Il Calcio a Cinque propedeutico
al Calcio a Undici
Calcio a Cinque
di Ivan ZINNA
Premessa
Ho iniziato a giocare a calcio a soli a quattro anni, ovviamente, come accade al 90% dei bambini, un po’ spinto dalla grande passione che mio padre nutre nei confronti dello sport più amato del mondo; un po’ per spirito di emulazione nei confronti dei miei fratelli maggiori.
Ho avuto la fortuna di iniziare e continuare la mia carriera di giovane calciatore nel Calcio Catania, squadra della mia città, che con alterne fortune, ha quasi sempre militato nei campionati professionistici. Partendo dalla Scuola Calcio ed arrivando ad alcune presenze nel campionato Primavera nazionale, il passaggio al calcio a 5 avviene all’età di sedici anni; e francamente non è stato cosa facile, per me che giocavo in porta, assimilare nuovi movimenti; stili di parata; tipi di corsa; tipi di calcio del pallone totalmente differenti rispetto a quelli del calcio a 11.
Ma una volta capiti i fondamentali, questo sport non mi ha più abbandonato coinvolgendomi interamente, infatti, appese le fatidiche “scarpe al chiodo” ho avuto la possibilità di frequentare il corso regionale per “allenatore di calcio a 5”, ed iniziare la carriera in panchina prima nei settori giovanili, continuando poi nelle categorie regionali e da due anni come vice-allenatore dell’Augusta, società storica del panorama “calcettistico” italiano che nella prossima stagione agonistica disputerà il suo diciannovesimo campionato di serie A consecutivo.
In precedenza parlavo di movimenti; corsa e tiri che come tipologia sono totalmente, o almeno in gran parte, differenti fra calcio a 5 e calcio a 11.
Questo, almeno e quello che pensavo da giocatore; secondo me il calcio a 5 ed il calcio a 11 erano due sport diversi con nessun legame tra loro.
Da allenatore invece, in parte, mi sono ricreduto considerandoli si due sport diversi ognuno con la propria identità, ma come afferma Roberto Osimani (allenatore di calcio a 5 di primo livello) “sono due fratelli, che da piccoli hanno molte cose in comune, ma quando crescono imboccano strade diverse” ed il calcio a 5 può essere strettamente funzionale al calcio a 11. Un giocatore di calcio a 5 può giocare a calcio a 11, un giocatore di calcio a 11 quasi mai riesce a giocare a calcio a 5.
Da questa mia considerazione, prettamente personale, nasce il tema della mia tesi.
L'attività di base in Italia oggi
Da una analisi eseguita da Stefano Bonaccorso, membro della Commissione Attività di Base S.G.S., per “Il calcio illustrato”, a quanto pare, le nuove generazioni di giovani calciatori, presentano sempre più in maniera evidente, lacune di tipo tecnico come ad esempio il calciare ed il dribblare.
La scuola allenatori del Centro Tecnico di Coverciano, ormai, da parecchi anni propone una classificazione dei gesti tecnici che dovrebbe essere il vero punto di riferimento per ogni allenatore del settore giovanile.
Anche se, per il settore giovanile, sarebbe più appropriato parlare di “educatori” piuttosto che di allenatori, ai quali spetta il difficile compito di insegnare le basi dei fondamentali tecnici sulle quali costruire il futuro calciatore.
Nella categoria “Piccoli Amici”, Il bambino presenta determinate caratteristiche e comportamenti, del tipo:
manifesta un pensiero di tipo egocentrico;
proietta prevalentemente solo se stesso nell’ambiente; è scarsamente disposto alla collaborazione con gli altri compagni; l’attenzione è limitata; esegue movimenti di tipo istintivo;
il controllo motorio non è efficace;
non riesce ad analizzare le situazioni di gioco e gli allenamenti devono mirare all’educazione motoria di base al fine di fornire gli strumenti giusti per muoversi e giocare.
Nei “Pulcini” il comportamento del bambino appare meno egocentrico rispetto ai Piccoli Amici;
riesce a proiettare più elementi nell’ambiente;
dimostra di avere maggior attenzione;
inizia ad analizzare le situazioni di gioco; possiede maggior controllo motorio;
dimostra maggiore collaborazione con i compagni;
inizia ad acquisire abilità tecniche e riesce a combinare più schemi motori.
