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Premessa
Ottimizzare il poco tempo a disposizione per rendere la seduta di
allenamento il più efficace possibile. Nella quasi totalità delle
scuole calcio italiane, il numero delle sedute di allenamento, per
le categorie relative all’età 6-12 anni, è di due a settimana per un
totale di circa otto mensili. La durata di ogni singola seduta è
variabile e oscilla fra un ora e trenta minuti e le due ore. Ogni
bambino è quindi impegnato, con la propria squadra, salvo assenze,
per circa tre ore e mezza a settimana e quattordici ore al mese. Se
paragonato al tempo che viene dedicato all’allenamento in altri
sport ci accorgiamo subito che non è molto. A questo aggiungiamo il
poco tempo che anche la scuola dedica all’attività motoria (due ore
settimanali, il più basso valore in Europa)
Sovrappeso e obesità infantili hanno una genesi multifattoriale,
sono quindi, il risultato di cause diverse: trai principali fattori
di rischio presi in considerazione, oltre all’alimentazione
sbagliata, la familiarità, ecc. troviamo la sedentarietà. A tal
punto che attualmente si tende a dare sempre più maggiore importanza
la basso dispendio calorico energetico conseguente ad una vita
sedentaria, senza nessuna attività fisico-sportiva, rispetto
all’assunzione di cibi molto calorici. Per cui sarebbe peggio stare
tutto il giorno in poltrona davanti alla televisione, che mangiare
tavolette di cioccolata.
Fatte queste brevi premesse, come possiamo, noi allenatori,
ottimizzare il poco tempo a nostra disposizione per rendere la
nostra seduta di allenamento davvero efficace e allenante? Come
possiamo andare incontro alle esigenze dei nostri allievi e creare
sedute che gli permettano di crescere sportivamente e di vivere il
maggior numero di esperienze motorie possibili? Trovare risposta a
queste domande è nostro compito e il discutere, dibattere,
condividere può aiutare allo scopo. Di seguito analizzo, senza
approfondire, quelli che sono gli elementi che possono
caratterizzare la seduta d’allenamento.
Programmazione
Programmare l’allenamento è fondamentale in qualsiasi categoria,
entrare in campo impreparati incide negativamente sulla corretta
gestione delle fasi che si susseguono nella seduta. Durante
l’esecuzione del primo esercizio dovremo pensare al successivo
dedicando minor attenzione alle varianti, correzioni, stimoli
dell’esercitazione in corso. Lo stesso accadrà nel proseguo della
seduta con perdita di tempo prezioso e calo della concentrazione dei
ragazzi. Per programmazione in questo caso intendiamo le modalità
che ci permettono di razionalizzare al meglio il tempo che abbiamo a
disposizione.
Preparazione del campo e del materiale
Per ridurre al minimo i tempi morti e per lo svolgimento di una
seduta dinamica e ricca di proposte è necessario che il tecnico
arrivi al campo prima dei ragazzi e che prepari il campo prima del
loro ingresso. Durante la mia esperienza, in molte sedute, quando
avevo molto spazio a disposizione mi è capitato di preparare e
predisporre tutto il materiale occorrente per gli esercizi che avevo
programmato.
Multilateralità
Visti i numerosi obiettivi da perseguire durante la stagione
sportiva e visto lo scarso tempo a disposizione, diventa importante,
all’interno della stessa seduta, cercare di “colpire” il maggior
numero di obiettivi possibili. Questo, da una parte, consente un
lavoro multilaterale e dall’altro può facilitare il compito
dell’allenatore nel rendere varia, divertente e ricca di stimoli la
seduta d’allenamento.
Polivalenza
A volte mi è capitato di far svolgere un esercizio a dei bambini
della categoria Pulcini all’interno del quale era prevista una
capovolta e molti non erano in grado di eseguirla correttamente.
Purtroppo le possibilità di fare esperienze motorie all’aria aperta
sono sempre meno, oltretutto a scuola l’educazione motoria non
sempre viene svolta nel modo corretto. Proprio per queste ragioni
ritengo che nella fascia d’età 6-12 anni all’interno della
programmazione e dello svolgimento della seduta, si debba tenere in
forte considerazione la necessità dello sviluppo della motricità dei
bambini. Quindi invito ad inserire il più possibile obiettivi motori
(schemi motori di base e capacità coordinative) all’interno delle
sedute; a trarne maggior beneficio saranno sicuramente gli allievi.
