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   La corretta gestione dell’allenamento
   Autore: Alessandro Ramello
    Premessa
Ottimizzare il poco tempo a disposizione per rendere la seduta di allenamento il più efficace possibile. Nella quasi totalità delle scuole calcio italiane, il numero delle sedute di allenamento, per le categorie relative all’età 6-12 anni, è di due a settimana per un totale di circa otto mensili. La durata di ogni singola seduta è variabile e oscilla fra un ora e trenta minuti e le due ore. Ogni bambino è quindi impegnato, con la propria squadra, salvo assenze, per circa tre ore e mezza a settimana e quattordici ore al mese. Se paragonato al tempo che viene dedicato all’allenamento in altri sport ci accorgiamo subito che non è molto. A questo aggiungiamo il poco tempo che anche la scuola dedica all’attività motoria (due ore settimanali, il più basso valore in Europa)
Sovrappeso e obesità infantili hanno una genesi multifattoriale, sono quindi, il risultato di cause diverse: trai principali fattori di rischio presi in considerazione, oltre all’alimentazione sbagliata, la familiarità, ecc. troviamo la sedentarietà. A tal punto che attualmente si tende a dare sempre più maggiore importanza la basso dispendio calorico energetico conseguente ad una vita sedentaria, senza nessuna attività fisico-sportiva, rispetto all’assunzione di cibi molto calorici. Per cui sarebbe peggio stare tutto il giorno in poltrona davanti alla televisione, che mangiare tavolette di cioccolata.
Fatte queste brevi premesse, come possiamo, noi allenatori, ottimizzare il poco tempo a nostra disposizione per rendere la nostra seduta di allenamento davvero efficace e allenante? Come possiamo andare incontro alle esigenze dei nostri allievi e creare sedute che gli permettano di crescere sportivamente e di vivere il maggior numero di esperienze motorie possibili? Trovare risposta a queste domande è nostro compito e il discutere, dibattere, condividere può aiutare allo scopo. Di seguito analizzo, senza approfondire, quelli che sono gli elementi che possono caratterizzare la seduta d’allenamento.
Programmazione
Programmare l’allenamento è fondamentale in qualsiasi categoria, entrare in campo impreparati incide negativamente sulla corretta gestione delle fasi che si susseguono nella seduta. Durante l’esecuzione del primo esercizio dovremo pensare al successivo dedicando minor attenzione alle varianti, correzioni, stimoli dell’esercitazione in corso. Lo stesso accadrà nel proseguo della seduta con perdita di tempo prezioso e calo della concentrazione dei ragazzi. Per programmazione in questo caso intendiamo le modalità che ci permettono di razionalizzare al meglio il tempo che abbiamo a disposizione.
Preparazione del campo e del materiale
Per ridurre al minimo i tempi morti e per lo svolgimento di una seduta dinamica e ricca di proposte è necessario che il tecnico arrivi al campo prima dei ragazzi e che prepari il campo prima del loro ingresso. Durante la mia esperienza, in molte sedute, quando avevo molto spazio a disposizione mi è capitato di preparare e predisporre tutto il materiale occorrente per gli esercizi che avevo programmato.
Multilateralità
Visti i numerosi obiettivi da perseguire durante la stagione sportiva e visto lo scarso tempo a disposizione, diventa importante, all’interno della stessa seduta, cercare di “colpire” il maggior numero di obiettivi possibili. Questo, da una parte, consente un lavoro multilaterale e dall’altro può facilitare il compito dell’allenatore nel rendere varia, divertente e ricca di stimoli la seduta d’allenamento.
Polivalenza
A volte mi è capitato di far svolgere un esercizio a dei bambini della categoria Pulcini all’interno del quale era prevista una capovolta e molti non erano in grado di eseguirla correttamente. Purtroppo le possibilità di fare esperienze motorie all’aria aperta sono sempre meno, oltretutto a scuola l’educazione motoria non sempre viene svolta nel modo corretto. Proprio per queste ragioni ritengo che nella fascia d’età 6-12 anni all’interno della programmazione e dello svolgimento della seduta, si debba tenere in forte considerazione la necessità dello sviluppo della motricità dei bambini. Quindi invito ad inserire il più possibile obiettivi motori (schemi motori di base e capacità coordinative) all’interno delle sedute; a trarne maggior beneficio saranno sicuramente gli allievi.
