I successi ottenuti lo
hanno portato, questa stagione,
sulla panchina della Fiorentina,
società ambiziosa, che voleva
far partire un piano di rilancio
e sviluppo nuovo, dopo le
delusioni delle ultime stagioni.
Nuovo allenatore e nuovi
giocatori in rosa, ben 16 nuovi
acquisti hanno già giocato
questa stagione, tutti conformi
alle richieste fatte proprio da
Montella, che ha voluto molti
giocatori dotati di ottimi
fondamentali tecnici, per creare
una squadra diversa dai canoni e
dalle caratteristiche tipiche
italiane: una squadra capace di
mantenere il possesso palla e
costruire molto, difendendo con
il controllo della palla, sullo
stile delle migliori squadre
spagnole.
Quest’anno la Fiorentina
parte con una difesa a 3, sulla
carta, seguendo l’ esempio di
Juventus, Inter e Udinese, più
un centrocampo con giocatori
tecnici e poco “muscolari”:
Pizarro, Aquilani, Borja Valero
(o Fernandez); in realtà i
movimenti e gli interscambi dei
giocatori sono così tanti che
risulta difficile dare un’
etichetta precisa al sistema
ideato da Montella. Se
analizziamo la fase di possesso
palla, infatti, scopriamo che
tutte le azioni partono dal giro
palla dei tre centrali i quali
cercano sistematicamente un lato
del campo, se la palla arriva a
destra a Roncaglia, Savic dall’
altra parte, contrariamente a
quanto visto finora nelle altre
squadre, cercherà di allargarsi
e proporsi come esterno alto.
Questo perché lo
spostamento della palla in
difesa è seguito dai movimenti
dei due esterni: dal lato forte
l’ esterno viene incontro in
appoggio o comunque resta vicino
al difensore con la palla, dal
lato debole invece, l’ altro
laterale attacca la profondità
con profondi tagli verso l’ area
avversaria; il difensore quindi
sale per accorciare lo spazio
alle spalle dell’ esterno.
Il centrocampista vicino
alla palla si propone nel centro
per ricevere, gli altri due si
portano in avanti a ridosso
delle punte, lo schema quindi
diventa un 2-3-3-2.
I centrocampisti che si
propongono in appoggio sono di
solito Aquilani o Borja Valero,
nel momento in cui entrano in
possesso hanno tre o quattro
opzioni di passaggio per le
quali, analizzando i matches,
sembra che Montella abbia
assegnato una classifica di
priorità, se così si può
definire: la prima opzione è il
lancio ad incrociare il campo
per l’ esterno che è avanzato o
per la prima punta che cerca la
profondità, la seconda è il
passaggio verso l’ esterno
vicino e il susseguente
movimento a sostegno per
sviluppare l’ azione sulla
fascia, la terza è il passaggio
filtrante per uno dei
centrocampisti o Jovetic che si
posizionano a cavallo delle
linee avversarie.
Quando la palla segue quest’
ultima opzione i giocatori
cercano di sfruttare le loro
capacità tecniche (in
particolare Jovetic) e, un po’
copiando il Barcellona, partono
con azioni individuali di
dribbling o veloci uno due per
liberarsi al tiro o chiamare su
di se difensori e aprire così
spazi ai compagni sulle fasce;
quando la palla invece segue la
seconda opzione e viene passata
all’ esterno largo, oltre al
centrocampista vicino, si
propongono il difensore sia
sostegno sia in sovrapposizione,
a seconda del piazzamento degli
avversari, e un altro
centrocampista in appoggio.
Nel gioco della Fiorentina si
nota quindi la ricerca del gioco
veloce con palla a terra (se la
prima opzione del lancio lungo
viene a mancare), questo perché
quasi tutti i titolari sono
ottimi palleggiatori, con buona
tecnica di passaggio e controllo
palla; attenzione, però, quando
la squadra non riesce a trovare
sbocchi sulle fasce, dove
Cuadrado e Pasqual si propongono
costantemente come vere e
proprie ali, si crea un
sovraffollamento centrale con
tre centrocampisti e Jovetic che
occupano tutti la zona centrale
a 25-30 metri dalla porta
avversaria, schiacciandosi così
in una linea piatta che non crea
sbocchi e linee di passaggio
utili, se non grazie al talento
di Jovetic o Fernandez.
Offensivamente la vera “arma
segreta” di Montella sono le
palle inattive; insieme al suo
staff, in particolare coach Vio,
hanno preparato schemi specifici
per le varie situazioni
(corners, punizioni) e la
squadra dedica loro molto tempo
durante gli allenamenti
settimanali per la preparazione
e la messa in pratica.
La cosa più interessante, oltre
alla grande efficacia
dimostrata, è l’ ottima idea
avuta di preparare una
situazione di partenza per i
corners e una per i calci di
punizione laterali da cui poi
poter sviluppare diverse
varianti; sui calci di punizione
la Fiorentina schiera 5-6
giocatori in linea al limite
dell’ area, al momento del cross
partono tutti verso l’ area
seguendo traiettorie più o meno
parallele, occupando così tutte
le zone dell’ area (non
rischiando di avere passaggi
troppo corti o troppo lunghi) e
creando confusione, sugli
assegnamenti, ai difensori.
