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Premessa
I ragazzi, al giorno d’oggi, soffrono di ipocinesi, ovvero la mancanza
di movimento e possono essere definiti degli analfabeti motori. Hanno
poco tempo da dedicare al gioco spontaneo, soprattutto perché scelgono
dei passatempi che li costringono alla sedentarietà. Questa è la
denuncia effettuata dalla D.ssa Castelli, psicologa e collaboratrice
dell’Atalanta Calcio. Non c’era bisogno di questa affermazione per
rendersi conto che negli ultimi anni i ragazzi giocano molto di meno,
avendo meno spazi a disposizione per farlo ed essendo cambiato lo stile
di vita delle famiglie. Una situazione che non si può non tenere in
considerazione quando si programma l’attività con i più piccoli.
La figura dell'Allenatore dei Pulcini
Aspetto, a mio modo di vedere, di fondamentale importanza. Tale
allenatore deve riassumere diverse caratteristiche: deve essere molto
bravo dal punto di vista umano, deve conoscere le caratteristiche
fisiche della fascia di età che allena (6-8/10 anni), deve avere nozioni
di psicologia, deve essere capace di stabilire un legame forte
(interazione) con i bambini in fatto di fiducia e di rispetto massimo,
deve essere preparato dal punto di vista tecnico. Diventa perciò molto
difficile trovare delle persone che riescano a possedere tutti questi
requisiti. Con un’analisi un po’ superficiale potremmo dire che tale
figura potrebbe essere incarnata da un mix tra un insegnante Isef e un
maestro elementare, ed in effetti molto spesso è così. In realtà,
secondo la mia opinione chi si cimenta con queste categorie deve
fondamentalmente avere una grande passione e non deve essere
particolarmente ambizioso. L’obiettivo del lavoro non è certo quello di
vincere i campionati Pulcini o addirittura i mini-tornei che vengono
fatti di solito in primavera con i Piccoli Amici; si tratta di far
crescere i ragazzi abituandoli fin da piccoli ad un’educazione sportiva
aiutandoli a migliorare gli aspetti relativi alla coordinazione
(sviluppo e perfezionamento degli schemi motori di base e della
postura), alla socializzazione con gli altri compagni e al rispetto
delle regole. L’attività dovrà comprendere in larga parte il gioco,
inteso come gioco-sport, evitando la specializzazione precoce ed
evitando di ingabbiare i ragazzini in rigidi schemi precostituiti.
Bisognerà cercare perciò di incentivare la risoluzione dei problemi non
attraverso il metodo direttivo ma attraverso una presa di coscienza
fatta dal ragazzo stesso dell’errore. Bisognerà incoraggiare la
diversità per cercare di sfruttarla come una potenzialità e non come
aspetto negativo.
Se si lavora male in queste fasce di età ci saranno delle ripercussioni
negative e delle grosse difficoltà negli anni successivi sia sotto il
profilo tecnico-coordinativo (concetto di fasi sensibili), che
comportamentale.
Caratteristiche della fascia di età con la quale andiamo a lavorare
Caratteristiche fisiche:
sproporzione a carico degli arti che si stanno allungando, rapporto
peso/altezza a favore dell’altezza con inizio della fase di
allungamento. Apparato osteo-articolare con ossa deboli ma in
allungamento e un po’ meno elastiche. Muscoli un po’più lunghi e meno
elastici della fase precedente (6-8 anni)). Apparato cardio-circolatorio
con cuore non molto grande e gittata sistolica insufficiente e frequenza
alta dei battiti Questo significa che i ragazzi non hanno bisogno di
riscaldamenti particolari per essere pronti a giocare.
8-10 anni: inizio della fase di allungamento con un maggiore equilibrio
fra peso e altezza, cuore un po’ più grande ossa che anche loro
cominciano ad allungarsi.
Caratteristiche psicologiche:
Inizia un parziale distacco dalla fase di egocentrismo sia nel gioco che
nella sfera privata (parziale distacco anche con le figure dei genitori)
anche se manca il concetto di gruppo vero e proprio. Iniziano però le
relazioni di amicizia e ai giochi come fonte di coesione si aggiungono
anche i compiti lavori - studio - feste. Inizia la riflessione sulle
proprie capacità e sui propri mezzi. Comincia ad esserci il rispetto
delle regole.
