Prevenire gli infortuni grazie all’alimentazione: la sfida futuristica dell’Imolese
Da inizio stagione la squadra di Serie D romagnola, che milita nello stesso girone del Parma, ha scelto di farsi seguire da una equipe di medici professionisti che studia le relazioni tra il cibo, l’infiammazione e la tolleranza alimentare… Un progetto innovativo che mira ad ottenere il massimo della performance in campo e a ridurre il numero di infortuni.
Nel calcio la cura dei dettagli è fondamentale. Essere all’avanguardia in ogni aspetto tecnico, tattico e organizzativo può fare la differenza nei 90 minuti in campo. Con i calendari sempre più serrati, i turni infrasettimanali e i carichi di lavoro sempre più pesanti il pericolo di avere una rosa decimata da infortuni è serio sia per i giocatori delle squadre che militano nei massimi campionati sia per coloro che, più umilmente, militano in categorie più basse. Per preservare il proprio corpo e migliorare la propria resa in campo può essere importantissimo anche tenere un buon regime alimentare: per questo sorprende il giusto che un club di Serie D abbia deciso di stringere una partnership con un team di medici professionisti che studiano le relazioni tra il cibo, l’infiammazione e la tolleranza alimentare e può aiutare a preservare i calciatori da un certo tipo di infortuni.
La squadra ad aver voluto intraprendere questo studio innovativo è l’Imolese(compagine con 96 anni di storia alle spalle che è iscritta al girone D di Serie D e disputa lo stesso campionato in cui milita anche il neonato Parma di Nevio Scala e Gigi Apolloni) che da inizio stagione ha scelto di farsi seguire dagli specialisti della GEK, società in seno alla quale è stato elaborato il test Recaller, un sistema e terapico integrato per il controllo dell'infiammazione da cibo e il recupero della tolleranza alimentare, ideato dal dottor Attilio Speciani(specialista in immunologia clinica e allergologia e docente Master all’università di Bologna e Milano). Uno strumento che cambia radicalmente la consuetudine alimentare sia nello specifico sportivo sia nella quotidianità delle persone.
“L'alimentazione è fondamentale per uno sportivo – ha raccontato nel corso della serata di presentazione di questo progetto, il presidente dell’Imolese Lorenzo Spagnoli - Io stesso, quando ero calciatore (Spagnoli ha partecipato nel 2004-2005 al reality tv “Campioni il sogno” vestendo la maglia del Cervia e ha disputato oltre 15 campionati fra Serie C, D ed Eccellenza, ndr), sentivo che fatica e infortuni dipendevano anche da quel che mangiavo. Così, quando la dottoressa Penazzi (titolare della farmacia Zolino di Imola, ndr) mi ha spiegato il lavoro del dottor Speciani, ho voluto approfondirlo e ho scelto di applicarlo ai ragazzi dell'Imolese. A trovare diete generiche siamo bravi tutti, basta un giro su internet. Ma io volevo sia ottenere il massimo delle prestazioni dagli atleti, sia dare un segnale ai bambini delle nostre giovanili sul valore di una sana alimentazione anche al di fuori dell’ambito sportivo”. |
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Riguardo al lavoro impostato con la prima squadra, il dottor Speciani ha sottolineato l’importanza della resistenza allo sforzo prolungato. “Parte del nostro lavoro è migliorare la continuità dello sforzo: il campionato che l’Imolese si trova ad affrontare è lungo, con ben turni infrasettimanali e 38 giornate. Il test Recaller riduce l'infiammazione, porta ad avere meno infortuni e a resistere meglio alla fatica con cui ogni calciatore si misura ogni giorno”.
A tutti i giocatori della rosa allenata da mister Bardi ad inizio stagione è stato effettuato il test Recaller, che consiste nel misurare il dosaggio di due citochine infiammatorie, Baff e Paf, e il livello delle Immunoglobuline G. “Per capirci: misurare il Baff significa capire il valore di una sostanza che interferisce profondamente sul metabolismo degli zuccheri e che quindi condiziona la resa muscolare e l’efficienza fisica. Ciò consente di trovare le soluzioni nutrizionali più indicate per ciascun calciatore, al fine di ottimizzare le prestazioni. È come se l’atleta stesso mettesse a posto il carburatore consumando gli zuccheri nel modo giusto e proficuo». Per ciascun calciatore il dottor Speciani e i suoi collaboratori è stato poi elaborato un Profilo Alimentare Personale, con la definizione di una dieta personalizzata che ha per tutti caratteristiche di fattibilità e consente degli spazi di libertà alimentare. |
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“Noi non eseguiamo un un test sull'intolleranza alimentare – approfondisce il dottor Speciani - ma misuriamo il livello di infiammazione dell'organismo e definiamo un profilo alimentare virtuoso. Il cibo non va eliminato, come erroneamente si pensa riguardo le intolleranze”. Il progetto è stato avviato alla fine di luglio e, in questa prima fase, durerà per l’intera stagione sportiva. La risposta dei giocatori dell'Imolese dopo due mesi di applicazione del metodo è stata positiva, sia in termini di percezione sia di misurazioni mediche. In occasione della presentazione del progetto Tom Syku, difensore in prestito dall'Udinese e uno dei pilastri della retroguardia rossoblù, ha portato alla platea la propria testimonianza. “All'inizio fai fatica: sei abituato diversamente, le porzioni non sembrano abbondanti. Poi ho visto subito il risultato: in passato ho sofferto spesso di infiammazione e ora sento di stare molto meglio”. Grazie anche a questo lavoro l’Imolese si augura di riuscire a mantenere la categoria in un campionato tosto e mai come quest’anno livellato verso l’alto.
Fonti: Eurosport |
Data inserimento nel sito: 03.10.2015 |