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I neuroni specchio e la
pedagogia dell’empatia
La scoperta dei
neuroni specchio è
figlia di un evento
fortuito. Rizzolati,
Gallesi e Fogassi, neuro
scienziati
dell’università di
Parma, avevano attivato
degli elettrodi inseriti
nei neuroni della
corteccia cerebrale di
una scimmia al fine di
studiare l’attività
neurale dell’animale
mentre afferrava gli
oggetti. La scoperta è
arrivata quando Fogassi
entrando nella stanza
dell’animale aveva preso
in mano un chicco d’uva
e nello stesso istante i
neuroni della corteccia
premotoria della
scimmia, che lo stava
guardando, si sono
attivati come quando era
stato l’animale ad
afferrare i chicchi. Successivi studi tramite TSM ( Stimolazione
Magnetica Transcranica)
e f MRI (Risonanza
Magnetica Funzionale) ne
hanno dimostrato
l’esistenza anche in
alcune zone chiave del
cervello degli uomini,
come la corteccia
premotoria e le aree
parietali inferiori
associate al movimento e
alla percezione. Ma
anche nel lobo parietale
posteriore, nel solco
temporale superiore e
nell’insula, le regioni
del cervello deputate
alla capacità umana di
cogliere i sentimenti
altrui e le
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