Sotto il profilo cognitivo (processi mentali) gli aspetti della
percezione e dell’attenzione sono molto labili, anche se cominciano a
prendere importanza i contenuti. Il concetto di spazio e tempo è legato
all’azione concreta e reale, con difficoltà nel prendere coscienza del
concetto di passato - futuro - probabilità. Anche il ragionamento è
basato sulla concretezza. Con i bambini di questa fascia di età si dovrà
dunque utilizzare un linguaggio adatto, considerando che la capacità
attentiva è molto bassa e dura poco tempo. Pochi concetti ma chiari. Un
altro aspetto da non sottovalutare è il tono della voce che consente di
trasmettere concetti e stimoli e che permette di sottolineare gli
aspetti positivi o negativi
più importanti (soprattutto positivi!). E’ importante che l’adulto (in
questo caso l’allenatore) si cali nel mondo del bambino e non viceversa.
Programma del lavoro
I bambini vengono al campo per divertirsi ed imparare. Questi sono i due
concetti base che dobbiamo a mio avviso tenere sempre presenti quando
lavoriamo con loro. Facciamoci spesso questa domanda anche nel corso
delle esercitazioni che stiamo proponendo e cerchiamo di essere
flessibili. Per flessibilità (da non confondere con improvvisazione)
intendo la capacità di variare l’esercitazione se ci rendiamo conto che
non suscita interesse e di conseguenza non raggiunge l’obiettivo che ci
siamo prefissati.
L’allenatore, sempre secondo la mia opinione, deve essere soprattutto un
osservatore, a volte silenzioso, ma a volte deve intervenire (quasi
sempre per sottolineare gli aspetti positivi di un gesto tecnico, dello
sviluppo di un’azione, di un comportamento sportivo, etc.) per
effettuare la correzione. Anche in questo caso si dovrebbe aprire un
capitolo a parte su questo aspetto (quando, come e con che scopo fare la
correzione).
Tornando alla programmazione, aspetto essenziale in ogni categoria con
cui si lavora e quindi anche in questa fascia di età, consiglio di fare,
di concerto con il Responsabile della scuola calcio, un programma su
base annuale e poi su base mensile degli obiettivi che si vogliono
raggiungere. La componente ludica e di divertimento dovrà essere
preponderante. Per quel che riguarda lo sviluppo delle capacità motorie
(coordinative e condizionali) credo che sia di fondamentale importanza
insieme all’apprendimento degli schemi motori di base (correre, saltare,
rotolare, lanciare, afferrare, calciare etc.) che dovrebbero essere già
stati sviluppati nella fase precedente. Tra le capacità coordinative
merita una citazione particolare lo sviluppo della capacità di
equilibrio, in quanto siamo in una fase sensibile (fase in cui i ragazzi
possono avere miglioramenti molto grandi), e per quanto riguarda le
capacità condizionali è importante lavorare su velocità e rapidità. Un
surplus di valore al lavoro che si fa con questa fascia di età potrebbe
essere dato dall’attivare una collaborazione con un fisioterapista che
riesca a monitorare i ragazzi con dei test abbastanza semplici e a
migliorarne gli aspetti relativi alla corsa e alla postura.
La programmazione (didattica) deve sempre partire dalla base. Ovvero:
A) Analisi della situazione di partenza
Tale analisi costituisce la diagnosi, strumento di fondamentale
importanza per:
- conoscere le condizioni fisiche, motorie, psicologiche, affettive e
sociali degli allievi;
- conoscere l’ambiente sociale e culturale degli allievi;
- conoscere le risorse disponibili per poter operare (ambientali,
organizzative, economiche).
B) Formulazione degli obiettivi motori, tecnici, tattici
Obiettivi motori:
1) Schema corporeo (conoscenza e percezione del proprio corpo).
2) Schemi motori di base.
3) Dominanza e lateralizzazione (sviluppo dell’arto inferiore dominante
e utilizzo di quello non dominante).
4) Capacità sensomotorie (con particolare riguardo alla reattività
utilizzando in particolare stimoli ottici anziché acustici).
5) Capacità coordinative generali (controllo motorio - adattamento -
trasformazione) e speciali (in particolare equilibrio, orientamento e
ritmo).
6) Capacità condizionali (con particolare riguardo alla mobilità
articolare e alla rapidità.
| Obiettivi tecnici
1) sensibilità palla/piede
2) dominio e protezione della palla
3) modi di conduzione della palla
4) modi di calciare (piatto e interno collo)
5) ricezione della palla
6) abilità combinate.
Obiettivi tattici
1) situazioni di gioco 1:1, 2:1, 2:2, 3:2, 3:3
2) giochi collettivi anche di altri sport (pallamano, basket, mini -
rugby, etc.)
3) calcio a 5.
| Obiettivi educativi
Il calcio è un agente educativo di straordinaria importanza che mira
allo sviluppo della personalità di ciascun ragazzo. Per farlo in modo
corretto queste sono alcune situazioni che si devono verificare:
a) situazione ambientale positiva: il clima che si respira all’interno
della società deve essere estremamente positivo, senza tensioni;
b) il grado di preparazione sia tecnica che umana di dirigenti e
allenatori deve essere alto;
c) le richieste che vengono fatte ai ragazzi non devono essere superiori
alle loro capacità.