Seduta ricca di proposte
Proprio per le ragioni sopraesposte è importante che all’interno della seduta sia proposto un elevato numero di giochi ed esercitazioni al fine di evitare cali di concentrazione e
mantenere stimolante l’allenamento.
Utilizzare esercitazioni che piacciono ai ragazzi
Io nelle mie sedute cerco sempre di utilizzare il più possibile le situazioni con la presenza della porta e del portiere. Questo per una ragione molto semplice: se chiediamo ai ragazzi durante gli allenamenti cosa vorrebbero fare ci risponderebbero due cose: tiri in porta e partita. Proprio per questo è importante cercare di perseguire tutti gli obiettivi che ci si pone cercando di inserirli, quando possibile, in un contesto in cui sia presente il tiro in porta.
Didattica corretta
E’ importante avere una buona posizione in campo per potere osservare tutti e affinché tutti possano vederci e sentirci. E’ altresì importante che l’allenatore abbia una buona comunicativa. L’uso corretto della voce è importante: tutti devono sentirci, sia durante le spiegazioni, che devono essere il più brevi possibile, che durante le eventuali correzioni. Il timbro della voce assume importanza anche per stimolare il giocatore al massimo impegno ed a variare il ritmo delle esercitazioni.
Coinvolgimento emotivo
Un bravo allenatore riesce sempre a coinvolgere emotivamente i propri giocatori durante la seduta. Un giocatore emotivamente coinvolto è più motivato e di conseguenza da il meglio di se e quindi più disponibile all’apprendimento. L’allenatore dovrà anch’esso “vivere” la seduta: i ragazzi se ne accorgono se non è dell’umore giusto o non è particolarmente motivato.
Obiettivi cognitivi
Penso sia importante, durante l’allenamento far “pensare” il giocatore di ogni fascia d’età. Ogni giocatore all’interno di una partita deve effettuare in modo autonomo una infinità di scelte: passo o tiro? Esco o temporeggio? Il giocatore che in allenamento è chiamato a stare concentrato per molto tempo, a prendere decisioni in tempi sempre ristretti, a dovere reagire a stimoli diversi sarà sicuramente un giocatore avvantaggiato in partita. Gli elementi elencati non vogliono essere un vademecum per l’allenatore, ma possono servire da spunto per individuare i criteri che ci permettono di rendere l’allenamento dinamico, ricco e coinvolgente. Non dimentichiamoci che uno degli obiettivi degli allenatori del settore giovanile è quello di combattere l’abbandono precoce. Un ragazzo che gioca a calcio è un ragazzo che gioca, si diverte e soprattutto è in un campo di calcio e non altrove.
Autore
Prof. Alessandro Ramello, docente Juventus soccer schools. Nato a Moncalieri (TO) il 2 luglio 1974, è diplomato Isef, allenatore di base diploma B FIGC UEFA, istruttore di primo livello CONI-FIGC e istruttore di Mini Basket FIP. Ha esperienze come docente di Tecnica Calcistica al corso di primo livello CONI-FIGC, relatore a convegni e meeting organizzati dall’AIAC ed è docente ai corsi Juventus University. Direttore dello Juventus Summer Camp nel 2005 a Roncegno terme (TN) è attualmente tecnico Juventus Soccer Schools per il progetto Juventus National Academy. Ha lavorato come TEP (Tecnico Educatore Professionale) ai “Summer Green” Antonio Cabrini, come Istruttore Scuola Calcio A.C. Torino Calcio, come allenatore di squadre dilettantistiche di varie categorie e come responsabile tecnico del settore giovanile in società dilettantistiche. E’ stato Responsabile Tecnico del Centro Pilota Regionale Attività di Base FIGC SGS Emilia Romagna e insegnante di Educazione Motoria nelle scuole elementari.
 

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