutazione del tempo).

Alternare un dribbling a destra ed uno a sinistra.

Obiettivo: finta e dribbling su un elemento mobile.

Variante: entrambi i giocatori A e B sono in possesso di una palla e sempre al via!! si puntano in guida della palla e poi effettuano una finta predeterminata alla propria, in modo da muoversi entrambi o a destra o a sinistra, evitando cosi' di scontrarsi.

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L'Autore

Alessandro ZAULI

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