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  + -   Canale Proposte per il Settore Giovanile
   Le situazioni di gioco semplice. Indicazioni didattico - metodologiche e proposte operative
   Autore: Paolo Baio
   

Premessa
I ragazzi, al giorno d’oggi, soffrono di ipocinesi, ovvero la mancanza di movimento e possono essere definiti degli analfabeti motori. Hanno poco tempo da dedicare al gioco spontaneo, soprattutto perché scelgono dei passatempi che li costringono alla sedentarietà. Questa è la denuncia effettuata dalla D.ssa Castelli, psicologa e collaboratrice dell’Atalanta Calcio. Non c’era bisogno di questa affermazione per rendersi conto che negli ultimi anni i ragazzi giocano molto di meno, avendo meno spazi a disposizione per farlo ed essendo cambiato lo stile di vita delle famiglie. Una situazione che non si può non tenere in considerazione quando si programma l’attività con i più piccoli.
La figura dell'Allenatore dei Pulcini
Aspetto, a mio modo di vedere, di fondamentale importanza. Tale allenatore deve riassumere diverse caratteristiche: deve essere molto bravo dal punto di vista umano, deve conoscere le caratteristiche fisiche della fascia di età che allena (6-8/10 anni), deve avere nozioni di psicologia, deve essere capace di stabilire un legame forte (interazione) con i bambini in fatto di fiducia e di rispetto massimo, deve essere preparato dal punto di vista tecnico. Diventa perciò molto difficile trovare delle persone che riescano a possedere tutti questi requisiti. Con un’analisi un po’ superficiale potremmo dire che tale figura potrebbe essere incarnata da un mix tra un insegnante Isef e un maestro elementare, ed in effetti molto spesso è così. In realtà, secondo la mia opinione chi si cimenta con queste categorie deve fondamentalmente avere una grande passione e non deve essere particolarmente ambizioso. L’obiettivo del lavoro non è certo quello di vincere i campionati Pulcini o addirittura i mini-tornei che vengono fatti di solito in primavera con i Piccoli Amici; si tratta di far crescere i ragazzi abituandoli fin da piccoli ad un’educazione sportiva aiutandoli a migliorare gli aspetti relativi alla coordinazione (sviluppo e perfezionamento degli schemi motori di base e della postura), alla socializzazione con gli altri compagni e al rispetto delle regole. L’attività dovrà comprendere in larga parte il gioco, inteso come gioco-sport, evitando la specializzazione precoce ed evitando di ingabbiare i ragazzini in rigidi schemi precostituiti. Bisognerà cercare perciò di incentivare la risoluzione dei problemi non attraverso il metodo direttivo ma attraverso una presa di coscienza fatta dal ragazzo stesso dell’errore. Bisognerà incoraggiare la diversità per cercare di sfruttarla come una potenzialità e non come aspetto negativo.
Se si lavora male in queste fasce di età ci saranno delle ripercussioni negative e delle grosse difficoltà negli anni successivi sia sotto il profilo tecnico-coordinativo (concetto di fasi sensibili), che comportamentale.
Caratteristiche della fascia di età con la quale andiamo a lavorare
Caratteristiche fisiche:
sproporzione a carico degli arti che si stanno allungando, rapporto peso/altezza a favore dell’altezza con inizio della fase di allungamento. Apparato osteo-articolare con ossa deboli ma in allungamento e un po’ meno elastiche. Muscoli un po’più lunghi e meno elastici della fase precedente (6-8 anni)). Apparato cardio-circolatorio con cuore non molto grande e gittata sistolica insufficiente e frequenza alta dei battiti Questo significa che i ragazzi non hanno bisogno di riscaldamenti particolari per essere pronti a giocare.
8-10 anni: inizio della fase di allungamento con un maggiore equilibrio fra peso e altezza, cuore un po’ più grande ossa che anche loro cominciano ad allungarsi.
Caratteristiche psicologiche:
Inizia un parziale distacco dalla fase di egocentrismo sia nel gioco che nella sfera privata (parziale distacco anche con le figure dei genitori) anche se manca il concetto di gruppo vero e proprio. Iniziano però le relazioni di amicizia e ai giochi come fonte di coesione si aggiungono anche i compiti lavori - studio - feste. Inizia la riflessione sulle proprie capacità e sui propri mezzi. Comincia ad esserci il rispetto delle regole.
