La settimana tipo dell'Allenatore

Data inserimento e aggiornamento nel sito: 20/04/2009 - 07/03/2018

I testi di metodologia dell’allenamento, i convegni che hanno come argomento la preparazione di una squadra di calcio, le schede, i profili, le interviste su riviste specializzate, se a tutti questi strumenti di conoscenza chiedessimo di parlarci della settimana-tipo ci ragguaglierebbero giustamente su quello che una squadra svolge dal martedì alla domenica: il lavoro atletico, quello tecnico tattico, la preparazione della gara di campionato, etc..

Questa è la settimana-tipo di una squadra di calcio, o meglio dei calciatori che la compongono.

Ma qual è la settimana-tipo dell’allenatore?

Coincide con quella classica?

Coincide solo in parte?

Oggettivamente l’allenatore non ha una settimana-tipo, la sua è una missione nella ...


... quale i giorni si rincorrono per tutta la stagione agonistica praticamente senza soluzione di continuità.

Di questa full immersion, vissuta in prima persona, vorrei parlare nella mia esposizione, cercando di trasmettere le convinzioni, i dubbi, i momenti e le passioni che questo bellissimo mestiere scatena.

Introduzione

Si comincia il martedì mattina avendo cura di perseguire due obbiettivi: la pianificazione dell’allenamento pomeridiano e l’analisi della partita giocata la domenica precedente. Proprio quest’ultimo aspetto mi impone di aprire una finestra su quelle che sono le mie convinzioni circa l’utilizzo dei contributi video nel corso della settimana.

La conoscenza dell’avversario, l’analisi delle nostre partite, la cura di alcuni particolari importanti passa attraverso l’utilizzo di supporti tecnologici fra i quali quello video è il più rilevante.

Detto che ultimamente mi sono affidato al video server ed ai servizi della Digital Soccer Project intendo soffermarmi su un concetto: l’utilizzo di immagini opportunamente selezionate rappresenta per me ed il mio staff un vero proprio mezzo di allenamento, al pari di una seduta in campo.

Il lavoro che svolgiamo durante tutta la settimana deve condurci a realizzare il materiale per due sedute video: la prima è quella sulla nostra partita che generalmente viene svolta il pomeriggio del sabato con la squadra in ritiro per il successivo impegno; la seconda è dedicata all’analisi dell’avversario e completa il lavoro che già è stato fatto in campo dal punto di vista tattico; quest’ultima si compone di una parte dedicata alla disposizione in campo, le giocate, le caratteristiche tecniche di chi andremo ad affrontare e di una parte focalizzata sulle palle inattive offensive e difensive e viene svolta la domenica mattina.

 

Il protocollo, se così vogliamo dire, ha queste caratteristiche: le immagini proposte sono appositamente montate così da non avere tempi morti, generalmente si usano i DVD (in alternativa la VHS) ed in media si impiegano circa 30’ per la seduta del sabato e 10’ per quella domenicale.

La capacità di attenzione dei giocatori si costruisce man mano, con il tempo, già dal ritiro: analizziamo le gare amichevoli, le sedute tattiche di allenamento nelle due fasi e cerchiamo di arrivare a farli pensare che quando si sta nell’apposita sala video non c’è un po’ di tempo da trascorrere, ma c’è da crescere individualmente e collettivamente, come squadra.

In fase di calcio mercato, quando un nuovo giocatore si aggrega alla rosa, spesso la prima conoscenza che fa con il tipo di gioco è proprio attraverso una seduta video che illustra l’alfabeto tattico e introduce al lavoro di campo.

La disponibilità dei giocatori, che professionalmente devono dare qualcosa anche fuori dal terreno di gioco, farà il resto.

In una prospettiva futura auspico la possibilità di accedere ad immagini opportunamente montate anche nell’intervallo della partita o, in alternativa, prima della stessa, come fossero un ripasso di ciò che si deve fare.

L’allenamento del martedì ci riporta al punto di partenza, comincia la settimana di lavoro.