1) Rispetto delle regole
2) Rispetto nei confronti delle persone che lavorano nella società
(allenatore, dirigenti, autisti, genitori, …)
3) Rispetto dei materiali e delle cose in dotazione per l’allenamento
4) Rispetto della figura arbitrale
5) Concetto di gruppo
6) Attaccamento alla maglia
7) Accettazione della sconfitta
La valutazione
Un breve accenno per quel che riguarda la valutazione. E’ importante
riuscire a monitorare e verificare i progressi dei ragazzi stessi anche
per poter dare loro una valutazione (anche se in questa fascia di età
lascia ovviamente il tempo che trova). Diventa comunque un buon
strumento metodologico che ci abitua al confronto e serve da stimolo ai
ragazzi stessi per cercare di migliorare. La valutazione può essere
effettuata con una serie di test che possono essere fatti all’ingresso
(settembre) e ripetuti nel corso dell’anno almeno un paio di volte
(gennaio-maggio).
Esempio di test tecnici
1. Test di palleggio (con rimbalzo)
2. Tiro di piatto (3 tiri di destro e 3 di sinistro da una distanza di 6
mt. su una porticina larga 1 mt. Si fa la somma dei punti)
3. Velocità vai e torna con la palla (Percorso di andata e ritorno di 15
mt.con la palla attorno ad un paletto)
Test fisici:
1. Velocità vai e torna senza palla (15 mt andata e 15 mt. ritorno)
2. Test di destrezza e coordinazione generale (velocità 5 mt. - slalom
fra paletti 8 mt.- capriola in avanti-scatto finale 5 mt.).
| Esempio di programmazione
Settembre - Ottobre - Novembre: guida della palla - Passaggio e stop
-Tiro in porta (modi di calciare: interno, collo piede, esterno).
Dicembre – Gennaio - Febbraio: sviluppo abilità tecniche - finta e
dribbling - percorsi tecnici e situazioni di 1:1, 2:1, 3:1, 3:2, 3:3
fino al 5:5 (tutti lavori che si possono fare anche in palestra).
Marzo - Aprile - Maggio: sviluppo delle abilità viste in precedenza,
aumentando la complessità delle esercitazioni e dei giochi, aumentando
anche il tempo dedicato ai minitornei e alle partitine. Sviluppo del
colpo di testa (con palloni adatti).
| Strutturazione della seduta
La seduta potrebbe essere strutturata nel modo seguente (1h1/2 e 1
pallone n° 4 per bambino):
1 fase di riscaldamento con un gioco d’inizio a seconda del tema che si
sta sviluppando e con un pallone per ogni ragazzo. Il gioco iniziale
permette un approccio ottimale all’allenamento.
1 fase dedicata allo sviluppo del tema con mezzi più analitici:
percorsi, stazioni, staffette, etc. (evitare se possibile le file, o
ridurle al massimo, evitare tempi morti). Verifica del lavoro e dei
progressi.
1 fase situazionale semplificata 1:1, 2:2, 3:3 (questa fase serve per
permettere a tutti di toccare la palla il più possibile, cosa che
diventa più difficile soprattutto per i meno bravi quando si fa una
partita con un numero maggiore di ragazzi).
1 fase di ritorno al gioco e partita finale.
Autore
Dott. Paolo Baio, responsabile tecnico della scuola calcio Vicenza
Calcio S.p.A.
Nato a Thiene il 21/06 1971 è laureato in Scienze Politiche indirizzo
Amministrativo con tesi finale sull’Ordinamento Giuridico Sportivo, è
allenatore di base diploma B Figc Uefa.
Ha preso parte al Master in Marketing e Management dello Sport presso
European School of Economics - Roma.
Dal 1995al 1998 è Giornalista Sportivo presso T.V.A. Videomedia di
Vicenza.Dal 1997 al 2005 è Responsabile tecnico-organizzativo dei camp
estivi Milan Junior Camp con A.S. Camp 2000-Vicenza, per lo stesso
periodo ha la gestione dei Camp di Asiago - Padova - Udine.
Dal 2003 al 2005 lavora per il Settore Giovanile A.C. Milan come
Istruttore Scuola Calcio delle società affiliate Triveneto. Nel periodo
2004-2005 è anche Responsabile Settore Giovanile Calcio Schio 1905. Dal
2005-2006 è Responsabile per l’Attività di Base del Vicenza Calcio
S.p.A.
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