La Storia
L’Associazione Calcio Asti è la principale società calcistica della città di Asti.
Nata ufficialmente nel 1932
con il nome A.C. Asti (Associazione Calcio Asti), ha cambiato denominazione diverse volte negli anni
successivi a causa delle tante fusioni con società calcistiche locali. La società nel 2008 è ritornata alla
denominazione originaria A.C. Asti in occasione dei festeggiamenti per il 75° anno di attività.
I pionieri del Football Club Astense
Le prime notizie calcistiche di Asti risalgono al 1902.
Durante le festività di San Secondo si organizzò,
all’ippodromo di Piazza del mercato, un quadrangolare tra il blasonato Genoa, che contava nel suo
palmares già 4 scudetti, il Milano Cricket and Football Club, lo Sport Audace Torino e l’Andrea Doria.
Il
31 agosto dello stesso anno, sulla scia di questo avvenimento, una compagine astigiana si cimentò
contro una rappresentativa della “nemica” città di Alba.
Solamente nel 1907 sorse la prima società di calcio astigiana: nei locali del Caffè Sport di piazza Alfieri
nacque il Football Club Astense, con maglia rossa e calzoncini bianchi (i colori della città). L’esordio
avvenne il 14 aprile 1907, contro la squadra dell’Istituto Leardi di Casale Monferrato (diventato poi il
Casale).
Il match si chiuse a reti inviolate.
Nel 1908 l’Astense disputò il suo primo campionato di Terza categoria, nel 1914 acquistò un terreno in
strada Volta, nel Borgo San Lazzaro, che costituì il suo primo campo di gioco. Nel 1914 e 1915 il club
disputò il campionato di Eccellenza.
La Polisportiva Fulgor
Al termine della Grande Guerra, tutta l’attività sportiva in Asti gravitava nell’orbita della Società
Polisportiva Fulgor.
Nel 1918 nacque la sezione calcistica,la squadra indossava una maglia bianca
decorata dallo stemma sabaudo.
Nel 1919 nacque la società calcistica Laico,la cui prima squadra era denominata Asti Football Club, con
maglia viola bordata di bianco, nata in aperta antitesi alla “cattolica” Fulgor.
Le due società si unirono il 26 marzo 1921, dando vita alla Unione Calciatori Asti (U.C. Asti), con maglia
rossa a bordi bianchi e calzoncini e calzettoni neri.
La nuova società raggiunse la promozione in Seconda Divisione nel 1924.
Il campionato di guerra Alta Italia
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la società si ritrovò, nel 1944, a competere in un torneo
che raggruppava la Juventus, il Torino, il Genoa, il Casale, l’Alessandria ed altre squadre calcistiche del
Nord‐Italia, terminando con un onorevole settimo posto.
Il dopoguerra e la Ma.co.bi.
Nel 1946 la società ripartì dalla Serie C arrivando per ben tre stagioni consecutive a disputare gli
spareggi per la promozione, senza però mai riuscire a imporsi.
Nella stagione 1952‐53, con il riassestamento dei campionati nazionali, l’Asti scivolò nel campionato di
Promozione regionale.
Nel 1953 iniziarono i lavori per la costruzione dello Stadio Comunale.
Gli anni Sessanta videro la nascita di una nuova formazione nel panorama calcistico astigiano, l’Astense
Ma.co.bi., con maglie granata e calzoncini bianchi.
La Ma.co.bi. nacque per volere dell’industriale tessile
Bruno Cavallo, allora vice‐presidente del Torino e membro della dirigenza dell’Asti, allontanatosi da
quest’ultimo per incomprensioni.
In pochi anni, la Ma.co.bi. raggiunse nella stessa categoria la squadra
astigiana: gli ultimi anni Sessanta furono caratterizzati da un sentito dualismo tra le due compagini,
anche se il presidente Cavallo cercò più di una volta la fusione delle società.
Nella stagione 1967‐68 la Pro Vercelli, vincitrice del campionato di Quarta serie, fu penalizzata di quattro
punti per un presunto illecito sportivo.
La Ma.co.bi, seconda in classifica, fu promossa in Serie C.
Questo
diede il via alla fusione delle due società astigiane che nel 1969 si presentarono ai blocchi di partenza del
campionato di C come Asti‐Ma.co.bi.
La permanenza in terza serie durò una sola stagione, l’unico merito
di quel periodo fu l’aver fatto esordire giocatori di ottimo livello, primo fra tutti Giancarlo Antognoni,
ceduto poi alla Fiorentina nel 1972 per la cifra record di 435 milioni di lire, Bussalino e Beruatto.