 

Martedì

Due aspetti assumono importanza rilevante, il primo è l’impatto da avere con la squadra alla ripresa, dipendente dal risultato ottenuto, dalla prestazione fatta e da altri fattori; un lavoro di sottile psicologia che non si può sbagliare, così come il tempo ed il luogo dove fare un eventuale intervento.

Personalmente ritengo che lo spogliatoio sia il posto migliore: trasmette a tutti una certa “intimità” e dà valore di segretezza alle cose dette ed inoltre stimola l’intervento anche dei giocatori sugli argomenti che si stanno trattando; se si parla in mezzo al campo, con maggiori fattori di distrazione e comunque lontano da orecchi indiscreti, l’intervento è evidentemente meno importante e di certo è anche più breve.

Tuttavia il campo ha una simbologia importante: ciò che si fa in campo è quello che conta; in campo l’allenatore fa le valutazioni per scegliere chi dovrà giocare, in campo i giocatori dimostrano ciò che sono sia tecnicamente che come uomini. I

l secondo è l’incontro che normalmente si ha con la stampa al termine della seduta.

 

È il momento di chiarire alcuni aspetti della partita giocata, di parlare della prestazione a bocce ferme senza l’assillo ed i ritmi serrati che vengono imposti la domenica; in un certo senso l’analisi del martedì ha con sé una maggiore serenità di giudizio e meno dichiarazioni preconfezionate.

Talvolta capita di dover dare spiegazioni “tecniche” circa una scelta o una sostituzione e questo diventa anche un messaggio che i giocatori andranno l’indomani a leggere sulla stampa, perciò ritengo che l’allenatore debba quantomeno prepararsi ad affrontare questi argomenti, talvolta spinosi.

Intendo con ciò avere chiari in testa gli aspetti da trattare e soprattutto curare, in sede di conferenza stampa, la precisione di quanto si vuole comunicare e fare in modo che non ci siano margini di “libera interpretazione” da parte dei giornalisti.

Tutto ciò che apparirà “virgolettato” sul giornale, deve rappresentare il pensiero dell’allenatore.

Oltretutto è buona regola che l’addetto stampa della società sia presente in modo da “vigilare” proprio sullo svolgimento dell’incontro.

 

La seduta vera e propria del martedì è pianificata con lo staff, in particolare con i preparatori atletici, e deve mettere in pari con il lavoro tutti i disponibili della rosa.

Ne consegue che il gruppo viene diviso in due sottogruppi: chi ha giocato la domenica precedente e chi non ha giocato o ha giocato per un tempo ridotto ed inoltre chi non era convocato, squalificato, etc.. Ovviamente in questo frangente ha grande importanza l’interazione fra staff tecnico e staff medico, laddove si deciderà se dare un giorno di recupero in più a qualche effettivo particolarmente stanco, oppure se confezionare un lavoro differenziato o se optare per delle terapie adatte, etc..

 

È un buon modo di procedere quello che prevede l’utilizzo di test preseduta che permettano di conoscere lo stato di recupero dell’atleta e quindi di modulare il tipo di allenamento al quale sottoporlo: mi riferisco alla misurazione dei cataboliti sotto forma di cpk (creatinfosfochinasi).

Qui va aperta una parentesi riguardante i rapporti fra staff tecnico e staff medico: è un incontro tra due entità totalmente differenti per forma mentis e per collocazione nei quadri societari.

Il medico, i fisioterapisti, l’osteopata o altre figure professionali le troviamo già lì, molto spesso radicate da anni in quel club e molto spesso a conoscenza di aspetti che a noi, nuovi arrivati, sfuggono. Sono collaboratori che hanno una grande importanza nell’economia della stagione calcistica ed infatti stabilire con loro un rapporto di condivisione degli obbiettivi diventa poi determinante ai fini della risoluzione di tanti problemi che, giocoforza, investiranno il nostro lavoro.

 

In detto contesto direi che il professionista che dovrebbe interagire maggiormente con il lavoro dello staff sanitario è il preparatore atletico (intendo entrambi i responsabili della preparazione): meno oberato del Mister dagli impegni di organizzazione della seduta, egli può presiedere alle visite del dottore, può e deve ascoltare le sensazioni degli atleti e prendere atto delle diagnosi definitive in sede diversa dalla stanza delle visite stesse.