In questa fascia di età, il ruolo fondamentale lo deve avere l’attività ludica; il calcio in generale è sviluppato in maniera individuale, la massima esigenza per un bambino è avere la palla sempre per sé.
Il mezzo di allenamento più idoneo che asseconda questa condizione e l’uno contro uno (1>1), grazie al quale si allena non solo la guida della palla ed il dribbling, ma, ovviamente, anche la capacità di marcare il portatore di palla.
Nella categoria “Esordienti” i bambini si accingono a diventare ragazzi, riescono a rappresentare mentalmente il gesto motorio da eseguire;
migliorano l’esecuzione dei gesti tecnici;
capiscono e si attengono al compito che l’allenatore gli assegna;
sviluppano lo spirito di competizione;
migliorano l’integrazione con il gruppo e sono pronti per capire che questo è uno sport di squadra, nel quale è fondamentale la collaborazione.
Le situazioni di superiorità ed inferiorità numerica sono quelle maggiormente allenanti in questa fascia di età. Inoltre, gli allenatori devono porre la propria attenzione anche ai fattori psicologici per ogni fascia di età.
Le capacità cognitive da sviluppare per apprendere il gioco del calcio sono molteplici ad esempio, nei Piccoli Amici sarebbe opportuno sviluppare maggiormente il fattore percettivo; con i Pulcini si può approfondire la capacità di concentrazione e, infine, con gli Esordienti si può tendere alla capacità di osservare e comprendere.
Alla luce di tutto ciò il calcio a 5, si può sicuramente, ritenere come una delle più efficaci attività propedeutiche per lo sviluppo delle abilità tecniche e delle capacità fisico motorie.
Molti tecnici, come abbiamo visto, considerano il calcio a 5 e quello a 11 strettamente legati fra loro, almeno, fino a tutta la attività di base, per poi specializzarsi ognuno secondo le proprie caratteristiche e regole.
Esistono, ovviamente, delle differenze; da quelle più evidenti come le dimensioni del campo, la superficie del terreno di gioco, il rimbalzo del pallone, le dimensioni della porta, l’assenza del fuorigioco; a quelle insite nel regolamento come la presenza del tiro libero, l’espulsione momentanea, il time-out, i cambi volanti che caratterizzano il calcio a 5.
Ma, molti aspetti tecnico-tattici sono comuni ad entrambe le discipline e sicuramente l’interdisciplinarietà porta un importante contributo al calcio a 11.
Gli aspetti tecnici coordinativi come la capacità di eseguire un qualsiasi gesto con efficacia ed efficienza, uniti a quelli tecnico cognitivi come la capacità di analizzare e risolvere la situazione di gioco, sono gli elementi fondamentali della tecnica del calcio sia esso a 5, a 7, a 9, a 11.
Nel calcio a 11 attuale, ad esempio, assume sempre più importanza il pensare e agire rapidamente, cosa questa che lo avvicina in maniera evidente al calcio a 5.
Infatti, un requisito fondamentale che deve possedere un giocatore di calcio a 5 è la capacità di esprimere un gesto tecnico in velocità, inoltre, nel calcio a 11 è sempre più richiesta la presenza di giocatori che devono essere abili in entrambe le fasi di gioco, ovvero devono saper attaccare (fase di possesso palla) ma anche saper difendere (fase di non possesso palla).
Per struttura di gioco, il calcio a 5 non concede pause, i giocatori di movimento sono solo quattro e un difensore o un attaccante in meno rende molto difficile qualsiasi fase di gioco, di conseguenza, nessun giocatore può conoscere ed effettuare una sola delle due fasi.
Definendo questa disposizione del calciatore come “universalità”, questa rende il giocatore stesso più consapevole delle problematiche di entrambe le fasi di gioco e ciò può incidere positivamente sul clima della squadra, rafforzando la solidarietà fra i compagni e rendendo il gruppo più compatto, incidendo positivamente sull’autostima di ogni singolo componente della squadra.
Il numero ridotto di compagni a disposizione obbliga chi è in campo a prendersi le proprie responsabilità, ciò spinge il giocatore a migliorarsi su ogni aspetto possibile, ma cosa ancora più importante, permette di conoscere bene le proprie capacità ed incidere positivamente nell’economia della squadra.
Quindi, analizzando in profondità, tutti questi elementi, per preparare o completare un giocatore di calcio a 11 non esiste, secondo me, disciplina migliore del calcio a 5 [ read more ]
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