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---------------------------------------------- Una tesi per raccontare un’esperienza. Un’esperienza che può trasformarsi – sempre coi dovuti adattamenti ai diversi contesti in cui si agisce – in una metodologia operativa funzionale a una società che partecipa ai campionati di Lega Pro. Una metodologia che mette al centro del progetto l’intervento coi giovani, giovani da formare nel proprio vivaio e portare verso il salto nei professionisti. Giovani di proprietà, con impresso una sorta di “marchio” nel cuore. Con peculiarità fisiche, caratteriali e tecniche specifiche. E soprattutto conosciute perché costruite nell’arco di un lungo periodo nella stessa società. Giovani di proprietà per una prima squadra rampante, a basso costo e – speriamo – che possa raggiungere gli obiettivi stabiliti. Riuscire a raggiungere questi obiettivi, che possono essere valorizzazione dei talenti, conquista di una promozione, salvezza… attraverso un calcio positivo, oggi diventa per molte società un obbligo, visto il momento socio-economico difficile. Un momento in cui la maggior parte dei club hanno difficoltà economiche, in cui è innegabile gli investimenti sono difficili, in cui nel breve periodo si può anche rischiare di impegnare capitali, ma nel lungo non si sa. E i fallimenti sono dietro l’angolo. Per questo, ma non solo, credo che il progetto iniziato con la società Monza Brianza, dopo la retrocessione della passata stagione, possa diventare una sorta di modello operativo per il futuro. Un modello fatto di lavoro, di valorizzazione di talenti locali, passatemi il termine, “allevati” nel proprio vivaio, di un low-profile che, grazie alle scelte giuste e a un pizzico di fortuna (nel calcio non può mancare), può diventare vincente. E di esempi di società virtuose, che hanno fatto del vivaio o dell’oculatezza nella scelta di calciatori e allenatori (sinonimo di competenza) il proprio punto di forza, ce ne sono: come non citare Atalanta e Torino, che basavano il loro futuro sulla valorizzazione di giovani calciatori. C’è una conditio sine qua non per tentare di mettere in pratica un progetto, questo progetto: la condivisione con la dirigenza degli obiettivi. Senza questa è impossibile cercare di riuscirci. È fondamentale andare tutti nella stessa direzione, consapevoli in particolar modo che i risultati non sono dietro l’angolo o si raggiungono grazie a una bacchetta magica, ma che serve pazienza, tempo e lavoro. Insieme alla giusta filosofia del club [ read more ]
-------------------------------------------- Gianluca ANDRISSI: Diploma I.S.E.F. (1993) Qualifica di Istruttore di Calcio, I.S.E.F. Lombardia (1987) Qualifica di Allenatore di 3 a Categoria, Settore Tecnico F.I.G.C. (1992) Qualifica di Allenatore Professionista di Calcio di 2° Categoria (U.E.F.A.- A), Settore Tecnico F.I.G.C. (2001) Qualifica di Direttore Sportivo Professionista, Settore Tecnico F.I.G.C. (2012)
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