Sotto il profilo cognitivo (processi mentali) gli aspetti della percezione e dell’attenzione sono molto labili, anche se cominciano a prendere importanza i contenuti. Il concetto di spazio e tempo è legato all’azione concreta e reale, con difficoltà nel prendere coscienza del concetto di passato - futuro - probabilità. Anche il ragionamento è basato sulla concretezza. Con i bambini di questa fascia di età si dovrà dunque utilizzare un linguaggio adatto, considerando che la capacità attentiva è molto bassa e dura poco tempo. Pochi concetti ma chiari. Un altro aspetto da non sottovalutare è il tono della voce che consente di trasmettere concetti e stimoli e che permette di sottolineare gli aspetti positivi o negativi
più importanti (soprattutto positivi!). E’ importante che l’adulto (in questo caso l’allenatore) si cali nel mondo del bambino e non viceversa.
Programma del lavoro
I bambini vengono al campo per divertirsi ed imparare. Questi sono i due concetti base che dobbiamo a mio avviso tenere sempre presenti quando lavoriamo con loro. Facciamoci spesso questa domanda anche nel corso delle esercitazioni che stiamo proponendo e cerchiamo di essere flessibili. Per flessibilità (da non confondere con improvvisazione) intendo la capacità di variare l’esercitazione se ci rendiamo conto che non suscita interesse e di conseguenza non raggiunge l’obiettivo che ci siamo prefissati.
L’allenatore, sempre secondo la mia opinione, deve essere soprattutto un osservatore, a volte silenzioso, ma a volte deve intervenire (quasi sempre per sottolineare gli aspetti positivi di un gesto tecnico, dello sviluppo di un’azione, di un comportamento sportivo, etc.) per effettuare la correzione. Anche in questo caso si dovrebbe aprire un capitolo a parte su questo aspetto (quando, come e con che scopo fare la correzione).
Tornando alla programmazione, aspetto essenziale in ogni categoria con cui si lavora e quindi anche in questa fascia di età, consiglio di fare, di concerto con il Responsabile della scuola calcio, un programma su base annuale e poi su base mensile degli obiettivi che si vogliono raggiungere. La componente ludica e di divertimento dovrà essere preponderante. Per quel che riguarda lo sviluppo delle capacità motorie (coordinative e condizionali) credo che sia di fondamentale importanza insieme all’apprendimento degli schemi motori di base (correre, saltare, rotolare, lanciare, afferrare, calciare etc.) che dovrebbero essere già stati sviluppati nella fase precedente. Tra le capacità coordinative merita una citazione particolare lo sviluppo della capacità di equilibrio, in quanto siamo in una fase sensibile (fase in cui i ragazzi possono avere miglioramenti molto grandi), e per quanto riguarda le capacità condizionali è importante lavorare su velocità e rapidità. Un surplus di valore al lavoro che si fa con questa fascia di età potrebbe essere dato dall’attivare una collaborazione con un fisioterapista che riesca a monitorare i ragazzi con dei test abbastanza semplici e a migliorarne gli aspetti relativi alla corsa e alla postura.
La programmazione (didattica) deve sempre partire dalla base. Ovvero:
A) Analisi della situazione di partenza
Tale analisi costituisce la diagnosi, strumento di fondamentale importanza per:
- conoscere le condizioni fisiche, motorie, psicologiche, affettive e sociali degli allievi;
- conoscere l’ambiente sociale e culturale degli allievi;
- conoscere le risorse disponibili per poter operare (ambientali, organizzative, economiche).
B) Formulazione degli obiettivi motori, tecnici, tattici
Obiettivi motori:
1) Schema corporeo (conoscenza e percezione del proprio corpo).
2) Schemi motori di base.
3) Dominanza e lateralizzazione (sviluppo dell’arto inferiore dominante e utilizzo di quello non dominante).
4) Capacità sensomotorie (con particolare riguardo alla reattività utilizzando in particolare stimoli ottici anziché acustici).
5) Capacità coordinative generali (controllo motorio - adattamento - trasformazione) e speciali (in particolare equilibrio, orientamento e ritmo).
6) Capacità condizionali (con particolare riguardo alla mobilità articolare e alla rapidità.
| Obiettivi tecnici
1) sensibilità palla/piede
2) dominio e protezione della palla
3) modi di conduzione della palla
4) modi di calciare (piatto e interno collo)
5) ricezione della palla
6) abilità combinate.
Obiettivi tattici
1) situazioni di gioco 1:1, 2:1, 2:2, 3:2, 3:3
2) giochi collettivi anche di altri sport (pallamano, basket, mini - rugby, etc.)
