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Angelo Schiavio Schiavio centravanti rapsodico. Un lottatore e un tecnico. Un coraggioso per antonomasia. Meazza più tecnico di lui e più bello. Lui più duro, più travolgente, anche più rissoso. Lui con un cuore in petto di pioniere. Lui il calciatore libero e padrone del suo destino. Un uomo pratico e un industriale di successo. Tra il 1928 e il 1934 protagonista assoluto sulle nostre scene calcistiche. (Vladimiro Caminiti) Per molti bolognesi Angiolino Schiavio era un mito inconscio e continua a esserlo ancora oggi, anche per chi non l’ha mai visto giocare. Io non ho avuto la fortuna di vederlo in campo, ma lo considero ugualmente un idolo. Lui, invece, minimizzava. Come alla vigilia dei Mondiali quando, risucchiato nel clima febbrile dell’attesa e delle rievocazioni e ripresentato come l’eroe del primo successo azzurro, Schiavio mi confessava: «Pensa, ho fatto qualcosa di così importante senza rendermene conto!» (Giacomo Bulgarelli).
Libri di Calcio e Letteratura Sportiva | Stefano BEDESCHI 28 maggio 1972: La “Giovin Signora” diventa grande Questo libro dedicato allo scudetto numero quattordici della Juve l’ho scritto per svariati motivi. Innanzitutto, perché è il primo dei tanti scudetti che ho festeggiato insieme a milioni di tifosi juventini (non considero quello del 1966/67, essendo troppo piccolo per capire l’importanza di quella vittoria). E poi per ricordare, con tanta nostalgia, un calcio fatto di romanticismo, di tanta passione, di tanta fatica e sudore. Fatto di personaggi bizzarri e stravaganti, presidenti appassionati della propria squadra e veri e propri “padri-padroni”. Allenatori filosofi, maghi e maghetti. Giocatori che siedono in panchina con la pelliccia o che portano la pistola. Nessuna traccia di procuratori, i calciatori sono di proprietà delle proprie società che dispongono, nel bene o nel male, del loro destino. E, soprattutto, è il calcio delle maglie “pulite” dalle sponsorizzazioni.
Rigorosamente numerate dall’uno all’undici, dove il due è il terzino destro, il tre il terzino sinistro, il sei il libero e così via. Dove la divisa del portiere (salvo qualche rara eccezione) è completamente nera, come quella dell’arbitro. Dove il pallone è bianco con i pentagoni neri e gli scarpini tutti neri, senza colori strani. È il calcio di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Che attesa spasmodica per conoscere i risultati del primo tempo! La trasmissione radiofonica, infatti, cominciava alle 15:30, in coincidenza con l’inizio dei secondi tempi (le partite si giocavano tutte alle 14:30, niente anticipi o posticipi). Bortoluzzi, Ameri, Ciotti ed Ezio Luzzi erano gli amici della domenica pomeriggio. Insieme a Paolo Valenti che conduceva “90° minuto” e mostrava, alle 18:00 circa, i goal delle partite. E, infine, alle 19:00 un tempo della partita più importante della giornata, con la voce di Nando Martellini.
Certo, per gli adulti c’era anche “La domenica sportiva”, ma io allora ero un bimbo e, come tutti i bimbi dell’epoca, mi mandavano a letto dopo “Carosello”. Questo libro lo dedico ai miei coetanei, che saranno sicuramente colti da tanta nostalgia, ma anche ai più giovani, alle nuove leve che, probabilmente, faticheranno a capire questo tipo di calcio. La speranza è che, per una volta, ci possa essere l’unione di queste generazioni così tanto diverse e distanti sotto uno stesso denominatore comune: l’amore per il calcio.
Libri di Calcio e Letteratura Sportiva | Stefano BEDESCHI Johann Cruijff ed il numero 14 Oggi, ogni giocatore ha la sua maglia personalizzata, con un numero che lo identifica perfettamente. Del Piero e Messi hanno il 10, Cristiano Ronaldo il 7, Ibrahimovic il 9, tanto per fare qualche esempio. Ma negli anni settanta la numerazione era rigorosamente dall'1 all'11 e mai nessuno si sarebbe sognato di personalizzare la propria maglia. Nessuno tranne lui, Johann Cruijff. Come nacque questa simbiosi fra il fuoriclasse olandese ed il numero 14 è spiegato in questo libro. Da quel momento Cruijff era il numero 14 ed il numero 14 rappresentava Johann Cruijff. Anche in questo, come nel modo di giocare e nel modo di vivere, Johann ha anticipato i tempi, segno di un'intelligenza non comune per quei tempi.
Johann Cruijff, giocatore universale, fuoriclasse assoluto, leader indiscusso di quella che è stata una delle squadre più belle del mondo. la cosiddetta "Arancia Meccanica", la Nazionale olandese dei primi anni settanta. Ma come dimenticare l'Ajax delle tre Coppa dei Campioni consecutive oppure il Barcelona, capace di vincere la "Liga" al termine di una rimonta quasi impossibile? In questo libro c'è tutto Johann Cruijff. Dall'infanzia difficile agli ultimi momenti vissuti sul campo. Dall'allenatore super vincente al dirigente scomodo. Perché questo è Johann Cruijff, il numero 14.
Libri di Calcio e Letteratura Sportiva | Stefano BEDESCHI Il giallo delle provette L'unico scudetto assegnato con uno spareggio. La "Grande Inter" di Moratti e del "Mago" Herrera. Il Bologna che "così si gioca solamente in Paradiso". L'accusa di doping e le provette sparite. La morte del "Presidentissimo" Dall'Ara. Una città pacifica come Bologna che insorge. La ricostruzione del campionato 1963/64 attraverso gli occhi dei protagonisti e dei tifosi felsinei. Un racconto che mette in secondo piano le vicende calcistiche per dare spazio alle reazioni, all'emozioni, alla rabbia, alla gioia ed al dolore di chi è stato coinvolto in questa avvincente storia che sembra uscita dalla penna di Agatha Cristie, anziché da un campo di calcio. Un libro appassionante e coinvolgente da leggere tutto in un fiato.
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