Proprio
nella stagione 1971/72 la squadra juniores dell’Asti Ma.co.bi. vinse il Campionato Nazionale Dante
Berretti di Serie D, praticamente lo scudetto giovanile per squadre dilettantistiche.
N
Nasce l’Asti T.S.C.
Nei primi Anni Settanta emerse dal panorama dilettantistico astigiano la società di calcio U.S. Torretta,
con presidente l’imprenditore Giuseppe Nosenzo.
La società bruciò le tappe nelle serie minori
raggiungendo la Serie D al termine del campionato 1977‐78; dopo un paio di anni che videro militare
nello stesso campionato di serie D l’Asti e il Torretta, quest’ultima, nella stagione 1979‐80, raggiunse la
serie C2.
Il 15 giugno 1980, a “furor di popolo” avvenne la fusione delle due società: nacque l’ Asti‐Torretta Santa‐
Caterina (Asti T.S.C.), con presidente Nosenzo e colori sociali bianco‐rosso‐blu, stemma cittadino con il
galletto e due torri, la torre Rossa e la torre Troyana.
In panchina, dopo tre giornate sedette l’ex azzurro
Angelo Domenghini, che fu però esonerato nell’ultima parte del disastroso campionato.
La squadra, al
termine della stagione, retrocesse nuovamente in D. L’anno successivo la squadra ottenne una nuova
promozione.
Nella stagione 1983‐84 Nosenzo ingaggiò l’allenatore Ezio Volpi, fu acquistato in blocco il reparto
offensivo del Prato, che bene aveva fatto nella stagione precedente, a potenziare una già competitiva
rosa comprendente il portiere Roberto Bocchino, che vestirà poi la maglia della Sampdoria, e il difensore
Spollon (successivamente al Monza). La stagione si concluse con la promozione in Serie C1, il momento
di maggior successo della gestione Nosenzo.
Da quel momento in poi si assistette al declino della squadra astigiana che, dopo qualche anno di
permanenza in C, retrocesse nelle serie minori.
Rinasce l’Associazione Calcio Asti
Nel 1988, con la presidenza di Gianmaria Piacenza e dei Vice Presidenti Chiesa Piero e Turello Remo, la
squadra ritornò all’antica denominazione di Associazione Calcio Asti, con colori sociali bianco e rosso.
Nel 1994‐95, con in panchina l’allenatore Gerardo Bocchicchio, avvenne l’ultimo salto di categoria della
squadra, che ottenne la promozione nel Campionato Nazionale Dilettanti e la conquista della coppa
Italia regionale.
La nuova retrocessione nella stagione successiva e la crisi societaria dell’ultimo decennio
portò l’Asti, nel 2006, alla fusione con l’ Unione Sportiva Nova Colligiana di San Damiano d’Asti, ed
assume la nuova denominazione di Associazione Calcio Asti Colligiana.
Dopo un solo anno e dopo aver
disputato un campionato non esaltante la squadra è ritornata alla denominazione originaria A.C. Asti
Nella stagione 2009-10 con Marco Fornello in panchina, il 2 maggio 2010 dopo lo 0-0 contro la squadra di Cherasco, i galletti riconquistano la Serie D dopo 13 anni d'assenza e a 15 dall'ultima promozione conquistata.
Nel 2010-2011 entrano a far parte del sodalizio nuovi dirigenti, tra cui il vicepresidente Massimo Colla e il direttore generale Alessandro Baistrocchi, che assieme al mister Civeriati portano la squadra al secondo posto nel girone A della Serie D, a pari merito con il Saint Christophe.
Nel luglio del 2012, dopo ventiquattro anni, la proprietà del club passa di mano: il nuovo presidente è Pierpaolo Gherlone, affiancato dal direttore sportivo Nicola Ascoli, dal vicepresidente Elio Testa, e dal tecnico Enrico Pasquali.
2013-14 - 9° nel girone A della Serie D.
2014-15 - 14° nel girone A della Serie D.
Primo turno di Coppa Italia Serie D.
2015 - L'Asti al termine del campionato viene escluso dalla Co.Vi.So.D. per irregolarità finanziarie e viene iscritto in sovrannumero al campionato di Promozione con la denominazione di Asti Calcio Football Club.
2015-16 - 13° nel girone D della Promozione Piemonte-Val d'Aosta. Salvo dopo aver vinto i play-out contro il Cit Turin.
2016-17 - 8° nel girone D della Promozione Piemonte-Val d'Aosta.
2017 - In estate si fonde con il Colline Alfieri, militante in Eccellenza ed assume la nuova denominazione Alfieri Asti.
2017-18 - nel girone B di Eccellenza Piemonte-Val d'Aosta.
(Fonte:
ACD Asti 1932)
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