Seduta ricca di proposte
Proprio per le ragioni sopraesposte è importante che all’interno
della seduta sia proposto un elevato numero di giochi ed
esercitazioni al fine di evitare cali di concentrazione e
mantenere stimolante l’allenamento.
Utilizzare esercitazioni che piacciono ai ragazzi
Io nelle mie sedute cerco sempre di utilizzare il più possibile le
situazioni con la presenza della porta e del portiere. Questo per
una ragione molto semplice: se chiediamo ai ragazzi durante gli
allenamenti cosa vorrebbero fare ci risponderebbero due cose: tiri
in porta e partita. Proprio per questo è importante cercare di
perseguire tutti gli obiettivi che ci si pone cercando di inserirli,
quando possibile, in un contesto in cui sia presente il tiro in
porta.
Didattica corretta
E’ importante avere una buona posizione in campo per potere
osservare tutti e affinché tutti possano vederci e sentirci. E’
altresì importante che l’allenatore abbia una buona comunicativa.
L’uso corretto della voce è importante: tutti devono sentirci, sia
durante le spiegazioni, che devono essere il più brevi possibile,
che durante le eventuali correzioni. Il timbro della voce assume
importanza anche per stimolare il giocatore al massimo impegno ed a
variare il ritmo delle esercitazioni.
Coinvolgimento emotivo
Un bravo allenatore riesce sempre a coinvolgere emotivamente i
propri giocatori durante la seduta. Un giocatore emotivamente
coinvolto è più motivato e di conseguenza da il meglio di se e
quindi più disponibile all’apprendimento. L’allenatore dovrà
anch’esso “vivere” la seduta: i ragazzi se ne accorgono se non è
dell’umore giusto o non è particolarmente motivato.
Obiettivi cognitivi
Penso sia importante, durante l’allenamento far “pensare” il
giocatore di ogni fascia d’età. Ogni giocatore all’interno di una
partita deve effettuare in modo autonomo una infinità di scelte:
passo o tiro? Esco o temporeggio? Il giocatore che in allenamento è
chiamato a stare concentrato per molto tempo, a prendere decisioni
in tempi sempre ristretti, a dovere reagire a stimoli diversi sarà
sicuramente un giocatore avvantaggiato in partita. Gli elementi
elencati non vogliono essere un vademecum per l’allenatore, ma
possono servire da spunto per individuare i criteri che ci
permettono di rendere l’allenamento dinamico, ricco e coinvolgente.
Non dimentichiamoci che uno degli obiettivi degli allenatori del
settore giovanile è quello di combattere l’abbandono precoce. Un
ragazzo che gioca a calcio è un ragazzo che gioca, si diverte e
soprattutto è in un campo di calcio e non altrove.
Autore
Prof. Alessandro Ramello, docente Juventus soccer schools. Nato a
Moncalieri (TO) il 2 luglio 1974, è diplomato Isef, allenatore di
base diploma B FIGC UEFA, istruttore di primo livello CONI-FIGC e
istruttore di Mini Basket FIP. Ha esperienze come docente di Tecnica
Calcistica al corso di primo livello CONI-FIGC, relatore a convegni
e meeting organizzati dall’AIAC ed è docente ai corsi Juventus
University. Direttore dello Juventus Summer Camp nel 2005 a Roncegno
terme (TN) è attualmente tecnico Juventus Soccer Schools per il
progetto Juventus National Academy. Ha lavorato come TEP (Tecnico
Educatore Professionale) ai “Summer Green” Antonio Cabrini, come
Istruttore Scuola Calcio A.C. Torino Calcio, come allenatore di
squadre dilettantistiche di varie categorie e come responsabile
tecnico del settore giovanile in società dilettantistiche. E’ stato
Responsabile Tecnico del Centro Pilota Regionale Attività di Base
FIGC SGS Emilia Romagna e insegnante di Educazione Motoria nelle
scuole elementari.
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