3) calcio a 5.
| Obiettivi educativi
Il calcio è un agente educativo di straordinaria importanza che mira allo sviluppo della personalità di ciascun ragazzo. Per farlo in modo corretto queste sono alcune situazioni che si devono verificare:
a) situazione ambientale positiva: il clima che si respira all’interno della società deve essere estremamente positivo, senza tensioni;
b) il grado di preparazione sia tecnica che umana di dirigenti e allenatori deve essere alto;
c) le richieste che vengono fatte ai ragazzi non devono essere superiori alle loro capacità.
1) Rispetto delle regole
2) Rispetto nei confronti delle persone che lavorano nella società (allenatore, dirigenti, autisti, genitori, …)
3) Rispetto dei materiali e delle cose in dotazione per l’allenamento
4) Rispetto della figura arbitrale
5) Concetto di gruppo
6) Attaccamento alla maglia
7) Accettazione della sconfitta
La valutazione
Un breve accenno per quel che riguarda la valutazione. E’ importante riuscire a monitorare e verificare i progressi dei ragazzi stessi anche per poter dare loro una valutazione (anche se in questa fascia di età lascia ovviamente il tempo che trova). Diventa comunque un buon strumento metodologico che ci abitua al confronto e serve da stimolo ai ragazzi stessi per cercare di migliorare. La valutazione può essere effettuata con una serie di test che possono essere fatti all’ingresso (settembre) e ripetuti nel corso dell’anno almeno un paio di volte (gennaio-maggio).
Esempio di test tecnici
1. Test di palleggio (con rimbalzo)
2. Tiro di piatto (3 tiri di destro e 3 di sinistro da una distanza di 6 mt. su una porticina larga 1 mt. Si fa la somma dei punti)
3. Velocità vai e torna con la palla (Percorso di andata e ritorno di 15 mt.con la palla attorno ad un paletto)
Test fisici:
1. Velocità vai e torna senza palla (15 mt andata e 15 mt. ritorno)
2. Test di destrezza e coordinazione generale (velocità 5 mt. - slalom fra paletti 8 mt.- capriola in avanti-scatto finale 5 mt.).
| Esempio di programmazione
Settembre - Ottobre - Novembre: guida della palla - Passaggio e stop -Tiro in porta (modi di calciare: interno, collo piede, esterno).
Dicembre – Gennaio - Febbraio: sviluppo abilità tecniche - finta e dribbling - percorsi tecnici e situazioni di 1:1, 2:1, 3:1, 3:2, 3:3 fino al 5:5 (tutti lavori che si possono fare anche in palestra).
Marzo - Aprile - Maggio: sviluppo delle abilità viste in precedenza, aumentando la complessità delle esercitazioni e dei giochi, aumentando anche il tempo dedicato ai minitornei e alle partitine. Sviluppo del colpo di testa (con palloni adatti).
| Strutturazione della seduta
La seduta potrebbe essere strutturata nel modo seguente (1h1/2 e 1 pallone n° 4 per bambino):
1 fase di riscaldamento con un gioco d’inizio a seconda del tema che si sta sviluppando e con un pallone per ogni ragazzo. Il gioco iniziale permette un approccio ottimale all’allenamento.
1 fase dedicata allo sviluppo del tema con mezzi più analitici: percorsi, stazioni, staffette, etc. (evitare se possibile le file, o ridurle al massimo, evitare tempi morti). Verifica del lavoro e dei progressi.
1 fase situazionale semplificata 1:1, 2:2, 3:3 (questa fase serve per permettere a tutti di toccare la palla il più possibile, cosa che diventa più difficile soprattutto per i meno bravi quando si fa una partita con un numero maggiore di ragazzi).
1 fase di ritorno al gioco e partita finale.
Autore
Dott. Paolo Baio, responsabile tecnico della scuola calcio Vicenza Calcio S.p.A.
Nato a Thiene il 21/06 1971 è laureato in Scienze Politiche indirizzo Amministrativo con tesi finale sull’Ordinamento Giuridico Sportivo, è allenatore di base diploma B Figc Uefa.
Ha preso parte al Master in Marketing e Management dello Sport presso European School of Economics - Roma.
Dal 1995al 1998 è Giornalista Sportivo presso T.V.A. Videomedia di Vicenza.Dal 1997 al 2005 è Responsabile tecnico-organizzativo dei camp estivi Milan Junior Camp con A.S. Camp 2000-Vicenza, per lo stesso periodo ha la gestione dei Camp di Asiago - Padova - Udine.
Dal 2003 al 2005 lavora per il Settore Giovanile A.C. Milan come Istruttore Scuola Calcio delle società affiliate Triveneto. Nel periodo 2004-2005 è anche Responsabile Settore Giovanile Calcio Schio 1905. Dal 2005-2006 è Responsabile per l’Attività di Base del Vicenza Calcio S.p.A.

 

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