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Le cose verranno da sole
Bernardo, il
protagonista di Le cose
verranno da sole, è un
anonimo ma arguto
avvocato di Amatrice,
figlio di contadini, che
si trova invischiato in
una torbida storia di
finte sponsorizzazioni
che interessano una
piccola società di
calcio locale. È
l’inizio di una guerra
impari contro i «poteri
forti» del mondo del
calcio. Lui cerca di
investigare, ma con gli
scarsi strumenti a sua
disposizione la sua
battaglia si rivela
quasi impossibile.
Neppure la sua elezione
nel Consiglio federale
riesce ad aiutarlo.
Quello che intimamente
gli dà forza è l’esempio
e l’educazione al
sacrificio trasmessi dai
suoi genitori e da suo
nonno, di cui conserva
gelosamente, come una
reliquia, le lettere dal
fronte della Grande
Guerra, scritte a Cima
11, a quota 3000, sulle
montagne di San Candido,
dove la storia trova il
suo epilogo. Tuttavia la
vita è strana e si
lascia interpretare solo
a posteriori, in questo
caso riportando anni
dopo i protagonisti
sulla stessa scena, ma a
parti invertite.
Le cose sono andate
maturando nel tempo,
sono venute da sole, con
la sentenza di primo
grado del processo a
Calciopoli. L’orizzonte
che Bernardo traguardava
tanti anni prima non era
sparito, si era solo
spostato un po’ più in
là nel tempo, mentre la
Divina Provvidenza
lavorava in silenzio.
Scritto con un
linguaggio fluido e
accattivante che
trascina il lettore
all’ultima pagina per
scoprire l’epilogo della
vicenda di Bernardo, Le
cose verranno da sole è
un romanzo che tradisce
l’esperienza accumulata
da Dino Feliziani in
trent’anni di incarichi
federali, in posizioni
tecniche di crescente
responsabilità |