Nelle situazioni di
calcio d’ angolo si
dispongono tre bravi
saltatori, di solito
Roncaglia, Rodriguez e
Savic, molto vicini tra
loro e verso il limite
dell’ area; Toni davanti
alla porta al limite
dell’ area piccola, uno
dei centrocampisti all’
altezza del primo palo,
al centro dell’ area e
un altro giocatore nella
zona lunga verso il
fondo dell’ area e un
po’ più lontano dalla
porta.
Da
questa posizione le
varianti viste quest’
anno sono moltissime: di
solito Toni scatta verso
il primo palo, il
centrocampista vicino
esce dall’ area
attirando almeno un
difensore, quello
lontano attacca il
secondo palo da lontano;
i tre che partono vicini
sono quelli che cambiano
di più, nello schema più
usato attaccano i due
pali e il centro (hanno
segnato per due
domeniche consecutive
con questa azione, la
seconda a Verona),oppure
due prendono il centro e
uno il primo palo (ma a
circa 6-7 metri dalla
porta per non
ostacolarsi con Toni),
oppure tutti e tre
attaccano il primo e
liberano la zona del
secondo palo per il
centrocampista che
arriva da dietro (goal
anche con questa
opzione) o ancora: tutti
e tre si schiacciano con
Toni vicino alla porta
per lasciare libero il
tiro da fuori di
Aquilani o Pizarro.
Insomma, tante opzioni
per sfruttare al meglio
le occasioni delle palle
inattive che, come
dicono le statistiche
UEFA, sono ormai
diventate un’
importantissima fonte di
goals e quindi
possibilità di sbloccare
o vincere partite
altrimenti molto incerte
e tirate.
La
squadra di Montella è
costruita per avere il
controllo del gioco e
del pallone e i suoi
punti deboli si
manifestano, infatti, in
fase di non possesso: l’
idea di alzare così
tanto gli esterni crea
tantissime volte dei
buchi sulle fasce,
dietro a loro, nei quali
i giocatori avversari
possono passare,
forzando recuperi di 50
metri di Pasqual o
Cuadrado o uscite di
posizione dei centrali,
tanto più che l’ esterno
dal lato debole viene
tenuto sempre alto, fino
a quando la palla è a
metà campo, per essere
pronto a ripartire in
caso di recupero del
pallone, ma lasciando
sguarnito il centrocampo
e il lato debole
difensivo.
La
linea dei centrali viene
tenuta alta quando la
palla è coperta o
lontana per cercare di
accorciare gli spazi di
recupero ai propri
laterali, ma nel momento
in cui viene attaccata
in velocità con lanci o
incursioni, visto lo
spazio lasciato dietro
di se e la non eccessiva
rapidità dei tre
difensori, entra subito
in difficoltà e concede
spazi per tagli profondi
o incursioni dagli
esterni verso il centro;
questo anche perché,
nelle situazioni di
palla persa, i
centrocampisti sono
abbastanza lenti nel
recuperare la posizione
difensiva (non sono
centrocampisti di
contenimento e
recuperatori di palloni,
ma costruttori di gioco,
la situazione migliora
un po’ con l’
inserimento di Romulo o
Migliaccio).
Quando la difesa ha
tempo di piazzarsi, i
viola praticano il
pressing offensivo nelle
situazioni di rimesse
laterali o palla sull’
esterno, quando in
possesso di giocatori
non molto tecnici; le
due punte attaccano i
difensori mentre Borja
Valero si mette in
posizione centrale, da
trequartista, per
chiudere le linee di
passaggio al
centrocampista
avversario che si
abbassa in appoggio.
Quando la palla arriva
in zona difensiva, si
crea una linea a quattro
con l’ esterno dal lato
forte che esce per
attaccare la palla e i
tre centrocampisti che
creano una linea una
decina di metri più
avanti; la tendenza
quando incontrano
attaccanti rapidi e
tecnici, è quella di
arretrare molto e
concedere spazio al tiro
da fuori per non essere
presi d’ infilata.
Sicuramente non hanno
contribuito a rinsaldare
la difesa i due portieri
impiegati: alcune
indecisioni (risultate
decisive ad esempio
contro Roma e Udinese)
hanno aumentato le
possibili insicurezze e
titubanze dei difensori.
I
buonissimi risultati
conseguiti fino ad ora
in campionato, con una
squadra quasi tutta
nuova, fanno ben sperare
la società ed i tifosi
in un futuro roseo;
sicuramente Montella
dimostra di poter
superare tante
convinzioni del nostro
calcio, ormai radicate
da decenni, riguardanti
caratteristiche tattiche
delle squadre e tecnico-
fisiche dei giocatori;
speriamo che dopo il suo
approccio, un po’
pionieristico, si
facciano avanti altri
allenatori con nuove
idee e sistemi di gioco
innovativi.