Le positive ricadute di ciò risiedono in una più completa conoscenza del giocatore da parte di chi poi lo dovrà allenare; inoltre, avvalersi di un buon rapporto con il medico della squadra significa anche, per il preparatore stesso, avere un ulteriore mezzo di controllo del carico interno provocato da un allenamento e capire, ad esempio, quali sono le reazioni dei soggetti in seguito ad una particolare proposta di lavoro, tenendo conto che talvolta il medico ha una conoscenza pluriennale dei soggetti stessi.

 

Un altro “tavolo di collaborazione” è quello che riguarda l’aspetto alimentare: l’interazione fra preparatore atletico e dottore consentirà di valutare ad esempio se modificare o mantenere un certo regime per quel giocatore piuttosto che un altro; si potrà pianificare un intervento incrociato dedicato a chi è eventualmente sovrappeso e comunque il giocato re si sentirà allo stesso tempo controllato, protetto e consigliato da chi ha a cuore le sorti della sua salute e del suo stato di forma.

Tutto ciò non esclude, chiaramente, che il Mister debba essere messo quotidianamente al corrente della situazione della squadra sotto il profilo medico e che, almeno 30’ prima della seduta di allenamento, debba essere informato dal dottore circa la disponibilità dei giocatori.

 

Non tutta la seduta del martedì è svolta con il gruppo diviso, la parte iniziale del lavoro vede in campo tutti i disponibili e si compone di una ripresa generale a cura del preparatore atletico. La suddetta ripresa dura circa 25’ e contiene corsa continua, stretching e mobilità articolare e deve soddisfare alcune esigenze primarie:

a) preparare i giocatori al lavoro successivo;

b) accertare che non vi siano problematiche che possano impedire lo svolgimento dello stesso, quindi “smascherare” eventuali problemi;

c) curare l’articolarità e la flessibilità, che, pur se considerate qualità non molto importanti ai fini della prestazione, vanno richiamate almeno una volta a settimana per delle precise ragioni.

 

Anzitutto per un aspetto preventivo ed inoltre per un aspetto coordinativo: un’articolazione “allenata” ha un r.o.m. (range of motion) più ampio ed è pronta, grazie anche all’intervento del sistema nervoso che può aver registrato certe escursioni, ad evitare un insulto traumatico muscolo-tendineo che talvolta è origine di infortuni; oltretutto ci sono ricadute positive anche dal punto di vista tecnico se un giocatore ha una ottimale escursione articolare. Il lavoro di ripresa si chiude con alcune progressioni in linea sui 30 – 40 metri che devono “avvicinare” i giocatori al lavoro successivo.

A seguire il gruppo completo inizierà il lavoro con palla: normalmente si comincia a bassa intensità, proponendo dei possessi su spazi piuttosto ampi che hanno come obbiettivo la cura della tecnica e la capacità aerobica.

Questo tipo di lavoro non deve ostacolare il recupero di chi ha giocato la domenica precedente ed infatti non registriamo mai frequenze cardiache superiori all’80%-85% della massima, potendo così dire che non ci sono apprezzabili accumuli di lattato; inoltre l’osservazione visiva degli uomini dello staff rassicura anche sull’assenza di contrazioni eccentriche importanti e comunque sulla controllabilità dell’intensità dovuta ai temi proposti ed agli spazi utilizzati.

 

Di seguito alcuni esempi tenendo conto che l’attenzione è sui possessori di palla e che va curata appunto la gestione della stessa, sia individualmente e quindi lo stop, lo spostamento, la conduzione, sia collettivamente e quindi il passaggio, lo smarcamento ed il mantenimento.

Oltretutto nella prima fase di lavoro preferisco non introdurre la regola del punto ogni 10 passaggi consecutivi affinché si enfatizzi proprio la ricerca di questo possesso senza forzature, andando a trovarsi spazi in ampiezza e comunque in zone di campo libere.

Come variante si può agganciare a questo possesso palla una partitina a metà campo nella quale cresceranno le richieste sia di tipo fisico che tecnico ...


 

 

 

 

[ Scarica la relazione completa ]